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Autore: Kuronekoshi    26/04/2011    0 recensioni
La carta stagnola,come le stelle, non brilla di luce propria ma riflette quella degli altri, quindi che succede se la carta stagnola riuscisse a brillare nel buio?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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I miei sogni sono incubi,sono armi nucleari. Ultimamente tutti ce l'hanno su col nucleare,e hanno una maledetta ragione. Quindi si, vi permetto di farmi smettere di sognare, non è sbagliato proteggervi.
I miei sogni li ho persi,li ho persi al gioco. A dadi,in verità. La vita mi ha sfidato,ci siamo date guerra, come fosse Risiko e il nostro obbiettivo fosse distruggere una l'armata dell'altra. Una guerra violenta e sanguinaria, la più orrenda e atroce di tutte le guerre mai combattute. La vita difficilmente ti fa vincere,lei possiede armi fortissime, sa i tuo punti deboli, è una puttana. Ecco cos'è la vita. La vita che senza la morte non sarebbe nulla. La morte,è poi così brutta? In fondo non c'è razzismo o corruzione in essa, tutti la temono, tutti potrebbero vederla. La morte è un fantasma senza età, senza tempo, senza corpo o cuore, senza anima e senza sentimenti. La morte è una delle poche cose giuste della vita. Giusta? No, la morte non è giusta! In realtà non è giusta la vita, perchè la vita governa la morte.

Sono passati pochi giorni dall'inizio della scuola, sono come un animale ferito che si ritrova nel bianco di una clinica. Spaesata e confusa nel grande cortile a mangiare caramelle, ho un debole per quei piccoli demoni. Di anno in anno alle caramelle si sostituirono le sigarette, al succo di frutta la vodka, al vestito a fiori un corpetto nero con i lacci, al coprispalle la giacca di pelle. Da angelo divento demone. Iniziai a fumare a 11 anni, spinta da quel desiderio di vedere che ci fosse di bello. Bhe ecco,di bello non c'è una beata mazza. Non ho idea di perchè mio padre lo trovasse così bello. Un giorno mi becca, non sembrava arrabbiato, forse deluso, non mi parlò per un po'. Poi tornò a casa una sera e si sedette al tavolo,aprì un pacchetto di sigarette americane (un regalo di mamma), posò il posagenere in mezzo e mi chiamò: "Vieni,fumiamo un po' insieme". Da allora ogni sera una sigaretta e una chiacchierata con papà.
Mia madre morì l'anno succesivo,avevo 12 anni. Morì durante una rapina. Il suo capo venne al funerale, quel grassone pieno di soldi, non una parola carina nei nostri confronti. Pensò,invece, che i soldi potessero colmare il vuoto lasciato dalla morte e pensò lui ai funerali.
Iniziai così a bere, nel silenzio della notte,tra lacrime e vestiti enormi. 
Ecco il liceo, andai in un artistico,si spendeva meno e c'è più possibilità di non essere emarginati. Che illusa. Sono stata esclusa ugualmente. Sempre sola all angolo, a fumare o mandare messaggi.
"Quattordici anni e sei già conciata così? Stai messa male"
"Che ne puoi sapere tu,sei una zitella che vive ancora con sua madre"
"Ragazzina,devi portare rispettoper i professori!"
"Il mio rispetto se lo può infilare in un certo posto"
"Vieni,andiamo subito dal preside"
Avete presente il miglio verde? Ecco,penso che quello sia stato il mio.
  
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