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Autore: Jay Boulders    24/04/2011    9 recensioni
«Mi sono innamorato di te.»
Fu quasi un sussurro ciò che Hermione Granger udì quella notte.
Quella notte nella quale si ritrovò rannicchiata fuori dalla tenda, durante il suo turno di guardia, tentando di scaldarsi come meglio poteva vicina a ciò che rimaneva del focolare che fino a qualche ora prima era ben vivo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«Mi sono innamorato di te.»

Fu quasi un sussurro ciò che Hermione Granger udì quella notte.
Quella notte nella quale si ritrovò rannicchiata fuori dalla tenda, durante il suo turno di guardia, tentando di scaldarsi come meglio poteva vicina a ciò che rimaneva del focolare che fino a qualche ora prima era ben vivo.

Quella notte di dieci giorni dal ritorno di Lui.
Lui che aveva con fatica continuato ad ignorare, nonostante i continui tentativi di parlarle.
E lui, che ora si ritrovò davanti con la bacchetta impugnata che emanava luce.

«Pre-prego?» fu l’unica cosa che il suo cervello elaborò in tempi ristretti.

«Hai capito bene ciò che ho detto, se no non balbetteresti.» disse mentre si avvicinava facendosi luce man mano. «Tu esponi, ribadisci, illustri, chiarisci. Ma di certo non balbetti, non tu.» concluse semplicemente, sedendosi a terra ad una distanza ragionevole da lei.

Seguì un attimo di silenzio nel quale la ragazza cercò disperatamente e nel minor tempo possibile, di capire se ciò che aveva sentito era frutto della sua immaginazione o appartenesse alla realtà.

«Io non… non sono sicura di aver capito bene…»

Se il rosso non avesse percepito assoluta sincerità da quelle parole, ma una sorta di punizione, avrebbe di certo reagito in malo modo, ma non era quello il caso.

Raccolse il poco coraggio che gli era rimasto e cercò di portare avanti ciò che dopo giorni e giorni aveva deciso di tirar fuori.

Si schiarì la voce tentando di concentrarsi e non permettere all’imbarazzo e al disagio di sovrastarlo. «Non hai sentito ciò che ho detto o non hai capito ciò che intendevo dire?»

«Io… credo entrambi… intendo che non sono sicura di aver sentito bene e qualora non mi fossi sbagliata io… non so se… puo-puoi semplicemente ripetere?» ribadì la ragazza, in evidente disagio e disorientamento.

«Continui a balbettare.» disse il rosso, non nascondendo un sorriso che gli comparve sul volto.

Hermione giurò di non aver mai visto un sorriso talmente dolce rivoltole prima d’ora. Non riuscì ad evitare di arrossire, abbassando lo sguardo.

«Ti prego…»

Il ragazzo vedendola così indifesa e imbarazzata, non contenne l’impulsività che lo contraddistingueva. «Vorrei… posso abbracciarti?»

La ragazza non rispose, ne fece un cenno d’assenso a quella singolare richiesta. Tutto ciò che si limitò a fare fu guardarlo costantemente, finché non lo vide avvicinarsi a carponi e stringerla tra le braccia, come se fosse la cosa più preziosa che possedeva.

Hermione si lasciò andare perdendo la rigidità iniziale e lasciandosi in quell’abbraccio così intenso da stupirsi che bastava solo quello per far scaturire tali emozioni così dirompenti in lei.

«Dannazione Hermione… mi sei mancata maledettamente.» sussurrò, guardandola negli occhi pur continuando a tenerla stretta. «L’essere qui e non parlarti è stato peggio dell’essermene andato.»

Ricevette uno sguardo addolorato di lei in risposta. «Ora sai come ci si sente a voler disperatamente qualcuno e non poterlo avere. Per… per parlare intendo.» aggiunse arrossendo appena.

«Lo so, me lo merito. E non mi perdonerò mai per ciò che ho fatto, puoi scommetterci tutti i galeoni che possiedi.»

«Ron, riguardo ciò che stavi dicendo…?»

Quella domanda lo riportò alla realtà, bruscamente.
Si distanziò da lei spostandola con gentilezza e riprese l’espressione seria che fino a poco fa lo aveva contraddistinto.

«Io so ciò che provi, Hermione.» la ragazza sentì il cuore accelerare, ma un cenno del ragazzo le fece capire che doveva lasciato finire o non avrebbe più trovato il coraggio.

«E’ per questo che me ne sono andato, e lo so è stato stupido. Ma a mia difesa anche se minima c’è la presenza di quel maledetto medaglione che mi ha annebbiato ancora di più il cervello… Ho capito che anche conoscendo i tuoi sentimenti non era giusto che me ne andassi.»

«Quello che stai dicendo non ha senso…»

«Ti prego fammi finire. Io sono tornato perché a prescindere da quello che provi tu, voglio starti comunque accanto. Se-se me lo permetterai ancora, come amico. Io voglio bene ad Harry e preferisco mille volte che sia lui piuttosto che qualche damerino venuto da chissà dove.»

«Ron ma che-…»

«Non ho finito, aspetta! L’unica cosa che conta per me sei tu Hermione. I miei sentimenti… quello che ti ho detto prima restano immutati. Io credo che tu… si, tu abbia capito bene.»

«Ron… non capisco io proprio non ti seguo…» sentenziò lei nella confusione piu totale.

«Hermione cosa c’è da capire? Io sono… ti… senti non è gia facile dirlo, tanto meno in questa situazione dove si presuppone tu senta le stesse cose che provo io ma per il mio migliore amico. Ti scongiuro non torturarmi così…»

«Sei un grandissimo idiota!» disse secca, alzandosi da terra e prendendo le sue cose.

Il ragazzo disorientato cercò di seguirla chiedendo spiegazioni che non arrivarono. Le afferrò un braccio prima che potesse entrare nella tenda dove Harry stava dormendo. «Si può sapere che diavolo ti prende?! Io cerco di essere sincero ed adulto e tu mi tratti così?! Ti ho detto che va bene che sia Harry, che-…»

«Oh grazie Ronald, ora che ho la tua approvazione mi sento meglio! Chissà come ho fatto a vivere senza!»

«Giusto! Che ti importa di ciò che penso io?! Finché faccio il terzo in comodo va tutto bene, no??»

La ragazza si divincolò dalla presa di lui e iniziò a spintonarlo con insistenza, cadenzando bene le parole che pronunciava duramente.

«Hai idea da quanto tempo aspettassi che mi dicessi quelle cose razza di stupido troll?! Non c’è stato giorno in cui non ho sognato o sperato che mi dicessi che mi ami!! E ora che finalmente hai trovato il coraggio di farlo devo sentire ancora le tue stupide paranoie su me ed Harry?! Hai rovinato tutto di nuovo razza di idiota!» terminò il suo sfogo con un ultima spinta ben decisa che fece cadere a terra il ragazzo che non osava neanche schivare i colpi di lei.

La fissò incredulo dal basso verso l’alto, incapace di mettere in fila un solo ragionamento, per quanto logico ormai non fosse. «Vuoi… vuoi dire che… tu ed Harry non…»

«Voglio dire, razza di deficiente, che sono innamorata di te da sempre!»

Nella foresta echeggiò quest’ultima rivelazione, fatta con una tale foga e una tale rabbia e impulsività, da far rendere conto solo in un secondo momento alla ragazza ciò che aveva appena fatto.

Meccanicamente si portò una mano sulle labbra, come a voler stupidamente rimangiarsi tutto, ma sapendo bene che ormai era troppo tardi.

Il ragazzo, ancora seduto a terra tra la polvere, la guardava incredulo con la bocca dischiusa e uno sguardo ebete.

Si sollevò non preoccupandosi di scrollarsi di dosso la terra. Tentò esitante di avvicinarsi a lei. «Tu-tu mi… mi… cosa?»

«Balbetti Wesley?»

Il ragazzo continuò lentamente ad avvicinarsi a lei, passo dopo passo cogliendola in contro piede da quella lenta avanzata.

«Che stai-…»

«Voglio baciarti.» le rivelò, arrivandole davanti.

Era spiazzata da tanta schiettezza del tutto inaspettata.

«E se non volessi?»

«Non ti ho chiesto se posso, non devi rispondermi.»

Senza aver il tempo di ribattere, si ritrovò il volto circondato dalle mani impolverate di lui, e il suo sguardo sempre più vicino… «Hermione…» le sussurò ad un centimetro da lei. «Hermione…»

Aprì di scatto gli occhi ritrovandoselo seduto sul letto con un vassoio in mano. «Hermione svegliati!» le disse sorridendo. «E’ da tanto che ti chiamo, sonno pesante?»

La ragazza sbarrò gli occhi incredula, e guardandosi intorno riconobbe l’interno della tenda. Il suo sguardo si riposò sul ragazzo, vedendo che impugnava saldamente un vassoio con la colazione.

«Ehm… ho pensato di portarti la colazione a letto… ecco mi sembrava una cosa carina…»

La ragazza afferrò il vassoio e lo poggiò sul comodino, tirandosi su a sedere. «Pensi ancora che tra me ed Harry ci sia qualcosa che vada oltre l’amicizia?»

Il rosso rimase spiazzato da quella domanda così a bruciapelo. «Hermione… l’importante è che ora siamo di nuovo tutti e tre insieme, il resto non conta…»

La ragazza si tirò su in ginocchio facendolo voltare insistentemente «Si che importa! Importa per me! Importa per… noi.»

«Hermione… sei-sei strana… non mi parli da giorni e ora parti in quarta e dici cose strane…»

«Sei innamorato di me?» chiese lei con un urgenza mai vista.

Il ragazzo sbarrò se possibile ancora di più gli occhi, completamente spiazzato da ciò che stava succedendo. «Ti senti bene? No, vero?»

«Non ti aspetterò per sempre, Ronald. Credo di averlo fatto già per troppo tempo. Un giorno arriverà un ragazzo, un brava ragazzo che forse si interesserà a me, e che avrà il coraggio di dirmelo. E quando arriverà non lo respingerò come ho già fatto in passato.»

Ron la guardò ammutolendosi.

«Non voglio passare il resto della mia vita sola, merito anch’io di avere qualcuno accanto che mi ami.»

Si sollevò dal letto lasciandolo ancora lì seduto ed incredulo con lo sguardo perso nel vuoto.

Dirigendosi in bagno sperò fino all’ultimo momento che una voce o un gesto la fermasse, ma no non accadde. Si richiuse così la porta alle spalle appoggiandosi ad essa e lasciandosi cadere a terra, rannicchiata a piangere sommessamente.

Poco dopo, Harry rientrando nella tenda vide l’amico seduto sul letto di lei, ancora assente.

«Ron? Che ci fai lì?»

«…l’ho persa Harry.»

«Hermione? Ti riferisci a lei? Avanti, sai com’è fatta, te la farà pagare per qualche altro giorno non parlandoti ma vedrai che le passerà.»

Il rosso lo guardò tristemente «Io la amo, Harry.» ammise lui, per la prima volta a qualcuno, forse per la prima volta anche così esplicitamente a se stesso.

Il suo interlocutore rimase incredulo ma felice di sentire una rivelazione del genere dall’amico. «E che aspetti a dirlo anche alla diretta interessata?»

«Non mi crederà… penserà che lo sto dicendo solo per quello che mi ha detto poco fa… non c’è nulla che possa fare, ormai l’ho persa per sempre.»

Harry non ebbe tempo di ribattere, che si voltò verso dei passi provenienti dal bagno.
Hermione uscì avvicinandosi a loro, arrivando accanto all’amico. «Ti dispiace lasciarci soli?»

Senza farselo ripete due volte, le rimandò un cenno di assenso e si allontanò.

Ron la guardava colpevole in volto, non volendo udire ancora i suoi mille sbagli elencati dalla ragazza.

«Le pareti sono di stoffa, Ron.»

Dapprima il ragazzo non capì dove volle arrivare con quella constatazione, giungendo solo in un secondo tempo a ciò che intendeva.
Sbiancò improvvisamente, sentendosi il respiro mozzarsi e il cuore scuoterlo selvaggiamente.

«Ha-hai… hai sentito??»

«Ogni parola.»

Il ragazzo si sollevò finalmente in piedi, sovrastandola in altezza, le si avvicinò cauto. «E’ vero, amo tutto di te… quando sei china sui libri, quando hai lo sguardo perso a pensare anche quando litighiamo… in quei momenti mi sento ancora più attratto da te se è possibile…» svelò il ragazzo arrossendo, e facendo arrossire a sua volta la sua interlocutrice.

Un silenzio carico di tensione calò tra i due.
Alla fine fu lei ad infrangerlo.

«Devo… devo trovare qualche pretesto per litigare per riuscire a farmi baciare da te, Ronald?»

Il giovane Wesley non se lo fece ripete due volte ed andò finalmente a chiudere la distanza con lei, con un certo fervore da entrambe le parti.

«Ron, ti…ti amo.» gli disse a fior di labbra.

«Sono riuscito a farti balbettare, signorina Granger.» disse tenendola stretta a sé.

La ragazza gli sorrise di rimando.
I sogni a volte diventano realtà.

   
 
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