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Autore: Sanae78    24/04/2011    3 recensioni
Sei mesi, è il tempo che manca alla partenza di Tsubasa e che Tsubasa e Sanae possono passare ancora insieme ...
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Sorpresa, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ai suru - amare'
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Rokka getsu 33

Ringrazio tutte le persone che leggono le mie storie … buona Pasqua a tutti!

Sanae78

 

 

Rokka getsu

di Sanae78

 

 

Capitolo 33

 

Da mamma

 

 

“E così pensi che tua madre se ne sia andata, perché è arrabbiata con te Tsubasa?”

“A dire il vero non lo so …”

“Io non lo credo e lei lo dice anche nel biglietto …”

“Però lei quel giorno era davvero arrabbiata con me … non l’ avevo mai sentita parlare con quel tono di voce e le sue parole mi hanno quasi fatto paura …”

“Tsubasa. …”

“Capisco, ma nel biglietto lei dice chiaramente di essere dispiaciuta per averti trattato così.”

“Si, ricordo.”

“Ma hai capito qual’ era la promessa che le avevi fatto?”

“Non lo so, papà … ci ho pensato e ripensato, ma proprio non riesco a ricordarmela …”

“Forse è qualcosa che a che fare con la neve o lo spalare la neve …“

“ … di solito aiuto sempre la mamma a farlo, ma quella mattina ho preferito andare subito da Sanae …”

 

Tsubasa stava facendo l’ impossibile per cercare di ricordare ed all’ improvviso gli era apparsa l’ immagine della loro vecchia casa, ricoperta dalla neve, ed aveva visto una giovane Natsuko che abbracciava commossa un bimbo di pochi anni, lui.

Anche quel giorno sua madre stava spalando la neve e lui si era offerto di aiutarla.

 

Tsubasa teneva lo sguardo fisso nel vuoto:” … papà … ora ricordo … un giorno ho promesso alla mamma che non l’ avrei mai lasciata sola …”

“Davvero?”

“Si, tu non c’ era ed aveva nevicato … avevo poco più di due anni …”

“Eri già un bravo ometto a quei tempi. Tsubasa.”

“Papà tu pensi che la mamma non voglia che io vada in Brasile?”

“Mentirei, se non ti dicessi, che quando te l’ aveva chiesto Roberto la prima volta, lei era stata per un po’ contraria. Ma poi si era convinta che per te fosse la cosa migliora e di era convinta a dare il suo benestare.”

“Non lo sapevo …”

“Tsubasa, a quei tempi certe cose rimanevano solo tra i grandi.”

“Quindi mamma non voleva farmi partire?”

“ … credeva solo che fossi ancora troppo giovane …”

“Ed è così anche adesso?”

“No, non credo. Sia io che tua madre sentiremo molto la tua mancanza, ma credimi per nulla al mondo ti chiederebbe di rinunciare al tuo sogno, perché lei desidera solo vederti felice.”

“Allora perché si è comportata così?”

“Cerca di capire, la tua partenza si avvicina e lei ha voluto solo sfogare un pochino il suo dolore … soffrirà e questo lo sai anche tu e nessuno di noi potrà farci nulla.”

“ … mamma …”

“Ma poi sei riuscito a parlarle?”

“No, quella sera è rimasta in silenzio …”

“ … ti manca la mamma Tsubasa?”

“Si.”

“Forse dovresti andare da lei e dirglielo … credo che farebbe stare meglio entrambi.”

“Si, hai ragione. Ci andrò domani papà.”

 

La mattina seguente Sanae si era ritrovata Tsubasa davanti a casa sua.

Il ragazzo non indossava la divisa della scuola ed aveva con sé uno zaino.

 

“Tsubasa?”

“Ciao, volevo vederti prima di andare alla stazione.”

“Alla stazione?”

“Si. Ieri sera ho parlato con papà ed ho deciso di andare a trovare la mamma per parlarle … ho bisogno di dirle quello che sento, anche se non voglio forzarla a tornare a casa, se non se la sente ancora …”

“Si, va da lei e sono sicura che tornerà tutto a posto.”

“ … Sanae ho una gran voglia di rivederla, non sai quanto ho sentito la sua mancanza …”

“Forza, corri da lei Tsubasa!”

 

Tsubasa aveva pensato lungo tutto il tragitto alla parole migliori da dire e poi alla fine aveva deciso di limitarsi a fare quello che gli indicava il suo cuore.

I suoi nonni erano venuti ad aprirgli alla porta, sorpresi ancora una volta di ricevere un’ ennesima visita inaspettata.

I due anziani si erano limitati a salutare il nipote ed a dirgli che sua madre era seduta in salotto a leggere un libro.

Avevano capito che era accaduto qualcosa di grave a Nankatsu ed avevano preferito ospitare Natsuko senza indagare.

Non appena aveva visto sua madre, il cuore di Tsubasa si era colmato di gioia.

 

“Ciao mamma!”

 

Natsuko si era alzata di scatto facendo cadere il libro che aveva in mano e si era ritrovata stretta tra le braccia di suo figlio.

 

“E’ così bello rivederti mamma!”

 

Natsuko non sapeva che dire.

 

“Sono venuto fin qui, perché mi mancavi tanto e perchè ho bisogno di parlarti..”

“Parlarmi?”

“Si. Voglio scusarmi con te per come mi sono comportato con te. Voglio scusarmi perché non ti dico mai grazie per tutto quello che ogni giorno fai per me e perché, per realizzare un mio sogno, dovrò venir meno a una mia promessa. Sai in questi giorni, mi sono reso conto di quanto fossero importanti tutte quelle cose che mi hai insegnato. Ieri sera ho cucinato e messo in ordine la cucina.”

“Tsubasa …”

“So che stai male per la mia imminente partenza e voglio farti sapere che anch’ io soffro per la stessa ragione, quella di dovermi allontanare dalle persone che più amo … ma noi siamo madre e figlio e nulla potrà mai cambiare questo … ti voglio bene mamma!”

 

Natsuko stava piangendo. “Mamma è giusto che tu senta il bisogno di pensare un pochino a te stessa, dopo esserti occupata per così tanto tempo di me e di papà, quindi prenditi tutto il tempo che serve e sappi che sia che papà ti amiamo molto e ti aspettiamo a braccia aperte.”

 

Natsuko era commossa, Tsubasa se n’ era reso conto e l ‘aveva baciata sulla fronte.

Erano rimasti abbracciati in silenzio per un po’. Suo figlio era già molto più alto di lei e Natsuko si sentiva così piccola tra le braccia del suo bimbo, ormai cresciuto.

“Adesso vado mamma … tu cerca di star bene.”

 

Tsubasa se n’ era andato senza parlare, felice di aver rivisto la sua amata mamma e di averle potuto aprire il proprio cuore.

 

 

Continua …

 

 

Disclaimer

 

I personaggi presenti in questa storia appartengono a Yoichi Takahashi.

 

Note

 

‘Rokka getsu’ è in Giapponese e significa ‘Sei mesi’.

 

  
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