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Autore: Starsshine    25/04/2011    3 recensioni
Una bugia può cambiare una storia d'amore?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi!

Spero che abbiate trascorso una buona Pasqua :)

E come sempre sono qui a ringraziare tutte le persone che seguono la mia fan - fiction e anche alle new - entry: Kaida Seleny, mylifeabeautifullie, ____Manu____ del gruppo. Benvenute nel caverna della pazza! XD

Ringrazio sempre Martina che commenta con tanta passione e dedizione i capitoli (grazie tesoro!)

E come al solito... spazio alla lettura!

Alla prossima!

Fede xD

 

“Amore, l'ultimo scatolone lo porti tu?” domandai a Shannon mentre prendevo l'ennesimo scatolone con dentro i libri.

“Certo”

Mi lascio un bacio sulla guancia.

Spinsi la porta di casa e appoggiai lo scatolone per terra vicino alla libreria che incorniciava il salotto.

Alzai lo sguardo e mi lasciai trasportare dai ricordi appena vidi una delle nostre foto.

 

“Bells dai ci scatti una foto?” gli avevo domandato per l'ennesima volta con la voce rauca e bassa a causa di quel concerto appena finito.

“Okey, a patto che tu, domani non parli”

“E come faccio a comunicare?”

“A gesti, scrivi, insomma comunichi”

“Lo sai che non ce la farò mai”

“Lo so”

Mi avvicinai a pochi centimetri dal suo viso, finché non arrivò Shannon a braccarlo, stile rugby.

“Shannon! Avvisami la prossima volta che mi vuoi saltare a dosso!”

Scoppiai a ridere.

Matt si alzò e prese la macchina fotografica di Shannon e scattò una foto a me e a lui.

Era una di quelle pose innaturali, occhi negli occhi, mani intrecciate l'una alle altre.

“Ragazzi siete meravigliosi” dissero Chris e Dom al unisono.

“Grazie”

Mi voltai verso Shannon e gli sorrisi.

Poi sorridemmo anche a tre ragazzi del Devon davanti a noi, accorgendoci infine che ci avevano scattato un' altra foto.

 

 

Ritornai al mondo reale.

Sorrisi all'idea di quella strana e buffa serata.

Poi mi soffermai su un'altra foto.

Questa volta eravamo io e Shannon.

Poi il buio.

 

Punto di vista di Shannon - “Resisti”

Misi il cellulare in tasca e presi l'ultimo scatolone.

“Sara Mc Howen la prossima volta lascio portare a te gli scatoloni più pesanti” dissi tra me e me.

Chiusi la macchina e percorsi il piccolo vialetto di casa.

“Amore, sei sicura di aver preso tutto?” domandai, senza ottenere risposta.

Era lì distesa per terra, non si muoveva.

“Dai amore alzati da terra, dopo senti freddo e ti viene mal di stomaco”

Mi fiondai su di lei.

La presi tra le mie braccia.

“Cazzo! Sara! Cazzo svegliati”

“Fratellone c'è qualcuno in casa?” domandò Jared entrando.

“Jared, Tomo chiamate qualcuno”

“Cosa è successo?”

“Non lo so Jared... Io stavo prendendo l'ultimo scatolone, sono entrato in casa e lo vista per terra”

La strinsi tra le mie braccia.

“Piccola mia non mi lasciare, ti prego!”

Tra le mie braccia sembrava più piccola, indifesa, bianca, senza vita.

“Dobbiamo portarla in ospedale”

La coprii con una coperta e salimmo in macchina.

“Amore mio, adesso ti portiamo in ospedale, resisti”

La macchina sfrecciava attraverso le strade losangeline.

Il sole era una palla di fuoco in cielo ed illuminava tutto con la sua forza e potenza,ed anche il corpo di Sara che stava pian piano diventando pallido e bianco.

“Tomo scendi con Shannon, io vado a parcheggiare” ordino freddo mio fratello.

Vidi Tomo scendere e aprire la portiera.

Guardai Jared.

I suoi occhi azzurri erano spaventati e impauriti quanto i miei.

“Ti voglio bene Shannon”

“Ti voglio bene Jared”

Scesi dalla macchina e corsi al Pronto Soccorso.

“Forza piccola mia, resisti”

“Cos'è successo alla ragazza?” mi domandò il dottore davanti me.

“Sara è svenuta e non ha più preso conoscenza” risposi con la voce tremolante.

Il dottor Green, questo è quello che avevo letto dal suo badge di riconoscimento, prese Sara dalle mie braccia e la mise su una barella.

“Rimanga qui ad aspettare Shannon”

Sfiorai il braccio di Sara, prima che la portassero via.

Vidi sfrecciare la barella oltre le grandi porte turchesi dell'ospedale.

Mi sedetti, di fianco a Tomo che nel frattempo aveva appoggiato una mano sulla mia spalla.

“Grazie Tomo” gli dissi abbozzando un flebile sorriso.

Guardai il grande orologio che era nella sala d'aspetto.

Ore : 16 e 30.

Resisti, fallo per me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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