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Autore: TittaH    23/04/2011    4 recensioni
Si può amare il prossimo fino all'annullamento di se stessi? Si possono rincorrere e realizzare i propri sogni? Si può definire vita, una vita di cui si sa già l'ora della fine?
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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2- Photograph

 

...Believe me when I say goodbye forever, is for good...
 



Le prime luci dell'alba filtrarono nella stanza buia e silenziosa, risvegliando un paio di occhi che sembravano fatti di cioccolato, miele e smeraldi.
L'uomo, dai corti capelli castani, si sedette sul letto della sua camera d'hotel e ci mise ben poco a ricordare cosa era successo la notte prima.
Si stiracchiò, sbadigliando senza ritegno, e solo in quel momento si accorse di essere in compagnia.
Una bella donna dai capelli color ambra e dalla pelle diafana, giaceva accanto a lui; sul suo corpo nudo e scarno solo il lenzuolo bianco a coprirle pudicamente le sue nudità.
Le labbra grandi e carnose- quelle labbra che lo avevano divorato per tutta la notte- erano stirate in un luminoso sorriso, che lo fecero sorridere stupidamente.
"E' bella." pensò.
Decise di alzarsi dal letto per rivestirsi, altrimenti quella donna lo avrebbe fatto ritardare per il suo lavoro, ma prima prese la sua macchina fotografica e impresse quella sublime visione nella sua memoria.
Poggiò la sua Canon sul comodino accanto al letto e si mise i boxer nel momento in cui squillò il suo iPhone nuovo di zecca.


Una giro di chitarra la svegliò da quel magico torpore.
Aprì, piano, gli occhi e ciò che vide la sorprese molto: una lussuosa stanza d'albergo piena di ogni comfort.
"Come ci sono arrivata quì?" si domandò cercando di ricordare qualcosa.
Ricordò la festa, Drake che le diceva di non bere, lei che lo aveva mandato a quel paese, Shannon Leto, un Martini di troppo e poi nulla.
Si alzò dall'enorme letto, tirando con sè il lenzuolo, e si diresse in bagno per lavarsi un po'. Ma quando aprì la porta lanciò un urlo che fu convinta che lo avesse sentito l'intero plesso.
"Cosa stai facendo?" chiese moderando i toni e senza aver il coraggio di chiudere la porta.
L'uomo rise di gusto, finendo di sciacquarsi e avvolgendosi un asciugamani attorno alla vita. Le passò accanto con una nonchalance che la spaventò.
"Questa è la mia camera d'albergo che amo condividere ogni tanto. Speravo di trovare un bigliettino con un numero di telefono, come ogni volta, ma tu sei restata. Alquanto strano!" rispose l'uomo cambiandosi di fronte a Nadine che si coprì, imbarazzata, il volto con le sue mani.
"Nulla che non hai già visto!" la prese in giro la sua coscienza.
Quando tolse le mani dalla faccia notò che Shannon si era già vestito e si sorprese della velocità.
"Io sono una dormigliona." disse lei soltanto, come se quella frase bastasse.
Il  batterista si voltò verso di lei e la vide ancora avvolta dalle coperte.
Sorrise ancora.
"Ascolta, non ricordo il tuo nome e non mi sembra che tu voglia dirmelo..." si fermò udendo un Infatti! da parte della donna."...Ma ho un volo per Los Angeles e io non posso perderlo. Mio fratello sta già bestemmiando in tutte le lingue di sua conoscenza, quindi devo scappare subito. Non so dove tu alloggi in città, quindi vedi di trovare un modo." continuò recuperando la sua roba e uscendo dalla stanza.
"Che tipo!" pensò Nadine, fiondandosi sotto la doccia.


"Dieci minuti di ritardo in più e avremmo perso il volo! Dico ma sei impazzito?!"
Come da copione, Jared stava urlando contro il fratello rinfacciandogli tutta la sua imprudenza, la sua maldestria e il suo essere ritardatario- Oltre che ritardato! gridò in conclusione.-
"Non ti ammazzo solo perchè darei un grosso dispiacere alla mamma e perchè mi servi!" disse poi calmandosi.
Tomo si era tappato le orecchie e faceva il verso al frontman, facendo ridere il batterista che estrasse la sua Canon dalla borsa.
"Ecco il motivo del ritardo." annunciò facendo vedere la foto ai presenti.
I due rimasero colpiti non tanto dalla bellezza della donna, quanto dal fatto che Shannon l'avesse fotografata. Infatti presero a guardarlo stralunati, neanche fosse stato un extraterrestre sulla terra.
Il moro se ne accorse e, rimettendo a posto la macchinetta, chiese: "Che c'è?"
"Come mai le hai fatto una foto?"
Jared colpì nel segno.
Già, perchè? Solo ora se lo stava chiedendo. Gli era sembrato opportuno, naturale, spontaneo, necessario.
"Merda l'ho davvero pensato?" si domandò mentalmente.
Era stato necessario per lui scattare quella foto e portare con sè la prima donna che si era portato a letto da sobrio. Infatti ricordava tutto.
Ricordava gli sguardi sensuali alla festa, la sua stretta di mano e la scossa che ne conseguì; ricordava le sue labbra che gli sussurrarono Portami via all'orecchio e poi il sesso.
Le sue unghie che gli graffiavano vogliose la schiena, le sue gambe che si attorcigliavano alla sua vita e le spinte forti e possenti che le aveva dato.
Ricordava i gemiti che gli riempivano la testa e lo ubriacavano, così come il profumo naturale della sua pelle.
Rabbrividì a quei pensieri e notò che i suoi amici lo guardavano in attesa di una risposta.
"La...La luce. Mi piaceva la luce!" disse su due piedi. "Scusate." annunciò, poi, prima di andare in bagno e automaledirsi.
"La luce! Ma come mi è venuto in mente?" disse alla sua immagine riflessa, che sembrava prendersi gioco di lui.

"La prossima volta che ti ubriachi e finisci a letto con uno sconosciuto te lo scordi il passaggio, Nadine!"
Drake stava dando di matto da ormai più di un'ora, in quell'auto che era destinata ad arrivare a Los Angeles, la città dove avevano la loro casa.
Vivevano insieme dai periodi dell'adolescenza.
Si erano conosciuti per caso in un parco; lei aveva cinque anni, lui nove ed era scattata subito l'amicizia che si fortificò quando Drake a sedici anni perse la sorellina di quattro anni più piccola. Da quel giorno lui la considerava come una sorella, motivo per il quale non si era mai azzardato ad alzare un dito su Nadine.
"Non ci sarà una prossima volta, Key. Non verrò mai più ad un festino con te. Mai più!" scandì bene la donna prima di leggere un SMS dell'ex marito.


 

Ti sono arrivati i soldi del mantenimento? Mi manderai un giorno notizie sulla tua condizione? Baci, Joshua.

 

"Chi era?" chiese Drake vedendo l'espressiona preoccupata dell'amica.
"Il mio ex marito che vuole sapere della mia condizione." rispose spegnendo il cellulare.
"Ti ama ancora."
Lei sospirò.
Erano passati cinque anni dal loro divorzio, non ne voleva sapere più nulla.
"Ascolta, lui non doveva fare quello che ha fatto quindi ora non deve sapere più nulla di me e se tu ti azzardi a dirgli qualcosa, tra noi finisce tutto." disse dura verso l'uomo.
"Sai che non aprirò bocca. Ma anche fosse tu non concluderesti mai la nostra amicizia." scherzò lui.
"Credimi quando dico addio per sempre, è per il mio bene."

 

  
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