Grazie...
Per capirmi sempre...
Anche quando
nemmeno io ci riesco...
Per stare sempre con me...
Anche quando
vorrei essere solo lasciata in pace...
Per
essere la prima complice di ogni mia pazza idea...
Anche
quando qualcuno dovrebbe dirmi che tutto è solo uno stupido gioco...
Perché
sono certa che mi difenderesti da chiunque...
Anche
quando so di non meritarlo...
Perché
non mi dici mai che sono un’idiota...
Nemmeno quando dovresti...
Perché
io faccio finta di essere forte...
Ma tu sai
che ho bisogno anche di te...
Perché
sei tu...
E sei di
quanto meglio potessi mai chiedere o pensare di avere...
Perché
avere il tuo stesso sangue mi fa credere di essere migliore...
Anche se
non è vero...
Perché in una sera d’estate a casa di nonna
parlavamo di cioccolato, caramello e limoni...
E questa storia è tua nipote come tu sei mia
cugina...
Ti voglio bene,
Lia
Di
caramello e zucchero filato- quando i sogni diventano realtà
L’uscita a quattro
Erano ormai passati due mesi dal ballo della scuola e le
cose tra Edward e Bella andavano per il meglio. Lui, infatti, era stato quasi
del tutto accettato da Charlie, dal momento che l’ispettore non faceva più
battute sarcastiche sul suo conto, cosa della quale Bella era molto grata. Lei,
d’altra parte, imparava sempre più cose sul mondo dei vampiri che tanto la
affascinavano. Soprattutto Edward le aveva parlato dei Volturi, un clan di
vampiri italiani che dettavano legge e che non si facevano nessuno scrupolo nel
farla rispettare. Carlisle, che li aveva conosciuti, li descriveva come molto
raffinati, ma per Bella erano solo degli assassini, ai quali importava solo che
la loro razza restasse segreta. Il loro rapporto intanto si rafforzava e
sembrava che fosse destinato a durare per sempre, ma di lì a breve sarebbe
successo qualcosa che avrebbe inevitabilmente cambiato il loro destino.
**********
L’orologio a muro della cucina batté le 18:30 e il suo
trillo musicale invase le stanze di casa Swan. Bella era appena uscita dalla
doccia. Infreddolita, s’infilò nell’accappatoio celeste che le aveva regalato
sua madre e si guardò allo specchio.
La aspettava una piacevole serata in compagnia di Edward,
Alice e Jasper. Quest’ultimo aveva chiesto al fratello di organizzare un’uscita
tutti e quattro insieme perché era molto preoccupato per Alice, visto che dalla
scioccante rivelazione di James sul suo passato in manicomio, non aveva avuto
più nessuna visione. Sperava quindi che una rilassante e divertente serata
l’avrebbe tranquillizzata, favorendo il loro ritorno. Dovevano solo andare al
cinema ma, venuta a conoscenza delle reali motivazioni di Jasper, Bella aveva
accettato di buon grado, felice che potesse fare qualcosa per Alice.
Si asciugò i capelli, impiegando molto più tempo e molta
più cura di quanto avrebbe fatto di solito, e si diresse in camera sua. Lì,
aprì l’armadio fiduciosa, ma qualcosa la distrasse dai suoi pensieri, riportandola
bruscamente alla realtà. Non aveva la minima idea di cosa mettere.
Scoraggiata, provò diversi abbinamenti ma tutti le
sembravano poco adatti alla situazione. Alla fine, proprio quando stava per
arrendersi e chiamare Edward per darsi malata e annullare l’uscita, Bella s’illuminò.
Sepolta sotto una montagna di vestiti c’era la sua gonna preferita. Di jeans
chiaro, era della lunghezza giusta per una che voleva essere carina senza
esagerare. Chiedendosi come mai non l’aveva vista prima e sollevata per aver
risolto metà del problema passò alle maglie. Questa volta ci mise decisamente
meno tempo, puntando dritta alla camicetta blu, che Edward aveva già dimostrato
di apprezzare parecchio.
Aveva appena finito di sistemare l’ultimo bottone, quando
il campanello suonò. Un’occhiata veloce alla sveglia, che brillava intensa
sulle 20:00 esatte, la informò che Edward era arrivato perfettamente puntuale,
come sempre. Bella indossò le scarpe che aveva scelto, nere con un tacco
abbastanza gestibile per lei, e scese le scale di corsa, attenta a non cadere.
In cucina si bloccò, sorpresa. Charlie e Edward stavano
chiacchierando amabilmente dell’ultima partita di baseball vinta dalla loro
squadra e sembravano non avere notato il suo arrivo. Bella si schiarì la voce,
un po’ perplessa “ Hem, hem ”.
Entrambi si voltarono verso di lei e Edward le sorrise,
ignorando la sua espressione scettica. “ Ciao, sei pronta? ”
Lei annuì e diede un bacio sulla guancia a suo padre. “
Non preoccuparti, non farò tardi ”.
Poi prese la giacca e uscì nella fresca aria estiva di
Forks. Edward la prese per mano e l’accompagnò alla macchina, che alla luce
della luna sembrava ancora più grande e lussuosa. Ci misero veramente poco ad
arrivare al cinema e Bella non protestò nemmeno. Ormai si era abituata allo
stile di guida spericolato di Edward.
E lì, all’ingresso di quell’edificio che poteva benissimo
essere solo un settore del parcheggio dei cinema di Phoenix, trovarono Alice e
Jasper .
Lei era appoggiata alla cabina di un telefono pubblico con
le braccia incrociate e lanciava sguardi omicidi verso la cassiera presso la
quale Jasper stava comprando i biglietti, che ci stava spudoratamente provando
con lui. Da lontano Bella lo vide voltarsi verso Alice, sorriderle e stringerla
dolcemente a sé dopo averla baciata.
E fu in quel preciso istante, mentre le labbra del biondo
fratello del suo ragazzo baciavano quelle della sua migliore amica, le sue mani
intorno ai suoi fianchi e quelle di lei che s’intrecciavano dietro al suo
collo, che Bella provò una strana sensazione.
Avvertì fortissimo l’impulso di allontanare Alice da
Jasper o almeno di farli smettere. Per fortuna riuscì a riprendere il controllo
e a soffocare l’istinto. Sospirò. Ora doveva fare i conti con la sua coscienza,
però.
Cosa le era preso? Perché aveva reagito in un modo così
assurdo? Dopotutto loro erano sposati e il loro comportamento era del tutto
normale.
Lei e Edward camminavano a passo svelto e si stavano
pericolosamente avvicinando a loro. Bella non poteva rischiare che Jasper avvertisse
il suo tormento. Decise perciò di interpretare il fastidio che aveva sentito
come dovuto al fatto che si trovassero in pubblico e che manifestazioni
d’affetto così aperte avrebbero procurato qualche imbarazzo e qualche
chiacchiera di troppo nei passanti.
Alice e Jasper intanto si erano staccati e li stavano
aspettando. Bella li salutò cercando di apparire normale ma una nota acuta
nella voce tradiva una certa tensione.
Lui consegnò loro i biglietti, sorridendo, e quando le
porse il suo, le loro mani si sfiorarono per un attimo Lei sentì il cuore
battere forte e un lieve rossore spandersi rapidamente sul suo viso. Alice e
Edward non sembravano essersi accorti di nulla ma da un veloce sguardo di
Jasper, Bella intuì che lui aveva capito. Non sapeva cosa, ma era decisamente
più di quanto la sua solita espressione calma e distaccata facesse intendere.
Come notò sollevata, doveva aver deciso di fare finta di
niente perché, mano nella mano con Alice, si avviò verso i posti riservati a
loro. Edward, impaziente di vedere il film, le mise un braccio intorno alle
spalle e la guidò nella stessa direzione dei fratelli.
Si accomodò sulla
poltrona n° 43 sorseggiando la sua Pepsi. Era capitata tra Edward e Alice ma,
nonostante ciò, quando si spensero le luci, sentì fortissima la presenza di
Jasper due posti più in là. Gli lanciò un’occhiata fugace e quello che vide le
provocò un tuffo al cuore. Alice stava abbracciata a lui, le loro mani che si
toccavano lentamente, e gli sussurrava qualcosa all’orecchio, mentre lui
sorrideva, dolce.
Bella si chiese se il contatto con la sua mano gelida le
bruciasse quanto era bruciato a lei in quel millesimo di secondo, quando lui le
aveva dato il suo biglietto n°43; oppure se la consapevolezza che quel sorriso
era per lei e per nessun altra la stesse uccidendo come, ne era certa, sarebbe
accaduto a lei se solo fosse stata al suo posto.
Un’esclamazione alla sua destra proveniente da Edward la
informò che il film era finalmente cominciato. Bella provò davvero a guardarlo,
i film d’azione le piacevano in genere, ma non poteva fare a meno di pensare a
quello che era successo. A cosa aveva provato quando Jasper l’aveva toccata, ad
esempio. O a quello strano istinto di allontanare Alice da lui.
C’era una sola spiegazione possibile, lo sapeva, ma non
poteva essere così. Lei non poteva essere gelosa di Alice. Amava Edward, ed era
contenta che lei fosse felice con Jasper, suo marito. Ma allora perché le dava
così fastidio che stessero insieme? E che cos’era quella sensazione che le
prendeva lo stomaco quando pensava a lui? Bella era confusa e immensamente
grata per il fatto che Edward non potesse sentirla.
Decise di sbirciare un altro po’ verso Jasper ma sarebbe
stato meglio se non l’avesse fatto perché anche lui la stava guardando. Arrossì
e distolse in fretta lo sguardo, cercando di sembrare disinvolta e spacciando
la sua occhiata per puramente casuale. Rivolse a Edward una domanda sul film ma
non ascoltò nemmeno la risposta. Naturalmente Jasper non se l’era bevuta e lei
si maledisse per essere stata così imprudente. Avrebbe dovuto saperlo che lui
l’avrebbe tenuta d’occhio dopo il suo strano comportamento.
Bella non vedeva l’ora che il film finisse e, finalmente,
quando le luci si riaccesero, si alzò, ansiosa di terminare la serata il prima
possibile. Durante il viaggio di ritorno non pronunciò parola e Edward si
rabbuiò. Arrivati nel vialetto di casa Swan, non le aprì la portiera e le
augurò la buonanotte con voce seccata. Si sorprese quando scoprì che essere la
causa del suo malumore non le dispiaceva poi così tanto.
Prese la chiave da sotto il tappeto e si chiuse la porta
alle spalle, sospirando. La aspettava una notte molto lunga.