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Autore: bastii    23/04/2011    4 recensioni
Londra, 2027.
Lily Potter è appena tornata in Inghilterra, dopo un anno trascorso in Romania.
Non ha neanche vent'anni e la vita non le è mai sembrata più difficile.
Suo padre non è più l'eroe di nessuno, men che meno il suo, sua madre sembra scomparsa senza lasciare traccia e i rapporti con i suoi fratelli sono tesi come una corda prossima a spezzarsi. Quando anche Scorpius, l'amico di sempre, sembra volersi allontanare da lei, la sua vita precipita in una spirale di depressione e autocommiserazione.
Ma il destino ha altri progetti per lei e quando, sorprendendo anche sé stessa, diventerà una stella luminosa nel firmamento del Quidditch britannico, capirà che le prove che la vita le ha riservato sono appena all'inizio.
Dal cap. 14: "Osservò distrattamente il profilo di Alvin, l’espressione serena di chi non ha rimorsi che gli corrodono la coscienza, e pensò che nonostante la simpatia e la gratitudine che provava per lui, non avrebbe mai potuto sostituire Scorpius. Nessuno avrebbe potuto farlo in ogni caso. Lui era il punto fermo in una vita che recava tanti, troppi punti di sospensione."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Era una giornata insolitamente ventosa in Black Court Street. 


Gli alberi agitavano le chiome seguendo il ritmo di una musica silenziosa, numerosi volantini pubblicitari vorticavano nell’aria e anche i capelli della signora Columbine Begum faticavano a stare al loro posto, quel pomeriggio di giugno.

Erano da poco passate le tre e l’energica vecchietta, dopo aver dato un’occhiata al suo orologio, scrutò a lungo l’altro lato del marciapiede, appoggiandosi saldamente ad un palo della luce, in attesa della sua cliente.

Non si vedeva anima viva, eccezion fatta per un cane che attraversò la strada con tutta tranquillità, per poi ripararsi dal vento sotto una macchina parcheggiata.

La signora Columbine non si stupì.

“Forse ha cambiato idea- pensò- dopotutto non è una bella zona per una ragazza sola della sua età.”

Stava per andare via, quando il rumore di una valigia che veniva trascinata faticosamente sui sampietrini attirò la sua attenzione.

Si voltò  ad osservare la figura che, controvento, tentava di avanzare verso di lei.

Era una ragazza alta e slanciata, dall’aria vagamente infastidita mentre combatteva contro il vento che le scompigliava i lunghi capelli neri. Aveva con sé solamente una grande valigia blu notte, le cui ruote si incastravano spesso tra un sampietrino e l’altro, costringendola a rallentare.

La signora Columbine continuava a domandarsi cosa potesse spingere una ragazza così giovane, dimostrava all’incirca diciannove anni, ad abitare da sola in una zona così malfamata dell’East End londinese.

Man mano che avanzava, i dettagli del suo volto si fecero più nitidi, e la massa indistinta di capelli neri lasciò il posto a due grandi occhi nocciola, che la scrutarono con curiosità.

-Salve. È lei la singora Begum?- Domandò cortesemente, con un sorriso un po’ stanco.

-Oh, chiamami pure Columbine! Vogliamo andare?-

-Spero non sia molto lontano da qui, questo vento mi sta facendo dannare!-

La vecchietta rise, scoprendo i denti ingialliti dall’età e dal caffè, e frugò nella tasca della borsetta alla ricerca di una chiave.

-Tranquilla signorina, siamo arrivate!-

La ragazza alzò lo sguardo e vide un’antica villetta a due piani, risalente al periodo vittoriano, che stonava alquanto con gli edifici circostanti.

Le imposte delle finestre al pianterreno avevano bisogno di una riverniciata, l’edera e le crepe si contendevano il possesso dei muri e tutta la casa nel complesso necessitava di una bella ristrutturazione, ma per quel prezzo non poteva chiedere di meglio.

Con un gran sorriso seguì la vecchietta mentre la conduceva all’interno e depositò la valigia nel grande salone polveroso che incontrarono sulla destra.

-Mi devi scusare cara, ma Eveline, la mia governatrice di fiducia, è andata in pensione il mese scorso, e così non ho potuto dare una sistemata!-

-Non è un problema, ci penserò io!-

L’anziana proprietaria le mostrò il resto della casa e infine le consegnò le chiavi.

Prima di abbandonare il luogo dove aveva vissuto per tutta la vita, si voltò a osservare la ragazza, e notò nel suo sguardo un’ombra che il sorriso non riusciva a mascherare.

Perplessa, continuava a interrogarsi sulle sue motivazioni, ma quando si ritrovò nuovamente in Black Court Street, aveva già archiviato quel pensiero.

La Provenza mi aspetta!” Pensò raggiante la settantaduenne Columbine Begum, fischiettando, mentre saliva a bordo del taxi che l’avrebbe condotta all’aeroporto di Heatrow.

Dal canto suo, nell’elegante ma decadente dimora, la ragazza si stese su un letto, stanca dal lungo viaggio.

-Bleah queste lenzuola puzzano di gatto mort…Marilou!!-

Con un balzo sorprendente per i suoi muscoli stanchi ed affaticati, si tirò su e corse verso la finestra, dove una gatta nera la fissava con i suoi bellissimi occhi giada.

Aprì la finestra e l’animale saltò giù con eleganza.

-Marilou, sei arrivata tutta sola soletta? Vieni qui, amore mio! Sei affamata?-

Dalla tasca posteriore dei jeans tirò fuori una bacchetta in legno d’ebano, e riempì di cibo una ciotola che aveva trovato sul davanzale.

“Evidentemente anche la signora Columbine ama i gatti!”

Marilou la guardò con riconoscenza, mentre con velocità disarmante svuotava la ciotola del suo contenuto.

-Eh lo so piccola, il viaggio dalla Romania è stato stancante! Anche io ho bisogno di rimettermi in sesto. Che ne dici se tu mi aspetti qui e io vado a riempirmi lo stomaco di schifezze dal primo Mc Donalds che trovo?-

Marilou la guardò con disapprovazione e poi le voltò le spalle.

La ragazza rise di gusto.

-Tanto non ingrasso!- Disse mentre si cambiava con un incantesimo.

Due minuti dopo era già fuori, e percorreva a passo spedito Black Court Street alla ricerca di un posto dove far tacere il suo stomaco brontolante.

 

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Buonasera :D

Si, so di avere un'altra ff in sospeso, che per di più non aggiorno da moooolto tempo, però al momento le idee per continuarla scarseggiano...

Mentre mi è venuta l'ispirazione per iniziarne un'altra.

E' solo un prologo, dunque aggiornerò fra qualche giorno il primo vero capitolo, ma spero vi incuriosisca:D 

E provate a indovinare chi è la  ragazza di ritorno dalla Romania?!

  
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