Note:
Questa fic partecipava al contest dei Contrari, che
in teoria si sarebbe
dovuto chiudere più di un mese fa…
Sicuramente per ovvi
motivi non se n’è fatto
più nulla, però, mentre ripulivo la mia cartella,
l’ho trovata e mi sono detta:
perché non pubblicarla?
Non so quanto sia
stata saggia questa mia
decisione XD
Diciamo che non sapevo
cosa fare in questo
tedioso venerdì pomeriggio, suona meglio, no?
Buona lettura
(speroXD)!
Ps: Ammetto che
qualcuno –e forse non a
torto- potrebbe trovare il carattere di Neji , specie
nell’ultima parte, un po’
OOC. Ho pensato a lungo se mettere o non mettere
quest’avviso, ma, a mio
parere, il Manga mi da man forte e, a
meno che io non abbia male interpretato ciò che ho letto,
l’OOC, se
c’è, dovrebbe essere davvero minimo.
Ora basta, mi dileguo
che sono diventata logorroica
XD
Dove batte il
Sole
Hinata vuol dire
“Posto soleggiato”.
Neji lo sapeva e si
era quantomeno stupito,
la prima volta che l’aveva vista, notando come, invece,
dell’astro diurno
luminoso non ricordasse proprio nulla.
Pallida, dal volto
tondo e incorniciato da
una chioma corvina, con occhi chiari e rivolti costantemente verso il
basso,
quasi temesse di poter colpire qualcuno con un calore inesistente.
In effetti, raramente
si era ritrovato un
altro caso lampante dove il nome fosse l’esatto contrario
della persona che lo
portava.
Rimase, ciononostante,
ad osservarla colpito,
nascosta dall’abito di suo padre, non potendo fare altro che
bearsi del suo
aspetto innocente e candido, puro come il pallore che dominava il suo
aspetto,
simile in tutto al riflesso fugace di una Luna lontana.
Ecco, Hinata era come
la Luna.
Se ne stava in
disparte, prendendo posto
nella volta celeste soltanto dopo che il pretenzioso astro le lasciava
lo
spazio, unendosi in connubio con le stelle, quasi ad indicare la sua
paura nel
dover dominare il cielo in solitario.
Si, era esattamente
come la Luna; i suoi
raggi a stento rendevano meno cupa la notte, sfiorando timidamente le
superfici
protese verso l’alto, nel chiaro tentativo di non voler
lasciare un segno del
suo passaggio.
Ciò,
tuttavia, non fece che rinvigorire il
fascino che riuscì in un solo istante a esercitare su di lui.
Esattamente come il
corpo celeste a cui
l’accomunava, aveva un che di misterioso, magico ed anche
poetico.
Sei
come la Luna, Hinata-sama, velata da una perenne coltre di
nubi…
*
Neji fissò
con odio lo sguardo pieno di vita
negli occhi cerulei della ragazzina, maledicendo mentalmente il
rompiscatole
che le aveva urlato frasi d’incoraggiamento dalla tribuna.
Era cambiata, Hinata,
alle parole del biondino
eccentrico e piuttosto ridicolo, ed era stato un cambiamento repentino
quanto
totale. I suoi occhi non tradivano più terrore e le sue mani
non tremavano di
incertezza e disagio. Niente più gesti inconsulti; sorrideva
mesta, perdendo
ogni senso di inadeguatezza, posizionandosi con un gesto deciso, pronta
a
sferrare il suo attacco.
Non poté
che sorridere sarcastico, imitando
in tutto i suoi atteggiamenti, pronto alla lotta.
-Un perdente resta
sempre un perdente-
sbottò, deciso come non mai ad oscurare definitivamente il
candido pallore che,
cocciutamente, lei pareva ostinarsi ad elargire.
Sei
Luna, Hinata-sama, e non brillerai mai abbastanza…
*
Neji rimase a
guardarla interdetto, mentre
con calma invidiabile si toccava le lunghe ciocche scure, intenta ad
accarezzarle e ad abbandonarsi al turbinio dei suoi pensieri.
Avrebbe dovuto farci
l’abitudine, eppure non
riusciva ancora a credere che quella ragazza, stesa sul letto
dell’ospedale a
pochi giorni dall’attacco di un Pain che l’aveva
lasciata tramortita, non
patisse alcun senso di turbamento od inquietudine.
Era serena, avvolta da
un’aura di
tranquillità che lo mise a disagio, sentendosi invece
terribilmente fuori luogo..
lui e quel suo avvertire continuamente la lotta con sé
stesso e con gli altri.
La
lotta
con te, Hinata-sama.
Fuori il pomeriggio
volgeva a sera, in
un’atmosfera rossastra accompagnata dal solito venticello
leggero.
Hiashi-sama se
n’era andato poco fa,
concedendo alla primogenita il beneficio di uno sguardo preoccupato,
prima di
tornare a fissarla con la superiorità crudele che le
rivolgeva di continuo.
Hanabi-sama non era
stata meno fredda e
distaccata, gratificando la sorella con uno soltanto dei suoi
memorabili ed
ammalianti sorrisi fanciulleschi.
E poi c’era
lui.
Si era ritrovato a
farle visita così spesso,
che Hinata aveva persino smesso di accoglierlo con la sua espressione
sorpresa,
la quale immancabilmente riusciva a lasciarlo senza fiato ogni qual
volta aveva
la fortuna di incrociarla.
Comprendeva a malapena
il motivo del bisogno
di vederla, di sentire la sua flebile voce, di rispondere imbarazzato
ai
sorrisi incoraggianti che gli rivolgeva.
Non capiva troppe
cose, ormai, e da troppo
tempo.
Sei
ancora la Luna, Hinata? Che fine ha fatto il tuo pallore e la tua
fugacità?
La voce sicura e
testarda con cui le aveva
sentito pronunciare parole inimmaginabili per lei; le parole che
avevano aperto
la strada a chi ancora non avesse compreso ciò che abitava
il suo cuore, puro
come era allora quello di una dodicenne imbarazzata.
Il
tuo amore per Naruto
pensò
il ragazzo è questo il motivo del
tuo
cambiamento? Combattesti con me sino alla fine, sino alla morte, quasi,
per le
sole poche parole di quel ragazzo.
Sciocca ragazza
innamorata di un sogno…
sciocca figlia di una Casata che le aveva tagliato le ali prima ancora
che potesse
accorgersi di portarle…
E’
per questo che gli hai dichiarato il tuo amore, vero? Lui ti ha fatto
capire
che, anche priva di esse, potevi spiccare il volo, libera come non lo
eri mai
stata... come non lo sarai mai più…
-Fratello Neji, tutto
bene?-
Ancora la sua voce gli
suonò estranea, priva
di quei tentennamenti a cui non avrebbe pensato di potersi affezionare
sino a
quel punto.
Chi
sei tu, Hinata-sama?
Non
ti nascondi più dietro le nuvole notturne, non ascolti il
canto di coloro che
ti implorano un unico, fulmineo bagliore…
Voltò le
spalle alla finestra che aveva preso
a fissare incapace di guardarla troppo a lungo, sforzandosi di
sorridere in
maniera naturale e riuscendo solo ad esibirsi in una smorfia impacciata.
Può
la Luna diventare Sole?
Sei
diventata il Sole, Hinata-sama?
Sei
tu, adesso, che illumini di nuova luce la vita degli Hyuuga?
-Si, Hinata-sama, sto
bene. Ero soltanto
assorto nei miei pensieri-
Sorrise anche lei,
rassicurata.
-Spero che i tuoi
siano felici come i
miei,fratello Neji-
Guardi
altrove, nonostante continui a fissarmi.
Sei
lontana Hinata.. lontana come il Sole, eppure riesci a scaldarmi lo
stesso, mi
illumini col tuo raggio benefico.
...Sono
io la Luna, adesso?