Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Yoney    24/04/2011    2 recensioni
E se in quella stanza buia, dove era stato rinchiuso dal visconte, Ciel Phantomhive avesse fatto un incontro? Un incontro che gli salvò la vita?
E se l'anima di quella persona si fosse reincarnata in una ragazza più di un secolo dopo? Una ragazza che perde tutto per colpa del padre, disperata, senza nessuno, che non vede altra soluzione se non quella di stringere un patto con un certo demone..
Attenzione! Spoiler sul finale dell'anime.
"Morii senza rimpianti.
Dio mi permise di conoscere Ciel Phanthomive e quindi lo ringrazio.
Dio concesse questo dono alla mia anima due volte: La prima volta mi donò Ciel il conte, la seconda Ciel il demone.
Entrambe le volte mi innamorai di lui."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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II
~ Ogni suo desiderio.

 

"Deai ni iro wa hakuta
Monokuro fukinukeru
Suzushi yubi,
Temaneku mama ni."


-Allora, vuoi stringere o no questo patto con me?!-
Ripetè, irritato, il ragazzino.
Doveva avere uno, massimo due anni meno di Hime.
Almeno questo diceva l'aspetto, perché dagli occhi sembrava avere un'età superiore a quella di qualunque essere umano.
Hime lo guardò curiosa -Scusami, ma tu chi sei?-
Il ragazzino alzò il sopracciglio.
-Hem, no, sinceramente- Continuò lei -Perché qui sta andando tutto a fuoco ed è pericoloso.. Ti conviene allontanarti.-
Lui, sbuffando, sguardò qualcosa dietro di lei -Sebastian, mi spieghi perché la gente si ostina a trattarmi da ragazzino anche se gli spunto davanti dal nulla proponendo di stipulare patti?!-
Qualcuno superò Hime, ridendo, e raggiunse il ragazzino.
-Beh, le ricordo che l'aspetto è ancora quello di un tredicenne, bocchan.-
-Che seccatura.-
Hime cominciava a capirci davvero poco.
Chi erano quei due? E perché entrambi erano così belli da non sembrare umani? Ma, soprattutto, che genere di patto dovevano stipulare e perché quei due erano apparsi dal nulla?!
Hime aveva così tanta confusione in mente che dovette mettersi le mani nei capelli e scuotersi la testa sotto gli sguardi allibiti dei due.
-Ok, ok, momento! Per prima cosa chi diamine siete?!-
Quello "Che-sembrava-soltanto-avesse-tredici-anni" sbuffò, mentre quello più alto (Che, se non aveva capito male si chiamava Sebastian) sorrise:
-Buongiorno, signorina, vede, io e il mio padrone siamo due demoni e siamo venuti per stipulare un patto con lei.-
Hime sgranò gli occhi. Uno, due, tre.. -Ahahah! Si, certo!- Non riusciva a smettere di ridere.
Il tredicenne la guardò storto, mentre quello che aveva parlato era rimasto col sorriso pietrificato.
-Insomma, Sebastian, non potevi essere un po' meno diretto?!-
Quello si riprese -Ma, bocchan, con lei non c'erano stati problemi..-
Entrambi guardarono Hime che continuava a ridere, il ragazzino la fulminò con lo sguardo e lei si bloccò, tenendo le mani sulla bocca per non far uscire le risatine
-Ok, perdonami, ma, suvvìa, che lui..- E indicò "Sebastian" -Sia un demone posso anche crederci, ma tu!- Trattenne un altro attacco di risatine -Anche se devo ammettere che hai uno sguardo parecchio agghia..- Altra occhiata fulminante. -Ok, ok, scusami, ti ascolto.-
Quello più alto, Sebastian, chinò leggermente la testa
-E' molto semplice, signorina, il qui presente bocchan- e indicò il ragazzo al suo fianco -E' un demone di parecchi anni ed è venuto qui per aiutarla ad uccidere colui che lei tanto odia. In cambio, una volta compiuta la vendetta, il signorino si mangerà la sua anima.-
Il suo padrone lo guardò irritato -Sebastian, guarda che questo discorso avrei dovuto farlo io.-
Quello chinò il capo -Mi perdoni, bocchan, l'abitudine..-
Hime cominciava a risentirsi esclusa. -Hem, ok, scusatemi?! Ma, sinceramente, state parlando sul serio?!- Agli sguardi seri dei due lei sgranò gli occhi
-Suvvìa, ragazzi, non siamo mica in un manga gotich-horror! E poi cos'è questa storia dell'anima da mangiare? Come diamine fai a mangiare un'anima?! Non penso neanche di avere un buon sapore!-
Improvvisamente si ritrovò quel demone che avrebbe dovuto mangiarle l'anima spaventosamente vicino e che, in maniera terribilmente sensuale, le annusò il collo.
-Sbagli, in realtà la tua anima mi attira moltissimo.-
Hime non arrossì, non era famosa per arrossire, neanche con ragazzi così carini che la annusavano.
Così ghignò -Ed io che pensavo di essere sporca..-
Lui si allontanò, giusto un minimo per guardarla in faccia, con i nasi che si sfioravano e rispose al ghigno -Oh, sporca lo sei di certo, è proprio questo che ti rende buona. I tuoi sentimenti sono terribilmente impuri, ma il tuo animo è dotato di un grande senso di giustizia e nasconde una profonda tristezza.-
Hime divenne seria, stava prendendo in considerazione l'idea che quel ragazzino stesse dicendo la verità su tutta quella roba di demoni e vari.. -E tutto questo l'hai capito annusandomi?-
Lui annuì ed, essendosi accovacciato per annusarla dato che lei era rimasta per terra per tutto il tempo, si alzò e le tese la mano per aiutarla, la quale lo ignorò e si alzò da sola, spolverandosi i vestiti sporchi della cenere che era nell'aria. -Bene- si voltò per rivolgersi anche a Sebastian -Bene, vi credo. Dunque, dopo aver fatto questo patto ucciderai mio padre?-
Quello le indicò divertito il ragazzino, che era stato tagliato fuori.
Lei si girò subito verso di quello e, congiungendo le mani in segno di scusa, sorrise mestamente. -Oddio, gomenasai! E' che con questo faccino carino che ti ritrovi non riesco proprio a considerarti un demone.-
Divertiti Hime e Sebastian osservarono la vena d'irritazione che pulsava sulla fronte del ragazzo, che fece un gesto di stizza -Insomma, vuoi fare un patto per uccidere tuo padre?-
Hime tornò seria -Si, quel bastardo mi ha..-
-Non mi interessa.- La interruppe lui -Il mio compito è solo di ucciderlo e, purtroppo -fece una smorfia -Di restarti fedele e servirti fino a che questo non avverrà.-
Lei si mise una mano sui fianchi e con l'altra gli diede uno scappellotto, facendo sgranare gli occhi dalla stupore a entrambi i demoni.
-Guarda che queste cose non si dicono! Non sei per niente carino ragaz..- Alla sua occhiata di ghiaccio si bloccò e fece un sorrisetto -Hem, scusa, com'è che ti chiami?-
Lui scosse la testa -Sono un demone, non ho nome, me lo devi dare tu.-
Doveva dargli un nome? Tipo cane? Hime tese la mano mostrando il suo miglior faccino dolce -Lessie, qui la zampa!-
Il demone alzò il sopracciglio e lei sorrise, per scusarsi
-Beh, è che, sinceramente, non m va proprio di mettermi a cercare nomi a demoni, neanche aspettassi un bambino! Non c'è, che so, un nome con cui ti chiamano gli altri demoni?-
Senti Sebastian dietro di lei ridacchiare alla seconda alzata di sopraccigli da parte del signorino -Semplicemente non mi chiamano.-
Madonna questo, neanche un nome aveva. Hime sbuffò, con tutto quello che le era successo avrebbe dovuto anche andare a sfogliare i libri di nomi per donne incinta?!
-Ma scusa, come funzionate voi demoni?! Nascete così? O siete prima umani? Come ti chiamavano a quel tempo?-
Il ragazzino guardò un momento l'amico, poi sospirò.
-Ciel Phantomhive.-
Hime sgranò gli occhi -Che cosa?!-
-Ciel Phantomhive!-
Hime cadde a terra, la bocca spalancata e il vestito che si sporcò di nuovo di terra.
Cominciò a gesticolare e a balbettare guardandolo stupita -Cioè, tu.. Tu sei quel Ciel Phantomhive?! Quello vissuto nell'Inghilterra vittoriana? Il mastino della regina? Erede della ditta di giocattoli Funtom?!-
Ora toccò al demone restare lievemente stupito.
-Mi conosci?-
-Oh, certo!- Hime si alzò in piedi, euforica -La madre di un mio antenato ti conosceva molto bene! Beh, in realtà non vi siete mai incontrati ma lei ti guardava spesso dalla sua carrozza. Il marito era un uomo terribile e gelosissimo, poverina, quindi lei poteva uscire raramente; amava guardarti anche se per poco tempo. Prima di morire scrisse tutto questo in una lettera e la affidò ai genitori ed al figlio che chiamò Ciel, in tuo onore..-
Hime, che aveva detto tutto molto velocemente, riprese fiato e sorrise, dolcemente -Io ho letto quella lettera, e parla di te in un modo bellissimo, sono contenta di averti conosciuto!-
E lo era davvero. In quella lettera la sua antenata aveva descritto i suoi sentimenti in modo così bello che si era subito andata a documentare su quel conte e, doveva ammetterlo, l'aveva trovato parecchio affascinante.
Il conte in questione, dopo aver sentito quel discorso sgranò gli occhi -Aspetta, ma il tuo cognome è per caso..- -Mancini.- Lo interruppe sorridendo -Sono Hime Mancini, discendente dell'importante imprenditore italiano e della principessa Giapponese Sayuuki Himeya, al vostro servizio, conte Phantomhive.-
Ciel la guardò stupito, per poi arrossire leggermente e ricomporsi -Oh, beh, lo immaginavo. In effetti le assomigli parecchio..-
Era arrossito? Ma i demoni potevano?
Hime avvicinò il suo volto a quello di lui, leggermente stupita -Eh? Perché sei arrossito?-
L'unico risultato fu quello di farlo immediatamente allontanare imbarazzato tra qualche -Ma cosa dici, non è vero!-
Per rimediare Sebastian, che per tutto quel tempo era rimasto escluso, si pose di fronte al suo padrone e si inchinò leggermente verso Hime.
-Lo perdoni, signorina, vede, in realtà Lady Mancinie il signorino si sono incontrati, una volta.. Quel giorno lei gli salvò la vita e il signorino.. Beh, è rimasto abbastanza stupito da questo.-
Hime era stupita. Perché la sua antenata non aveva citato quell'incontro? Non aveva voluto oppure..
Ciel rispuntò da dietro Sebastian, con la faccia di nuovo dannatamente seria -In realtà nel salvarmi è morta.- Guardò Hime -E' per questo che non hai letto niente del nostro incontro in quella lettera.-
Era, come giusto che fosse, normale, neutro, dal viso non traspariva alcun tipo di emozione.. Eppure a Hime i suoi occhi, l'unico occhio che si vedeva, sembrava leggermente triste. Le sembrò assurdo. I demoni potevano essere tristi?
-Beh, ma ora sei qui, no?- Esclamò con un enorme sorriso che fece sobbalzare il demone -E mi stai proponendo di uccidere mio padre, quindi mi stai aiutando! Diciamo che è un modo per ricompensare la mia antenata.-
Lui annuì, fortunatamente il bagliore di tristezza era scomparso -E' anche per questo che ho deciso di stringere il patto con te.-
Un momento, chi era che decideva, lì?
-Hei, e se io non volessi più?-
Il tredicenne mostrò un ghigno che fece rabbrividire Hime.
-Ormai mi hai evocato e non puoi più ripensarci.-
Ok, questo non le andava proprio di a genio, ma tanto ormai aveva deciso.
-Ok, facciamo questo patto. Che devo fare?-
-Niente.-
All'improvviso Hime si ritrovò sospesa, sdraiata nel nulla, al buio.
Si sentì avvolta da un senso di pace ma allo stesso tempo di inquietudine. Ciel e Sebastian erano spariti, ma forse erano lì intorno ad osservarla.

-Hime mancini- Eccolo, sentiva la voce ma non riusciva a vederlo -Ti avverto, per coloro che stipulano un patto con un demone non vi è paradiso.-
Lei sospirò, lo immaginava, infondo vendevi la tua anima.
Hime non era atea e l'idea di non andare in paradiso la spaventava un po', però ormai non poteva più tirarsi indietro. Il demone parlò ancora.
-Quindi, uccidere tuo padre, è questo il tuo desiderio?-
La ragazza iniziò ad irritarsi -Diamine, te l'ho detto! Si, è questo, ora muoviti che stare sospesi nel nulla non è divertente!-
Sentì qualcuno soffocare una risatina, ma forse non era lui.
-Come desidera.-
Non appena il demone chiuse la bocca Hime sentì qualcosa bruciarle al centro del petto.
Quel qualcosa iniziò a brillare e, grazie alla scollatura, vide chiaramente che era un simbolo con chissà quale significato che le si era impresso nella carne.
Come poco prima la ragazza sentì un misto di sensazioni.
Le sembrò di essere marchiata, come un animale, tanto bruciasse quel segno. Ma allo stesso tempo sentì il suo corpo essere inondato da una profonda freddezza.
Era inquietante e spaventoso ma allo stesso tempo trasmetteva un senso di pace.
-Quello è il mio marchio.- Sentì dire il demone -E' la dimostrazione che ora la tua anima mi appartiene.-
Hime soffocò una risatina "Detto così sembra vagamente eccitante"
Forse il demone sapeva leggere nel pensiero perché lo sentì sbuffare e tutto il buio intorno a lei si dissolse.
Hime si ritrovò a terra, col sedere nella polvere.
Si mise in ginocchio e si guardò intorno, non era cambiato niente, il paesaggio intorno a lei era identico a prima.
Però sentiva di essere cambiata lei, quel simbolo al centro del petto l'aveva resa, se possibile, più sporca ma allo stesso tempo più strana.
Ciel, che era in piedi difronte a lei, le tese la mano per farla alzare. Questa volta Hime si lasciò aiutare ma, non appena in piedi, si mise le mani sui fianchi e avvicinò il volto a quello del demone, ghignando.
-Quindi ora posso ordinarti qualsiasi cosa?-
Lui la guardò stupito per un attimo, poi rispose al ghigno -"Detto così sembra vagamente eccitante."-
-Oh..- Ecco, lo sapeva che leggeva nel pensiero! -Sarebbe un si?-
Il demone annuì per non scoppiarle a ridere in faccia -Certo, oujo-sama, esaudirò ogni suo desiderio.-
Hime si allontanò e lo guardò seria.
-Allora, per prima cosa, ti ordino di non tradirmi mai, di non mentirmi, di fidarti di me, e di restarmi sempre vicino, fino alla fine.-
Il demone sgranò leggermente gli occhi, a quanto pareva, infondo infondo, quella ragazzina gli assomigliava; poi le rivolse il primo, vero, piccolo sorriso e si inchinò.
-Yes, my lady.-

 

"La monocromia soffia
attraverso il nostro incontro scialbo
Affido a te ciascuno dei miei dolori."




 

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Angolo dell'autrice:
Miinna, konnichiwaa! Che si dice?
Eccomi tornata con il secondo capitolo, che, sinceramente, mi ha divertito abbastanza.
L'ho scritto tutto durante delle ore di lezione e l'ho ricopiato ieri sera mentre mi vedevo le repliche di Aria the Natural. Perciò perdonate eventuali errori. ^^
Allora.. Questo capitolo fa schifo.
I personaggi sono terribilmente OOC, non c'è un attimo di pausa o di descrizione ed ho messo un sacco di cose assurde.
Ah, Hime è una stupida che dice cose stupide (Anche se in realtà la adoro. ^^), ovviamente non credo che Ciel da demone possa leggerle nel pensiero, quindi non so come faccia a ripetere quella frase.. Boh, ma alla fine è un figuo e può fare tutto. u.ù
Mmm, due paroline sul prossimo capitolo (Gioco perverso. xD), per prima cosa penso che ci metterò un po' di più ad aggiornare, sia perché non è ancora pronto, sia perché siamo in vacanza, sia perché vorrei aggiornare una ff che mi piace molto e che ho quasi abbandonato, "Haru no kuuki" (*Dlin dlon, publicity time: Vi andrebbe di leggerla? Mi farebbe un immenso piacere!*). Spero che mi aspetterete. ^^
In secondo luogo, beh, fino ad ora è stato tutto una sottospecie di prologo, infatti dal prossimo capitolo iniziano i veri avvenimenti, che seguono quasi le vicende dell'anime di Ciel e Sebastian. ^^
Infatti si presenteranno i due greci ladroni e, ovviamente Ciel avrà il compito di ucciderli etc etc.. In realtà ci saranno anche altri avvenimenti simili ad alcune cose dell'anime, soprattutto quelli più belli.
Stavo pensando di di pseudo suddividere la ff in due parti, come le due serie ma penso non lo farò..
Bene, dopo avervi stressato con i miei pensieri ecco ciò che tutti voi aspettavate (Eeeeh! xD), anticipazioni:

Hime iniziò a mangiare il suo yogurt, ovviamente Ciel aveva ragione, non poteva mica presentarsi ai due greci da solo, quindi doveva inventarsi qualcosa di credibile..
Sbuffò -Bah, ma in realtà a quelli di chi amministra non glie ne frega niente. Sono solo degli approfittatori che non pensano ad altro se non a spillarmi soldi.-
Mise il gomito sul bracciolo della poltroncina sulla quale era seduta e appoggiò il mento sul palmo della mano, con un ghigno dannatamente serio.
-Perciò sbarazzati di loro.-
Ciel la guardò leggermente stupito, questo aspetto della signorina era nuovo e doveva ammettere che era vagamente eccitante. Rispose al ghigno, inchinandosi.
-Yes, my lady.-

Allora? Cosa ne pensate? *ç*
Beh, ora vi lascio, fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto!
Alla prossima minna!
 

~ Elle(na) 

   
 
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