LIV CAPITOLO
I giorni passarono tranquilli e
lenti. Le giornate cominciarono ad allungarsi e la neve ormai se n’era andata,
lasciando piccolissime goccioline d’acqua sui rami degli alberi.
I genitori di Francesca erano
tornati entusiasti dal loro viaggio a Venezia, pieni di foto e souvenir.
Francesca era riuscita abilmente a non far trapelare la presenza di qualche
notte prima di Giovanni a casa loro, e Stefano non si era neanche insospettito,
quando tornato la mattina a casa, aveva trovato addormentata e sola nel divano-
letto la sorella.
Tornati a scuola, i ragazzi
dell’istituto ricevettero una circolare della preside: la settimana successiva,
la dirigente li avrebbe aspettati in aula magna per annunciare una notizia.
Nei giorni successivi, la
misteriosa convocazione della preside era l’argomento principale delle
chiacchere fra i ragazzi, e girava già voce di strane novità che sarebbe
accadute a scuola, come per esempio una sfilata di moda, un servizio
fotografico, o addirittura, qualcuno bisbigliava che sarebbe stato indetto un
concorso per un viaggio spaziale, offerto cortesemente dalla NASA in persona.
Qualcuno credeva a queste fandonie uscite da menti piuttosto fantasiose e abili
nell’imbrogliare il prossimo, tanto che
spesso si vedevano in giro avvenenti ragazzine di 14- 15 anni, truccate
pesantemente per farsi notare da fotografi, che secondo qualcuno, giravano per
la scuola, cercando i prossimi soggetti delle loro foto.
Francesco giurò anche di aver
visto un ragazzo del quarto anno in biblioteca, chino su un libro di ingegneria
aerospaziale, che cercava di capire qualcosa sui possibili effetti di un
viaggio spaziale sopra un essere umano.
Il martedì successivo una folla
di studenti si riversò ordinata in aula magna. Ad aspettare gli alunni c’era la
preside, eretta nella sua bassa statura dietro al pulpito, da cui avrebbe
parlato.
Il suo sguardo era severo e
rigido e scrutava impaziente i ragazzi che stavano prendendo posto sotto di
lei.
Quando ormai tutti gli alunni si
furono seduti e un silenzio carico di curiosità piombò sopra di loro, la donna
cominciò a parlare.
-ehm ehm- si schiarì la voce
-ehm ehm-
-HEM HEM- guardò torva un gruppo
di squillanti ragazzine del primo anno che si ostinavano a parlare.
-allora.- -vi ho convocato qui per
annunciarvi una novità che arriverà proprio nella nostra scuola.- i ragazzi
presenti erano attentissimi.
-
in questo periodo vanno molto di moda i cosiddetti scambi culturali.-
le speranze di molte
cinguettanti ragazzine che speravano in un loro lancio nella moda, cominciarono
a svanire.
-proprio per questo,- continuò
la preside abbastanza eccitata, non come l’insegnante di inglese di Francesca e
Giovanni dietro di lei, che saltellava impaziente, sorridendo
-il nostro istituto ha deciso di
accogliere uno scambio culturale. In cosa consiste: 4 ragazzi di nazionalità
inglese, francese, tedesca e spagnola, già contattati da noi, saranno ospitati
qua da noi e rimarranno per circa un mese. Naturalmente, visto che nelle loro
scuole studiano la lingua italiana, per loro sarà mooolto utile frequentare le
nostre lezioni-
un bisbiglio eccitato percorse
l’aula. Molti ragazzi si guardavano e parlottavano chini fra loro.
-verranno ospitati- continuò la
preside con un sorriso furbo stampato in faccia, - a casa di 4 rispettivi
ragazzi della nostra scuola, che naturalmente con loro NON potranno parlare in
italiano, ma nella loro lingua….-
un esclamazione di dissenso si
alzò dalla folla.
-non avrebbe senso il progetto
ragazzi….- ringhiò a denti stretti la preside
-
MA naturalmente trattandosi di uno scambio culturale…
-PARTE ANCHE QUALCUNO DI NOI!!- urlò un ragazzino
del secondo anno, eccitatissimo
-ESATTO, sig.r
Bellini, 4 ragazzi della nostra scuola, partiranno per rispettive 4
famiglie e scuole straniere da cui saranno cortesemente ospitate-
-MA- continuò la preside zittendo la folla
-potrà partire solo un ragazzo di ogni anno, dal
secondo anno…-
molte proteste si alzarono da ragazzi del primo
anno
-……… per permettere ai ragazzi appena arrivati da
noi…- continuò la preside ignorando le proteste
-……… di ambientarsi nella NOSTRA scuola, e non in
una straniera…-
-i genitori dei ragazzi scelti dal corpo docenti,
seguendo precisi criteri, saranno convocati nei prossimi giorni.- ah no stavo
per dimenticare…- disse la preside dopo che una prof dietro di lei le ebbe
ricordato un particolare. – i 4 ragazzi della nostra scuola che partiranno,
dovranno sottoporsi ad un test di lingua finale, e chi avrà ottenuto il
punteggio migliore, riceverà 2000 euro, utili per una futura borsa di studio
universitaria…-
un grande ooooooooooooohh ammirato si alzò dai
ragazzi.
-e con questo….- disse mettendosi a tracolla la
borsetta nera di coccodrillo -.. ho finito-
la folla si alzò disordinatamente, chiacchierando
eccitata. Francesca sentì dire dalla preside in modo seccato “sarà il caso di
togliere queste stupide ghirlande, non le sembra il caso prof.ss Rodolfi?”
mentre usciva dall’aula insieme al prof di chimica.
-chi sa chi sceglieranno….- disse sognante
Giovanni, mentre lui e Francesca si indirizzavano verso l’uscita da scuola.
–2000 euro non sono da buttar….- stava per sbattere contro la porta vetri
dell’uscita, ma Francesca lo trattene in tempo.
-torna fra noi Giò- gli disse severo la ragazza.
–abbiamo una possibilità pari del 2 % di essere scelti, ricordatelo.. noi del
terzo anno siamo più di 100…-
-eh già……- disse sospirando un rassegnato
Giovanni, slegando la propria bici.
-CAMI CAMI!!!- Francesca si sbracciava eccitata di
fianco a Giovanni
Camilla si avvicinò lentamente. Indossava un
giaccone di lana piuttosto pesante e fuori moda, una gonna nera da cui
spuntavano due esili gambine coperte da un paio di collant rosso fuoco. Il
tutto finiva in due tragiche scarpettine che sarebbero state perfette per il
ballo di fine anno dell’anno scolastico 1915- 1916.
Teneva sulle spalle una grossa cartella e parecchi
libri in mano.
-è Camilla, la mia nuova vicina- sussurrò a
Giovanni che guardava perplesso la
ragazzina che si stava avvicinando.
-ah-
-ciao Camilla, ti volevo presentare Giovanni-
i due si strinsero la mano. Giovanni era
sorridente mentre Camilla era diventata bordeaux. Forse era il suo primo
contatto fisico con un maschio.
Dopo calò un silenzio di tomba mentre Camilla si
guardava, ancora rossa, le scarpe.
Francesca diede una gomitata a Giovanni.
-c.. come stai?- chiese imbarazzato
Camilla alzò lo sguardo sorpreso. Fece un gran
sorriso.
-bene..- mormorò
tornarono a casa assieme parlando del più e del
meno.
Scoprirono che Camilla non era in classe né con
Giovanni né con Francesca, ma che era finita in una “strana” classe, come
diceva Camilla.
Quella classe era famosa per essere frequentata
dai cosiddetti “perversi” della scuola.