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Autore: Robinki    23/04/2011    3 recensioni
Storia scritta per il contest "G.U.F.O. gli esami si avvicinano", indetto da mazza94 sul forum di EFP.
Draco Malfoy e i fantasmi del suo passato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nickname: Robinki

Titolo: Game over

Pacchetto: Scritto (Draco Malfoy; prompts: cammino, vento)

Autricità:


Si è decisamente orrorifica, ma è il meglio che sono riuscita a produrre in un pomeriggio di metà Aprile! Direi che ho immaginato che i fantasmi della battaglia finale perseguitassero Draco anche da adulto, dopotutto era una situazione sconvolgente e io credo che non la morte di Tiger non può non averlo toccato nel profondo. Insomma, ho voluto farlo soffrire un po' e poi le dita andavano da sole e quindi non sono assolutamente colpevole! Chiedo scusa alle eventuali lettrici e alle giudiciE per “l'orroribbilità”.!


(Piccolo appunto, quando dico che Draco stringe fra le braccia il cadavere di Canon, non indento dire che si stia struggendo sul suo corpo, semplicemente che spostando massi, oggetti e cadaveri, lo ha rinvenuto sul pavimento!)





GAME OVER





Cammino.

Cammino e non so il perché.

Dovrei correre, ma le mie gambe sembrano aver raggiunto il proprio limite.

Sono stanco. Cerco, cerco senza sosta.

Sposto massi e residui e cerco.

Goyle se n'è andato.

Non so dove.

Per quanto mi riguarda potrebbe anche andare al diavolo.

Piango.

Non certo per il cadavere di quello stupido di Canon che stringo tra le braccia.

Cerco, cerco senza sosta uno squarcio nella parete dentro il quale sparire e stare al sicuro. Cammino, cammino senza sosta per i corridoi fatiscenti, scavalco armature e cadaveri.

Improvvisamente un dolore lancinante mi colpisce il petto.

Abbasso lo sguardo ed un taglio profondo m'inzuppa i vestiti di cremisi.

È stato quell'idiota di Potter.

Finalmente l'ho incastrato, adesso si che è nei guai.

Ma dove sono?

Come ci sono finito sul pavimento e perché non posso tirarmi su?

Cos'è questa luce accecante?

Sollevo la testa quel tanto che mi è concesso dalla ferita e volgo lo sguardo intorno.

Ho l'impressione di esserci già stato in questa grande sala con volte elevatissime. Sembra quasi una cattedrale.

E il silenzio tombale che regna mi spinge ad un silenzio ancor più religioso.

Avverto una strana sensazione, come se mi mancasse qualcosa, un tassello essenziale.

Questo mi confonde, ma quando sposto lentamente lo sguardo alla mia sinistra, un urlo muto mi affiora tra le labbra e il puzzle sembra completarsi nel mio cervello.

Una voce maligna mi sussurra all'orecchio:

“Puoi provarci finché vuoi Draco, puoi provare a dimenticare. Puoi provarci. Ma non puoi riuscirci. Sarai sempre al punto di partenza. Game over.”

Le lacrime corrono calde ad accecarmi, mentre fisso tremante il corpo senza vita del mio compagno, del mio scagnozzo... Tiger.

Il suo nome mi affiora alle labbra e più cerco di fissare la sua immagine nel cervello più i particolari sfuggono dalla sua figura, finché del suo corpo non restano che ossa annerite.

Il fuoco divampa nel mio cervello, mentre allungo una mano per tastare la realtà di quella visione.

Tiger. Tiger. È morto. “Non è stata colpa mia”, vorrei gridare, ma mi riesce solo di boccheggiare.

Sfioro con l'indice il suo polso. È solo un attimo e i miseri resti si sgretolano in una polvere scura e indelebile.

Un vento leggero si solleva e smuove le ceneri.

Fisso la scena senza parole.

La brezza raggruppa quella sabbia color pece, ed è un vento strano.

Non posso sentirlo sulla mia pelle.

Un vortice solleva la polverina per aria e ad un tratto ne sono spaventato.

Provo a rigirarmi su me stesso, provo a fuggire. Graffio con le dita il pavimento.

Le mie unghie si spezzano a contatto con il freddo e impenetrabile marmo.

No, non posso muovermi.

Grido di disperazione, ma la voce resta fra le mie labbra e le parole di poco prima mi tornano in mente:

“Puoi provarci, Draco. Ma non puoi riuscirci. Sarai sempre al punto di partenza. Game over.”

Ormai le lacrime fra le mie ciglia sono fanghiglia confusa alla polvere, m'impastano la vista e i singulti mi scuoto il petto.

Il taglio vermiglio che lo imbratta inizia a bruciare, è molto più profondo di quanto immaginassi e all'improvviso un tappo pare esplodere fra le mie tonsille.

È dolore, puro dolore, che brucia e mi pervade. I brividi mi agitano mentre la polverina si riversa nella mia ferita luccicante, la riempie, la colma, come un becchino fa con una fossa.

Il vento si agita forte tutto intorno, ma io ne sono immune.

E piango.

La polvere diventa fango, fango nauseabondo, e mi riempie la bocca, il naso, gli occhi.

Provo a respingerli via, ma non posso. Non posso.

Imploro pietà, imploro perdono.

Non voglio morire. Sono solo un codardo. Un codardo opportunista.

Non voglio morire.

È proprio con questo pensiero esalo l'ultimo respiro.

Sa di fango, sangue, dolore e disperazione.

Mi sveglio di soprassalto nel mio letto.

Tocco le lenzuola fracide del mio sudore e delle mie lacrime.

Mia moglie dorme al mio fianco.

Passo una mano sulla fonte, stancamente.

Ancora quel dannatissimo sogno.

È un supplizio al quale non posso sottrarmi, è un dolore al quale non posso sopperire.

Se lo farei? Oh, certo che si, sono un codardo. Un codardo opportunista e non voglio soffrire.

Ma d'altronde è un dolore dal quale non posso scappare.

Posso provarci. Ma non posso riuscirci.

Game over.









  
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