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Autore: KatNbdwife    22/04/2011    4 recensioni
Cinque amiche, cinque mondi, una storia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

 

“Se ne mangi ancora uno scoppierai, Bunny!”
“Oh, non dire sciocchezze! E poi non è colpa mia, Morea fa dei pasticcini deliziosi! Guardali, si fanno mangiare!”

Posati su di un bel tavolo di legno, posto al centro di una deliziosa cucina che profumava ancora di nuovo, vi erano due vassoi colmi di pasticcini dall’aspetto e profumo squisiti, opera di Morea ormai cuoca provetta ed affermata.

Erano passati tanti anni da quando le ragazze, cioè Morea, Amy, Bunny, Marta e Rea, si erano conosciute ed ogni mercoledì si ritrovavano a casa di una o dell’altra, a turno, per rimpinzarsi di dolci. Era la loro “serata delle dolcezze”, durante la quale chiacchieravano, spettegolavano, guardavano film e poi dormivano tutte assieme. Il loro era un gruppo di solide amiche, nato per caso e consolidatosi negli anni, grazie al rispetto e al grande affetto che nutrivano l’una per l’altra.

Bunny, che quella sera ospitava le amiche, era la mangiona. Sorrideva sempre, giocava, scherzava e con la sua immensa dolcezza sapeva sempre essere di conforto. Dopo gli anni tormentati dalla poca voglia di studiare durante le scuole superiori, Bunny aveva però acquisito una certa maturità che l’aveva spinta ad iscriversi all’Università, dove attualmente studiava Lettere. La sua passione per la letteratura era nata grazie ad Amy, che le aveva prestato un romanzo tanti anni prima, quasi obbligandola a leggerlo. A Bunny si era aperto un mondo meraviglioso che la ragazza aveva desiderato conoscere meglio.

Amy, invece, era sempre stata quella studiosa ed estremamente intelligente, futura dottoressa alle prese con i lunghi ed estenuanti studi medici, gentile e cordiale, amichevole e comprensiva.

Rea era la guerriera del gruppo, quella forte, ribelle, indipendente e anticonformista. Faceva la cantante e, con il suo gruppo, si esibiva quasi ogni sera nei locali più famosi della città. Sognava la fama mondiale e le amiche erano convinte che, un giorno, ce l’avrebbe fatta.

Morea era, appunto, la cuoca del gruppo. Dopo anni di gavetta era riuscita ad aprire un piccolo ristorante che, nel giro di un paio di mesi, era divenuto estremamente popolare nel quartiere della città in cui aveva sempre vissuto, meta di avventori soddisfatti dalla cucina semplice e salutare.

Ed infine c’era Marta, la “reginetta di bellezza” del gruppo, come amavano chiamarla scherzosamente le amiche. Alle spalle aveva un passato come modella ma, non piacendole l’ambiente un po’ troppo lascivo, la giovane donna aveva aperto un meraviglioso salone di bellezza,  nel quale lavoravano estetiste e parrucchiere personalmente selezionate da lei che, come una vera esperta, offriva consigli estetici alle sue affezionatissime clienti. Il suo sogno, a dire il vero, sarebbe stato quello di aprire un atelier di alta moda ma, scoprendosi abile nel suggerire acconciature e make up alle amiche, aveva deciso di cimentarsi in questa impresa.

Quella sera, Marta era l’unica a non essere ancora arrivata. A differenza di Morea, il cui locale restava chiuso il mercoledì, Marta lavorava tutta la settimana. Bunny ed Amy, ancora studentesse, la sera erano quasi sempre libere tranne le volte in cui si dedicavano a lavoretti part time e Rea, la bella cantante mora, cercava sempre di non prendere impegni in quel giorno della settimana.

“Che ore sono?” domandò Bunny, con la bocca piena di dolci
“Quasi le otto” rispose Morea, addentando un pasticcino “Tra poco Marta sarà qui”
“Lascia qualche pasticcino anche per lei, ingorda!” rise Rea, rivolgendosi all’amica bionda
“Ancora uno e poi basta, lo giuro!”
“Sì, certo. Promessa da marinaio” ridacchiò Amy, divertita.

Pochi istanti dopo, come previsto da Morea, un vortice biondo invase la cucina in cui sedevano le ragazze. Fra di loro la confidenza era tale che si erano sempre comportate, in casa delle altre, come fossero nella propria. Non esistevano campanelli o citofoni – o meglio, c’erano ma nessuna di loro li usava. Bunny, ad esempio, poteva entrare in casa di Amy quando le pareva, senza per forza di cose suonare. Questo sistema aveva, qualche volta, generato lievi momenti di imbarazzo come quando Morea si era precipitata a casa di Rea per portarle una porzione del suo piatto preferito e aveva trovato l’amica seminuda, sul divano, avvinghiata al chitarrista del suo gruppo.
Oppure come la volta in cui Amy era entrata in casa di Bunny e se l’era ritrovata di fronte completamente svestita, appena uscita dalla doccia, che ballava e danzava al ritmo frenetico di una canzone del momento.
Tutti questi inconvenienti, però, non avevano assolutamente spinto le ragazze a cambiare abitudini. Semmai, aprivano solo la porta più lentamente, per sbirciare prima l’interno ed evitare altre situazioni di quel genere. Tutto sommato, però, si erano anche fatte grosse risate ricordando quei momenti e si erano ripromesse che, fino a quando non avrebbero formato una famiglia (che, inevitabilmente, avrebbe modificato i loro ritmi di vita) avrebbero continuato in quel modo.

“Ragazze!” tuonò Marta, non appena ebbe messo piede in cucina. Era visibilmente affannata, rossa in volto e con la voce tremolante
“Marta, che succede?” domandarono, quasi in coro, le amiche
“Voi non avete idea! Non potete immaginare cosa ho scoperto!”
“Sì, abbiamo capito, ma parla” la incalzò Morea
“Una mia cliente mi stava raccontando un sacco di pettegolezzi dell’alta società e ho scoperto qualcosa di sensazionale”
“COSA?” strillarono tutte quante
“La signora Mill mi ha detto che… udite udite… Michelle Kenderson sta per sposarsi!”

Tutte quante rimasero per qualche istante con le bocche spalancate e gli occhi quasi fuori dalle orbite. Bunny interruppe perfino il suo sport preferito, ovvero l’abbuffarsi, per aggiungersi al gruppo attonito. Fu Rea a spezzare il silenzio “Michelle si sposa?!”
“Sì! Ma non vi ho ancora detto il resto… Si sposerà quest’anno, la signora Mill non ricordava la data precisa, in quel castello fantastico in collina, quello di proprietà del Barone Anderson. Ci sarà tutta la gente che conta, comprese alcune celebrità. Quando l’ho saputo, mi si è contorto lo stomaco dal nervoso”

Le amiche, ormai dimentiche dei dolci, si persero ognuna nei propri pensieri. Pensieri che vagavano in teste diverse ma che, comunque, erano simili se non addirittura uguali.

Michelle Kenderson era stata, per tutta la durata delle scuole superiori, una specie di nemesi per loro, come se Bunny, Marta, Amy, Morea e Rea fossero una persona sola a scontrarsi, quotidianamente, contro l’arroganza e la superficialità di Michelle.
Per non si sa quale motivo, Michelle aveva preso in antipatia le cinque ragazze fin dal primo giorno in cui le aveva conosciute, forse per invidia nei confronti della loro amicizia e, per tutta la durata della scuola, aveva fatto loro innumerevoli dispetti, messo in giro pettegolezzi del tutto inventati, umiliate più di una volta nei corridoi della scuola ed escluse perennemente dalle sontuose feste che organizzava nella sua villa.

Michelle, insomma, rappresentava alla perfezione lo stereotipo della ragazza straricca, viziata, antipatica e vanesia.

Dal canto loro, le ragazze avevano sempre sopportato la situazione con calma, cercando di affrontare Michelle con diplomazia e intelligenza, tranne la volta in cui Rea, dopo essersi presa una secchiata di acqua gelida in testa, aveva sferrato un potente pugno alla mascella di Michelle, gettandola a terra e mandandola in infermeria. La ragazza se l’era cavata senza fratture ma, per circa due mesi, non aveva più osato avvicinarsi a nessuna di loro, per paura di prendere ulteriori botte dalla potente Rea.

Al pensiero che quella sciocca presuntuosa stesse per sposarsi in un lussuoso castello, gli stomaci di tutte loro si contorsero, proprio come era capitato a Marta. Anche perché ricordavano ancora la volta in cui, durante il ballo del primo anno scolastico, Michelle si era avvicinata e aveva detto loro “Farete da tappezzeria per tutta la vita. Quando mi sposerò, organizzerò una festa così sontuosa che, al confronto, un matrimonio regale scomparirebbe e vi assumerò come candelabri”

Al termine delle superiori Michelle era partita per una serie di viaggi all’estero e le ragazze avevano saputo che si era iscritta, qualche anno prima, ad una università europea. Non la vedevano da anni e tanti ne erano passati dalla sera del ballo. Ora le cinque ragazze erano cresciute, erano diventate bellissime ed indipendenti, non erano più le ragazzine spaurite e timide del primo anno scolastico, con qualche brufolo e mille incertezze. Ora erano giovani donne decise e motivate ma le parole di Michelle continuavano a rimbombare nelle loro teste.  Forse anche per via della non proprio rosea situazione sentimentale che, guarda caso, tutte e cinque vivevano.

Amy, dopo quattro anni di amore intenso con un giovane conosciuto durante l’ultimo anno di scuole superiori, era stata lasciato dal ragazzo che la accusava di pensare solo agli studi.
Morea, da sempre mascolina, era convinta di intimidire gli uomini dato che le sue storie non duravano mai più di sei mesi.
Marta, inguaribile romantica, portava ancora incise sul cuore le cicatrici lasciatele da un amore a distanza, amore che la ragazza aveva cercato di difendere con tutta sé stessa ma che i chilometri, lunghi ed inesorabili, avevano finito per logorare.
Rea, invece, dopo una breve relazione con il chitarrista del suo gruppo aveva deciso di lasciar perdere l’amore per concentrarsi sul canto, anche se le mancava la presenza di qualcuno che, la notte, dividesse il letto con lei e la mattina le desse il buongiorno.
E poi Bunny. Bunny che parlava raramente della sua storia d’amore perché era stata così lunga e così importante che non avrebbe mai pensato di vederla finire. Aveva già immaginato le sue nozze con Marzio, aveva immaginato i nomi da dare ai loro figli, l’arredamento della loro casa, il viaggio di nozze. Aveva sognato queste cose per tutti gli anni della loro storia che, due anni prima, era finita. Finita senza un perché, finita con lui che prendeva un aereo e volava via da lei, lontano.

Le era sembrato, quando lui l’aveva lasciata, di scorgere delle lacrime trattenute nei suoi occhi ma, col tempo, aveva realizzato che non sarebbe stato possibile: se lasciarla lo faceva piangere, perché l’aveva fatto dunque? Così, col passare dei mesi, si era convinta che lui aveva davvero smesso di amarla e, da quel giorno, non l’aveva più visto né sentito. Così come non aveva più sentito nemmeno il suo cuore che, da due anni, batteva per forza d’inerzia ma mai per qualcuno a parte Marzio.

“Con chi si sposa?” chiese Amy, rompendo di nuovo il silenzio. Amy era quella che, fra tutte, aveva più sofferto a causa di Michelle perché facile preda dei suoi assurdi scherzi.
“Non lo so, la signora Mill non si ricordava il nome”
“Non si ricorda un cazzo quella!” sbottò Rea, nervosa
“Ha solo detto che è un tizio inglese”
“Pure inglese?!” aggiunse Morea “Che stronza. Di sicuro sarà ricco più di lei, bellissimo, elegante, raffinato”
“Non dire stronzate” l’apostrofò Rea “Un tizio simile non potrebbe innamorarsi di Michelle! Non dico che sia un cesso ma è antipatica, ignorante, opportunista e fancazzista”
“Rea, non essere così scurrile” la apostrofò Amy “Dai”

Rea, Morea, Marta e Bunny scoppiarono a ridere.

“Durante un momento come questo, come faccio a non esserlo?” rispose Rea “Cazzo Amy, dille anche tu le parolacce! Sai come aiutano a sfogare? Dai, lo so che anche tu ne stai pensando a vagonate. Ripeti con me v-a-f-f-a-n-c-u-l-o. Dai, ripetilo” disse, sfiorando una spalla dell’amica
“Dai Rea! Non sono stupida, so anche io le parolacce, solo che non mi piace dirle”
“Per favore… dai, v-a-f-f-a-n-c-u-l-o, dillo!” riprese
“Sai, la signora Mill mi ha anche detto che uno stilista italiano farà l’abito su misura per Michelle” aggiunse Marta, con fare malizioso
“Non mi interessa” mormorò Amy
“E che un cantante americano, amico del padre, si esibirà durante il ricevimento”
“Affari suoi” continuò Amy

“E… Brad Cooper sarà fra gli ospiti speciali” concluse Marta, facendo proprio il nome dello scrittore preferito di Amy, un illustre letterato recente vincitore di un prestigioso premio, che Amy sognava di incontrare da sempre
“Eh no cazzo, questo no! Vaffanculo!” sbottò la ragazza, alzandosi in piedi “Brad Cooper alle nozze di quella stronza infame no! Che cazzo Marta, mi prendi per il culo?”

Dopo l’ennesimo, per quella sera, attimo di silenzio tutte quante scoppiarono nuovamente a ridere, portandosi le mani allo stomaco.

“Fortuna che non volevi dire parolacce! In una frase ne hai dette più di quelle che ho detto io in una serata!” disse Rea, non riuscendo a smettere di ridere
“Non ci ho visto più!” ammise Amy, arrossendo “Scusatemi”
“Comunque, non è vero che ci va Brad Cooper” rivelò Marta “Me lo sono inventato! Ma ammetti che ora ti senti meglio”
“Marta sei… guarda, sei… non farmelo dire!”
“Su dai, stai meglio no?”
“Ok, lo ammetto. Sto meglio. In certi casi le parolacce sono liberatorie” disse, ridendo.

La serata proseguì con gioia anche se la notizia delle nozze di Michelle aveva leggermente guastato l’atmosfera. Quella notte, tutte e cinque le ragazze si addormentarono tardi, avvolte dall’abbraccio di Morfeo.

**

Questa è la prima FF che scrivo riguardante Sailor Moon. Per ora mi sono cimentata solo con una OS ma, qualche giorno fa, mi è venuta voglia di provare. Spero che la lettura del primo capitolo sia stata di vostro gradimento! Inoltre, vorrei fare alcune precisazioni. Prima di tutto, come avrete notato, non specifico quale sia lo Stato o la città in cui si svolge l'azione, questo perchè vorrei ricreare un ambiente che sia solo mio, senza il timore di sbagliare i nomi di strade, locali, paesi ecc ecc. Non credo, del resto, che sia indispensabile precisare il nome del posto in cui vivono i protagonisti. Ci saranno riferimenti ad altri Paesi ma non specificherò mai il luogo in cui si svolge l'azione (anche se potrete, per esclusione, scartare alcuni Continenti).
Oltre a questo, vorrei anche precisare che il titolo della FF si rifà alla canzone omonima dei Foo Fighters.
Fatemi sapere che ne pensate ^^
   
 
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