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Autore: sibock    24/04/2011    1 recensioni
Il gocciolio della flebo era lento, quasi assonava, il sole filtrava timidamente dalle tende, ma non scaldava la stanza spoglia dell' ospedale con le pareti bianche e il letto nell' centro, sull' comodino c'era un gran mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini, accanto all' letto su una sedia addormentato, con la testa inclinata su un lato che ciondolava
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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OUTRAGEOUS FORTUNE
Outrageous fortune- crimini di famiglia: Jethro e Van


Il  gocciolio della flebo era lento, quasi assonava, il sole filtrava timidamente dalle tende, ma non scaldava la stanza spoglia dell' ospedale con le pareti bianche e il letto nell' centro, sull' comodino c'era un gran mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini, accanto all' letto  su una sedia addormentato, con la testa inclinata su un lato che ciondolava  e la  camicia ormai non piu' bianca e sporca di sangue c'era Jethro, su suo viso si vedevano di segni di  un giorno terribile e di una nottata peggiore, teneva ben stretta la mano di Van  le dita era intrecciate come in una morsa per non lasciarlo andare,  era disteso su quell' letto, esanime e pallido come un cencio, respirava grazie ad una mascherina di ossigeno, la bocca semichiusa che di tanto in tanto faceva una smorfia di dolore ad ogni piccolo movimento spasmodico  delle gambe e dei  piedi, la testa fasciata, un occhio nero, le guance gonfie e sporche di sangue lo stesso che era sulla camicia del suo gemello. Con un fremito improvviso e incontrollato strinse la mano e sveglio' Jethro "Ehi ciao" lo saluto' dolcemente sussurrando "Ciao" senti un leggero mugugnio "Che cosa e' successo? io non mi ricordo nulla....." aggiunse cercando di riprende le forze, toccandosi con una mano la testa dolorante Jethro aveva ben stampato nella mente tutto quello che era accaduto il giorno prima, ormai erano rimasti soli, il padre era in carcere e della grande e numerosa famiglia West rimanevano solo loro, lo' fisso' con le lacrime agli occhi avrebbe voluto piangere a dirotto, urlare dall' dolore ma si doveva trattenere sopratutto per lui "Ti ricordi il gioco che facevamo quando eravamo bambini, e poi da ragazzi?" gli rispose cercando di sviare la risposta "Si ma papa' e mamma non volevano, ti ricordi le botte che prendevamo per via di quell gioco?" gli rispose "E chi se lo dimentica mi fanno ancora male.....pero' ho una gran voglia di rifarlo, se tu vuoi........" continuo' il gemello, Van non rispose rimase a fissarlo poi a fatica alzo' una mano verso di lui per toccargli il viso con delicatezza, con la punta delle dita  "E come guardarsi allo specchio con te........" sussurro' levandosi la mascherina con l'altra mano, Jethro si piego lentamente per paura di toccarlo e fargli del male, le loro labbra si unirono  all' inizio lievemente "Che buon sapore.....me lo ero dimenticato....." disse con un filo di voce, poi anche lui poso' una mano sull' viso mal concio dell' fratello e prese coraggio per tornare finalmente a baciarlo come facevano da piccoli e da ragazzi, ma con piu' passione, con piu' impeto dall' ultimo erano passati  cosi' tanti anni che in quell' istante sembro' che li stava recuperando tutti insieme, le labbra premute su quelle dell' fratello la lingua che iniziava a farsi spazio nelle  bocca prima timidamente e poi con piu' vigore,  un sapore dimenticato, quell' momento cosi eccitante e pieno di ricordi  venne interrotto bruscamente dalla venuta di un medico che si annuncio' bussano alla porta delle camera "Signor West cortesemente mi puo' seguire fuori" disse il distinto signore, Jethro si stacco con delicatezza dall' fratello, gli diede una carezza e lo segui sulla soglia della porta "Mi dica.....ha notizie sulle condizioni di Van? lo dovete operare?" gli domando' prontamente, il medico lo fisso senza battere ciglio poi prese fiato come per darsi coraggio "Le lesioni spinali purtroppo sono gravi...per fortuna siamo riusciti a levare la pallottola, pero' la schiena e il bacino sono compromessi......" a Jethro gli si fermo' il cuore per un attimo, rimase senza respiro "Oddio" riusci' a dire quasi singhiozzando "Purtroppo....." aggiunse il medico "Noi non abbiamo la struttura adatta per ospitarvi....possiamo prenderci cura di Van fino ad un certo punto, avrebbe bisogno della riabilitazione e noi non abbiamo fisioterapisti......appena stara' meglio saremo costretti a dimetterlo......." continuo' mettendogli una mano sulla spalla "Penso di non riuscire a immaginare il dolore che sta' provando.....comunque le sono vicino sia a le i che a suo fratello" concluse andando via, delle lacrime iniziarono a scendere  lentamente coprendogli le guance, il mondo gli era di nuovo crollato addosso per la seconda volta, alzo' il viso per non far vedere che piangeva, per tentare di rimandarle indietro  "Ora che faccio, ora che faccio......" sussurro' con la voce rotta dall' pianto e muovendosi spasmodicamente, toccandosi i capelli, il viso, cercando di calmarsi per rientrare da Van. Perche' perché' si domandava......sono dovuti entrare in casa con delle pistole quei maledetti perche', continuava a ripetersi e aveva davanti a se l' immagine della loro casa devastata dall' fuoco i corpi delle sorelle straziati e della madre carbonizzata solo Van si era salvato ed aveva pagato a caro prezzo, non c'e la faceva piu'  la testa gli scoppiava, vide in fondo all' corridoio su di un lato una porta, l' insegna faceva capire che era un bagno,  aveva bisogno di sciacquarsi il viso per tornare da lui e entro', mentre iniziava a passarsi sulla' viso l'acqua fresca non riusci a trattenere un singhiozzo, poi un altro e alla fine un gemito intenso e profondo di dolore, si sedette sull' pavimento, prostrato e piangente si sentiva affranto, angosciato e inerme a quello che il destino gli aveva riservato e a tanto dolore tutto insieme.

La porta di ferro arrugginita inizio' ad aprirsi lentamente, Jethro la fissava ormai da quasi venti minuti in quella piccola stanza bianca con un tavolo scarabocchiato nell' centro e i ganci per le manette, da un momento all' altro da quella porta sarebbe entrato il padre, il direttore aveva deciso di farli incontrare in isolamento dopo quello che era successo, aveva il terrore di una reazione incontrollata di Wolf all' racconto dell' figlio, gia' quando gli fu' accennato quello che era successo ando' in escandescenza rompendo tutto e picchiando delle guardie, ora si trovava di fronte il figlio sapendo che l'altro era ricoverato in gravi condizioni, entro' lentamente scortato, si mise seduto  guardando dritto negli occhi Jethro, "Come sta' Van?" fu la prima domanda che gli pose "Non potra' piu' camminare" gli rispose quasi ansimando, per trattenere le lacrime "Come e' potuta accadere una cosa dell' genere......tua madre, le tue sorelle, sono tutti morti.....solo tu e Van vi siete salvati, come e' possibile?" continuo' Ted, con la voce ferma mista di rabbia e di dolore, "Van si e' salvato perche'e' fuggito di corsa  sull' retro della casa ma si e' beccato una pallottola nella schiena, e io......io ero all' lavoro in quell' momento" gli rispose, con un tremito nella voce e gli occhi pieni di lacrime.
"La colpa e la tua!" inizio' ad accusare, per scaricare i nervi che stavano salendo "No papa'..."gli rispose con un singhiozzo, ora anche questo dolore, perdere tutto la madre e le sorelle e sapere che il fratello che tanto ama, anche se non lo ha mai veramente dimostrato e' paralizzato dalla vita in giu' e' stato come cadere in baratro e il padre che lo accusa e come lo spingesse ancora piu' lontano "No...." continuo' Ted mettendosi le mani tra i capelli "Hai fatto di sicuro qualche fottutissimo inghippo e loro hanno pagato, con la vita.......ora io sono solo, completamente solo......" prosegui' sussurrando, senza nascondere la rabbia che saliva "Io non ho fatto nulla.....te lo giuro......e poi non sei da solo, ci sono io e Van" gli rispose tentando di poggiargli una mano su un braccio  coperto dai tatuaggi, uno per ogni volta che era andato dentro, "Smettila, smettila, tu e tuo fratello non valete un cazzo, tuo fratello e' un povero scemo, e tu tanto furbo che hai distrutto la famiglia, di sicuro dietro a questa......a questa.....ci sei tu....... l'avvocato......, sei la vergogna dei West, una primogenitura nata male ecco cosa siete! " inizio' ad urlare e inveire a tratti non riusciva a parlare si fermava a fissarlo con gli occhi pieni di rabbia  "Papa' ti voglio far uscire da qui, il direttore sara' clemente e anche la corte, io e Van siamo soli ora, saremo di nuovo una famiglia" gli rispose con la voce rotta dall' pianto "No io non voglio uscire di qui, io non ho piu' una famiglia, arrangiati, vattene fai quello che vuoi, ma non ti azzardare piu' a ripresentarti davanti a me, neanche a far venire tuo fratello, non mi muovi a compassione......tua madre e morta, e io la adoravo, Pascalle e Loretta cercavano una vita migliore e tu hai rovinato tutto, vattene" disse riprendendo una calma apparente, Jethro si senti' sprofondare, "Portatemi fuori di qui" disse Ted ai secondini e si fece scortare fuori dalla stanza, ora fissava un punto della stanza per non impazzire, era da solo, completamente, doveva pensare a un modo per dirlo a Van senza farlo piangere, dirgli tutto che non poteva piu' camminare, che la mamma e le sorelle erano morte e che il papa' non li considerava piu' loro figli, dove avrebbe trovato le parole, il modo, lo stomaco gli strinse all' improvviso e senti salire un singhiozzo che trattenne con tutte le sue forze, in uno spasmo si morse il labbro inferiore senti' come un sollievo e continuo' a spingere i denti contro il taglio che si era procurato pero' non riusci' di nuovo a fermare le lacrime che gli solcavano le guance copiose, doveva andare in ospedale, stavano per dimettere Van, anche se era ancora dolorante , e lo doveva portare nella' suo appartamento, doveva pensare ai funerali, si doveva far forza per lui, avrebbero vissuto insieme da quella sera in poi. 

La sveglia suono' con un rumore fastidioso alle 6,00 dell' mattino, Jethro con in dosso una maglietta e dei  pantaloncini corti e attillati si alzo' dall' letto "Che palle" senti' mugugnare Van che gli era accanto tutto coperto dalle lenzuola fino all' collo, anche se si intravedeva che era a dorso nudo "Devo preparare  la colazione, prepararmi per andare a lavoro e fare altre  mille cose, lo sai......" gli rispose mentre si metteva le ciabatte, poi si ridistese parzialmente per trovarsi  con il viso poggiato accanto a quello dell' fratello "Tu pensa a dormire che  all' resto ci penso io ...." aggiunse dolcemente e gli  diede un bacio su una guancia, era passato un mese dai quei giorni terribili, Van ora stava bene anche se di tanto in tanto lamentava dei dolori alle gambe e all' bacino, Jethro per riuscire a tirare avanti oltre che  immegersi nell' lavoro e nella vita con lui , di tanto in tanto faceva  qualche secondo lavoro da casa, o si metteva ad assistere  dei disabili per dar una compagnia anche a Van, ma avrebbe voluto di piu', da quell' giorno in carcere non aveva piu' visto il padre e dio solo lo sa' quanto gli mancava e quanto mancava a Van, di notte aveva gli incubi, rivedeva quello che era accaduto quell' giorno, nonostante lo avesse raccontato migliaia di volte alla polizia e a Jethro, che pigramente ando' in cucina e inizio' a tirare fuori dall' forno e dall' frigorifero tutto quello che gli serviva, accese la radio molto bassa per non disturbare il fratello che continuava a dormire e per farsi un po' di compagnia, gli mancava la madre e le sorelle non riusciva a superare tutto quello che era successo, tutte le mattine  mentre cucinava le lacrime gli solcavano le guance ormai il taglio che si era fatto il mese prima non si rimarginava piu' ogni volta ci affondava i denti, alcune ragazze delle studio non si avvicinavano piu' come prima, avevano saputo della disgrazia, e poi lo vedevano diverso, queste erano le voci che correvano per i corridoi, forse perche' viveva con il fratello disabile, qualcuna meno timida e con una buona dose di cattiveria  gli disse in faccia che era diventato un cesso e che mai lo avrebbe baciato con quell' taglio aveva paura di prendersi qualche infezione, ma a lui non importava chi non si schifava di lui c'era era Van con il quale si baciava sempre,  fatto colazione doveva portare il fratello  all' centro di riabilitazione qualsiasi cosa fosse successa lo avrebbero chiamato in qualsiasi momento, poi a pranzo sarebbe tornato da lui per mangiare insieme anche se questo significava attraversare la citta' ogni volta e poi la sera sarebbero andati a casa insieme, la cena e poi il letto con  la televisione insieme, sempre insieme "Jethro, Jethro" si senti' chiamare dall' altra stanza, corse subito di la' "Che succede" esclamo' affannato "Mi porti all' bagno per favore non c'e la faccio piu'......poi vengo a fare colazione" gli rispose "Arrivo" sussurro' e si avvicino all' letto, apri' la sedia a rotelle che vi era accanto, Van inizio' a sedersi poi gli mise un braccio intorno all' collo per farsi sorreggere mentre dall' letto si sedeva nell' passaggio si scambiarono un bacio sulle labbra , ormai il gioco  non esisteva piu' ormai  scambiarsi baci sulle labbra per loro era diventata una cosa normale, certe volte la sera passavano ore sull' letto a baciarsi fino ad addormentarsi, non avevano piu' motivo di temere castighi, non c'era piu' nessuno a giudicarli erano da soli, la famiglia West ora era composta da due soli membri i fratelli Van e Jethro fu questo che disse Van quando seppe che la madre e le sorelle erano morte e che lui si era  salvato per miracolo mentre   abbracciava stretto stretto il fratello  piangendo  a dirotto  ora erano una famiglia, "Stamattina pancake con sciroppo d' acero e se c'e la vuoi ci metto anche una banana che a te piace tanto" esclamo' Jethro uscendo dalla porta dell' bagno e dirigendosi in cucina "E io ti aiuto" aggiunse Van prendendo una ciotola da uno scaffale in basso, Jethro aveva modificato la casa in modo che Van non fosse a disagio, aveva fatto i lavori da solo, ormai non aveva piu' soldi per pagare nessuno apparte lo stipendio, aveva speso tutto per i funerali e le cure mediche.

Il campanello suono' "Vado io vado io " disse Van, Jethro era in bagno a farsi una doccia e poi l'avrebbe fatta all' fratello, apri la porta e sulla soglia c'erano due poliziotti in divisa e un tizio in giacca e cravatta  "Lei e Van West vero?" gli chiese senza presentarsi "Si Jethro e' sotto la doccia, ma che succede.....papa' e successo qualcosa a nostro padre a Ted West, Jethro Jethro" inizio' a gridare, dopo neanche un minuto con appena l'accappatoio intorno all' bacino semiaperto usci' dalla stanza, a dorso nudo con i capelli gocciolanti e tutto bagnato "Che succede!" esclamo' poi si copri di corsa come poteva vedendo che non erano soli  "Suo fratello ha ragione ad avere tanta paura di quello che puo' essere successo a vostro padre....." inizio' il tipo ben vestito, quasi esistand, cercando le parole  i due fratelli di colpo spallidirono e si presero per mano, ben stretti come in ospedale "C'e stata di nuovo una rissa nell' braccio dove era detenuto suo padre, stava sfociando in rivolta......" esito' di nuovo, Jethro si inginocchio accanto all' fratello e poggio' la testa sulle gambe, "Vostro padre e' stato trovato coperto di sangue e impiccato ad una trave della palestra qualche ora dopo che e' stato riportato l'ordine.....i secondini sono andati a cercarlo pensando che fosse evaso......" il volto di Jethro si contrasse in una smorfia di dolore, la bocca aperta  in modo innaturale non emanava nessun' suono, piego' la testa sulle ginocchia dell' fratello per affondarvi il viso, l'asciugamano gli scivolo' via, mostrando il suo ormai esile corpo nudo  ma non gli importava nulla, Van singhiozzo' e si piego' su di lui, si abbracciarono di nuovo a distanza di un mese dall' ultima volta, Jethro non parlava non riusciva ad emettere suoni Van prese la forza per dire a quelle persone di andare via di lasciarli da soli , "Dovrete venire a riconoscere il corpo, mi dispiace questa e' la prassi per le morti violente in carcere" disse il tipo mentre andava via "Lo facciamo, lo facciamo ma non adesso" gli rispose Van in fretta mentre accarezzava i capelli dell' fratello che continuava a stare con la testa sulle sue gambe "Io e te siamo una famiglia Jethro, io e te" gli ripeteva piegandosi su di lui e iniziando a cantare una nenia forse una ninna nanna che gli cantavano quando erano piccoli e insieme condividevano tutto come ora.

  
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