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Autore: TheBlazer    24/04/2011    2 recensioni
Prima di diventare un esperto Domadraghi e il Campione della Lega di Johto, Lance deve pur essere stato un ragazzo come tutti gli altri... o forse no? Cosa significa lo strano marchio che gli segna la mano fin dalla nascita? Chi è la misteriosa figura che di quando in quando gli appare in sogno, ammonendolo di stare in guardia da un certo "Disertore"? Un dono senza precedenti scorre nel sangue di Lance, un dono magnifico e terribile allo stesso tempo. E ora che un Male antico come il mondo si prepara a sciogliere le sue millenarie catene, il compito di fermarlo spetta proprio a Lance, ad una giovane e coraggiosa ricercatrice di nome Reason Elm e a N, un enigmatico ragazzo dagli insoliti poteri. Ma tra maschere e verità, confessioni e segreti non detti, per il nostro Domadraghi non sarà facile distinguere gli amici dai nemici... (LanceXOC?, NXWhite)
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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-Clear Mind-


- Certo che l'abbonamento della sfiga non scade proprio mai! -
Reason, intenta a sfogliare le voluminose pagine di un quotidiano locale, alzò gli occhi giusto in tempo per vedere Lance crollare a peso morto sulla poltrona più vicina. Avevano raggiunto il Centro Pokemon circa mezz'ora prima, e come prevedibile Mion era subito corsa nella camera a lei assegnata per godersi un bel bagno caldo. Reason aveva seriamente valutato di riempirle la stanza di Velenpolvere, chiudercela dentro e ingoiare la chiave: si conoscevano da meno di un giorno, e già non la sopportava più.
- Non sei ancora riuscito a metterti in contatto con Galahad, vero? - chiese la castana, ripiegando il giornale.
Lance scosse la testa. - Niente da fare. Sembra che il trasmettitore del Centro di Ebanopoli sia fuori uso. -
- Certo che è strano. Ogni singolo Centro dispone di alimentatori particolari, fatti appositamente per evitare di restare senza energia durante i black out. A rigor di logica, anche ad Ebanopoli dovrebbe esserci un sistema simile. -
- C'è, infatti. - Lance si rabbuiò. - La faccenda puzza di bruciato, Ree. Di solito, quando il nonno spedisce in giro Thuban è per consegnare missive importanti, di massima urgenza o top secret. Comincio a pensare che ad Ebanopoli ci siano dei problemi. -
Reason si riavviò una ciocca dietro l'orecchio. - Sì, lo credo anch'io. In caso contrario dubito che Galahad ti avrebbe inviato un corriere così ingombrante. Lui voleva che ricevessi un certo messaggio, e il più velocemente possibile, magari anche prima di arrivare a Mogania. -
- Già, ma la domanda è: quale messaggio? -
I due si guardarono, ma nessuno disse niente. L'interrogativo senza risposta rimase sospeso nell'aria, come un acre profumo, impossibile tanto da ignorare quanto da scacciare.
Quella sera, il Centro Pokemon appariva deserto, eccezion fatta per loro stessi, la Chansey di turno (l'infermiera Joy si era ritirata nella sala operatoria) e un giovane che dimostrava appena un paio d'anni più di Lance. Il giovane, che aveva impercettibilmente drizzato le orecchie al nome di Galahad, non appena sentì scemare la conversazione si alzò in piedi e si diresse a passi decisi verso il divano di Lance e Reason. Bisognava dire che era proprio un bel ragazzo, alto e snello, con un che di aristocratico nell'incarnato chiaro e nei lineamenti fini. I suoi lunghi capelli verde smeraldo erano raccolti in una coda bassa, che ne accarezzava morbidamente la camicia fin quasi a sfiorare il bordo dei jeans scuri. Dalla cintura gli pendeva una specie di cubo, quella che in seguito Reason precisò essere una spugna di Menger.
- Non era mia intenzione origliare, ma mi è capitato di sentire qualche frammento dei vostri discorsi - disse il giovane. - Mi pare di capire che conoscete l'Anziano Galahad? -
- Direi proprio di sì, visto che è mio nonno - rispose Lance. - E tu sei...? -
- N... Niall - si corresse quasi subito il giovane. - Potete chiamarmi Niall, vengo da Mistralopoli. -
- Lance, di Ebanopoli. -
- Reason, di Albanova. Mistralopoli è a Unima, giusto? -
Niall annuì. - Ho dovuto compiere un lungo viaggio per arrivare fino a Johto, e l'ho fatto anche e soprattutto per Galahad. Sapete dirmi dove posso trovarlo? Ho veramente bisogno dei suoi consigli. -
- Siamo in due, allora - disse mestamente Lance. Gli raccontò delle difficoltà incontrate nel cercare di contattare Ebanopoli. 
- D'accordo, significa che dovrò andare a Ebanopoli di persona - concluse Niall imperturbabile. - Non sarà un problema, è un'eventualità che avevo già considerato. Grazie dell'informazione. -
- Ma se vai ad Ebanopoli... - Lance s'illuminò. Forse Niall avrebbe potuto indagare e fargli avere notizie fresche.
- Ma non partirò prima di domani pomeriggio - puntualizzò Niall. - Ho ancora delle faccende da sbrigare, qui a Mogania. -
Si udì un leggero scampanellio, e dalla sala operatoria apparve l'infermiera Joy. Spingeva una larga barella a quattro ruote, sulla quale giaceva un grosso Pokemon nero e rosso dal muso volpino, con le zampe e il dorso ricoperti di bende. Il viso di Niall si trasfigurò: la sua espressione tranquilla e distaccata si sciolse, cedendo il posto ad un affetto e una preoccupazione senza pari.
- Zoroark! - esclamò, correndo verso la barella. - Come ti senti? -
Il Pokemon sollevò debolmente la testa, strofinando il naso contro la mano del giovane.
- Ha avuto giorni migliori, ma si rimetterà presto - assicurò l'infermiera Joy, rivolgendogli un sorriso stanco. - Tutto quello di cui ha bisogno è di un po' di relax. Per qualche tempo evita i combattimenti e cerca di farlo riposare il più possibile. -
- Lo farò, grazie mille. -
Niall inglobò il suo Zoroark in una ultraball. Lance notò che maneggiava la sfera con estrema cautela, come se fosse stata una bomba pronta a esplodere da un momento all'altro... o come se non fosse abituato ad usarle. 
Erano da poco passate le nove. Lance, Reason e Niall consumarono insieme una cena leggera al Centro e passarono il resto della serata a chiacchierare animatamente, raccontandosi avventure ed esperienze ed evocando i propri sogni per il futuro. Reason mostrò ai compagni alcuni degli appunti di cui era più gelosa, quelli relativi all'allevamento dei Pokemon Shiny, mentre Niall descrisse Unima e la sua varietà di magnifici paesaggi. Il ragazzo dai capelli verdi era un tipo aperto e diretto, senza troppi peli sulla lingua, e ben presto si attirò le simpatie di Lance.
L'unico argomento di cui Niall era riluttante a parlare era il proprio passato. Non disse una parola sulla sua casa o sulla sua famiglia, se non le cose più generiche. Lance, attratto dal mistero come una falena lo è dalla fiamma, fece per cominciare a bombardarlo di domande, ma una dolorosa gomitata nelle costole da parte di Reason lo indusse a spostare invece il discorso sugli strani Pokemon dagli occhi rossi comparsi sulle montagne. Avevano appena cominciato a discuterne quando arrivò Mion, come suo solito bella da mozzare il fiato, i luminosi riccioli azzurri fluttuanti sulle spalle esili. Con un vellutato 'Buonasera', la ragazza ancheggiò fino al loro divano e andò a sedersi con grazia sul bracciolo della poltrona di Lance, dopodiché cominciò a passargli lentamente una mano tra i capelli.
- Si può sapere cosa stai facendo, di grazia? - sbottò Reason.
- Lance-chan ha dei capelli così soffici - disse Mion.
Lance assunse la colorazione di un estintore. - Mion, per favore, smettila. E non chiamarmi 'chan'. -
- Come desideri... Lance-chan. -
Proprio in quel momento, il PokeNav di Reason squillò. La castana dipanò subito una sottile cuffia e se ne infilò l'estremità nell'orecchio.
- Pronto? ... Oh, professor Even! - Rimase in ascolto per un po', annuendo di tanto in tanto, poi i suoi compagni la videro impallidire di botto. - Oddio, ma è un disastro... no, non possiamo arrischiarci a perdere altro tempo, domattina mi precipito subito da lei! Sì, d'accordo. Davanti al Lago d'Ira. Certamente, non mancherò. - Riattaccò il telefono. - I Gyarados del Lago sono impazziti, proprio come i Geodude e gli Onyx della Dorsale Argento. Io e il professor Even andremo a ispezionare i dintorni del lago e cercheremo di limitare i danni. Se necessario faremo evacuare l'area. -
- Come se non ci fossero già abbastanza casini! - sbuffò Lance. - Okay, domattina vengo con te. -
- Non serve. Sia io che il professore ce la caviamo piuttosto bene, e tu hai un capopalestra da battere. -
Lance e Reason si guardarono. Nessuno dei due abbassò gli occhi.
- Senti, vedrò di battere in fretta quell'Alfredo e poi correrò subito a darti man forte, che tu lo voglia o no. Non mi piace l'idea che tu e un vecchio affrontiate da soli un branco di Gyarados inferociti. -
- Io sono più forte di quanto credi, e il 'vecchio', come lo chiami tu, è il massimo esperto di Pokemon Ghiaccio e Acqua - precisò Ree. 
- Come vuoi, ma io ci sarò comunque. -
- Non preoccuparti, Lance-chan - intervenne inaspettatamente Mion. - Andrò io con lei, sono piuttosto brava a combattere. -
Silenzio.
Nei volti dei presenti sfrecciarono incredulità e stupore, ad eccezione di Niall, che si limitò a rivolgerle uno sguardo interrogativo.
- Ecco, questa non credo che sia una buona idea - scandì Reason. - Abbiamo già avuto occasione di saggiare le tue abilità in combattimento, e scusa tanto, ma preferirei non essere costretta a badare anche a te. Sarà meglio che tu te ne stia qui buona buona e che cerchi di non combinare disgrazie... il che per te è già un compito piuttosto impegnativo.-
Mion la guardò in cagnesco. - Di che disgrazie stai blaterando? -
- Oh, aspetta... forse del fatto che ci hai attirato addosso un Dragonite furibondo?! - fece Reason sarcastica.
- E' stato un incidente! E poi quel bestione mi ha colto di sorpresa, altrimenti le cose sarebbero andate diversamente - disse Mion irritata. - Tornando al discorso iniziale, dimmi: vuoi riportare il sedere a casa o preferisci essere fatta a pezzi da un Gyarados? Hai bisogno di me. -
- Sì, ho proprio bisogno di una che come minimo se la darà a gambe non appena vedrà una sola squama di Gyarados! -
- Calmatevi, voi due - si frappose Niall in tono serio. - Azzannandovi a vicenda non risolvete nulla. Se posso darti un consiglio, Reason, accetta il suo aiuto: non dovrete stare insieme a lungo, solo il tempo necessario per aiutare il professore. Poi nessuno vi obbligherà a vedervi, se voi non vorrete. -
Allora non sapeva che si stava sbagliando, e di grosso.

La palestra di Alfredo era ampia e rettangolare, e gelida come un blocco di ghiaccio. Il campo su cui si sarebbero sfidati i duellanti era di dura pietra, con il disegno di una pokeball bianco gesso calcato nel mezzo.
- Osservala - mormorò Niall.
- Cosa? - chiese Lance.
- La palestra. Osservala con attenzione. -
Lance obbedì. Aveva afferrato cosa l'altro volesse dire. Niall aveva deciso di assistere al suo scontro, prima di fare incetta di iperpozioni e dirigersi verso Ebanopoli. La sua presenza in qualche modo tranquillizzava Lance: quel ragazzo dai capelli verdi infondeva un profondo senso di equilibrio.
Il Domadraghi studiò con cura la palestra, cercando gli aspetti dell'ambiente da sfruttare a suo vantaggio e quelli invece che avrebbero potuto ritorcerglisi contro. Prese atto dell'aria gelida, che avrebbe di certo favorito i Pokemon Ghiaccio di Alfredo, mentre avrebbe invece reso più problematico il respiro dei suoi draghi. Il terreno ben solido invece riduceva l'attrito e facilitava i movimenti, ma la sua durezza avrebbe potuto essere micidiale se combinata ad un urto violento.
- Il Capopalestra, Alfredo di Mogania, si prepara a fronteggiare lo sfidante, Lance di Ebanopoli - gracchiò l'altoparlante.
Dalla parte opposta della stanza si udì un cigolio, e una porta scorrevole scivolò di lato. Si fece avanti un uomo sulla sessantina, con il volto sottile e rugoso e corti capelli brizzolati. Il suo sguardo scuro e indagatore colpì Lance con la forza di un dardo.
- Due contro due - esordì, senza troppi giri di parole. Nonostante l'aspetto decrepito, aveva una voce sorprendentemente chiara e incisiva. - Il primo a cui cedono entrambi i Pokemon è sconfitto, e in caso di pareggio è come se lo sfidante avesse perso. Ci sono domande? -
- Nessuna - rispose Lance, scegliendo le sue pokeball.
Alfredo annuì e prese le proprie. - Meglio così, ragazzino, detesto le ciance. Dewgong, Piloswine, andate! -
Nella sua metà di campo atterrarono due creature, una simile ad una foca argentea e l'altra ad un suino senza zampe completamente ricoperto di pelo marrone.
Lance strinse i denti. Quel Dewgong proprio non ci voleva: il suo pericoloso mix di acqua e ghiaccio poteva essere devastante per entrambi i suoi Pokemon.
- Forza Dragonair, Charmeleon! -
I due draghi comparvero in un lampo di luce rossa.
- Dragonair, attacca Dewgong con Extrarapido! Charmeleon, arrostisci un po' quel Piloswine con un bel Lanciafiamme! -
Alfredo stirò le labbra in una specie di sottilissimo sorriso. - Non essere troppo precipitoso, ragazzino, fretta e ingenuità vanno a braccetto. Piloswine, Nube! -
Una densa nube grigiastra si spanse dalle narici del Piloswine, avvolgendo se stesso e il Dewgong in una massiccia muraglia fumogena. Il Dragonair di Lance esitò, incerto se gettarsi comunque alla cieca; Charmeleon spalancò la bocca e sparò un Lanciafiamme, che però taglio la nube senza colpire nessuno dei due avversari.
- Bora e Raggiaurora! - comandò Alfredo.
Due velocissimi raggi sferzarono l'aria frigida della palestra, l'uno azzurro pallido, l'altro opalescente, investendo Dragonair e Charmeleon con fulminea precisione. Charmeleon arretrò tra sibili infastiditi, senza riportare particolari danni da quella mossa di Ghiaccio, ma quello che Dragonair lanciò fu un vero e proprio urlo mentale, che trapassò le barriere psichiche di Lance e riverberò nelle sue ossa come una dolorosa scarica elettrica.
- Dragonair! - gridò Lance allarmato.
Dragonair sollevò fieramente il collo, fissando il Dewgong nemico con muto disprezzo.
Non preoccuparti, Lance, sto bene.
Lance sbarrò gli occhi. Sacro Arceus, ma allora sei tu!
No, sono l'Anziano in carriola. Certo che sono io, chi accidenti pensavi che fosse? Dragonair emise uno sbuffo leggero, ironico, ma il ragazzo fu certo di essere stato il solo a notarlo.
Beh, potevi dirmelo che quella voce mentale era la tua, pensavo di essere ammattito del tutto, si lamentò. Se non ti spiace, comunque, possiamo continuare questa conversazione più tardi? E' una roba affascinante e m'incuriosisce parecchio, ma ora abbiamo uno scontro da vincere.
Naturalmente.
Lance prese un respiro profondo. Quel breve scambio di battute era durato all'incirca tre secondi, ma l'aveva profondamente turbato. Abbassò istintivamente le palpebre, e il mondo attorno a lui cambiò: anziché vedere tutto buio, come si sarebbe aspettato, scorse attorno a sé diverse figure fiammeggianti, cinque di fronte a lui e una alle proprie spalle. La figura più vicina emanava il sentore di Dragonair, e Lance sentì che sarebbe bastato sporgersi, inclinare leggermente la propria coscienza verso l'esterno per poterne sfiorare lo spirito...
Incredibile, davvero incredibile.
Ad ogni modo, ci avrebbe pensato dopo.
- Dragonair, Ventogelato! Spazza via quella foschia! -
Sempre tenendo gli occhi chiusi, percepì crescenti ondate di energia vibrare attraverso il corpo serpentino di Dragonair, per poi essere proiettate in avanti in un getto selvaggio. Fu come una flessione psichica, un movimento immateriale, uno spettro allucinogeno. Generate dalla forza di volontà del drago, le ondate di energia squassarono ogni centimetro della sua pelle squamosa e si concretizzarono in taglienti folate di vento, che afferrarono la nube come mani invisibili e la strattonarono e lacerarono fino a quando questa non si dissolse.
E' il tuo momento, Charmeleon! Fuocopugno!
Lo pensò solamente, senza dire nulla ad alta voce, eppure seppe che le sue parole erano state perfettamente recepite, proprio come accadeva quando parlava con la Sagoma. Mentre la figura di Dragonair era azzurro-argentea, quella di Charmeleon era di un vivace rosso carminio. Fiamme dorate mulinarono attorno al suo braccio, poi questi corse verso il Piloswine di Alfredo e gli sferrò con tutte le sue forze un possente pugno infuocato. Piloswine gemette e vacillò, il suo fantasma scuro tremolò come il flebile chiarore di una candela.
Lance aprì gli occhi. Le figure di fiamma scomparvero, ma non il legame invisibile che lo connetteva a Dragonair e a Charmeleon.
- Piloswine, Bora contro Dragonair! - latrò Alfredo.
Barriera! Una barriera trasparente si materializzò davanti a Dragonair, e l'attacco Bora vi s'infranse contro con un boato.
Alfredo aggrottò le folte sopracciglia. Era esterrefatto, ma mascherò il suo stupore dietro una maschera di ghiaccio.
Lance rise piano, pervaso da uno strano misto di sconcerto ed eccitazione. Non capiva fino in fondo cosa fosse quella specie di telepatia, né tantomeno come precisamente funzionasse, ma moriva dalla voglia di scoprire sino a che punto poteva spingersi.
Finiscili Dragonair, Fulmine!
Dragonair soffiò. Una frusta di pura energia elettrica crepitò a mezz'aria, saettando verso Dewgong e Piloswine e folgorandoli sul posto. Una luce abbagliante esplose al centro della palestra: quando si spense, Lance vide che i due Pokemon di Ghiaccio erano accasciati a terra, estenuati, incapaci di muovere un muscolo.
- Dewgong e Piloswine non sono più in grado di lottare - annunciò l'altoparlante. - Vince lo sfidante, Lance di Ebanopoli! -
Lance sorrise. Grazie, ragazzi, disse telepaticamente a Dragonair e a Charmeleon.
E' stato un vero piacere, sogghignò Charmeleon, rivolgendosi a lui per la prima volta.
Il Domadraghi li richiamò entrambi. Gongolante com'era, non fece caso al lampo ombroso che attraversò il viso di Niall.
- Ammetto che mi hai colto di sorpresa, ragazzino - confessò Alfredo, avvicinandosi a Lance. - Non immaginavo che anche tu fossi in grado di usare il Clear Mind. Nell'arco della mia vita ho incontrato solo un altro allenatore capace di adoperarlo. -
Lance aggrottò le sopracciglia. - Clear Mind? -
- Sì, la facoltà di leggere le aure e comunicare telepaticamente con i propri Pokemon. Può risultare assai utile in combattimento, perché consente di impartire comandi silenziosi, e pertanto terribilmente difficili da bloccare. Come hai appena fatto tu. -
- Non sapevo di possedere una facoltà del genere - disse Lance sincero.
- Esistono poteri che dormono nello spirito a lungo, anni o anche interi decenni, senza mai manifestarsi - aggiunse a sorpresa Niall. I suoi occhi grigioverdi ardevano di un'emozione indefinibile. 
- E' possibile - disse Alfredo con cauta noncuranza. - Non m'intendo di stregonerie simili, io. Se volete saperne di più, provate a chiedere ad Angelo, il Capopalestra di Amarantopoli: è lui l'esperto di occulto per eccellenza, a Johto. Tutto quello che a me resta da fare, in qualità di Capopalestra, è conferire a questo ragazzo la Medaglia Gelo. -
Stese una mano grinzosa. Su di essa brillava una piccola medaglia esagonale, bianca e azzurra, con un fiocco di neve inciso all'interno. Lance la fissò per un lungo istante, quasi incredulo, dopodiché la prese e la sollevò: la medaglia scintillò come un gioiello di perla e topazio. Con mani tremanti d'eccitazione, il ragazzo la ripose in un minuscolo scrigno di cedro nella tasca inferiore dello zaino. Dimentico del Clear Mind e delle sue stranezze, per un breve momento si crogiolò nella soddisfazione di aver finalmente conquistato la sua prima medaglia. Stentava a credere di aver appena messo le mani sull'ambitissima Medaglia Gelo.
- Lance, sono contento che tu abbia vinto e hai le mie congratulazioni, però devo parlarti - disse Niall in tono serio, prendendolo da parte, ma prima che potesse dire altro la porta della palestra si spalancò e comparve Mion, spettinata e ansimante, apparentemente sull'orlo di un attacco di panico.
- Lance-chan, è terribile! - strillò, fuori di sé. - Al Lago d'Ira, io... erano tanti, troppi, e Reason...! -
- Ree? - Ogni traccia di euforia scomparve dalla faccia di Lance. Un senso di gelo calò sul suo cuore infiammato, trapassandolo come una lama di ghiaccio. Il Domadraghi si liberò in fretta e furia della stretta di Niall e corse da Mion. - Cos'è successo, Mion? Dov'è Reason? -
- L'hanno presa! - squittì Mion. - Quei mostri l'hanno presa! Oh Arceus, la uccideranno! -
Lance impallidì visibilmente. La lama di ghiaccio divenne un macigno di pietra.
Reason era in pericolo.
- Niall... - mormorò teso, guardando il giovane.
- Rimandiamo, okay. - Niall fece cenno di sì con la testa, con aria determinata. - Ma verrò con te. La troveremo per tempo, Lance, te lo prometto. -
Il rosso annuì, quindi, senza un'altra parola, imboccò l'uscita della palestra.

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Clear Mind letteralmente significa 'mente chiara'. 
Ringrazio Dark_Glo ed Elettroshock99 per le recensioni, nonché Sisthra per avermi prestato il personaggio del professor Even =)

Bacio,
- Flames



  
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