Diciotto rintocchi di luna ricordano al petto
quanto è passato.
Tre a guardarti, sconosciuto, con sospetto:
non volevo esporre il mio cuore emaciato.
Metà e più buttati al vento,
solo piccole interruzioni di timida speranza;
un'estate data in pasto al tempo
e a pensieri di riluttanza.
Uno a farmi sfiorare da mani non desiderate.
Solo l'autunno - folata di morte!? -
mi ha donato coraggio:
solo allora ho aperto le porte,
cigolanti, lanciandomi una sera ad un flebile arrembaggio.
Da allora è iniziata questa corsa,
metà caccia e metà fuga.
Ma, ormai, ho i polmoni in una morsa...
quanto vorrei fosse conclusa!
Invece rimango a guardarti
e a volte vorrei stare a casa, la sera.
E continuo ad insoddisfare il desiderio di abbracciarti.
E il letto è freddo, ed è primavera.