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Autore: ka_chan87    06/02/2006    13 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi, eccomi qua! Scusate per questa settimana di ritardo ma come vi avevo anticipato sono piena di impegni fino a scoppiare! -___-
Però sono qui con un capitolo decisamente più lungo rispetto agli ultimi! ^___^ Senza indugiare, passerei con i ringraziamenti per i vostri bellissimi commenti: Lorimhar (Ah, quanti bei complimenti! Sono contenta che il nome Hirador sia piaciuto, sono molto soddisfatta! Comunque per il fatto Inuyasha ‘Mago ’ non ti preoccupare, non mi hai deviato, anche io ci avevo già pensato… e visto che la cosa pare piacere mi adopererò per approfondirla! E anche un eventuale scontro Inuyasha – Kagome aveva già preso in considerazione… bè, staremo a vedere! ^___^ Parlando di libri… hai detto Eragon, eh? Mmmh, si mi sembra di averlo presente…. MI RACCOMANDO LEGGILOOO!!! È stupendo quel libro – per non parlare di Eldest *____*. Comunque, come sempre, grazie mille per i tuoi commenti e il tuo sostegno, un bacione ^___^); Elychan; giodan; raska81; cri-chan (Carissima! ^__^ Allora… alla tua domanda se è possibile che Hirador e Harliem potrebbero avere delle uova… la risposta c’è ma non te la posso dire adesso visto che farà parte di una delle varie spiegazioni riguardo ai Draghi ^^ Perciò credo ti farò aspettare un po’ ;P ); Lila; Honey; Hikari_Takaishi_87 e inukun che è una new entry ^___^.
Grazie mille a tutti quanti e anche a coloro che leggono semplicemente ^____^.

19° CAPITOLO “DANZANDO TRA GLI INCUBI”

“Un ballo?!?”
“Kagome, calmati per favore”
“Sì… ma, ecco…”.
Nella soleggiata Eldoras, trasformata dall’arrivo della primavera, c’era un gran fermento.
Due mesi prima, circa, in seguito alla Cerimonia della Nascita della Principessa Kagome era stato finalmente scoperto, dopo lunghi anni, l’altissimo pilastro, simbolo della città.
Questo consisteva in un imponente colonna in Pietra di Luna dal colore bianco perla, culminante nella grande statua in oro, raffigurante il Drago Supremo.
In seguito allo sterminio della Famiglia Reale era stato coperto da un’alta impalcatura nero pece, come segno di lutto.
Ma ora che il trono degli Higurashi era tornato nuovamente ad essere occupato da chi ne aveva il diritto, il grande pilastro era tornato a splendere, illuminato dai raggi del sole, di giorno e della luna, di notte.
Eldoras aveva ritrovato la sua luce.
Nello studio del nobile Takehiko si discuteva di una questione che, inaspettatamente, si stava rivelando alquanto ardua.
L’ingresso ufficiale in società di Kagome.
“Adesso che sei ufficialmente un Cavaliere è necessario che tu ti presenti al popolo. E poi hai giusto sedici anni, l’età perfetta per questa cosa”. Takehiko guardò dolcemente la cugina, con sguardo comprensivo. Di certo poteva capire l’agitazione della ragazza… da un piccolo villaggio di ‘contadini ’ si era ritrovata nella grande capitale della Terra Centrale e addirittura col ruolo di Principessa….
“M- ma io non penso sia necessario…. Insomma mi conoscono tutti e poi non credo di essere la persona adatta a partecipare a dei balli… i vestiti eleganti, il trucco, le danze… no, non sono per me” insistette Kagome, con sguardo preoccupato. L’idea di dover partecipare a un evento simile, di cui, peraltro, sarebbe stata la protagonista, la terrorizzava più dell’idea di trovarsi nella tana di un branco di sanguinosi Youkai, disarmata.
“Suvvia Kagome, mi sembri una bambina che fa i capricci” la riprese scherzosamente il Governatore “Vedrai che non sarà così terribile”.
Il Cavaliere guardò il cugino con un pizzico di irritazione. Ormai aveva deciso, era chiaro. Indugiò su di lui ancora il suo sguardo argenteo per poi sospirare rumorosamente
“D’accordo…” disse, rassegnata.
“Così mi piaci! Do subito l’ordine di cominciare con i preparativi, non voglio trattenerti oltre…” le disse affettuosamente.
“È un modo carino per dirmi di levarmi dai piedi?” gli domandò sarcastica la ragazza, alzandosi dalla sua seduta
“Sì, anche se detto in modo più galante” ridacchiò l’altro, in risposta. La cugina gli sorrise per poi uscire dallo studio.

“Maledizione, ci mancava solo questa!”.
Kagome, mentre percorreva gli eleganti e lunghi corridoi del Palazzo, borbottava indispettita per l’esito di quell’incontro.
Un ballo!
Una cosa decisamente inutile, in quel periodo! Avevano bisogno di allenarsi, non di ballare e bere birra ad una stupida festa!
Sospirò.
In fondo capiva anche le ragioni di suo cugino Takehiko. Oltre al fatto che fosse doveroso che lei si presentasse ufficialmente al Paese, l’aria di festa, sicuramente, avrebbe giovato all’intera città.
Sospirò di nuovo. Sapeva che il suo ruolo di Principessa avrebbe richiesto dei sacrifici… ma di certo non aveva pensato che avrebbe dovuto affrontare anche cose simili!
Lei… a un ballo…. Che idea ridicola!
“Non te l’hanno mai detto che non fa bene sospirare troppo?” una voce a lei fin troppo nota la fece trasalire
“Oh no, ti prego, tutto ma non te in questo momento!” si lamentò la ragazza, parlando più con se stessa che con il suo interlocutore.
“E tu saresti una Principessa?! Lasci molto a desiderare in quanto a educazione, sai?” la schernì la voce
“Inuyasha… vedi di smetterla, non è giornata” lo ammonì Kagome, schioccandogli, finalmente, una fugace occhiata.
“Oho, cos’è, una minaccia?” insistette l’Hanyou, con un largo sorriso di scherno.
La miko si innervosì ancora di più… possibile che quella testa vuota dovesse sempre comportarsi a quel modo? O, meglio, possibile che dovesse venirgli a tiro sempre nei momenti sbagliati?
Sospirò esasperata, ancora.
“All’inizio non lo era ma se continui potrebbe diventarlo” gli disse, tagliente mentre si massaggiava le tempie.
Inuyasha era sul punto già di ribattere ma notò che, in effetti, la ragazza non era di buon umore, quel giorno.
Già erano rare le volte in cui riuscivano a rivolgersi qualche parola senza insultarsi, se si metteva a fare il cretino anche in quel momento sarebbe esplosa una litigata furiosa.
“Hirador dove l’hai lasciato?” le chiese, cambiando argomento e prendendo a camminare al suo fianco
“Nella palestra… oggi ci sono degli allenamenti congiunti… con lui dovrebbero esserci anche Harliem e Sieg” lo informò la ragazza, meno tesa rispetto a prima. Almeno si erano evitati un’ennesima sfuriata.
“Sì, giusto…. Andiamo a dare un’occhiata?” le domandò, guardandola di sfuggita. Lei tentennò per qualche istante, poi annuì, in effetti aveva voglia di guardare il suo amato Drago nel corso dei suoi allenamenti.

I due Cavalieri arrivarono in prossimità della grande palestra del Palazzo.
Entrandovi poterono vedere che, oltre a loro, anche Miroku e Sango avevano avuto la stessa idea di andare ad assistere agli allenamenti di Sieg, Harliem e Hirador.
“Buongiorno ragazzi! A quanto pare abbiamo avuto tutti la stessa idea!” li salutò Miroku dopo che li ebbero raggiunti
“A quanto pare…” rispose svogliato Inuyasha, schioccandogli un’occhiata fugace poiché concentrò immediatamente la sua attenzione sul suo Drago.
“Eeeh, sempre il solito! – borbottò il ragazzo dal codino – Tu invece Kagome come stai? Ti vedo un po’ tesa…” le chiese affettuoso il cugino. La ragazza sobbalzò leggermente… possibile che le sue emozioni fossero così visibili?
“Bè, ecco…” balbettò
“Ho capito, ne parliamo più tardi” la interruppe, sorridendole dolcemente. Lei annuì, ringraziandolo mentalmente.
Spostò anche lei lo sguardo sul gruppo di Draghi che occupavano la palestra. In totale erano sei, un Drago per ogni specie.
Sicuramente Hirador aveva avvertito la sua presenza ma non voleva disturbarlo, perciò non lo chiamò tramite il pensiero.
Sorrise nel guardarlo mentre, attento, seguiva tutto ciò che il Cavaliere loro istruttore, insieme al suo Drago, stava loro spiegando.
Accanto a lui c’erano Sieg e Harliem, anche loro presi quanto lui.
Evidentemente, per rendere più equilibrati gli allenamenti misti, avevano formato dei gruppi di Draghi della stessa età.
Kagome sorrise orgogliosa di vedere che tra i sei, Hirador spiccasse per grandezza, nonostante fosse il più giovane.
Nonostante quello non fosse il loro primo allenamento, per Harliem, Sieg e Hirador era la prima volta che affrontavano una seduta di quel tipo.
Gli allenamenti congiunti servivano affinché ogni Drago potesse osservare e conoscere le caratteristiche degli altri visto che, nelle battaglie, capitava che Draghi di diverse specie si ritrovassero a combattere insieme, nonostante la Milizia fosse organizzata in reggimenti divisi per specie. Ma, comunque, la diversità di tipologia di Draghi, in battaglia, si rivelava essere più che utile proprio perché c’era la possibilità di studiare tantissime diverse tipologie di attacco.
Oltre a questo, c’era anche il fatto che alcuni Draghi erano portati maggiormente per l’offensiva mentre altri meno – per quanto queste creature, di natura, fossero adatte al combattimento – o, viceversa, alcuni possedevano particolari capacità di difesa, utilissime negli scontri.
Draghi di questo tipo erano quelli di Terra, come Sieg. Le creature appartenenti a questa specie possedevano una grande potenza fisica alla quale, però, corrispondeva una minore agilità sia nei movimenti che nel volo.
I Draghi di Terra erano eccezionali e imbattibili per quanto riguardava le tattiche di difesa. Capacità come quella di provocare terremoti, inoltre, permettevano il disorientamento dei nemici e la possibilità per Draghi come quelli di Fuoco di attaccare.
Questi ultimi, infatti, insieme ai Draghi di Metallo e quelli d’Oro erano, per eccellenza, i maestri dell’offensiva.
Dotati di potenza fisica e di una grande agilità nei movimenti e nel volo, grazie alla loro potentissima fiammata erano in grado di sbaragliare velocemente un grosso numero di nemici. A questo proposito, inoltre, erano in grado di variare la temperatura della fiamma la quale poteva raggiungere i 300° C. Grandi risultati si ottenevano dagli attacchi congiunti di Draghi di Fuoco e Draghi di Vento che, appunto, avevano la capacità, grazie al loro soffio, di creare correnti ventose, adatte a propagare le fiammate dei Draghi di Fuoco.
Ovviamente, ciascun Drago, ampliava e migliorava i propri attacchi grazie anche alla Magia esercitata dal proprio Cavaliere, il quale poteva disporre degli elementi. Chiaramente, una sbagliata combinazione di questi due tipi di forza, oltre che rendere vano un attacco, poteva nuocere al Drago e Cavaliere stessi.
C’è da dire, poi, che nel primo periodo di vita dei Draghi, la Magia elementale esercitata dai propri Cavalieri era molto utile poiché, essendo ancora nella prima tappa della loro esistenza – quindi quella di ‘cucciolo ’ – le creature non erano ancora in grado di esercitare incantesimi di Primo Livello i quali erano decisamente più potenti di quelli che già possedevano fin dalla nascita.
Il legame tra Drago e Cavaliere si faceva sentire anche in questo campo, poiché migliorando uno, migliorava anche l’altro e viceversa.
Questo, fondamentalmente, era il principio base insegnato a Draghi e Cavalieri, poiché da questo dipendeva per la maggior parte il successo di ogni missione e battaglia.
Il soldato e la creatura loro insegnanti insistettero particolarmente su questo punto.
Il Cavaliere loro istruttore era uno dei più anziani e abili all’interno della Milizia e il Drago suo compagno era un potente appartenente della specie del Fuoco dalle ampie conoscenze ed esperienze.

“Ma sa solo ciarlare quello?” bisbigliò un annoiato Inuyasha, sbadigliando sonoramente.
“Sei proprio un cretino, tutto ciò che sta dicendo è di fondamentale importanza!” si sentì riprendere da un’accigliata Kagome che aveva udito le sue parole.
“Come osi darmi del cretino?!? E poi, scusa tanto, ma non mi pare che stessi parlando con te! Se ti dà tanto fastidio quello che dico, levati di torno!!!” sbraitò il mezzo- demone, offeso
“Invece lo ribadisco eccome: sei un cretino! Mi chiedo come tu possa essere un Cavaliere se non riesci nemmeno a seguire dei discorsi così importanti, che riguardano anche te! Cosa pensi di fare in battaglia, attaccherai tutti coloro che ti capiteranno davanti così, a casaccio?!?” gli urlò in risposta la ragazza, mentre il tono della discussione andava in crescendo finché non si ritrovarono a urlare come due ossessi.
“Ehm… ragazzi…” cercò di intervenire Miroku, con scarsi successi.
“Su, non mi pare il caso…” ritentò di nuovo ottenendo un ennesimo fallimento. Anche Sango cercò di dargli manforte, ma, come lui, fallì miseramente mentre i due andavano a discutere sempre più animatamente
“ADESSO BASTAAA!!!” scoppiò infine Miroku, facendoli, finalmente, zittire “Non vi siete accorti che state disturbando la lezione?!?” continuò, calmandosi ma sempre mantenendo un tono severo.
Inuyasha e Kagome arrossirono nel vedersi puntati addosso tutti gli occhi dei presenti e ognuno dei due poté avvertire la disapprovazione e l’imbarazzo dei propri Draghi nell’averli visti in quella pessima occasione.
“Scusateci – disse poi il ragazzo dal codino verso il gruppo che si stava allenando – Togliamo il disturbo, vero?!” disse, guardando severamente la cugina e l’Hanyou che annuirono, mortificati.
In silenzio i quattro uscirono dalla palestra permettendo così il tranquillo proseguimento della lezione.
“Ma possibile che voi due dobbiate sempre litigare?!?” sbottò Miroku una volta fuori
“Scusa…” disse debolmente Kagome, con lo sguardo basso e le gote in fiamme. Si era comportata come una bambina.
“E tu? Non hai niente da dire?” chiese il Majutsushi, guardando Inuyasha
“… Mi dispiace” rispose, atono, seppur anche lui in uno stato di leggero imbarazzo.
“Eeeh… più che a me, dovrete chiedere scusa a Harliem e Hirador, come minimo si sarebbero voluti seppellire!” esclamò il Cavaliere dagli occhi blu, ridacchiando
“Pensi di continuare a lungo?! Abbiamo chiesto scusa, che vuoi di più?!?” sbraitò Inuyasha, già abbastanza indispettito.
“Va bene, va bene, stai calmo! Piuttosto… - cominciò poi, volgendo lo sguardo verso la cugina che lo osservò a sua volta, interrogativa – Cosa c’è che non va, Kagome? È da quando ti ho vista che mi sembri strana…” le domandò, guardandola attentamente.
La ragazza abbassò lo sguardo. Quella non era la sua giornata, si disse. Per due volte consecutive si era ritrovata ad assumere atteggiamenti da immatura, cosa che non era.
Sospirò sonoramente, facendo incuriosire gli altri tre Cavalieri ancora di più.
“Tuo padre… sta organizzando un ballo…. Vuole che faccia il mio ufficiale ingresso in società…” disse, afflitta, sospirando ancora.
“Davvero?!?” Sango fu la prima a reagire. La miko la guardò perplessa: era al settimo cielo.
“Vedrai, sarà divertente! E poi, finalmente, ti potrò vedere con un bellissimo abito lungo, truccata e agghindata! Oh, non vedo l’ora!” esclamò la Cacciatrice, eccitata e stringendo le mani dell’amica. Questa, nel frattempo, la osservava inorridita. La parola ‘agghindata ’ l’aveva spaventata parecchio.
Miroku, dal canto suo, se la rideva della grossa… non credeva che la cugina potesse temere proprio un semplice ballo!
Anche Inuyasha era alquanto divertito… vedere Kagome con quell’espressione tra l’impaurito e l’inorridito non era cosa di tutti i giorni! Ormai sembrava che non si ricordasse più il motivo per cui avevano litigato pochi istanti prima.
“Che ne dite, andiamo a fare un giro per la città?” chiese loro Miroku
“Sì, volentieri, magari vediamo se troviamo qualche bel vestito, Kagome!” esclamò Sango, guardando entusiasta la miko che le rivolse un sorriso forzato
“S- sì… certo…” le balbettò alle spalle mentre sul suo volto si dipingeva un’espressione che diceva chiaramente ‘Tutto ma non questo!’.
“Che c’è, non ti piacciono nastrini e fiocchetti?” la schernì Inuyasha che si vide rivolgere uno sguardo omicida da parte della miko, trascinata da Sango.
Così i quattro si diressero verso l’ingresso del Palazzo, per godersi quella bella giornata di sole.
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Un grande veliero dalle vele candide scivolava veloce sulla distesa d’acqua cristallina, illuminata da mille e più riflessi dorati.
Sulla poppa della nave stava un’alta figura, i lunghi capelli neri che si muovevano accarezzati dalla brezza che faceva gonfiare le grandi vele.
“Naraku, mio Signore stiamo attraversando lo Stretto di Cronos… tra non molto saremo in vista di Kadok”.
“Bene”. Naraku mantenne fisso il suo sguardo sull’orizzonte, apparentemente indifferente.
“Hai ancora qualcosa da riferirmi?” domandò poi, sentendo su di sé lo sguardo di uno dei suoi uomini che gli aveva parlato
“Ecco… siete sicuro che la vostra offerta andrà in porto?” gli chiese lo Youkai in risposta, con voce incerta.
Il suo Signore non si girò nemmeno, ma lo sentì ridacchiare
“Più che sicuro… - disse, finalmente girandosi e mostrando al suo sottoposto il suo perfido ghigno - Alla fine di questa visita sarà ufficialmente sancita la prima alleanza tra Youkai e Orchi” e il suo sorriso si accentuò maggiormente mentre scattava in una perfida risata.
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Il giorno fatidico era arrivato. Dopo una settimana estenuante di preparativi… era arrivato.
“Sango, ti prego, sii ragionevole come puoi chiedermi di scegliere?!?”
“Perché? È così difficile?”
“Decisamente sì!! Ma ti sei guardata intorno?!?”.
Nel grande appartamento Reale in cui aveva soggiornato nei primi tempi Kagome, vi era una gran confusione oltre che a un gran via vai di serve indaffarate per portare tutto il necessario per quella serata.
Quella sera si sarebbe tenuto il tanto desiderato e atteso ballo che avrebbe visto l’ufficiale ingresso in società della Principessa Kagome!
La grande stanza da letto dell’appartamento era completamente invasa da abiti di ogni sorta e colore.
Decidere, tra quella vastità, un solo abito da dover indossare era veramente improponibile!
“Mmmh, credo di aver esagerato…” constatò Sango, guardando l’effettiva moltitudine di abiti. Lei, più di tutti, era quella maggiormente eccitata per quella sera. Non desiderava altro di vedere Kagome scendere le scale in tutta la sua bellezza!
“Sì, giusto un pochino!” la punzecchiò la miko, ridendo mentre si chinava per prendere tra le mani uno dei tanti vestiti.
“Scusateci, signorine… credo sia meglio se cominciaste almeno a farvi il bagno o non riuscirete a essere pronte in tempo…” le informò una delle serve. La Cacciatrice scattò immediatamente, afferrando per un braccio l’amica e trascinandola nel grande bagno.
“Dobbiamo sbrigarci, Kagome- chan! Non abbiamo nemmeno scelto il tuo vestito!” esclamò agitata Sango, mentre muoveva le mani frenetica
“Sango, calmati! È solo uno stupido ballo, infondo! E poi invece di pensare a me, cerca di capire cosa vuoi mettere tu! Non vorrai mica lasciarmi da sola, a quella festa, vero?!?” chiese Kagome, calcando sull’ultima domanda… lo aveva detto per scherzo ma le stava venendo il dubbio che l’amica la volesse ‘abbandonare al suo destino ’.
“No, no, stai tranquilla! – ridacchiò quella – Non ti lascio da sola nella fossa dei leoni!”
“Per un momento ho creduto il contrario!”
“E io che pensavo che non ci potesse essere niente capace di spaventarti!” la prese in giro la Cacciatrice, voltandosi leggermente per guardare lo sguardo un po’ seccato dell’altra
“Semplicemente è la prima volta che mi trovo a dover affrontare una cosa del genere… con gli Youkai non è necessario dover conoscere come si fanno gli inchini” ribatté la miko. In risposta sentì l’amica scoppiare in una risata mentre entrava nel grande bagno, chiudendo poi la porta una volta che fu entrata anche lei.
“Kagome- chan sei davvero incredibile! Ma vedrai… farai un figurone, ne sono certa!” la rassicurò il Cavaliere, sorridendole.
Le due, tra una chiacchiera e l’altra, si spogliarono e si immersero nell’acqua calda mentre alcune serve si occupavano di preparare loro diverse lozioni per il corpo e per i capelli.
“Di preciso cosa devo fare?” domandò poi Kagome
“Niente di particolare… sicuramente il Governatore ti presenterà a una marea di gente, questo è certo” le rispose convinta Sango, annuendo
“Kami- sama, se supero questa sera posso dire di essere sopravvissuta davvero a tutto!”
“Comunque, almeno all’inizio, credo sarai da sola… bè, con te ci sarà il Governatore…” la informò la ragazza del Nord, facendola sussultare
“Che vuol dire da sola? E voi?!” le domandò, agitata, in risposta la miko
“Ti aspetteremo nella sala… sicuramente dovrai presentarti insieme al Governatore, visto che siete le due figure più importanti di Eldoras”
“Mh… capisco…” borbottò poco convinta la Principessa, tesa. Non sperava altro che di vedere la fine di quella serata che non era nemmeno cominciata.
Dopo essersi lavate accuratamente, uscirono dalla vasca e vennero loro incontro alcune serve che le avvolsero in grandi teli bianchi.
In seguito le fecero sedere mentre alcune ragazze si occupavano di ammorbidire loro la pelle con profumate creme mentre altre pensavano a districare delicatamente i loro lunghi capelli con balsami dalle dolci fragranze, asciugandoli con morbidi teli.
Aspettarono che i capelli fossero relativamente asciutti, poi tornarono nella camera di Kagome, coperte da due morbide vestaglie da camera.
“Ora, seriamente… dobbiamo assolutamente decidere cosa mettere” disse Sango con voce quasi tremante, guardando la moltitudine di abiti appesi ordinatamente nel grande armadio o stesi sul letto a baldacchino, messi in ordine da alcune serve.
“Allora sceglilo prima tu… io non me ne intendo, prenderò esempio da te” le disse la miko, guardandola fissa. La Cacciatrice alzò un sopracciglio… e lei che sperava di poter guadagnare un po’ di tempo convincendo Kagome nel fare lo stesso…!
“Uff… e va bene, in fondo ero io quella che non vedeva l’ora che ci fosse questo ballo!” sospirò rassegnata
“Oh, finalmente lo hai capito!” la prese in giro l’altro Cavaliere, ridacchiando.
Sango le fece il verso, dirigendosi verso l’armadio e osservando concentrata i diversi abiti.
“In effetti… sono tanti…” ammise
“Te lo avevo detto, io!” le venne dietro Kagome, puntando anche lei lo sguardo su quella massa di tessuti e colori di ogni genere.
“Basta, ho deciso!” esclamò poi improvvisamente la Cacciatrice, prendendo con uno scatto uno degli abiti.
Le due ragazze rimasero in silenzio qualche istante, fissando gli occhi sull’abito che Sango teneva in mano.
“Bè… - cominciò poi, dopo un po’, Kagome – Se lo hai preso a caso… sei stata davvero fortunata!” le disse, convinta
“Non l’ho preso a caso!” provvide a smentirla l’altra
“Ah no?” ribatté sarcastica il Cavaliere Supremo, sorridendo sorniona
“Cominci ad assomigliare un po’ troppo a Miroku” borbottò in risposta la ragazza del Nord osservando lo sguardo della Principessa. Si girò e si diresse verso il grande letto dell’amica, posandovi sopra l’abito e ammirandolo ancora.
Tra i tanti, quello era l’unico che l’aveva particolarmente colpita… tra una moltitudine del genere il ‘colpo di fulmine ’ era necessario!
Il vestito era di un morbido velluto color verde smeraldo rifinito da cuciture e modesti ma raffinati merletti dorati.
Il collo era alto, con le maniche lunghe dal fondo leggermente scampanato. La gonna, lunga fino ai piedi, era decorata, sulla parte destra, da un motivo floreale in ricami d’oro che terminavano pressappoco sulla coscia.
Sul petto, vi era un ricamo dorato che lo divideva esattamente a metà, formando una croce con l’altro ricamo che passava sotto il seno.
Semplice ma molto efficace. Per non parlare del colore che adorava!
“Sì, molto bello” annuì Kagome, come leggendo i pensieri dell’amica.
“Già! Bè, io direi che ho risolto… ora è il tuo turno, mia cara…!” le disse, sorridendo ‘cattiva ’
“Di già? Sicura che non ci vuoi ripensare, abbiamo tempo…” cercò una scusa la miko, osservando con ‘timore ’ lo sguardo dell’altra.
“No, nessun ripensamento! Forza ora, vedi di darti una mossa!” le disse affettuosamente, spingendola leggermente “Io intanto mi metto il vestito…. Dobbiamo pensare anche ai capelli”
“Sì, sì…” rispose annoiata l’altra, guardando quasi schifata quella marea di vestiti che le si parava davanti. Come le si poteva chiedere di scegliere?! Quella era la prima volta che vedeva così tanti abiti in una sola volta! In più, per una come le abituata a tutt’altro genere di vestiti era una vera tortura!
Sbuffò, passando distrattamente una mano sugli abiti, scostandoli per guardarli. Arrivata alla fine dell’armadio sospirò quasi rassegnata… per lei uno valeva l’altro!
Poi il suo sguardo cadde su una macchia di colore biancastra, semi nascosta da un’altra di un giallo limone.
Scostò l’abito che le impediva la vista e trovò quello che cercava.
Allungò una mano, toccando lievemente il morbido tessuto, quasi col timore che le si sfaldasse tra le mani.
Lo prese e se le mise davanti agli occhi, osservandolo quasi meravigliata.
L’abito era lungo, di un morbidissimo velluto color bianco perla, dai ricami argentati. L’interno era in raso, così come il piccolo strascico sul fondo.
A differenza di quello di Sango, questo abito sembrava composto da due parti: il ‘corpetto ’ e la gonna. La parte superiore, infatti, era più rigida mentre la gonna scendeva morbida e fluida.
Il collo era a barca e le maniche lunghe, sul fondo, erano molto scampanate e ampie mentre sull’avambraccio erano molto aderenti.
La gonna, a differenza di quella di Sango, era sgombra di ricami i quali, invece, erano sul corpetto.
“Perfetto…” bisbigliò, sognante.
“Kagome… è stupendo!” esclamò dietro di lei Sango. La miko si voltò e rimase colpita nel vederla
“Sa… Sango… stai benissimo!” le disse, ammirandone la figura slanciata, fasciata da quel morbido abito.
“Oh, grazie mille!” le rispose contenta l’altra, sorridendole “Comunque… per essere la prima volta che ti trovi a dover ‘armeggiare ’ con abiti di questo tipo non te la sei cavate per niente male! Questo vestito è magnifico!” osservò, accarezzandone il tessuto
“Dici che può andare?” domandò titubante la Principessa
“Certo! È perfetto per l’occasione! Forza, che aspetti a metterlo?!” esclamò la Cacciatrice, spingendola ridendo dietro il paravento affinché si cambiasse.
Dopo alcuni minuti si affacciò dal piccolo paravento una Kagome imbarazzata
“Che fai lì nascosta? Fatti vedere!” la incitò Sango, andandole incontro.
Quando la raggiunse rimase assolutamente meravigliata
“Oh, Kagome! Sei a dir poco stupenda!” esclamò, raggiante. L’afferrò per un braccio e la condusse davanti all’enorme specchio- parete.
L’immagine che vi vide riflessa la miko, la stupì notevolmente. Quella… era lei?
Il vestito perlaceo sembrava fatto apposta per lei. Si appoggiava naturalmente sul suo corpo, risaltando le sue curve, oltre che slanciarla.
“Farai rimanere tutti senza fiato!” le disse, da dietro, la Cacciatrice, poggiandole le mani sulle spalle
“Nonono! Io non ci vado proprio a quel ballo!” esclamò con foga la Principessa, scostandosi agitata
“E adesso che ti prende?” le chiese sorpresa l’altra, non capendo la sua reazione
“Ma mi hai visto?!? Non posso andare in giro così… è troppo… troppo… troppo appariscente!” gridò quasi, la voce strozzata per l’agitazione. In effetti avrebbe sicuramente attirato su di sé tutti gli sguardi dei presenti al ballo, e questo anche se non fosse stata la Principessa… quel morbido vestito non faceva altro che risaltare le sue forme, in particolare il seno grazie alla scollatura a barca.
“Kagome… Kagome! – la richiamò Sango, prendendola per le spalle – Forza… respira… ecco, così, brava. Ti sei calmata?”
“Più o meno…”
“Bene. Ascoltami, vedrai che andrà tutto bene. Non sei da sola, ricordatelo. Nonappena avrai fatto il tuo ingresso in sala ti raggiungeremo, stai tranquilla” le disse amorevole l’amica, tranquillizzandola.
“Sì…”
“Forza ora! Sotto con i capelli e il trucco!” sbottò allegra la Cacciatrice, trascinandola su una poltroncina davanti a un comodino pieno di creme, trucchi e fermagli di mille forme e colori.
“Trucco?! Non avevi detto che dovevo anche truccarmi!” esclamò allarmata la miko, guardando inorridita tutta quella marea di ‘roba ’.
“Tranquilla, tranquilla, lascia fare a me!”

“Uff!”
“Basta, accidenti smettila di sbuffare in continuazione!!!”
“Ma che cavolo vuoi, maledetto lupo?! Se ti do così tanto fastidio vattene da un’altra parte!”
“Quello che se ne deve andare sei tu! Anzi, mi chiedo ancora perché diavolo tu sia qui!”
“Me lo ha detto Miroku di farmi trovare qui, cretino! Tu, piuttosto, che cavolo ci fai qua!”
“Perché Miroku mi ha detto lo stesso!”.
Inuyasha e Kouga si stavano intrattenendo con una ‘amichevole ’ conversazione mentre aspettavano la persona che aveva dato loro appuntamento lì ovvero Miroku che, come sempre, era in ritardo.
“Quel cretino mi ha detto che non ci saresti stato!” disse con foga il mezzo- demone, lanciando sguardi di fuoco allo Youko
“Io invece sapevo che non ci saresti stato tu!” ribatté l’ookami Youkai, rispondendo allo sguardo dell’Hanyou. I due si ammutolirono, guardandosi fissi.
“Ci ha ingannato!!!” esclamarono, poi, in coro, maledicendo il Majutsushi.
“Ehilà, salve ragazzi!” il diretto colpevole di quella discussione arrivò alle loro spalle, salutandoli allegramente come se nulla fosse.
I due lo fulminarono con lo sguardo e senza dire una parola gli assestarono, uno per ciascuno, un bel pungo sulla testa.
“AHI!!! Accidenti, ma che diavolo vi è preso?!?” esclamò dolorante il ragazzo dal codino, tenendosi la testa
“Così impari a prenderci per i fondelli” lo ammonì Kouga, guardandolo bieco.
“Si può sapere di che cavolo state parlando?” chiese Miroku, tastandosi la testa dolorante
“Ci hai dato appuntamento qui, a tutti e due, sapendo bene che non saremmo venuti se sapevamo che c’era l’altro!” sbottò Inuyasha, alterato
“Appunto! Voi due siete più cocciuti e infantili dei bambini!” esclamò il Mago, cominciando a innervosirsi a sua volta
“Come ti permetti?!?” gli urlarono in coro Kouga e Inuyasha. Scontato dire che la situazione degenerò e che i tre si misero a discutere animatamente… ovviamente senza una motivazione seria.
Poi vennero interrotti bruscamente da un rispettivo colpo sul capo.
Doloranti si voltarono per vedere chi fosse il responsabile e si ritrovarono davanti un divertito e soddisfatto Mendion.
“Oooh, vedo che ora tacete, bene” disse con la sua solita voce calma
“Non sei stato molto diplomatico, devo dire” piagnucolò Miroku, con la testa che rimbombava per quel terzo colpo
“A mali estremi, estremi rimedi. Le parole non sarebbero servite a nulla con voi” dichiarò candidamente, sorridendo, il Ministro
“Tsk, viva la sincerità!” borbottò Inuyasha
“Vedo che sta sera indossi l’alta uniforme, Kouga” disse poi Mendion, guardando sorridendo l’ookami Youkai. Questi indossava la divisa del reggimento, adatta per quel tipo di occasioni. Miroku e Inuyasha, invece, non avevano indossato le loro uniformi e avevano preferito vestire con dei semplici ma eleganti abiti.
“Sì, quale occasione migliore se non quella di sta sera?” rispose quello con un ampio sorriso.
“A proposito, vi cercavo… dobbiamo recarci nel salone, molti degli invitati sono già arrivati” li informò il Ministro
“Mio padre?” domandò Miroku
“Lui è andato da Kagome. Scenderanno insieme” gli rispose l’altro
“Capisco…”
“Vogliamo andare?” disse poi Mendion, avviandosi seguito dai tre.

Toc, toc.
“Ah, dev’essere il Governatore! Oh, Kagome… sei magnifica!”. Sango rimase per l’ennesima volta affascinata dalla figura dell’amica, guardandola sognante.
“Credo che questa sia la ventesima volta che me lo dici…!” ridacchiò quella anche se imbarazzata per tutti quei complimenti.
“Non riesco a farne a meno, sei… bè, adesso vado ad aprire che è meglio” e la Cacciatrice si diresse verso la porta, e, come aveva immaginato, trovò sull’ingresso il nobile Takehiko
“Buonasera. Sango, lasciati dire che sei veramente bellissima, questa sera!” la salutò complimentandosi quello, facendola sorridere
“Vi ringrazio, ma credo che non sarò io ad attirare l’attenzione, questa sera” rispose lei, riferendosi alla miko nell’altra stanza
“La nostra Principessa è agitata?” si informò Takehiko mentre Sango lo conduceva nella stanza da letto
“A dir poco ma fate finta che non vi abbia detto niente!” ridacchiò la Cacciatrice “Kagome?” la chiamò poi, non vedendola nella stanza
“S- sono qui…” rispose flebilmente l’interpellata, facendosi avanti da dietro al paravento.
Il Governatore, nel vederla, rimase letteralmente a bocca aperta: il vestito che indossava sembrava farla risplendere di luce propria, il color bianco perla risaltava i suoi lunghi capelli ebano che quella sera, dopo tanto tempo finalmente, erano stati lasciati liberi e ora le ricadevano sulle spalle nude.
Le si avvicinò, col volto in una espressione di commozione e l’abbracciò affettuosamente
“Sei bellissima” le sussurrò. Lei arrossì, ma gli sorrise a sua volta
“Grazie, anche tu stai molto bene” si complimentò, ridendo
“Che ne dite, vogliamo far ammutolire i nostri chiassosi invitati?” disse loro poi, guardando l’ora. Erano in notevole ritardo… ma si sa, le persone importanti si fanno sempre aspettare.
“Dobbiamo proprio?” domandò sarcastica la Principessa
“Temo di sì” le rispose immediatamente il cugino, invitandola ad uscire dall’appartamento
“Io vi aspetto giù con Miroku e gli altri” li informò Sango, precedendoli “Vedrai che andrà tutto bene, sarai perfetta” rassicurò l’amica, abbracciandola.
“Grazie di tutto Sango” le disse l’altra in riposta, sorridendole. Quella le rivolse un altro sorriso per poi andarsene.
“Vieni, noi scenderemo dalle scale principali” la informò Takehiko, prendendola a braccetto.
Kagome inspirò a fondo, buttando poi fuori l’aria, lentamente… non era mai stata così agitata. Aveva condotto per tutti quegli anni una vita semi- solitaria e l’idea di doversi presentare a cento persone e più la innervosiva da morire. Sapendo poi quello che tutti si aspettavano da lei si sentì soffocare.
Quella serata era stata organizzata per lei… ma, a suo parere, sarebbe stata una tortura.

“Ma quando cavolo scendono?!?”
“Inuyasha, possibile che tu non abbia un briciolo di pazienza?!”
“Kouga tu sei l’altro, perciò cerca di fare poche prediche”
“Tu taci, uomo- ritardo!”
“Se non la smettete immediatamente tutti e tre mi premurerò di spedirvi nella guarnigione sulle Montagne della Luna per tutto l’inverno prossimo!”. La pericolosa minaccia ebbe l’effetto voluto e i tre tacquero seduta stante. Il Ministro Mendion sorrise soddisfatto. Far tacere quelle tre teste calde dava una certa soddisfazione.
“Vedo con piacere che voi, Ministro, sapete farli rigare dritto” disse una voce dietro di loro
“Buonasera a tutti” li salutò Sango, che aveva attirato i loro sguardi.
I quattro la fissarono semplicemente, senza fiatare. Erano rimasti colpiti dalla bellezza della ragazza
“Vi sentite bene?” disse lei, notando la loro immobilità. Miroku fu il primo a ridestarsi e le si avvicinò subito dopo, con uno sguardo a dir poco penetrante
“Sango… questa sera sei davvero divina” le disse con voce roca, facendola arrossire violentemente
“Gra- grazie Miroku, ma non esagerare…” rispose imbarazzata lei, distogliendo lo sguardo
“Non esagero affatto, mi hai lasciato senza fiato” continuò quello, catturando nuovamente il suo sguardo
“Oh, Miro-” ma si interruppe, visto che ‘qualcuno ’ si stava prendendo la libertà di palparle il fondoschiena.
Inutile dire che il Majutsushi non tardò a ritrovarsi con cinque dita stampate chiaramente su una guancia, oltre ai pugni ricevuti in precedenza mentre Sango lo guardava a dir poco inviperita.
“Comunque Miroku ha ragione, stai davvero bene questa sera” si complimentò il Ministro, sorridendole e baciandole la mano
“Vi ringrazio” ripose gentilmente lei, sorridendogli
“Ehi Sango, pensi che ci metteranno molto a scendere?” sbottò Inuyasha, spazientito da quell’attesa e dall’immensa folla che si era radunata – ma, in particolare, ciò che gli dava fastidio erano gli irritanti sguardi adoranti della maggior parte della presenza femminile lì riunita.
“Non credo tarderanno ancora molto, stai tranquillo” cercò di rincuorarlo lei, ottenendo in risposta un classico “Feh!”.
Proprio in quel momento si sentirono risuonare chiaramente le trombe appostate in cima alle scale e un banditore annunciare l’ingresso del Governatore e della Principessa Kagome.
Tutti i presenti nella sala si voltarono in quella direzione, trepidanti di attesa e commozione.
Dopo pochi istanti si affacciarono le due figure più importanti di tutta Eldoras.
Gli invitati rimasero ammutoliti nonappena posarono gli occhi sulla figura del Cavaliere Supremo. Tutto, in lei, era un concentrato di regalità e grazia del tutto spontanee.
“È… è stupenda…” disse, tra il meravigliato e il commosso Miroku, senza staccare gli occhi dalla cugina che, insieme a suo padre, stava lentamente scendendo la scalinata.
Non solo lui, ma anche tutto il resto del gruppo era completamente affascinato da quella visione: non sembrava affatto la Kagome che avevano conosciuto.
Uno di loro, in particolare, era completamente spiazzato: Inuyasha.
Inizialmente, quando avevano annunciato il loro ingresso, non si era nemmeno voltato tanta era la stizza che provava per quella ragazzina – ma, più che altro, si era innervosito per tutto il tempo che aveva dovuto aspettare e proprio perché lei arrivasse.
Ma quando poi aveva percepito lo stupore e la meraviglia generale si era girato e i suoi occhi dorati si erano posati sulla persona più bella che avesse mai visto.
Era come vederla per la prima volta.
Quando l’avevano incontrata, all’inizio, l’aveva vista come la Kagome bellissima, sanguinaria e fiera.
Ora la vedeva come la Kagome bellissima, regale e sempre con quella indelebile fierezza che la contraddistingueva… ma in lei, adesso, mescolata a tutto questo vedeva anche una grande fragilità.
Una volta che il Governatore e lei avessero sceso quasi tutta la scalinata, poté vedere meglio il suo volto, incorniciato dai lunghi e lucenti capelli ebano che, quella sera, vedeva per la prima volta sciolti, muoversi ribelli e carezzare le sue spalle nude, lasciate scoperte dal lungo abito che indossava.
E nell’osservarla i suoi occhi incrociarono quelli di lei, in cui vi poté leggere una grande emozione ma anche tanta insicurezza.
O, almeno, questo è quello che lui credette di aver letto, visto che la ragazza distolse subito lo sguardo anche perché il Governatore aveva richiamato la sua attenzione.

“Ti senti pronta?” . Pochi minuti prima, questo è quello che Takehiko chiedeva a Kagome.
“Credo di sì…” rispose questa, sospirando nervosa.
“Andrà tutto bene” la incoraggiò il cugino mentre i due si affacciavano finalmente sulla grande scalinata principale del Palazzo.
Kagome sentì riecheggiare il cristallino suono delle trombe dorate e la voce alta del banditore annunciare il loro ingresso.
Inspirò a fondo, mentre il Governatore la prendeva sotto braccio, cominciando a camminare, quasi trascinandola come per darle la spinta di farsi coraggio.
La ragazza vide sotto di sé l’enorme salone circolare completamente gremito di sguardi fissi esclusivamente su di lei.
Quella sensazione di soffocamento si fece nuovamente strada in lei, quasi paralizzandola.
Se non ci fosse stato suo cugino, era convinta che sarebbe rimasta lì immobile come una statua di marmo.
Lesse, in ogni sguardo, in ogni sorriso adorante, speranze, aspettative, desideri… tutte cose a cui lei, in quel momento, non poteva ancora far fronte.
Quelle persone lì riunite rappresentavano tutti coloro che, lì fuori, avevano bisogno del suo aiuto.
Un aiuto che lei non credeva essere in grado di dare.
Mentre la morsa dell’angoscia si serrava sempre di più intorno a lei, scorse Miroku e gli altri ed emise un sospiro: non l’avevano abbandonata.
Ma quello non fu abbastanza per placare i suoi timori.
Poi incrociò quegli occhi. Due pozze dorate la stavano scrutando attentamente, quasi trafiggendola.
Inuyasha la stava fissando.
Nel momento in cui incontrò il suo sguardo, le sembrò che le sue paure emergessero ancora di più… ma quello che la spaventò, fu la sensazione che lui, Inuyasha, avesse colto proprio quelle angosce.
Distolse turbata lo sguardo mentre Takehiko la chiamò, facendole notare che avevano completamente sceso tutta la scalinata.
Si aggrappò a lui maggiormente, cosa a cui, però, il Governatore non sembrò far caso.
“Visto? Per adesso mi sembra che non sia stato così terribile…!” lo sentì dire, allegro. Sforzò un sorriso, non voleva preoccuparlo.
“Signori! – cominciò poi quello, a voce alta, rivolgendosi agli ospiti – Do il mio benvenuto a tutti voi. Dopo tanti anni, è bello poter essere di nuovo tutti qui, insieme. È trascorso molto tempo, quattordici lunghi anni, da quando ci è stata inflitta una grande ferita, tutt’oggi ancora aperta.
“Ma quella ferita non ci ha indeboliti, bensì ci ha reso più forti e consapevoli di quello che è il nostro dovere.
“Quattordici anni fa… la stirpe degli Higurashi ha rischiato di estinguersi. Quattordici anni fa ci sono state portate vie persone molto importanti.
“Oggi siamo qui in onore di quelle persone. Oggi siamo qui per far germogliare e crescere nuovamente il seme della speranza.
Oggi diamo il nostro più caloroso benvenuto o, meglio, il nostro bentornato alla Principessa Kagome, colei che farà risorgere la stirpe degli Higurashi”.
La folla lì riunita esplose in un boato di applausi e acclamazioni al discorso del nobile Takehiko che sorrise soddisfatto, rivolgendo lo sguardo anche alla cugina che gli sorrise a sua volta.
Kagome puntò lo sguardo sulle persone che aveva davanti e fece un gesto che stupì un po’ tutti.
Si inchinò di fronte a tutti loro.
Lei, proprio lei, la Principessa della Terra Centrale che si inchinava di fronte al suo popolo.
Il silenzio sostituì lo schiamazzo di poco prima mentre la ragazza si rialzava con un largo sorriso sulle labbra.
“Sono onorata di essere qui, oggi. Purtroppo non so molto di quella che è stata la mia famiglia, quello che mio padre e quelli prima di lui hanno fatto per questo Paese.
“L’unica cosa che vi posso assicurare è che farò del mio meglio perché la pace che regna a Eldoras e nella Terra Centrale non venga mai meno. Farò di tutto pur di proteggerla, lo giuro, in memoria della mia famiglia e di tutti coloro che sono morti ingiustamente”.
Lo sguardo deciso, la figura fiera. Niente sembrava poterla piegare e quelle parole non fecero altro che dar maggior accredito a quella sensazione.
Un coro assordante di applausi si levò mentre sui volti dei cittadini di Eldoras si poteva leggere tutta l’approvazione che provavano per la loro Principessa.
“Bene! Ed ora apro ufficialmente le danze! Auguro a tutti un buon divertimento!” esclamò con la sua potente voce il Governatore mentre la folla accalcata alla scalinata cominciava a disperdersi nel salone, dando un po’ più di respiro.
“Vieni Kagome, devo presentarti a delle persone” le disse poi il cugino, prendendola sotto braccio
“Sì… ma volevo vedere Sango e…” cercò di desistere lei
“Li vedrai più tardi, tranquilla” la rincuorò lui in risposta, sorridendole. Lei accennò un sorriso forzato… alla fine sapeva che sarebbe andata così.

“Accidenti a mio padre, se l’è già portata via! Non l’abbiamo potuta nemmeno salutare!” si lamentava, nel frattempo, un Miroku indispettito. Di certo non voleva essere nei panni della cugina… conoscendo suo padre, le avrebbe presentato nell’arco di una sera mezza Eldoras!
“Su, vedrai che dopo potremo stare con lei” cercò di tirarlo su Sango, anche lei, però, come lui, delusa dal fatto di non essere riuscita ad avvicinarsi all’amica.
“Sai com’è fatto tuo padre, Miroku. Non lo fa apposta…” si aggiunse Kouga
“Questo non lo giustifica…” borbottò il Majutsushi mentre si appoggiava sbuffando alla parete.
I quattro ragazzi, dopo che anche il Ministro Mendion si era congedato da loro per raggiungere il Governatore, si erano un po’ appartati, andandosi a sedere nei pressi delle porte finestre del salane che davano su una grande balconata.
“Comunque avete visto com’era bella Kagome? E poi io la trovo così femminile!” sospirò poi sognante Sango
“Hai proprio ragione, mia cara. È decisamente affascinante, come suo cugino del resto” si vantò Miroku mentre Kouga e Sango gli schioccavano un’occhiata di compassione
“Quello che mi ha stupito è che non l’ho vista più di tanto agitata…” rifletté l’ookami Youkai
“Feh!” sbottò, invece, Inuyasha, seppur a bassa voce
“Hai qualche problema, cagnolino?” domandò sprezzante subito dopo Kouga con lo sguardo fiammeggiante
“Nessuno… solo che a volte rimango decisamente stupito della tua ottusità” rispose l’Hanyou con una calma talmente irritante che fece andare su tutte le furie lo Youko.
“Come osi, maledetto?!? Prova un po’ a ripetere, se hai il coraggio!”
“Certo che lo ripeto: sei solo un lupo ottuso!!!”
“Novellino senza cervello!”
“Finto Cavaliere!”
“Cretino!”
“Idiota!”
“Secondo te andranno avanti per molto?” domandò Sango a Miroku mentre sorseggiava tranquillamente il bicchiere di vino che il ragazzo le aveva appena portato, ignorando completamente Inuyasha e Kouga che continuavano ad insultarsi
“Non ne ho idea… ma credo che se arrivano alle mani ci toccherà intervenire…” rispose, svogliato all’idea di doversi scomodare per quei due.
“Io propongo di intrometterci solo se c’è il rischio di amputazioni, colli spezzati e ‘buchi ’ in pancia… che ne dici?” propose candidamente la Cacciatrice come se stesse parlando di abiti.
“Mozione accettata! Buono questo vino, non trovi?” le domandò tranquillamente
“Sì, molto” e i due andarono avanti a conversare rilassati con alle spalle l’Hanyou e lo Youko che continuavano ad attirare gli sguardi allibiti degli ospiti intorno a loro mentre proseguivano a insultarsi a vicenda.

Dall’altra parte della sala, invece, c’era una Kagome sull’orlo di una crisi di nervi.
Quella era l’ennesima famiglia che Takehiko le presentava, dopo la marea di ‘persone illustri ’ che le aveva fatto conoscere… e di tutti quelli che le aveva presentato, ovviamente, non si ricordava un solo nome.
Si era solo ritrovata a dover fare sorrisi a destra e a manca, a stringere mani o a farsi baciare la mano, a dover ripetere sempre le stesse cose….
Sapeva che sarebbe andata a finire così.
Mentre il cugino conversava con quello che era un membro del Parlamento, si massaggiò le tempie, cercando di rilassarsi.
Questo fu per poco, visto che per l’ennesima volta avevano abbandonato una conversazione per cominciarne un’altra.
Ma lei non ce la faceva più.
“Takehiko…” lo chiamò flebilmente, trattenendolo per un braccio
“Dimmi Kagome” le ripose gentilmente lui, guardandola interrogativo
“Ti prego di perdonarmi ma non mi sento molto bene… esco un attimo a prendere un po’ d’aria…” disse lei, cercando una via di fuga. Bè, in parte era vero… si sentiva soffocare.
“Oh, certo, vuoi che venga con te?” le domandò, leggermente preoccupato
“No, non ti preoccupare, tu intrattieni gli ospiti e porgi le mie scuse” e senza aspettare la risposta del Governatore, si voltò dirigendosi decisa verso un’uscita laterale che portava nei giardini.
La sua ‘fuga ’ venne più volte interrotta e bloccata dagli invitati che, vedendola, le si avvicinavano, stringendole la mano e ripetendo sempre le stesse cose.
Pur di uscire da lì, si era ritrovata quasi a correre.
Senza accorgersene, passò anche relativamente vicino al luogo in cui si trovavano i suoi amici ma era talmente presa dall’idea di poter finalmente godere di un po’ di pace che proseguì dritta per la sua strada.
Ma se lei non aveva visto loro, qualcuno di loro aveva notato lei.
Dopo aver concluso in maniera ‘pacifica ’ la discussione con Kouga, Inuyasha si era un po’ isolato dagli altri tre, bisognoso di solitudine.
Semi nascosto da una grande tenda color verde scuro, fece vagare il suo sguardo su quella massa indistinta di persone e colori, senza sapere cosa cercare.
Poi il suo fiuto percepì quello che per lui era diventato un odore familiare. Volse di scatto lo sguardo verso il punto in cui sentì quel profumo e scorse la figura trafelata di Kagome dirigersi verso una delle uscite laterali.
Diede una fugace occhiata a Miroku e gli altri e vedendoli concentrati su altro, seguì la ragazza.

“Anf, anf” ansimante, Kagome era finalmente riuscita ad uscire da quella sala soffocante.
Con la gonna leggermente sollevata, camminò tranquilla per il giardino illuminato da alcune fiaccole che erano stata piantate nel terreno, mentre i suoi passi risuonavano ovattati in quell’improvviso silenzio che ora le ronzava nelle orecchie.
Raggiunse la grande fontana circolare in cui lei e gli altri usavano ritrovarsi e si mise seduta sul bordo di essa, sospirando.
Chiuse gli occhi, respirando profondamente l’aria fresca della sera.
Sollevando lo sguardo poté poi ammirare la luna che quella notte regnava sovrana nella sua pienezza facendo sbiadire le stelle sue compagne.
- Sono ubriaca di gente… - pensò, sfiancata. Dal paese isolato quale era Kandem si era ritrovata nella capitale della Terra Centrale, circondata da miriadi di persone ognuna delle quali poneva in lei le sue speranze.
Volse i suoi occhi argentei sulla superficie semi immobile della fontana, trovandosi a fissare il suo volto.
In effetti aveva un’aria decisamente stanca ma, a parte questo, il suo riflesso era molto cambiato.
L’ombra di dolore e freddezza che l’aveva contraddistinta per tutti quegli anni stava scomparendo giorno dopo giorno.
E lei non era riuscita a fare niente per impedirlo.
- Ci saresti riuscita, comunque? – si domandò. Sorrise sarcastica. Molto probabilmente no.
Ma ora… ora cosa doveva fare lei? Cosa si aspettava esattamente tutta quella gente da lei?
Sentì nuovamente gravare su di sé la responsabilità di molti, troppi.
In un certo senso, il recarsi lì, a Eldoras, le aveva dato l’illusione di poter avere la possibilità di cambiare vita.
Non era così, anzi, peggio.
Ora non erano più solamente gli abitati di Kandem o di altri villaggi vicini ad aver bisogno del suo aiuto.
Era l’intero Continente ad averne bisogno.
E lei?
Spalancò gli occhi.
- Io? – si ripeté. Quella era la prima volta che si poneva quella domanda.
Un fruscio alle sue spalle la fece voltare di scatto e i suoi occhi argentei ancora colmi di angoscia incontrarono quelli dorati e scrutatori di Inuyasha.
“… Perché… sei qui?” gli chiese lei, dopo essere rimasta immobile alcuni istanti, abbassando lo sguardo. Le sembrava quasi che l’Hanyou fosse riuscito a leggere nelle sue iridi le sue preoccupazioni.
“Credo per la tua stessa ragione… troppa gente” rispose atono quello, continuando a scrutarla.
Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Ma quello che voleva vedere, soprattutto, erano i suoi occhi, incrociare di nuovo il suo sguardo che, come quando l’aveva vista scendere dalle scale, gli era sembrato ricolmo di angoscia.
Possibile che ci fosse ancora qualcosa che la tormentasse così profondamente?
Un leggero vento si alzò dispettoso, facendo danzare i loro lunghi capelli.
Kagome, nel vedere il suo riflesso sull’acqua increspata, notò il luccichio sopra la sua testa.
La sua corona, un semplice ma bellissimo diadema.
Sorrise sarcastica e la prese tra le mani, guardandola.
“È incredibile come un semplice oggetto possa cambiarti la vita…” disse con tono chiaramente ironico.
Il mezzo- demone la guardò interrogativo
“Tu sai di essere un Principe da quando sei nato… sai forse dirmi cosa si aspetta il tuo popolo da te?” gli chiese lei, quasi sovrapensiero.
Da lui però non sentì venire nessuna risposta.
Alzò lo sguardo, osservandolo.
Lui non la guardava, fissava un punto in lontananza con espressione dura.
“Il ‘mio ’ popolo… non si aspetta nulla da me” disse cercando di mantenere una certa indifferenza.
Lei lo guardò perplessa. Cosa voleva dire? Improvvisamente le tornò alla mente il giorno in cui le era stata rivelata la sua vera identità… quando Miroku aveva accennato al passato dell’Hanyou, lui lo aveva interrotto bruscamente.
Inuyasha, sentendola tacere le schioccò una fugace occhiata e la vide immersa in chissà quali riflessioni.
Poi improvvisamente lei puntò il suo sguardo su di lui, cogliendolo di sorpresa.
“Inuyasha tu… perché sei qui? Come mai hai deciso di far parte del Consiglio?” gli chiese la ragazza, fissandolo seppur con una certa incertezza nella voce.
Il mezzo- demone la guardò a sua volta, senza parlare.
Poi sospirò e puntò lo sguardo sulla luna piena di quella sera.
“Per il tuo stesso motivo, vendetta” le disse
“Vendetta?”
“Come la tua, anche la mia famiglia è stata uccisa” continuò lui, seppur con una certa stizza… ma già il fatto che avesse detto quelle cose era strano. Normalmente, se qualcuno gli avesse fatto domande simili non ci avrebbe pensato due volte a sbraitargli contro di farsi i fatti suoi.
Ma ora….
“Uccisi? E da chi… ah!” esclamò Kagome, avendo probabilmente intuito l’identità del colpevole
“Già… Naraku” disse l’altro, confermando la sua ipotesi.
Lei lo guardò quasi sconvolta, fissandolo con dolore. Inuyasha rimase colpito da quello sguardo… era come vedere proiettata la sua sofferenza nel volto di lei.
“Tu… a differenza di me sei fortunata – le disse poi, guardando altrove – Quando sei arrivata qui, tutti aspettavano il tuo ritorno. Se io tornassi, invece…” sussurrò, serrando gli occhi.
Perché stava raccontando quelle cose?
Perché proprio a lei?
- Perché lei è come te – gli disse una voce dentro di lui.
Ma non credeva di poter provare ancora così tanto dolore. Aveva solo chiuso gli occhi, ostinandosi di non sentire cose che invece provava.
Era stato ferito e di quella ferita, anche se un giorno fosse mai guarita, sarebbe sempre rimasta la cicatrice.
Indelebile, come un marchio.
“Ti… senti solo…?” quella domanda fu come una pugnalata. Guardò Kagome che lo fissava quasi preoccupata. Perché aveva quello sguardo?
“Mi sento tradito” le rispose, quasi senza accorgersene “Mio padre, Inu Taisho, era il Re del Regno del Sud, era uno Youkai.
“Nel Sud ci sono solo Demoni e la cosa che i Demoni detestano di più sono gli Umani. Ma mio padre era diverso. Lui sposò mia mandre, Izayoi che era una Ningen.
Dalla loro unione nacqui io, il secondogenito visto che mio padre aveva avuto già un altro figlio da una Yasha, il mio fratellastro Sesshoumaru, anche lui uno Youko.
“Per il Regno, il fatto che il proprio re avesse sposato un’umana fu un’onta terribile… tanto imperdonabile che bastò a far dimenticare a quel popolo che mio padre aveva così tanto amato tutti i sacrifici e l’impegno che aveva dedicato al Paese.
“Il giorno in cui decise, poi, di voler ricostituire il Consiglio delle Tre Terre, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
“A quel tempo mio padre aveva un consigliere, un potente Majutsushi… Naraku.
Una delle poche persone di cui si fidava di più… progettò la sua morte. Sua e di mia madre.
“Mio fratello e io, invece… fummo lasciati in vita. A Sesshoumaru venne chiesto se voleva comunque impossessarsi del trono a patto che il vero potere lo esercitasse Naraku. Lui rifiutò e venne bandito dal Regno”.
Kagome fino a quel momento era rimasta in silenzio, ascoltando assorta quel terribile racconto… non avrebbe mai potuto immaginare una cosa simile.
Dopo tutti quei lunghi minuti in cui l’Hanyou aveva parlato, era rimasto in silenzio.
Non sapeva se era giusto, se era il caso di spronarlo a continuare… sapeva solo che sentiva che doveva chiedergli di andare avanti.
“E… e tu?” gli domandò, infine.
“Io… sono rimasto rinchiuso per quattordici anni in una prigione sulla Shima no Nanimo” rispose, atono, quasi che quella fosse stata una cosa normale.
Dal canto suo la ragazza era sconvolta… lui… lui aveva passato quattordici anni….
“Ma… ma perché?!” esclamò, incredula. Inuyasha si volse a guardarla, un sorriso sarcastico ma allo stesso tempo triste dipinto sul volto
“Perché sono un Hanyou” rispose, semplicemente.
“E allora?! Cosa importa se sei un mezzo- demone?” ribatté l’altra, non capendo cosa volesse dire il ragazzo. Lui la guardò con gli occhi sgranati.
D’istinto le si avvicinò e l’abbracciò stretta, pieno di gratitudine per quelle parole dette con così tanta semplicità.
“Inu… yasha…” disse flebile lei, imbarazzata… ma poi si sorprese di sentire alcune gocce bagnarle una spalla nuda.
Stava piangendo. Quel fiero e testardo Hanyou stava piangendo.
Lo abbracciò a sua volta.
Questa volta… era lei a consolare lui.
___________________________________________________________

In un luogo remoto, in una dimensione remota.
Da lunghi, lenti anni sempre lo stesso paesaggio.
Il suo occhio dorato era assuefatto da quell’orizzonte screziato di colori indefinibili.
Sfregò con malavoglia l’occhio sinistro chiuso, segnato da una lunga cicatrice.
Ormai da più di un mese il suo essere lo percepiva. Adesso ne era sicuro.
- Non sono più l’unico… - pensò.
Ma lì, in quello spazio senza tempo non lo avrebbe mai potuto vedere coi suoi occhi.
Non avrebbe mai avuto la possibilità di portare a termine ciò che la persona a lui più cara aveva tentato… molto tempo fa.
- Non posso nemmeno raggiungerti… - .
No, in quel luogo nemmeno la morte gli era concessa.
L’orizzonte cominciò, davanti a lui, a dipingersi di colori tenui… così in contrasto con il paesaggio tormentato che lo circondava.
Un altro giorno stava nascendo.
Un altro giorno… della sua condanna.

FINE 19° CAPITOLO.

Sono… soddisfatta.
Dopo tanto tempo lo sono davvero.
Oltre a essere tornata con un capitolo della mia lunghezza standard – gli ultimi che ho pubblicato erano un po’ più corti del solito… - , ho aggiornato con un capitolo che… mi ha emozionato e di cui sono contenta.
Magari, invece, voi non lo sarete… ma io sono contenta lo stesso.
Volevo dire, comunque, che per quanto le descrizioni sui Draghi, continueranno ad essercene, non temete.
Ci sono così tante cose da dire… solo che voglio trovare i modi e i tempi in cui inserirli.
In particolare punto molto sull’ultima parte… spero susciti curiosità eheheh.
Sul capitolo in sé non ho molto da aggiungere… spero solo che sarà di vostro gradimento visto che – purtroppo – per un po’ di tempo non riuscirò ad aggiornare.
Questo mese sarà davvero infernale e credo che avrò la possibilità di tornare col prossimo capitolo solamente a inizio marzo visto che prima sarò completamente assorbita dallo studio – il 2 marzo, non per niente, ho la prima simulazione di terza prova… ç___ç’
Mi spiace, credetemi scoccia più a me che a voi.
Quindi, ricordate, questo è solo un arrivederci, non è di certo un addio!!!
Certo che, però, sono veramente cattiva… se il mio scopo è riuscito, vi farò morire di curiosità fino al nostro prossimo incontro ihihih! ^_____^
Bè, che altro dire… vi prometto che tornerò il prima possibile, è grazie solo al vostro sostegno se questa sta risultando come una bella storia!
Vi saluto miei cari lettori, cercherò di tornare presto e soprattutto con un bel capitolo.
Vi auguro una buona settimana,
baci,
ka_chan ^_____^

  
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