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Autore: daeran    06/02/2006    1 recensioni
Un terrore più antico del tempo è nascosto nel buio, pazientemente ci attende nell’ombra, lentamente ci trascina nell‘abisso.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte quarta.

Il giovane Robert Thompson sussultò e lanciò uno sguardo accigliato al dottor Daneel Pineta che rispose invece con espressione annoiata.
“Ha sentito anche lei, dottore?” domandò lo studente, quando la registrazione venne interrotta. “Cosa diavolo era quella voce?”
“Una voce, Robert, niente più di una voce.” Sbuffò il più vecchio.
“Si, dottor Pineta ma era strana, quasi inumana. Quella … cosa lo ha preso per davvero. Santo cielo.” disse ancora Thompson, portandosi una mano sul petto.
“Non essere stupido, non crederai a queste stupidaggini?”
“Lei non ci crede, dottore? Il nastro è vecchio di almeno quattrocento anni, non è un montaggio, ci abbiamo messo quasi due mesi a ricostruirlo completamente e …”
“Lo so, Robert, non ricordarmelo. Dannazione abbiamo perso due mesi per avere in mano questa spazzatura.” Lo interruppe il dottore, battendo un pugno sul tavolo.
Si alzò in piedi e prese a camminare nervosamente su e giù per la stanza, si fermò davanti al grande schermo finestra che affacciava sullo spazio infinito, al centro di esso spiccava, opaca e lontana, la Terra.
L’uomo rimase un momento in silenzio, immobile, con lo sguardo perso nelle venature grigio scure del fitto strato di nuvole che ricopriva il pianeta Natale da oramai quattrocento anni.
Quell’enorme sfera grigia era tutto ciò che la maggior parte degli Esseri Umani ancora viventi vedevano e potevano conoscere di un mondo che, secondo gli antichi scritti, salvati e contenuti nella Grande Biblioteca Virtuale, accessibile da ogni stazione orbitante, era stato un meraviglioso giardino composto da milioni di chilometri quadrati di territorio, traboccanti di vita vegetale ed animale; forse non sempre trattati al meglio dagli Uomini che sfruttavano terre, cieli ed oceani, incuranti di cosa avrebbe prospettato loro il futuro.
Un futuro che si presentò improvviso ed impietoso quando un enorme corpo astrale si avvicinò alla Terra, non la toccò, scivolò semplicemente sulla sua atmosfera.
L’effetto di bradisismo che ne seguì sollevò uno strato di chilometri e chilometri di polveri e gas che oscurarono i cieli, bloccarono i raggi solari, trasformando il giardino in una gelida ed inospitale lastra di ghiaccio.
La cometa Jack Griffin(1).
La cometa invisibile, comparsa dal nulla e scomparsa nelle profondità dell’universo.
Dopo quattrocento anni ed una fuga planetaria, gran parte delle documentazioni scientifiche erano andate perdute. Nel fuggi fuggi generale, tra alluvioni, glaciazioni ed innumerevoli morti, i terresti profughi preferirono salvare gli antichi testi letterari, anziché le documentazioni scientifiche della catastrofe più imponente mai capitata dai tempi del pleistocene.
Poco o niente rimaneva delle informazioni sull’evento; ogni ricerca o notizia sul tipo di cometa, sugli effetti immediati della collisione e sulle orbite erano andate semplicemente perdute nella grande fuga che portò gli esseri umani dalla superficie al sottosuolo, per trasferirsi infine nel grande sogno del ventunesimo secolo: le stazioni spaziali. Vere e proprie città orbitanti attorno ad un mondo perduto.

Solo negli ultimi cinquant’anni erano state organizzate delle spedizioni sul pianeta, alla ricerca di manufatti e tracce dell’antica civiltà esterna.
In molti si erano opposti alle spedizioni; dopo tanti anni di esilio, i romantici avevano cominciato a considerare la Terra come un mausoleo, un mastodontico monumento in onore dei miliardi di vittime del cataclisma che non volevano venisse profanato da scienziati i quali, ai loro occhi, apparivano solo come coloro che non avevano fermato la catastrofe.
Quando finalmente la ragione aveva prevalso sulle sciocche superstizioni, i viaggi erano cominciati e con essi gli storici avevano potuto ricostruire parte del passato dimenticato.

Lo strano nastro che il dottor Pineta ed il giovane signor Thompson avevano appena ascoltato, proveniva proprio dai reperti di una di queste spedizioni, era stato ritrovato tra i resti di una piccola città letteralmente rasa al suolo e ricoperta dai ghiacci.
Non era stato facile recuperarlo, il nastro magnetico era stato rovinato dal gelo inoltre, come se non bastasse, trovare mangianastri in grado di riprodurre quel tipo di registrazioni, era diventato pressoché impossibile.
Ora finalmente, dopo due mesi di lavoro basato esclusivamente su quell’unico reperto, Robert e Daneel avevano scoperto che il contenuto della cassetta era formato semplicemente dai vaneggiamenti di un pazzo superstizioso.

Daneel sbuffò contrariato.
 
“Dottor Pineta, è strano però, non trova?” il tono di Thompson apparve incerto.
“Che cosa, Robert?” domandò l’altro, tornando a sedersi accanto allo studente.
“Beh, la registrazione risale a prima del passaggio di Griffin, di questo possiamo essere certi. La città in cui è stata trovata è stata letteralmente rasa al suolo dallo spostamento d’aria.” azzardò il ragazzo.
“Si. Direi che questo è l’unico punto interessante, cassetta a parte, possiamo convalidare l’ipotesi che la zona di contatto e l’origine del bradisismo sia realmente nel quadrante Alfa” annuì Daneel, annoiato.
“Si, signore ma non parlavo di questo. Vede, pensavo a ciò che dice l’uomo della registrazione … cioè, a ciò che dà ad intendere …“
Chiaramente il ragazzo era teso, sapeva che il dottore non avrebbe accolto con piacere la sua teoria ma sentiva il bisogno di parlare, aveva notato una strana coincidenza che non riusciva a spiegarsi.
“Dove vuoi arrivare, Robert?” lo incitò quindi il dottore. Trovava molto fastidiosa la reticenza di Thompson, soprattutto quando era provocata dalla paura che lo studente aveva per le sue possibili reazioni. Gli studenti insicuri avevano la strana capacità di farlo sentire in colpa prima ancora di averli mandati a farsi benedire.
“Beh, dottore, non può non aver notato un’incredibile coincidenza.” sorrise il ragazzo.
“Quale coincidenza, Robert? Comincia ad essere tardi, se non arrivi al dunque ti mollo qui e vado a dormire.”
“Questo Morgan alla fine dice qualcosa come: L’Oscurità vi avvolgerà tutti.
Come ha detto lei, sembrano solo le farneticazioni di un pazzo ma oggi, con il senno di poi, sapendo cosa è accaduto nel mondo poco tempo dopo la registrazione di quel nastro, mi vien da pensare. E‘ come se avesse previsto l‘Era di Tenebra. Non lo trova strano? In fondo noi non abbiamo ancora davvero trovato segni effettivi del passaggio di Griffin né sulle carte dell’epoca, né sul terreno e se … ” non terminò la frase, Daneel lo studiò per un momento, poi scoppiò a ridere apertamente.
“E se un demone cattivo avesse conquistato il mondo e trascinato nell’oscurità ogni essere vivente?” concluse l’altro, ridendo.
“Thompson, ti facevo più realista.” aggiunse con un sorriso indecifrabile. “Suvvia, non ti lascerai convincere da queste stupidaggini? Viviamo nel venticinquesimo secolo, neppure i bambini temono più il buio, al giorno d’oggi. Non è stato un demone a causare la nostra Era di Tenebra, così come non fu Fenrir il lupo a mangiare il sole ai tempi del Ragnarok e così come le piaghe d’Egitto non furono provocate da una punizione divina; sono stati tutti semplici avvenimenti naturali. Oggi sappiamo spiegarli e non ha senso cercare giustificazioni insensate o irrazionali. Abbiamo superato certi ragionamenti, grazie al cielo.” terminò, tornando al suo solito tono didascalico.
“Si, è vero ma è anche vero che non conosciamo tutti i fenomeni naturali che caratterizzavano la terra prima del passaggio di Griffin e chissà, forse qualcosa di reale  potrebbe anche nascondersi dietro il racconto di Morgan.” proseguì caparbio lo studente.
“Se tu fossi mai stato sulla Terra, Robert, se avessi partecipato ad una delle spedizioni di recupero ed avessi visto dal vivo, come ho visto io, gli effetti del cataclisma o anche semplicemente uno di quegli spaventosi quanto meravigliosi fulmini che si sprigionano dalla nube di detriti, avresti sentito il bisogno di nasconderti davanti a tale potenza, avresti immediatamente pensato ad un intervento divino; anche io, devo ammetterlo, davanti ad un simile spettacolo, ho provato un’irrazionale e profonda paura, come non mi era mai capitato. Eppure noi tutti sappiamo che i fulmini sono provocati dal magnetismo della Terra che oggi è potenziato dalla presenza di residui metallici all’interno della nube stessa.
Vedi? Pensando così, fa molto meno paura. E’ proprio qui il problema, la paura genera i mostri della fantasia, la razionalità e la conoscenza li eliminano definitivamente. Il buio ti può far paura solo se non sai cosa si nasconde dietro di esso, Robert, in quel caso allora temerai un altro Essere Umano non certo un inesistente mostro. Questo signor Morgan probabilmente aveva saputo del passaggio della cometa dai media, sappiamo per certo che all’epoca avevano una tecnologia sufficiente a poterla quanto meno prevedere con largo anticipo, previsione che ha permesso ad una parte della popolazione di salvarsi, rifugiandosi nel sottosuolo. Il nostro Morgan ha avuto paura, sapeva di non potersi salvare da una forza che andava contro ogni umana ragionevolezza, conosceva i probabili effetti della cometa ed ha per questo creato il suo mostro immaginario. Se ciò che racconta sul suo passato è reale, mi sembra chiaro che fosse psicolabile, la notizia dell’arrivo di Griffin deve averlo semplicemente scosso al punto di perdere completamente il senno.” sentenziò Daneel Pineta, alzandosi in piedi. “E quella voce finale, - aggiunse, interrompendo l’ennesima obiezione del giovane - potrebbe essere qualsiasi cosa: da un parente, presentatosi nella stanza dove è stato registrato il nastro, allo stesso Morgan affetto da personalità multipla.”
“Ha sempre una risposta pronta, dottore?“ borbottò corrucciato Thompson.
“Sono uno scienziato, ragazzo mio.“ gli strizzò l’occhio, prima di prendere a stiracchiarsi e sbadigliare. “E dopo questo, credo proprio che me ne andrò a dormire. Domani a mente fresca tenteremo di cavare qualcosa di utile da questa storia.”

 

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(1) Jack Griffin: protagonista de “L’uomo invisibile” di H. G. Wells.

 

  
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