She could be you
Il
mio nome è Zoro Roronoa…
Ho
diciannove anni e frequento il primo anno d’ università
per la facoltà di medicina sportiva.
Molte
persone, quando non pensano a niente, vagano con la mente a bussare alla porta
dei ricordi…tuffandosi, immergendosi e riaffiorando…
Anche
io una volta ho fatto questo salto…e adesso, non ricordo più
nulla…
All’ età di nove anni, mi hanno raccontato che
ho subito un incidente…
Una
macchina mi ha investito e sono stato in coma per tre mesi…
Non
ho nessun ricordo dei miei primi anni di vita…
Ogni
tanto mi ci metto a pensare e la cosa mette i brividi…
Ho
dovuto ricominciare tutto da capo…imparare chi ero io, chi erano i miei
genitori…parenti...lezioni noiose di
scuola…
Un esperienza da non riprovare insomma…
Ogni
mattina, prendo il treno che mi conduce all’ università…e
ogni mattina, incrocio una ragazza…abbiamo la coincidenza.
Lei
va e io arrivo, prende il mio posto andando verso l’ ignoto.
Alle volte, mi prende tale curiosità di sapere dove è diretta che
marinerei lezione e la seguirei…Un mio amico, Yosaku,
beccandomi una mattina ad osservarla, mi ha rivelato che la sua divisa e di una
prestigiosa scuola superiore…
Non
sono ovviamente andato alla fine a fare ricerche…queste sono cose da Stalker! La mia è pura e semplice curiosità…perché
in un certo senso, quella figura mi affascina…
-ZORO!!!-Apro gli occhi e sbuffo sonoramente…so chi mi ha
chiamato, ho imparato a conoscerla bene quella voce…
-Zoro!-Mia madre piomba in camera e ha in mano un enorme scatolone.
Ha uno sguardo che implora aiuto…Alzando gli occhi al cielo le tolgo quel
peso dalle mani.
-Che
roba è?-Domando scrutando la scatola. Lei si passa una mano sulla fronte
e mi ordina di posarla a terra.
-Sto
sistemando la soffitta-
-Ok…-
-Decidi
che ne vuoi fare-Alzo un sopracciglio-Si è roba tua…-Mi risponde
quasi leggendomi nella mente. Le lancio uno sguardo curioso per poi,
inginocchiarmi e aprire lo scatolone. Sospiro stupito…sono
giocattoli…-Sai…-Mi parla ancora-Risalgono a prima dell’ incidente…-
-Oh…-Non
riesco a dire altro…
-Li
abbiamo dovuti togliere perché al solo vederli, ti causavano mal di
testa…-Si strinse nelle spalle-Sono sicura che
adesso non succederà niente…-Mi volta le spalle appoggiando
però sul mio cassettone un sacchetto nero.-Sta a te
decidere…-Annuisco col capo e mi metto comodo a sedere…
A
prima vista, mi sembrano veramente oggetti comuni, ma al solo sfiorarli,
percepisco un qualcosa, un brivido…Con estrema cautela, quasi come
fossero un tesoro, li estraggo dalla scatola e li poggio in fila accanto a me…
Un
salvadanaio a maialino…una medaglietta di una gara di scuola dove ero
arrivato primo…pupazzi impolverati e usurati…Un oggetto
però, coglie la mia attenzione…
Lo
afferro e me lo rigiro tra le mani…è un album di fotografie.
Piego
la testa da una parte e sento il cuore accelerare…come se davanti a me,
ci fosse un tesoro enorme…Inspiro e mi prendo coraggio nel vedere che
cosa si cela all’ interno…
Una
lieve nevicata di polvere si stacca da quelle pagine ormai gialle e i miei
occhi osservano famelici le immagini riportare…
Sono
io, in tenuta da ginnastica che corro in un giardino…a giudicare da come
è strutturato, direi il nostro…In alto alla pagina spicca: la
primavera dei miei otto anni…
Stento
a crederci…risalgono a qualche mese prima del mio incidente…faccio
viaggiare le pagine e mi osservo, mai sconosciuto così come in quel
momento…
Non
riesco a riconoscermi…per i gesti…le espressioni…magari anche
il carattere…Li quello che vedo è un
bambino…ma anche un me stesso mai conosciuto…
Scosto
un'altra pagina e in alto, c’è una scritta che spiega che è
il mio compleanno…
Uno
dei regali, è proprio il salvadanaio e altre cose che ricordo che da
bambino ci giocavo…Un particolare mi salta all’ occhio…accanto
a me, c’è una bambina ma…il suo volto e scarabocchiato con
la penna…Passo il polpastrello sopra la prima immagine…è
fatto intenzionalmente e con forza…con enorme rabbia…
Osservo
nella foto il mio viso sorridente, stretto a quella bambina con il volto
anonimo…Scuoto il capo nervoso…non riesco a capire…
La
stessa scena si ripete in altre foto…sempre e solo sul suo
volto…perché?
-Mamma-La chiamo e dopo qualche
minuto si affaccia a vedere.
-Si?-Mi
alzò e gli mostro l’ album di foto. Punto
il dito contro la bambina e la guardo perso.
-Chi
è lei?-Strizza gli occhi e infine, si gratta il naso.
-Zoro lei è Nami…-Mi risponde in modo del tutto
scontato.-era la tua migliore amica…-
In
treno, qualche giorno dopo quell’ episodio,
osservo una foto, quella meno sciupata e la rigiro tra le mani…Mia madre
mi ha spiegato a grandi linee chi era quella ragazza…Una mia vicina di
casa, di un anno più piccola di me ma con un enorme bontà…
Si
litigava sempre ma ci volevamo un gran bene…Chiudo gli occhi e poggio la
testa contro il sedile…
Scorgo
il colore dei suoi capelli attraverso quelle grandi linee di inchiostro a
coprirla…
Sono
rossi…e gli occhi? Due pozzi di puro cioccolato…Se eravamo
così amici…perché non mi ricordo di lei ora? È
possibile che dopo il mio incidente non l’ abbia più vista?
Sento
il fischio del treno e mi scrollo. È la mia fermata!
Afferro
veloce lo zaino e sguscio fuori andando incontro e cercando di passare tra la
folla che esce e che entra…
Accade
tutto così veloce però…succede…
Vedo
dei libri volare nell’ aria e sento il mio
sedere a terra…
Apro
gli occhi e mi accorgo di quello che è successo: sono andato a sbattere
proprio contro la ragazza della treno! Veloce e un
po’ dispiaciuto l’ aiuto a recuperare i
suoi libri…
-Mi
dispiace-Sussurro-non…non
ti ho visto!-Mi scuso-Avevo la testa tra le nuvo…-Sento
la mia voce svanire insieme a tutti i rumori alle mie spalle…
Raccolgo
quanto visto e me la porto all’ altezza degli
occhi…
Una
foto…e li c’è la bambina…non
col viso coperto, ma con una faccia serena, felice, che sorride e mostra
qualche dentino mancante e due grandi occhi sorridenti…e abbracciati
insieme…ci sono io…
Alzo
lo sguardo verso la ragazza e stento a crederci…eppure…
Sfilo
dalla mia tasca, la mia replica e dopo che ha riavuto tutti i libri, gliela
mostro…
-Tu…-Sento
le parole farsi pesanti…-Sei quella bambina…-Vedo il suo sguardo
magnetico divenire duro e con velocità mi volta le spalle…NO!
Non
posso permetterglielo…!
-Aspetta-Le afferro in modo del tutto inaspettato il polso-Ti
prego…-La supplico quasi-Aiutami a ricordare!-Ingoio
a fatica-Sei realmente tu lei?-In modo del tutto ostile, cerca di
liberarsi…prova più volte e alla fine, gira il volto e mi fissa,
quasi con le lacrime agli occhi…sofferente.
-LASCIAMI
ZORO!-Appena sento il mio nome fuoriuscire da quelle labbra, il mio corpo
ubbidisce…
In
pochi attimi, la vedo scomparire all’ interno
del treno insieme alla sua lunga chioma rossa…
Insieme
all’ album di foto, ripercorro i luoghi in cui
sono stato e ho vissuto…
Il
luna park…l’acquario…la sala
giochi…il campo di basket…
Infine,
prima di andare a prendere il treno, faccio una sosta in un parco quasi vicino
alla scuola…
Osservo
una foto che ritrae me e Nami a dondolarci su un altalena…Muovo
dei passi e mi trovo davanti quei sedili abbandonati…
Mi
siedo e con una mano, mi aggrappo alla catena di metallo…
Sospiro
cercando di rilassarmi e gettando la testa indietro.
Comincio
a dondolarmi e a lasciar vagare i ricordi…
Solo…sempre solo in
casa…
Persone che mi
insultano…
Che rivogliono indietro il
loro amico…
Un amico che non esiste
più…
Apro
di scatto gli occhi e mi fermo a vedere l’ album.
Lo osservo intensamente e frustrato infine, lo getto dentro il cestino della
spazzatura.
I
giorni mi scorrono addosso lenti…
Incrocio
ogni mattina Nami e abbasso il volto per non poterla scorgere…sento che
se solo la vedessi,
se solo incrociassi il suo sguardo astioso…finirei per
impazzire del tutto…
Come
un automa, da diversi giorni, torno in quel parco…a dondolarmi su quell’ altalena e a cercare di ricordarmi, perdendomi
a guardare il tramonto…
-Perché
ti ostini così tanto a voler ricordare?-Una
voce alle mie spalle mi causa brividi lungo la schiena.
Mi
volto appena, ma so chi è…-Non è meglio, dimenticare?-
Alle
volte, me lo sono chiesto anche io…ma niente è più doloroso
nel non sapere chi si è…
Muove
le gambe e sbuffante, si siede nell’ altalena
affianco a me. In mano, scorgo un album, identico al mio…o almeno, lo
era…
-Vuoi
davvero ricordare?-Mi domanda e percepisco il suo sguardo addosso…ancora,
non riesco a fissarla…
Chiudo
gli occhi e annuisco e quel gesto, sembra dare il via a tutto…
-Eri
il mio migliore amico…-Comincia così il suo racconto-…Ne
abbiamo passate davvero tante insieme, pensa che ci eravamo
anche promessi di sposarci…- Sento le guance diventare rosse-Siamo
stati in vacanza sempre insieme…abitavamo accanto di casa…i nostri
genitori si conoscevano gia da prima che noi
nascessimo quindi, era normale questa amicizia…-Con i piedi, si da una
leggera spinta e comincia a dondolare.-Eravamo inseparabili Zoro-
-E…-Sento
la gola asciutta, ma devo parlare…voglio capire…-perché nei
dintorni di casa…non ti ho mai vista?-Rimane in silenzio per qualche
secondo per poi, tornare a raccontare e a rispondermi.
-I
miei avevano deciso di
trasferirsi…-Sgrano gli occhi e mi volto a fissarla
infine.-Tu…questa cosa non l’ hai digerita…-Sospira-Ti feci
questa confessione un pomeriggio nel ritorno da scuola…-Si volta a
fissarmi-Avevi esattamente quell’ espressione…-Sgrano
gli occhi e sento una primordiale paura impossessarsi di me-Eri
impaurito…arrabbiato…deluso…-si ferma con i piedi-cominciasti
a correre lasciandomi indietro…-
-PERCHè DOVETE TRASFERIRVI?!-
-Zoro cerca di capire…-
-NO!-
-Zoro…-
-NON POTETE DIVIDERCI!-
-ZORO! TORNA QUA! ZORO
ATTENTO!!!-
-Cercasti
di convincere i miei in quei giorni…più e più
volte…ma quella volta, quando scappasti fuori, un auto
ti prese in pieno…-Si morse un labbro fissando il terreno sotto alle
scarpe.-Ebbi così paura…c’era tutto quel sangue e tu non
respiravi…ed eri immobile…-Tira su col naso, segno che quei
ricordi, sono uno sforzo…-Ti portarono in ospedale e rimasi in coma per
tre mesi…i miei rinviarono il trasloco ma…-si interruppe nuovamente
nella narrazione…
-Ma
cosa Nami?-Si volta verso di me stupita…forse sentirsi dopo così
tanto tempo essere chiamata da me…deve avergli fatto un certo
effetto…-Che è successo dopo?-
-Riprendesti
conoscenza…stavi meglio ma…ti eri scordato di me…-Chiude gli
occhi-Di tutto, di ogni cosa…le nostre promesse i nostri
segreti…-Apre gli occhi e vedo le lacrime scenderle-…la nostra
amicizia…-
A quelle lacrime mi sento morire…
-Ogni
volta che mi vedevi stavi male…avevi delle fitte…e allora i
medici…-Si interrompe per fermare un singhiozzo-e i miei…allora
noi…-Si ferma sentendosi afferrare per un braccio…si ritrova tra le
mie braccia e i suoi singhiozzi diventano un pianto…
Non
posso credere di essermi dimenticato di lei…
Una
delle cose più belle di tutta la mia vita…
-Zoro…-La sento pronunciare il mio nome e lento, le passo una carezza tra i capelli.
-Aiutami-Le parlo facendola calmare-Aiutami a
ricordare…-Mi fissa con quei pozzi nocciola, così splendenti-Ogni
momento…ogni gioco, ogni segreto e ogni promessa…- Ancora
una volta scoppia in lacrime e finalmente felice, la stringo a me…
Sento
finalmente una pace interiore…
Sento
che ho finalmente ritrovato il mio pezzo mancante …e non sono per niente
pentito di questa nuova vita…
Questa fic nasce da una canzone…una canzone che grazie al
testo, mi ha ispirato per questa fan fiction…
Forse va
un po’ troppo veloce la trama, ma ho trovato difficile scriverla alla
prima persona e al presente…non ne sono abituata…e spero di non
aver fatto errori colossali!
Ovviamente
i personaggi sono OOC…ma che ci volete fare…
Ringrazio
chi ha avuto il cuore e lo stomaco di seguirla!
Grazie
mille ^___^
Ah! Se ve lo chiedete, i gentori di Zoro sono Boa e Mihawk!
She could be you
– Shawn Hlookoff