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Autore: Wolf    05/02/2006    4 recensioni
"Basta Piangere Ginny..."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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>> Grazie Fratellone, Prego Sorellina. <<

 

Sorella. Mamma. Poltrona. Fleur. Oh, ciao, Fleur…

Ron squadrò in poco meno di venti secondi le persone nella sala.
Aprì la bocca in uno sbadiglio enorme mentre allargava le braccia sopra la testa, allungando tutti i muscoli nel gesto.
Con i ciuffi di capelli rossi che sparavano un po’ dappertutto, sembrava una specie di giovane leone appena sveglio.

“Ciao Ron caro. La colazione è in cucina, Ginny perché non vai a far vedere a tuo fratello dove sono le cose, sai questi dolori alla schiena mi distruggono.” Proferì la Signora Weasley guardando l’unica figlia femmina.
“Certo mamma…” rispose lei, non molto entusiasta.
Superò Ron camminando in modo secco, con i capelli lisci che le ondeggiavano morbidi sulle spalle, e lui la seguì sorridendo a Fleur mentre la salutava con una mano.
In cucina Ginny sbatté con poca gentilezza qualche stoviglia sul tavolo e guardò fredda il fratello.
“Qualche domanda?” sbottò acida incrociando le braccia dalla parte del tavolo opposta a quella di Ron, con varie ciotole e piatti in mezzo a loro.
“No, Ginny… che cavolo hai si può sapere?”
“Avevi detto di non avere domande.”
“Pensavo parlassi della colazione.”
“Pensavi.”
“Accidenti… quanto sei intrattabile questa mattina! Che ti prende?”
Ginny si issò sul piano cucina e fissò Ron mentre si sedeva a capo tavola e ingoiava una cucchiaiata di Porridge.
“Pensi che dovrei essere di umore diverso?” Chiese lei, quasi come se lui si dovesse sentire colpito, stupido, addirittura in colpa per la domanda che le aveva fatto.
Lui mugugnò qualcosa e, dopo aver ingoiato il porridge e aver guardato sua sorella duro, disse: “Io penso… beh, penso che la situazione è brutta, no anzi, fa proprio schifo… ma che fare così non aiuti nessuno, tanto meno Harry…”
Lei rise ironica e si spostò un ciuffo rosso dagl’occhi con un rapido movimento della nuca.
“E chi ti dice che io voglia aiutare Harry?”
Ron fece una smorfia “Andiamo Ginny…”
Ci fu un attimo di silenzio, nel quale Ron guardò un po’ sua sorella, un po’ il cucchiaio di Porridge che teneva alzato dal piatto, chiedendosi se era prudente o meno mangiarlo.
Poi lei si lasciò scivolare giù dal piano cucina con uno sbuffo di frustrazione, e si sedette di fianco a Ron.
“E’ solo che non capisco… Voglio dire, lo so che non è da me, che la situazione è grave e che i miei stupidi problemi di cuore dovrebbero venire dopo, molto dopo… però… aaaaahhh…”
Ron la guardava con gli occhi sbarrati, lanciando occhiate sfuggenti al suo cucchiaio di Porridge, chiaramente consapevole di non essere la persona più indicata per fare discorsi del genere; soprattutto per quel che si trattava la relazione Harry-Sua Sorella.
“Insomma… Non capisco perché mi ha lasciato! Voglio dire, non ha mollato voi, anche voi rischiate la vita con lui!”
“Mh… beh, ha provato a mollarci, veramente…” mormorò Ron, rendendosi poi conto troppo tardi che probabilmente quel commento avrebbe fatto pensare a Ginny di non aver fatto abbastanza per mantenere il suo rapporto con Harry. Per questo si ficcò in bocca quel cucchiaio di Porridge, sperando di riuscire a stare zitto abbastanza a lungo da essere salvato dall’arrivo di qualcuno...
“Sì ma voglio dire… in fondo cosa cambia? Lui sta qui in questa casa e mette a rischio tutti, me compresa! E non importa a nessuno! Tutti quelli che stanno in questa casa non si preoccupano del fatto che stanno rischiando la loro vita, io nemmeno! Siamo tutti disposti a farlo! Cosa cambia se Harry… oh, ma certo che cambia!”
La voce di Ginny si incrinava, tra lo stridulo, l’arrabbiato, il rassegnato, cambiava di tonalità troppo spesso in una frase. Per non parlare del fatto che si rispondeva da sola…
No Ginny, non metterti a piangere, non farlo o non reggerò…
“Ginny… su, dai… Harry lo fa per il tuo bene, anche per lui è difficile, voglio dire…”
“Vorrei solamente che fosse difficile insieme.”
E qui le lacrime cominciarono a rigarle le guance.
Ron fu tentato per un secondo di correre al secondo piano a cercare Hermione per risolvere questa situazione, ma poi si rese conto che avrebbe pesantemente mancato di sensibilità.
Guardò Ginny e abbandonò il cucchiaio nella ciotola di Porridge.
Sua sorella si copriva la bocca con una mano e guardava in basso, con gli occhi blu che bagnati di lacrime salate, brillavano come due fari nella notte.
Ron si alzò dalla sedia e le si piantò davanti, passandole il palmo della mano sulle guance, con rudezza, con la materialità che era stampata nelle sue mani grandi e ruvide, ma lentamente e in modo incerto.
“Basta piangere Ginny….” Disse solo, con lo sguardo duro ma la voce di un bambino spaventato.
Ron non sapeva come mai Ginny fosse crollata proprio con lui; lei che non mancava mai di forza e di intelligenza, che sembrava non avere mai ripensamenti.
Non sapeva perchè proprio con la persona meno adatta al mondo, cioè lui, a fare discorsi o a consolare… però sapeva di certo che vederla così, gli riempiva il cuore d’amore come un palloncino, fino a scoppiare.
Per un secondo ebbe il terrore che Ginny piangesse ancora di più, come fanno i bambini quando provi in tutti i modi a calmarli e non ci riesci, ma invece lei tirò su con il naso, lo guardò e sorrise, per poi abbracciarlo forte, inondandolo di profumo di fiori.
“Grazie fratellone…”
“Prego sorellina…”

 

  
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