Videogiochi > Warhammer
Segui la storia  |       
Autore: Eisenhorn    21/04/2011    1 recensioni
Due amici, Templari Neri, legati dallo Spirito combattente degli Adeptus Astartes, combattono assieme contro le minacce dell'Imperium.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 3


L'enorme capo orko stava ridendo di gusto, osservando l'imponente cancello continuamente colpito dai colpi del karro razziato, tutto intorno a lui gli orki avanzavano in massa verso le grandi mura della città.


-Ke i kacciakarri uzino i loro mizzili per bombardare oltre le mura della città degli omi-


Ordinò Zpakkatezte e subito molteplici squadre di orki armati con un lanciarazzi abbastanza primitivi, si mossero in direzione delle imponenti mura della città.


Mentre si facevano strada tra l'esercito verde un qualcosa di grande e veloce atterrò proprio sopra di loro, riducendoli ad una poltiglia verde, mischiata al sangue nero degli orki, non fù l'unica, dal cielo, veloci come proiettili piombarono sull'esercito verde, molte casule d'atterraggio nere, recanti sugli sportelli, che portavano la bianca croce dei Templari neri.


Aprendosi queste capsule riversavano sul campo di battaglia molti Space Marine che caricavano gli orki uccidendone in massa.


-Ke koza zono quezte koze?-


Aveva domandato il possente kapoguerra.


-Zpace Marine? Zi fiondano dal cielo? OZANO ZFIDARE ME? IL POZZENTE ZPAKKATEZTE?-


I suoi occhi giallo andarono a cercare il mekkaniko che stava sistemando il fucile zpara


-Mek avverti i ragazzi di zterminare quegli omi neri e di farlo molto velocemente, abbiamo una città da razziare, e portami il mio palo, gliela farò vedere io a quezti omi WAAAAAAAAAAAAAGH!-


Il Martello tuono sfrigolava di energia ed elettricità mentre si abbatteva sui corpi degli orki, riversando sul terreno sangue, interiora e un corpo inerme abbandonato dalla vita.
La testa del martello si infrangeva con forza sui nemici, con movimenti fluidi e veloci, era l'arma prediletta dal sergente Fabrizio, fin da quando era stato promosso, da semplice Marine, si era addestrato maggiormente nel corpo a corpo e aveva abbandonato il suo fucile requiem, diventando un maestro assoluto nella padronanza del martello tuono.


Sull'asta che impugnava saldamente, erano incise benedizioni e litanie di odio verso i nemici dell'umanità. Alcuni sigilli di purezza erano stati arrotolati sull'asta e riportavano tutti il simbolo dell'Imperium e dei Templari Neri, a significanza delle molteplici battaglie vinte nel nome dell'Imperatore.
Alzando la testa del martello al cielo, la abbassava con velocità, ed estrema forza, sul cranio dei suoi nemici, deformandolo e spezzando l'osso del collo, mentre il corpo era pervaso da una scarica di energia elettrica e in altri casi dall'addome uscivano, esplodendo in un orrido spettacolo, le interiora che si andavano a riversare sul terreno bagnato dal sangue di molto.


-Avanti fratelli nel nome dell'Imperatore sterminiamoli!-


Gridava a squarcia gola il Marine dai neri capelli, mentre il suo martello si abbatteva su di un altro orko, spappolandogli il cranio e facendogli uscire gli occhi dalle orbite.
I Marine della sua squadra avevano armi adatte per il corpo a corpo, si potevano intravedere spade a catena, asce e magli potenziati, tenuti nella mano destra mentre nella sinistra avevano una pistola requiem con la quale colpivano a distanza ravvicinata i nemici per poi finirli con l'arma che tenevano nell'altra mano.


Alzando lo sguardo il sergente Fabrizio cercò il suo amico, poco distante da lui e la sua squadra di Marine, l' Adeptus Astartes biondo stava combattendo valorosamente e lo stessa faceva il suo seguito. Con il suo Artiglio del fulmine squartava i deformi corpo orcheschi, la sua squadra, armata similmente a quella del Fratello Fabrizio combatteva in modo eccellente.


Il sangue e le interiora che rimanevano sull'artiglio sfrigolavano per via del calore prodotto dall'elettricità che passava all'interno dell'artiglio del fulmine, subito dopo aver ucciso un'orko il Sergente Lorenzo piombava su di un altro nemico, colpendolo con la sua pistola al plasma, che teneva nella mano sinistra, la sfera scaturita dalla pistola, bruciava e corrodeva la pelle dell'orko colpito aprendo quasi immediatamente dall'impatto, un foro profondo, mentre il pelleverde colpito gridava per il dolore causato il Marine non esitava a conficcargli l'artiglio nel basso ventre e portarlo fino all'altezza del cuore, per poi sfilarlo con brutalità dal corpo morto dell'orko.


Ucciso l'ennesimo pelleverde il Sergente Lorenzo venne raggiunto da uno strano macchinario, che emetteva, nei suoi passi, rumori di metallo e di giunture poco oliate. Il veicolo si presentava come grossa botte, dalla quale partivano due braccia abbastanza lunghe e dei pistoni simili a gambe.
Come armi, una grossa sega circolare sul braccio destro e una grossa tenaglia sul braccio sinistro, questa orribile ammasso di metallo si faceva strada trà i pelleverdi e i Marine colpendoli con l'enorme sega circolare.
Resosi conto all'ultimo di quest'enorme veicolo, il Sergente Lorenzo si aspettava il peggio.


Grazie ai suoi uomini il Colonnello Castor stava facendo evacuare i civili in bunker speciali costruiti sotto la città. I soldati avevano costruito velocemente un percorso obbligatorio nella grande strada della città e incitavano i civili ad affrettare il passo.


-Forza muoversi muoversi, dobbiamo fare presto-


Gridava ai soldati il colonnello, mentre aiutava a far muovere le persone, confuse e spaventate verso la salvezza.


Con quale autorità quegli Space Marine intendono darmi ordini, io sono il Colonnello Castor, e sono il più rispettato tra le insignificanti persone di questa città, solo perché loro viaggiano su enormi navi ai confini del cosmo non vuol dire che sono loro a comandare.


Pensava silenziosamente il Colonnello mentre sovraintendeva le proprie truppe.


Esatto colonnello io lo so che sei un uomo importante, che non deve assolutamente sottomettersi agli Space Marine, io la penso esattamente come te Castor, riesco a leggere i tuoi pensieri le tue emozioni, e posso confermarti che in me potresti trovare un buon alleato per fargliela pagare e far si che ti vedano come un uomo di rilievo.

-Chi è che osa disturbare i miei pensieri sciocchi subordinati-

Cosi dicendo Castor aveva rivolto parola ai soldati che sorvegliavano i civili. Rendendosi conto di essersi sbagliato torno in silenzio domandandosi se la voce da lui sentita fosse stato uno scherzo della sua immaginazione.


Non lo è affatto Castor, e se cerchi risposte alle tu domande propongo un incontro questa sera al termine della battaglia, nel deposito munizioni, vieni solo.
Gli dei hanno molti progetti su di te Colonnello, non deluderli.


Rimanendo in silenzio l'uomo si appoggio alla sua spada piantata nel terreno, e sgranando gli occhi si chiese quali piani, chi era costui e sopratutto quali dei avevano puntato gli occhi su di lui. Ammaliato dal suono della voce, e preso da una vorace curiosità, penso di andare al luogo dell'appuntamento solo, mentre un ghigno si disegnava sulla sua bocca.


-Colonnello, colonnello, tutto bene? Mi sembra affaticato-


Un giovane soldato gli si era avvicinato vedendolo appoggiato alla sua spada. Come risposta, Castor alzò la spada e gliela conficco nell'addome del soldato, la lama usci all'altezza del collo recidendo l'arteria del soldato e mentre il colonnello veniva inondato dal sangue del morente in lontananza infuriavano i rumori e i terribili suoni della battaglia.


-Kapo Kapo guarda gli ztupidi omi hanno aperto il kancello quezta è la noztra okkasione-


A parlare era stato un orko che si muoveva accanto all'imponente Zpakkatezte e subito ricevette un colpo d'ascia a catena che troncò di netto la vita dell'orko.


-Quezto lo vedo anke io ammazzo di letame-


Rispose il kapoguerra, mentre sollevava il cadavere del pelleverde e lo impalava sul possente palo, grande come un albero, che portava come uno zaino sulle spalle. Gli altri orki, impauriti da quel gesto macabro marciarono più velocemente e gridarono più forte.


-Dite hai ragazzi di konvogliare la mia waaagh sul kancello aperto, pazzando ammazzeremo quegli ztupidi omi, fate avanzare i karri razziati, e le zkatole di morte, presto quezto pianeta konoscerà il grande Zpakkatezte WAAAAAAAAAGH!-

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Warhammer / Vai alla pagina dell'autore: Eisenhorn