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Autore: piccolalettrice    22/04/2011    11 recensioni
"...Lo fissai sbalordito. Se diceva la verità eravamo in pericolo. Se diceva la verità allora tutti i miei attacchi erano colpa sua. Se diceva la verità Talia aveva fatto bene a fare quello che aveva fatto. Se diceva la verità voleva dire che eravamo stati traditi di nuovo. Se diceva la verità tutte le cose successe negli ultimi tempi avevano trovato un’unica spiegazione: lui."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo intuendo'
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SPAZIO AUTRICE:
buon giorno... eccomi qui... scusate il ritardo ma la chiavetta mi ha abbandonato e ho dovuto fare un po’ di giri per postare...
comunque... questo cap è l’ultimo prima del ricongiungimento.
C’è un bel po’ di Talike, soprattutto nella parte iniziale, ma poi tende a sfumare...
Allora, vediamo... non me la sentivo di scrivere la parte subito dopo il bacio in modo “attivo” così ho optato per un’altra cosa, che mi è servita per rendere di più riflessioni che non potevo fare scrivendo il post immediato del frutto dell’entusiasmo di Luke... (ma che periodo lungo!)
Poi... spero che notiate una cosa dell’inconveniente che verrà spiegata più avanti e che vuole significare una cosa, anch’essa spiegata insieme all’altra.
Si, lo so, do risposte più chiare di Annabeth (mi sto riferendo al Mare dei Mostri)
Ok... ho detto tutto, no?
Secondo me la parte finale lascia molto a desiderare quella iniziale pure, ma un po’ meno… fatemi sapere cosa ne pensate…
Vado a dormire che sto morendo * sbadiglia *
Bacioni e recensite!
Piccolalettrice
Ps. Grazie a tutti, ma in particolare a Kiuubina e nessie97, che spero continueranno a recensire... grazie, ragazze, vvb!
 
 
17-  quando si dice “piccolo” inconveniente
 
Mi svegliai con la luce del sole che filtrava tra i rami frondosi degli alberi.
Avevo dormito davvero male, con tutte quelle radici, ma mi dovevo accontentare del poco sonno che mi ero riuscita a guadagnare.
Accanto a me Grover belava qualcosa su delle lattine e scalciava con le zampe, immerso nei sogni, dall’altra parte Clarisse russava con la bocca spalancata.
Ok, era il risveglio peggiore della mia vita.
Senza contare quello che era successo la sera prima.
Ancora non mi capacitavo del perché mi fossi comportata come mi ero comportata; insomma, avrei dovuto saltargli addosso o non so... come minimo rispondere al bacio e terminare con una frase sdolcinata, avrei dovuto fare qualsiasi altra cosa tranne quella che avevo fatto.
Sì, avete capito, avevo tirato una sonora sberla a Luke. Perché mi  aveva baciato. Io avevo tirato una sberla a Luke perché mi aveva baciato.
E più me lo ripetevo più mi sembrava di aver fatto una cosa idiota.
Ne ero terribilmente cotta... anche innamorata direi, non era una novità.
E allora perché avevo reagito così?
-Orgoglio, cara la mia Talia, - mi dissi – una delle tante cose che hai preso da tuo padre-
Ed era così.
Sentire le risate e i commenti di Clarisse, vedere le espressioni degli altri, sentire tutti quegli occhi puntati addosso...
Oltre ad essere questione d’orgoglio c’era qualcos’altro... era il fatto di... non so come spiegarmi... dimostrare la mia debolezza, credo.
Sì era così,Luke era la mia debolezza, il mio difetto fatale.
Se non lo controlli ti distrugge.          
Sì, Luke era l’unico modo per arrivare a me, per distruggermi.
Era l’unica cosa che faceva sì che non fossi la persona fredda e cinica che volevo apparire.
Lui tirava fuori la vera Talia.
E non potevo permetterlo...
Dopo tutto non sapevo ano ancora che ero destinata a diventare allenatrice quindi ero sicura che avrebbero usato lui per arrivare a me.
L’avevo sempre saputo ed era una delle cose, insieme al mio dannato orgoglio,  che mi rendeva capace di fare idiozie come prenderlo a schiaffi
dopo il mio primo bacio.
Ora che sapevo per certo cosa provava era tutto più difficile, eppure dannatamente facile... Complessivamente tutto sbagliato
Questo fu il ragionamento a cui pensai per spiegarmi quel dannato gesto.
La cosa peggiore era stata la sua reazione: sguardo indecifrabile.
Poi una sorta di sorriso poco convinto, come se tentasse di convincersi che non era una tragedia. Ma lo era.
“Talia? Sei sveglia?”
“sì, Grover” guardai il viso  ancora mezzo addormentato del satiro accanto a me.
“come va?” chiese poco convinto. Era palese che volesse sapere cosa mi frullasse per la testa.
Da parte mia, non volevo proferir parola... non ancora, almeno
“benone”
“sicura? Cioè, per ieri...”
“dovremmo svegliare gli altri, non credi?... per trovare un posto sicuro”
“oh, sì, svegliare gli altri”
Tirai un calcio sulla testa di Backendorf, che dormiva poco distante, tenendo, anche nel sonno, la mano di Silena.
“ehi, figlio di Efesto, sveglia!” gli tirai un altro calcio, e finalmente si svegliò mugugnando qualcosa su “un’ascia” e il “fare a pezzi”
“su, Manine d’Oro, sveglia la tua ragazza”
Lui mi lanciò un’occhiataccia e si passò una mano nei capelli neri:
“e tu perché non svegli Luke?” chiese tagliente.
-Non conta quello che provi ma quello che vuoi far credere di provare- mi dissi
“oh... ma è troppo lontano e io sto così comoda qui... perché non vai tu? O no puoi mollare la tua Bambolina nemmeno un secondo?”
Lui scosse la testa accingendosi nel delicato compito di scrollare una figlia di Afrodite dormiente, ed io sorrisi, vittoriosa.
Quando tutti fummo svegli, tranne Tyson, che preferimmo lasciare dormire, e dopo un simpatico scambio di urla e insulti tra la capra e la guerriera sanguinaria perché la capra aveva osato toccare la guerriera sanguinaria, ci sedemmo in cerchio, pronti a fare il punto della situazione:
“credo che dovremmo cercare un posto sicuro dove mettere le chiappe” dissi
“subito al dunque, eh?”
Ignorai la mezza battutina di Clarisse e ripresi:
“qualche idea?”
Ci guardammo, senza sapere come rispondere.
“il campo?” fece timidamente Silena
“non sappiamo com’è conciato... potrebbe anche essere occupato dai mostri di Time... meglio non rischiare”
“l’Olimpo?...insomma, gli dei dovrebbero offrire protez...”
“risparmia il fiato Grover, ci abbiamo provato, sono dei bastardi egoisti, di noi agli dei non importa nulla”
Rimasi scioccata, come tutti, a quelle parole.
Sapevo che gli dei tendevano ad essere un tantino menefreghisti ma quello che mi lasciò di stucco fu vedere come Luke ne parlava.
Credevo che gli fosse passata. Credevo che avesse perdonato gli dei.
Non era così.
In quel momento ebbi paura.
Paura che se ne andasse, paura che mi lasciasse di nuovo.
“vero, ci abbiamo provato” distolsi lo sguardo da gli occhi azzurri di Luke, dal suo sguardo emblematico e dal suo cipiglio pensieroso, per fissare Backendorf:
“che è successo?”
E mi raccontò tutto, dal tipo della reception all’odioso figlio di Apollo a come Luke si era fatto in quattro per cercarmi.
Tutto questo mettendo il nome “Luke” almeno cinque volte in una frase.
Il messaggio era chiaro: “voglio farti sentire in colpa perché ieri ti è venuto un ictus e hai preso a botte il tipo a cui sbavi dietro da un paio di mesi”
Come se ci volesse lui.
“wow” esclamò Grover “mentre noi eravamo nel cassonetto voi eravate lì? E pensavate che Talia fosse diventata una piantina?”
“Luke lo pensava” 
Da parte sua l’interessato sembrava trovare particolarmente attraenti i lacci delle sue stringhe, e alla fine del discorso se ne uscì con un sorriso più tirato e falso della faccia di Madonna e un:
“quindi, niente campo e niente Olimpo... altre idee?”
Ognuno tornò a pensare...
Un posto dove saremmo stati protetti dai mostri di Crono?
Dove un dio, possibilmente potente, ci avrebbe tenuto al sicuro?
Ci pensai su...
Mi venne in mente il campo, con il signor D... lui era abbastanza potente da proteggerci? Probabilmente sì, ma sapevo che in quel momento si trovava sull’Olimpo a farsi consolare dal nostro caro paparino perché i mostri cattivi gli avevano bruciato le divine chiappe... lui era fuori gioco.
Annabeth avrebbe saputo cosa fare. la mia migliore amica, data per dispersa, mi mancava da impazzire, così come quel Ragazzo-Pesce esaltato dalle manie di protagonismo e una sfaccettatura masochista di Percy.
Un secondo.
Percy e Annabeth avevano mandato i loro genitori in un posto sicuro, al riparo dai mostri. Un posto che era sotto l’influenza di un dio.
Mi si illuminarono gli occhi:
“Montauk!”
“come?”
“ma certo, perché non ci ho pensato prima? Percy e Annabeth ci hanno spedito i loro genitori... quel luogo è sotto il controllo di Testa d’ Alghe senior!”
Backendorf e Silena ci guardarono incuriositi, ma Clarisse liquidò la questione con un gesto della mano:
“che ci facciamo ancora qui?” fece
“aspettiamo un qualche mezzo di trasporto?” le rispose Grover.
“non fare il sarcastico, Capra!”
“non fare la prepotente... Comunista!”
Lei lo fissò inarcando un sopracciglio:
“comunista? Non sai fare di meglio?”
“o ragazzi, per favore...” intervenne Silena “svegliamo Tyson e cerchiamo un pullman”
“non abbiamo soldi”
“chi ha detto che ci servono soldi?” chiese Luke, con un sorrisetto astuto stampato in faccia... il primo sorriso naturale che gli vedevo da ieri.
“cos’hai in mente, Luke?”
 
Ed ecco che stavamo mettendo in atto il piano diabolico del degno figlio del dio dei ladri.
Ci trovavamo nel parcheggio di uno squallido supermercato, sei semi dei e un ciclope che aspettavano “il tipo giusto”.
“ricordate, dev’essere una vecchietta o qualcuno di piccolo, facile da nascondere nel bagagliaio.
“lo sai che il tuo piano è idiota, Luke?” gli chiese Clarisse “talmente idiota che quasi mi piace”.
Luke fece un mezzo sorriso (ritornato ad essere tiratissimo) e tornò a fissare il parcheggio.
Era un piano molto semplice.
Consisteva nell’adocchiare la preda, “il tipo giusto” di Luke, e distrarla, per poi fregarle la macchina sotto il naso, e se si accorgeva infilarla nel bagagliaio per evitare che facesse casino.
“quello!” disse lui, fissando un ciccione dalla felpa macchiata di ketchup che si sbrodolava con un hot-dog  mentre si avviava ad un suv nero e sporco di fango.
“ma se è talmente grosso che confronto Clarisse potrebbe fare la top-model!” disse Grover.
“questa era cattiva, Capra”
“ragaz...”
“si lo sappiamo “smettetela o vi ritroverete un fulmine nelle chiappe”” mi imitò la figlia di Ares, prendendosi un’occhiataccia sincera.
“comunque lo metti K.O. con un calcio ben assestato” Backendorf sorrise con aria complice a Luke.
“e Tyson cosa fa?” fece il ciclope.
“Tyson, tu aiuti me, Luke e gli altri a scappare, ti va?”
“sì! Tyson aiuta!”
“bravo Campione!”
“Tyson aiuta così Tyson va da Percy e si fa chiamare Campione da lui... perché è più bello quando Percy chiama Tyson Campione!” disse soddisfatto come se avesse tirato fuori un discorso filosofico di quelli potenti.
Quando vidi che il tipo stava per aprire la macchina elargii con  un:
“ookay, sbrighiamoci” e trascinai Clarisse a pochi passi dal ciccione, lei mi guardò e sillabò un: “che facciamo?”
Io alzai le spalle e risposi:” improvvisiamo”
Lei sorrise, un minuto dopo si lanciò nella perfetta imitazione degli attacchi di Percy.
E dovevo dire che aveva un talento naturale come attrice, così stetti al gioco:
“aiuto! Qualcuno la aiuti!”
Silena accorse subito, urlando anche lei “un ambulanza! Chiamate un’ambulanza!”
Il ciccione, che stava appoggiando delle buste nel suv si voltò, accorrendo e lasciando la macchina aperta... troppo facile. Intanto con al coda dell’occhio vedevo i miei compagni all’azione.
Avevano infilato Tyson dietro, Luke si era messo al volante con Backendorf al suo fianco, Silena, che era sgattaiolata verso l’auto, e Grover dietro.
Partirono a tutta velocità verso l’angolo e a quel punto il nostro “tipo giusto” si accorse che gli stavano fregando La macchina e tentò di rincorrergli con la ciccia che gli ballonzolava da tutte le parti.
Io feci un cenno a Clarisse, e tentammo di svicolare fino al punto che avevamo concordato, ma non poteva andare tutto liscio, no?
“ehi voi!” il ciccione ci venne incontro, minaccioso. “tu non stavi male?”
“sì, ma adesso sto meglio era solo...” fece Clarisse, ma il tipo l’afferrò per la gola,alzandola da terra e sibilando:
“siete loro complici!”
“mi lasci!”
“ridatemi la macchina, sporchi ladri!”
Ma com’era aggressivo quel tipo... forse era anche un po’ troppo aggressivo... sì, decisamente... ebbi paura di alzare lo sguardo ma guardai in su e vidi quello che non avrei voluto vedere: un occhio solo.
“Clarisse è un ciclope!”
“fai qualcosa, idiota!”
Estrassi la spada
“due semidee?”
Feci roteare l’arma:
“sì... ora lasci la mia amica per favore”
-Wow Talia – mi dissi – è proprio il momento perfetto per fare la bambina gentile!
“altrimenti cosa mi fai?” fece, strafottente.
“forse non sa chi sono io”
“sì, lasciamo perdere i convenevoli, magari!” mi urlò Clarisse mentre vedevo il suo viso farsi sempre più viola.
“e chi saresti, ragazzina?”
Fissai il ciclope, nell’occhio... mai provocare una figlia di Zeus:
“Talia Grace, figlia di Zeus... lasciala subito se non vuoi morire fulminato!”
“Talia... passa... ai... fatti!” urlò Clarisse, con un colorito sempre più malsano
Feci roteare la mia spada e tentai un affondo, che schivò con agilità malgrado la ciccia.
“figlia di Zeus.. il mio padrone sarà felice di sapere che sei viva”
Oh-oh... avevo combinato un bel disastro... quel tipo era in combutta con Time, avrei dovuto immaginarmelo... adesso ero un tantino nei casini.
Mannaggia  a me.
Feci una finta sulla destra per poi scoccare a sinistra, movimento che lo disorientò e che gli fece allentare la stretta sul collo di Clarisse, facendola cadere a terra, con il viso viola e il respiro affannoso.
Ma quel ciclope era davvero ben piazzato e mentre tentavo un affondo prese la punta della mia spada di bronzo celeste con le mani e... ne piegò la punta. In quel momento avrei voluto staccargli la testa.
Clarisse la pensava come me e si armò, tentando una serie di colpi velocissimi, che il tipo parò prontamente. Lei continuò imperterrita, mentre io mollai la spada, ormai inutilizzabile  mi misi dietro al ciclope assestandogli un calcio nel didietro che però, grazie alla sua mole, non lo fece nemmeno perdere il controllo, anzi....
Il mostro venne indietro, spinto dai colpi di Clarisse, io, ancora scossa dal colpo finii travolta, appiattita a terra, con sopra un ciclope.
L’avevo detto io che non me ne andava mai una giusta.
A quel punto il bisonte che avevo addosso lanciò un urlo fortissimo... simile a quello che avevo sentito uscire dalla bocca dell’Idra il giorno prima; stava chiamando rinforzi.
Grazie agli dei Clarisse si affrettò a decapitare il mostro, che divenne cenere, ed io tornai ad usare i polmoni.
“ne ha chiamati altri” ansimai.
“non  l’avevo capito!” fece ironica, io mi alzai:
“andiamo!”
E ci fiondammo verso l’angolo dell’isolato lì dietro.
Corremmo fino a che non scorgemmo il macchinone nero, nel punto stabilito.
“Ma dove eravate finite?”
Ci chiese Grover mentre salivamo, sudate e sfiancate al suo fianco sul suv.
“complicazioni” dissi.
Ci guardarono allarmati.
“in che senso?” e noi raccontammo della sorpresina che ci eravamo trovati sotto la foschia: il solo occhio del nostro “tipo perfetto”.
“l’avete battuto?” chiese Backendorf, guardandomi.
“sì... ma ne ha chiamati altri, credo ci stiamo alle calcagna”.
Lui annuì solamente, con aria rassegnata e disse:
“accelera, Luke”
E Luke accelerò, dritto alla volta di Montauk.
 
 
 
 
  

   
 
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