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Autore: Kuroshikai    25/04/2011    2 recensioni
Il viaggio nel mondo dei pokemon per Kuro è appena incominciato, ma le difficoltà non mancano... Nel suo viaggio per salvare i genitori del suo Eevee, rapiti dalla malvagia organizzazione del Team Rocket, il ragazzo incontrerà nuovi amici e nuovi compagni di viaggio.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Non so cosa mi avesse svegliato,forse le voci lontane che parlavano di non so cosa o forse la luce del sole che penetrava le palpebre tingendo tutto di rosso. Aprii gli occhi con fatica, le palpebre sembravano pesantissime. La luce del giorno mi accecò e le voci diventavano sempre più chiare e vicine. << Oh guarda papà! Si sta svegliando!>>, disse la voce di un ragazzo e subito dopo sentii il rumore di passi di corsa sul legno. “Cos’è successo?”, mi chiesi mentre il mondo usciva dal bianco della luce. Mi ricordavo un bosco e un uovo … Di scatto si aprirono i miei occhi, quando mi tornarono in mente tutti i ricordi di quella notte. << Eevee!>>, gridai e mi misi a sedere, facendomi girare la testa.

Una grande mano calda e forte si appoggiò sulla mia spalla e la voce bassa di un uomo disse: << Non ti preoccupare per il tuo uovo. L’abbiamo messo in una delle nostre incubatrici.>> Spostai lo sguardo sul uomo. Aveva più o meno l’età di mio padre, i capelli corti e brizzolati, gli occhi di un caldo marrone nocciola. Aveva la barba ed un sorriso rassicurante. Per un momento rimasi solo confuso a guardarlo negli occhi, poi il mio sguardo cominciò a vagare per la stanza.
<< Ma... Dove sono?>> Ero in un letto, in una camera che sembrava quella di un bambino, con poster di Pokemon, libri sui Pokemon ed altri gadget vari sugli scaffali e vicino al computer spento sulla scrivania. Notai che non avevo più addosso i miei vestiti ma un pigiama bianco con dei cerchi blu e rossi. L’uomo sembrò capire il mio imbarazzo, perché disse: << I tuoi vestiti erano bruciati e strappati, così mia moglie te li ha tolti e Lee ti ha prestato un suo pigiama>> Guardai il ragazzo che stava vicino al padre. Non l’avevo visto subito, ma doveva essere lui quello che aveva chiamato “papà”, mentre mi stavo svegliando. Mi sorrideva come per salutarmi. Aveva più o meno la mia età, capelli biondi e mossi e gli stessi occhi marroni del padre. Portava una T-shirt verde con un Togekiss stampato sopra e finalmente riconobbi la strana il motivo che c’era sul pigiama bianco che indossavo: Erano gli stessi cerchi blu e rossi sul corpo di Togekiss!
<< G-grazie… >>, mormorai. << Figurati, ne avevi bisogno! Eri talmente malconcio che sei svenuto in mezzo al bosco.>> Lee sorrise malgrado suo padre gli avesse lanciato un’occhiataccia. << Tieni>>, disse poi il ragazzo e mi diede un bicchiere d’acqua fresca. Mi accorsi solo allora di quanto fosse secca la mia gola e l’acqua era proprio ciò che mi serviva.
Svuotai il bicchiere facendo attenzione di non bere tutto in un solo sorso. Poi guardai il padre di Lee. << Cos’è successo? >>, chiesi ancora un po’ stordito e molto confuso.
L’uomo fece un sospiro e si alzò per prendere una sedia. Lo seguii con gli occhi, stringendo stretto il bicchiere fra le mani. Ancora non mi fidavo di questi estranei … Ma mi avevano salvato quindi comincia a rilassarmi. Il padre di Lee si sedette accanto a me. << Ti abbiamo trovato ieri nel bosco che scappavi da un Persian. Hai gridato aiuto e poi hai perso i sensi. Grazie al cielo io e Togic siamo riusciti a scacciare il tuo cacciatore. Sei stato fortunato, ragazzo.>> L’uomo era serissimo mentre raccontava la vicenda. Io annuii, ricordandomi di quell’ultima scena. Ero davvero stato fortunato. << Si, credo di aver visto… un Pokemon.>>
<< Comunque, dopo averti soccorso, ti ho portato qui, alla nostra fattoria nei pressi di Lavandonia.>>, continuò l’uomo. ”Lavandonia…”, pensai. Non era troppo lontana da Cerulean. <>, rise il padre ridendo. << Io sono Mike, il proprietario di questa fattoria. Mio figlio Lee ha quasi dieci anni.>> Lee sorrise. In quel momento si aprì la porta ed entrò una donna con i capelli biondi che portava un vassoio in mano, seguita da un Pokemon bianco con dei cerchi rossi e blu che volava leggero dietro a lei. << Pensavo che forse ti fosse venuta fame, così ho preparato una minestra energetica.>>, disse sorridendo la donna. << Questa è mia moglie, Grazia e questo…>> Il Pokemon si poso sulla spalla di Mike. <> Togic mi guardò dicendo “Toge!” e sorridendo. Sorrisi anch’io. Era vero che i Togetic portavano felicità!

Lee mi guardò con gli occhi sgranati dalla curiosità: << E tu come ti chiami?>>
<< Lee! Non essere così prepotente! Si è appena svegliato!>>, lo rimproverò la madre. <>
, risposi mentre Grazia metteva il vassoio sulle mie gambe. << Su, mangia prima di racconti, così almeno ti tornano anche le forze.>>, disse sorridendo. Annuii e presi il cucchiaio. Provai solo un goccio della zuppa rossa. Era buonissima! Così continuai a mangiare, dimenticandomi di raccontare nulla. Solo quando il piatto era vuoto e Grazia riprese il vassoio con piatto, bicchiere vuoto e cucchiaio me ne ricordai.
<> Lei sorrise e se ne andò.
<>,cominciò Mike. <> Non lo guardai negli occhi. I ricordi di quella notte cominciavano a salire su, a bloccarmi la gola. Ma dovevo comunque spiegare ai miei salvatori che cosa era successo. E così raccontai, piano e sforzandomi di dire qualsiasi dettagli tutta la storia.

Mike mi ascoltò attentamente e non mi interruppe nemmeno una volta, finché non ebbi finito il mio racconto.
<< Allora sei stato più che fortunato… Comunque>> Mike si alzò, Togic sulla spalla. << Andrò a telefonare ai tuoi genitori. Saranno sicuramente in pensiero e ti staranno cercando in lungo e largo.>> Lo ringraziai e prima che uscisse dalla porta però, lo fermai. << L’uovo? Sta bene? Lo posso vedere?>> <>, disse Lee entusiasta guardando il padre. Mike fece una smorfia di disappunto. << Tua madre non sarebbe d’accordo… Ma se Kuro se la sente…>>
<< Si, si! Sto benissimo anche grazie alla zuppa di vostra moglie!>>, dissi in fretta. Volevo rivedere l’uovo che mi aveva affidato Vaporeon. Chissà se era riuscita a scappare…
<< Dai papà! Ti preeeego!>> Mike sospirò. << E va bene! Ma gli dovrai dare alcuni dei tuoi vestiti, visto che i suoi sono praticamente distrutti.>> Lee esultò. << Certo, non c’è problema!>>

Rimasi sorpreso dalla grande stanza delle incubatrici. Era accanto alla stalla dei Miltank e Mareep e facevo fresco, sempre la temperatura ideale per la crescita dei Pokemon. << Noi qui abbiamo tanti Miltank, Mareep e Tauros. Quando si accoppiano troviamo delle uova e le mettiamo nelle incubatrici, finche non sono pronte per schiudersi.>>, mi spiego Lee portandomi verso le incubatrici più lontane. Guardai in alcune di esse: Erano macchinari grandi abbastanza da tenere dentro un uovo di Pokemon nella loro cellula di vetro. In alcuni c’erano delle uova nere con due macchie rosa fra cui quella in basso era più grande di quella in alto. In altre incubatrici invece c’erano delle uova azzurre con una chiazza gialla sulla parte superiore e con una chiazza grigia dietro. Dovevano essere Miltank e Mareep, come mi aveva appena detto Lee.
<< Eccolo qua il tuo uovo.>> Subito lo raggiunsi. Nell’incubatrice di vetro, riconobbi l’uovo marrone che avevo salvato dalle grinfie del Team Rocket. <>, sobbalzai vedendo una piccola incrinatura sulla parte alta dell’uovo. << Davvero? Oh
, già! Hm, però ieri non c’era, ne sono sicuro…>> Lee mi guardò entusiasta. << Significa che allora sta per nascere!>> Rimasi impalato, come colpito dal fulmine. <>, mormorai.
<> Lee mi strattonò via dal mio uovo per farmi vedere un altro uovo, nell’incubatrice accanto. Era bianco con l’inconfondibile motivo di cerchi asimmetrici blu e rossi. << Togic l’ha deposto qualche mese fa e visto che presto avrò dieci anni, mio padre mi ha detto che posso prenderlo come mio primo Pokemon!>> Il ragazzino era al settimo cielo e guardava con occhi pieni d’orgogli il suo uovo. Sorrisi a quella scena. Ma guardando l’uovo, mi accorsi di una piccola crepa. << Ah! Ma si sta schiudendo anche il tuo!>>
<< COSA?! Oh mio Dio è vero!>> Lee ormai era nell’euforia assoluta. << Presto, andiamo a dirlo a papà!>> Mi prese per un braccio e corse via, trascinandomi con lui.

  
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