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Autore: Mawii    26/04/2011    3 recensioni
Una ragazza. Un amore che si trasformerà in incubo. Un mostro. Un mix di amore, paura e terrore.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte, notte buia, notte romantica, fredda, triste.
 Io ero seduta su una sedia a dondolo a pensare e a guardare il cielo, il cielo pieno di stelle che brillavano sulla mia testa.
 Sognavo.
Lo amavo. Lo amo ancora nonostante tutto ciò che ho sofferto.



 Camminava, di sera, nella buia e tetra atmosfera notturna.
Era sola e vagava senza una meta precisa.
 Vide una macchina accellerare da lontano, superare il limite, e andava sempre più velocemente verso di lei.
 L'abbagliare dei fari. Lo strusciare delle ruote. Un tonfo.
 Io ero in quella macchina con l'uomo che diceva di amarmi.
 Urtammo qualcosa, o meglio qualcuno: la ragazza.
Lui aveva ucciso.
 Ed io non fui capace di fare niente, se non scappare.
 Fermò la macchina ed io scesi velocemente e di corsa scappai verso casa.
Non dissi niente a nessuno.
Sprofondai nel mio letto caldo e soffice. Sprofondai e piansi.
 Pensai a quella povera ragazza, così giovane, così innocua.
 La mattina dopo mi alzai.
Ero distrutta e avevo ancora il viso gonfio a causa delle troppe lacrime versate la sera precedente.
 Mi alzai e avevo la vista così annebbiata dal troppo pianto, che riuscivo solo ad intravedere ciò che trovavo di fronte a me.
Vedevo una sagoma, mi sembravano dei fiori, appoggiati sul mio comodino.
 Sì, erano sicuramente dei fiori, delle rose.
 Mi avvicinai e lessi per prima cosa il biglietto.
 Li aveva mandati Lui, e su quel biglietto c'èrano poche semplici parole:

 Sarò il tuo incubo senza fine.

 Non riuscii a fare niente, pensavo...
Decisi di accendere per un attimo la tv, c'èra il telegiornale.
 Rimasi spaventata da un servizio. Erano state trovate tre donne uccise in un bosco, e una quarta investita per strada.
 Le tre donne erano state accoltellate sul petto, al cuore.
 Sarei stata io la sua prossima vittima?
A giudicare il biglietto sembrava proprio di si. Non potevo crederci..
 L'uomo che amavo.
 Quella sera, non molto tempo fà eravamo ubriachi, ma ora perchè uccidere di nuovo? Era diventato pazzo, psicopatico.
Non riuscivo a prendere una decisione, sarei dovuta andare a denunciare il responsabile di tutti quei delitti, ma non potevo.
Non potevo condannare Lui.
Mi sembrava di vivere in un film, ma prima o poi, pensavo, bisognarà anche risvegliarsi, o meglio qualcuno dovra "svegliarmi" e riportarmi alla realtà.
 Ma questa era la realtà.
Aspettavo su quella sedia a dondolo.
Sentì dei passi quieti, lenti, ma nonostante questo, capivo che erano di un uomo.
Uno... due... tre...
Si avvicinava.
Lo sentivo sempre più vicino a me.
 Lui mi toccò la spalla, quasi dolcemente.
 Forse era guarito, forse lo aveva fatto per me.
 Mi girai, ero pronta ad accorglierlo da me di nuovo, a braccia aperte.
Vidi una lama, tagliente.
Lui teneva in mano un coltello da cucina.
 La sua mano si avvicinava...
La lama toccava il mio volto, le mie labbra, il mio petto, e infine la mia pancia.

 Mi uccise.

 Mi uccise, e con me portò via anche nostro figlio.
Un figlio strappato dalla vita e dal mondo ancor prima di nascere.


  
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