Ciao a tutti cari lettori,
e, anche se con ritardo, auguri di buona Pasqua e buona Pasquetta! Quest’anno
non sono riuscito a postare prima per farvi gli auguri in tempo, ma mi auguro
comunque che abbiate vissuto delle belle festività! ^___^
Ora si riparte con la fic,
con un capitolo lungo e pieno di emozioni e avvenimenti! Reggetevi forte perché
molti degli avvenimenti descritti li avevo in mente da un sacco di tempo e ora
che è arrivato il momento di scriverli sento di aver dato il massimo!
Buona lettura, commentate
numerosi! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Happy aggrappato dietro le
spalle di Gazille, anziché insieme all’inseparabile Natsu, era uno spettacolo
insolito: a volte dalle situazioni di emergenza possono nascere accoppiate
davvero strane.
“Quindi, ricapitolando…”
–fece Gazille, senza fermarsi- “L’ascensore è una specie di sgabuzzino
semovente coi bottoni…”
“Aye!”
“E Natsu quando ci è
finito dentro lo ha identificato come mezzo di trasporto e si è sentito male…”
“Aye! E quel tizio figo ce l’ha anche sbattuto dentro una seconda volta.”
“Ghi hi hi!” –ridacchiò sornione al ripensarci- “E si è pure fatto venire il
mal di pancia; certo che questa villa non gli sta portando tanta fortuna, eh?”
“Ih ih ih!”
“Ora posso farti un’altra
domanda?”
“Che c’è Gazille?”
“Tu sai dove mi stai portando, giusto?”
“……”
Gazille frenò bruscamente!
“AAAAH!”
SPLAT!
Happy, dopo un piccolo
volo, era schizzato come un proiettile fino alla prima parete davanti il
dragone, stampandocisi contro.
“Ohi…”
Ringhiando, Gazille lo afferrò per la codina e lo staccò dal muro come un
adesivo: “Senti un po’, vuoi dire che mi hai fatto girare a vuoto finora?!”
“N-no, non è così! Sono sicuro che è in questa parte della villa, dove abbiamo
cercato io, Natsu e Gray quando siamo arrivati! Solo… non ricordo precisamente
dove…”
Sbuffando, il dragon slayer lo lasciò cadere per terra.
<< Sigh, che male! Di questo passo la mia
faccia diventerà piatta come una sottiletta… >>
Gazille menò un calcio al
vuoto, spazzando un po’ di polvere dal pavimento: era bastato questo per
tornare a sentire il fiato di Oberon sul collo.
“Ohi… Eh?!”
Happy, ancora appiattito a
terra su di un fianco, spalancò gli occhietti. Nel corridoio verso cui guardava,
c’era qualcosa di parecchio interessante.
“Gazille!”
“Che c’è?”
“Guarda!”
Gazille osservò la
direzione che gli indicava: “Ti sei ricordato?”
“Guarda per terra: candelabri staccati!”
“E allora?”
“Sono quelli che ha staccato Natsu in cerca di un passaggio segreto!”
Quelle per cui ora Oberon
gli dava del “vandalo”.
Sulle sue zampette, corse
fino all’unico rimasto attaccato.
“Li tirava e venivano giù;
in questo modo!”
Saltò fino al candelabro, aggrappandosi ad esso, e poi, con un po’ di sforzo
usando il suo solo peso, lo trascinò giù, facendo scorrere il meccanismo.
Lo stupefatto dragon
slayer vide così la parete scorrere verso l’alto, e lo stanzino descrittogli
dall’exsheed rivelarsi!
“Te l’avevo detto io che
era da queste parti!”
“Umpf, la prossima volta che ti offri da guida vedi di essere più sicuro. Ad
ogni modo grazie.”
“Aye!”
Gazille ci entrò dentro, senza però prendersi alcuna libertà di curiosare e
guardarsi intorno, senza togliersi di mente il da farsi: “Come funziona?”
“Devi schiacciare uno dei bottoni e quello parte.”
Gazille aguzzò la vista sul quadro comando: “È una parola… qui dentro c’è poca
luce e sono pure rovinati!”
Ma perché mai poi si
faceva tutte quelle domande? Premere a caso: quale migliore strategia?
“Vediamo un po’…”
Premette e le grate
metalliche si chiusero, lasciando fuori però Happy.
“Ehi…”
“Tranquillo, faccio da solo, tu raggiungi Natsu, o Charle, o chi ti pare.”
Ora che gliel’aveva consigliato lui stesso, lo avrebbe mollato più che
volentieri: “Charle! Aye!”
Subito dopo, l’ascensore
cominciò a muoversi… in orizzontale!
“EHI! IO VOLEVO ANDARE SU! HAPPY, CHE SCHERZO è QUESTO?!?!” gridò Gazille dalla
tromba dell’ascensore, mentre questo vi si allontanava, veloce, nel buio del
muro.
“Io non lo so…”
La parete si richiuse subito dopo.
“… Oh, beh…”
E il micio iniziò a
tornare sui suoi passi.
Lanciò un sospiro: come
quando si finisce il sorso o la battaglia ha termine.
Oberon rinfoderò la spada
e osservò ciò che lasciava sul campo.
Gray era prostrato in
ginocchio.
Natsu, faccia a terra.
“Tsk!” -imprecò Gray a
denti stretti- “Non riesco… più a muovermi!”
Il suo corpo era percorso
come da spasmi, nel tentativo di muovere forzatamente quelle membra che non gli
rispondevano più.
Un fiotto di sangue usciva
lento da una lunga, ma poco profonda, ferita sull’addome.
“Ho bagnato la mia lama di
una pozione paralizzante. I tuoi muscoli saranno indolenziti e impossibilitati
a risponderti per un po’ di tempo.”
Quella si che faceva
sempre comodo averne un po’.
Gray gemette di rabbia, ma
le sue ginocchia ignorarono il suo desiderio di alzarsi e continuare la lotta.
La stanchezza del
precedente scontro ancora gli pesava: l’abilità e le mille risorse di Oberon
avevano fatto il resto.
A lui sembrava giusto: Gray
aveva congelato il suo amico Henry, e quindi ora se ne sarebbe stato fermo lì
per un po’.
In quanto a Natsu, per
ardore non era secondo a nessuno, anche con la nausea e i crampi allo stomaco…
Lui era stato decisamente più difficile da piegare: di solito la sua spada
potenziata dalla pozione dell’Idrotuono era sufficiente contro qualsiasi fiamma
o incendio, ma quelle che era riuscito a sputare sembrava non ne volessero
sapere di quietarsi…
Se non altro dalla sua
bocca erano uscite solo fiamme e non anche vomito visto il suo stato!
Passando oltre Gray,
ridotto ormai a un comodino, mosse alcuni passi verso la fine del salone, lì
dove Gazille si era diretto.
Malgrado la sua intenzione
di non perdere altro tempo, afferrato ad una caviglia, non poté far altro che
fermarsi e stupire.
“Fermo lì… tu e le tue
pozioni non andate da nessuna parte!”
Tirando forte a sé la gamba, Oberon riuscì a liberarsi; nonostante
l’indigestione, nonostante l’avesse ferito più volte, nonostante avesse
sconfitto in poco tempo sia lui che il suo amico ghiacciolo, il vandalo non
aveva perso un briciolo di volontà di combattere.
Che anche lui, come
Gazille, non fosse un mago come tutti gli altri? La sua magia e la sua
resistenza avevano un che di speciale, e i suoi occhi, anche quando guardavano
dal basso verso l’alto, come in quel momento, gli facevano sentire come lo
stesse schiacciando. I dragon slayer erano veramente straordinari.
“Ma come fai a non
arrenderti?”
“Umpf! Quella parola non è nel suo vocabolario!” scherzò Gray.
Per la prima volta, il
biondo provò paura, e ammirazione, di un semplice ragazzino che, a fatica,
cercava di sollevarsi sulle quattro zampe.
Oberon colpì Natsu sulla
schiena con il tacco dello stivale schiacciandolo di nuovo a terra. Dopodiché,
con un altro calcio, lo fece rotolare più in là sul pavimento.
E anche così, gli occhi
del dragon slayer lo fissavano stretti, minacciosi.
Oberon corse via: non
aveva tempo, Gazille stava per raggiungere il laboratorio. Mica stava
allontanandosi per paura…
“Eh eh eh… scappa… tanto
ti ritrovo! …… Gray?”
“Che c’è?”
“Mi sa che sto per
vomitare sul serio…”
“Natsu, io non posso spostarmi! Voltati, voltati, voltati, voltati, voltati,
voltati!”
Le guance di Natsu si gonfiarono come mongolfiere…
“… Falso allarme…”
“Fiuuu…”
“Maledizione stupido
sgabuzzino, fermati!”
Gazille cominciò a menare manate a caso sul quadro comandi, ma i bottoni, una
volta premuti, non si illuminavano, come era successo all’inizio. Gazille
continuò comunque a provarci, fino alla fine della corsa.
Le grate di ferro si
riaprirono di botto, e Gazille, finendo di percuotere i pulsanti, si affacciò
in un grosso salone in cui i segni di una battaglia lì avvenuta da poco non si
facevano notare per via del tipo congelato a mò di merluzzo in un blocco di
ghiaccio che saltava fin troppo nell’occhio.
“……”
“…… No, mi sa che non è
qui.”
Premette un altro pulsante
a caso, le grate si richiusero e l’ascensore tornò sui suoi passi.
“Voglio andare su, capito?
Su!”
Trasformò il suo braccio
in un martello: “Ora ascoltami bene: o tu mi porti al terzo piano o ti
schiaccio i tuoi pulsanti ad uno ad uno…”
Non era granché come
minaccia, se ne rendeva conto: i pulsanti sono fatti per essere schiacciati…
L’ascensore fatto sta che
si fermò di botto.
“Oh, così ci siamo!”
Non proprio: le grate non
si aprivano… lo aveva fatto bloccare dentro il muro! Lui non aveva mai sofferto
di claustrofobia, ma non voleva imparare adesso!
“Riparti! Riparti! Per
favore!”
Premuto un nuovo bottone,
l’ascensore scorse di nuovo in orizzontale, lento come un treno sulle ultime
rotaie prima della stazione, fino a fermarsi nuovamente e a riaprire le grate
al punto di partenza.
“… Riproviamo, con calma…
SALI, MALEDETTO!!!”
Pigiò con l’indice il
pulsante centrale della fila più alta, tenendolo premuto con forza per diversi
secondi, come volesse trapassarlo. Le pareti iniziarono a tremare: tutto l’ascensore
sembrava la molla tesa di una fionda, tirata fino allo stremo e pronta a
lanciare.
“Fa che sia la volta
buona…”
Effettivamente l’ascensore prese a muoversi in verticale… ma alla velocità tale
da schiacciarlo sul pavimento. Qualche attimo dopo, al termine della corsa, la
riduzione di velocità troppo repentina gli fece menare una testata al soffitto,
imprimendogli un’indelebile impronta…
Mentre seduto a terra si
massaggiava il bernoccolo, le grate si riaprirono su quello che non sembrava né
il primo piano né il piano superiore…
“Oh, beh, se non altro…”
Non poteva sapere che il
tempo in cui si manteneva premuto corrispondeva alla velocità desiderata!
Le grate gli si richiusero
dietro come fu uscito.
Si trovava in una specie di soffitta, ma per niente angusta, anzi, tanto grande
che ci si sarebbe potuta ricavare una nuova sala, anche più grande di quelle ai
piani inferiori.
Quello sulla sua testa era
il tetto della villa, lo si capiva dall’inclinazione e dalle imponenti travate
di legno tese da una parte all’altra, trasversali alla lunghezza della soffitta.
Dinanzi a sé, tre grandi finestroni rotondi dalle grate ancora intatte,
affacciati sul retro, emanavano netti fasci di luce all’interno, facendo
risplendere la polvere che intercettavano come piccoli diamanti impegnati in un
disordinato volteggio.
Gazille si voltò e vide
che l’ascensore sbucava lì in quel soffitto senza continuarsi oltre, come un
piccolo cubo all’interno di una scatola più grande.
A distanza regolare, dal
fondo dello spazio, rettangolare, erano disposte delle grandi colonne di pietra
circolari, come gli alberi di una nave.
“Qui è tutto vuoto…”
Però c’era tutto lo spazio
per allestirvi un laboratorio. Voltatosi a destra, camminò verso quella
direzione, verso cioè il centro della magione, e alcune colonne dopo, quello
che sembrava il fondo della stanza si rivelò essere una parete che saliva fino
al soffitto, con due finestre simili a oblò rivolte verso di lui, e una grossa
porta squadrata di legno massiccio.
Sembrava la facciata di
una cattedrale, anche se non eccessivamente decorata.
Gazille avviandosi, notò
la solidità del luogo: le travate, le colonne, il legno della porta ancora così
solido e robusto dopo tanti anni di abbandono… Il padrone di casa, come tutti
gli scienziati, gli alchimisti o i fissati in genere, si era costruito il suo
luogo prediletto con tanta cura.
Salendo con l’ascensore
dell’altra ala della magione, ci si sarebbe ritrovati in uno spazio come quello
esattamente identico, e, dirigendosi verso la parte centrale dell’edificio, ci
si sarebbe trovati di fronte un’altra parete come quella, a delimitare, anche
da quel lato, il laboratorio segreto del mago Oliver D’Alambicco.
Sulla porta, tra gli
svariati fregi incisi, si ritrovavano le sue iniziali. Gazille fu però
incuriosito da un piccolo altare di marmo a sinistra di essa, su cui poggiavano
cinque boccette, con dentro cinque pozioni di cinque colori diversi.
La porta non aveva alcuna
serratura: né una leva, né un buco per una chiave, e neanche i cardini
sembrava. Sicuramente il modo per aprirla aveva a che fare con quelle cinque
pozioni.
<< Devo berle? Devo bagnarci la porta? E se le
sposto esce fuori un trabocchetto? E se ne bevo una… non è che poi mi rimetto a
ridere come prima, giusto? Sarebbe più onorevole venire avvelenato, e magari mi
capita sul serio se mando giù quella sbagliata… Forse centra coi colori? Devo
pensarci un po’… >>
E così fece. Pensò e
ripensò, mentre tastava la porta, senza serratura e senza leve, pensò e ripensò
guardando le cinque pozioni…
“………”
Ma chi glielo faceva fare?
CRASH!
Le due porte di legno
massiccio volarono via, e Gazille entrò baciandosi il pugno-ariete da
sfondamento.
Come nell’anticamera,
finestrone rotonde affacciate sul lato posteriore illuminavano la stanza
rettangolare che gli si stendeva davanti.
“Ghihihi! Finalmente!
Finalmente ho trovato questo dannatissimo laboratorio!”
La sua esultanza
riecheggiò d’intorno, suscitando ancora una volta cori di proteste da parte
degli animaletti che, per usucapione, erano ormai da anni proprietari della
villa e delle sue sale. Uno di essi, un piccolo gufo, gli si gettò addirittura
addosso a penne arruffate, ma lui lo cacciò via distrattamente (senza fargli
alcun male).
Come ogni laboratorio che
si rispettasse, era confuso, ma ordinato. L’occhio si perdeva sulla miriade di
oggetti, oggettini, mobili e strumenti che vi si trovavano, ma nulla era fuori
posto: il tempo e la segretezza del luogo non avevano intaccato la precisione e
l’ordine in cui Oliver l’aveva tenuto da vivo.
Lunghi tavoli al centro,
armadi e ripiani alle pareti, una lunga lavagna a muro pulita che sembrava mai
usata, dal soffitto pendevano cordicelle per tirare giù grafici arrotolati, e
quella che sembrava una scultura in metallo di un cuore stilizzato, poco più in
là di uno dei lampadari.
La polvere si stendeva a
lenzuolo su libri, pergamene e fogli recanti formule che gli sarebbero state
già incomprensibili senza l’incantesimo criptante. Sui tavoli, piazze vuote per
appoggiarsi a scrivere o lavorare si inframezzavano tra pile di tomi,
contenitori, apparecchi centrifuga-provette, alambicchi di ogni tipo e
dimensione, larghi o stretti, corti o lunghi, dritti o tortuosi, che al suo
passaggio riflettevano la sua immagine distorta nelle forme più buffe.
Uno scaffale era
interamente dedicato a quelli che sembravano ingredienti, raccolte in tante
variegate boccette, e poco distante, su una scrivania, c’erano gli strumenti
per lavorarli: forbici, pinzette, contagocce, pestelli, marchingegni per
triturare, , fondere, affumicare, aromatizzare…
Passando vicino un
fornellino, questo magicamente riaccese in automatico la sua fiamma per riscaldare
un’ampolla ormai vuota. Un’altra pozione, in un recipiente dosato, iniziò a far
bolle quando gli passò accanto il dragon slayer, che però non le rivolse più
che un rapido sguardo curioso.
“Così è qui che quel matto
preparava i suoi inutili intrugli per lunatici…”
Su uno scaffale alcune
pozioni erano ordinate in fila, come nell’archivio al piano inferiore, recanti
come etichette degli adesivi gialli rappresentanti faccine con vari stati
d’animo che ne rendevano facile l’identificazione.
Gazille istintivamente
guardò disgustato quello con la faccina ridente!
“…… E ora dove cavolo lo
cerco quello stupido incantesimo?”
L’Incanto Cupidus!
L’origine dei suoi mali! Con tutta l’azione che c’era stata aveva finito per
dimenticarsene più e più volte, ma adesso un solo pensiero occupava la sua
mente: trovarlo!
Magari ce n’era ancora un
campione, magari un foglio con su scritta la formula, magari direttamente uno
con sopra il suo antidoto… Qualunque cosa gli sarebbe bastata! Poi ci avrebbero
pensato il master, o chi per lui… Magari, una volta suonatele ad Oberon poteva
costringere lui a curare la sua irresistibilità!
Quel bel programmino lo
fece sghignazzare!
Iniziò così frenetico a
muoversi a destra e a manca, a guardare sopra ogni piano e sotto ogni anfratto,
in cerca di qualunque tipo di indizio.
“Andiamo, Incanto Cupidus!
Vieni fuori! Questa storia è durata anche troppo! Sappi che non tornerò a casa
dal mio fan club senza sapere come annullarti!”
E mentre cercava, tornava
a salirgli in corpo l’anima per quello che considerava l’unico imperdonabile
responsabile.
“Maledetto Oliver! Avevi
proprio una bella casa e un gran laboratorio, eh? Però hai dovuto abbandonare
tutto, vero? Beh, ben ti sta! Tsk! Magari ti credevi anche un filantropo, come
quel cretino di tuo nipote! Mi auguro tu sia finito in rovina a sbevazzarti da
solo le tue schifezze, mago da strapa…”
Si fermò e tornò a
guardare sulla scrivania che aveva appena sorpassato.
Vi erano poggiati, in
verticale, gruppi di fogli riuniti insieme e arrotolati, tenuti insieme da
sigilli di ceralacca, sui quali erano riportate scritte o disegnati simboli.
Uno di questi
rappresentava una faccina felice con tanti cuoricini sprizzanti attorno.
“… Più semplice di così…”
Ridacchiò. Era stato più
facile del previsto!
Aprì il sigillo e svolse i
vari fogli che racchiudeva, ma sapeva già che non avrebbe capito un acca di
quei segni criptati.
Se almeno ci fosse stata
Levi lì con lui: sarebbe stata capace di dirgli cosa c’era scritto, sarebbe
stata capace di dirgli cosa fare per togliersi di dosso quella buffa
maledizione.
Si ricordò di Levi, che in
quel momento stava combattendo, o forse il suo scontro era già finito. Si
scoprì pentito di non essere rimasto ad aiutarla, ma del resto quello
scricciolo, da quando l’avventura era iniziata, stava facendo di tutto per
rendersi utile, mostrandosi molto più coraggiosa di quanto pensasse.
Raccolse un piccolo
contenitore portarotoli cilindrico, anch’esso disposto ordinatamente insieme ad
altri suoi fratelli lì vicino, e ci infilò i fogli nuovamente arrotolati.
Si sentiva elettrizzato:
non vedeva l’ora di tradurli!
“Bene, per sicurezza
vediamo se trovo altri cuoricini…” –disse facendo per mettere il tubo in una
tasca- “… Uh?”
Posò il tubo di nuovo
sulla scrivania. Così come in quella stanzetta al piano di sotto aveva notato i
segni di un passaggio recente, così adesso notava che, in quell’intoccato
laboratorio, sulla scrivania dove aveva trovato il rotolo c’era un foglio
fuoriposto, fermato da un calamaio lasciato aperto con ancora la penna d’oca
intinta al suo interno.
Ma la cosa che lo lasciò
più interdetto era il fatto che riconosceva perfettamente ciò che c’era scritto
sopra! Erano lettere comprensibili in lingua comprensibile!
Spostò lentamente il
calamaio e la sollevò.
“Eh? Una lettera?
Dimenticando i propri
obiettivi e la propria fretta, Gazille cominciò a leggere.
“Tutto chiaro?” chiese
Levi.
Lucy e Wendy si guardarono
con complicità.
“Se è tutto qui quello che
dobbiamo fare…”
“Svolgeremo questo compito
con piacere!”
“Puoi scommetterci!”
“E io vi do una mano!”
fece Charle sghignazzando a sua volta, allettata.
“Bene, allora
sbrighiamoci!”
“Non battiamo il cinque
prima?”
Sentirono uno spostamento
d’aria, e le ragazze, acquattate a confabulare, alzando gli occhi videro
l’inconfondibile sagoma nera di Sybille che, spiccato un agilissimo salto oltre
la loro barricata, sembrava un aquila pronta a ghermirli.
In una mano teneva una
lancia dalla lunga punta ricurva!
(NDA: Immaginatevi una naginata)
“Non c’è tempo!” ruggì
l’exsheed nero, richiamando le forze per ritornare nella sua forma originaria.
Trasformatosi nuovamente
nell’ex-generale di Edolas, Pantherlily saltò a sua volta fuori dal rifugio,
estrasse fulmineo una delle lance che la ninja aveva scagliato loro contro,
infilzatasi nella vasca da bagno, e mentre ancora le sue compagne si rendevano
conto di che stesse succedendo, si lanciò contro il falco, cozzando la lancia
con la sua, respingendola.
Atterrati di nuovo sul
pavimento sgombero, Pantherlily e Sybille diedero vita a un veloce scambio di
colpi, parate, rotazioni, schivate, entrambi mostrando una tecnica di lotta
impeccabile, utilizzando tanto la lama quanto il bastone. Tale era la loro
bravura che era difficile seguirli, più che per la velocità, per la meraviglia.
Cercarono di respingersi
reciprocamente, e il legno delle armi cozzò, incrociandosi e dando inizio a una
prova di forza.
Ma in quel momento, Lily avvertì una forza invisibile far scorrere la lancia
tra le sue mani, fino a togliergliela.
“Ma cosa… ?!?!?”
Come fosse animata, la
lancia traditrice volò via da lui; l’exsheed la seguì con gli occhi arrivare
obbediente nel palmo della mano di Evelyn.
“Ih ih ih, no no!” –rise, deridendolo facendo di “no” col dito- “Non puoi mica
usare le armi della mia amica!”
Che soddisfazione lasciare
a becco asciutto quell’antipatico imbroglione! Non gli aveva certo perdonato di
essersi trasformato in un esserino coccoloso come Happy e Charle per ingannarla
quando in realtà era così grosso e brutto (anche se in realtà era esattamente
in contrario…)!
“Tsk!”
La lama di Sybille sibilò
molto vicino il suo corpo. Lily, riuscito a scansare, afferrò l’asta e dandovi
un colpo col taglio della mano la spezzò: se non poteva usare le sue armi
poteva sempre distruggergliele!
Non fosse per il fatto che
se a Sybille si distruggeva una lancia, poteva farsene ricomparire subito
un'altra. Evocatala, velocissima, la ragazza colpì Lily allo stomaco con
l’estremità in legno, bloccandone il respiro e la capacità di reagire.
<< Conosco molte tecniche marziali per sottrarre
l’arma all’avversario, ma con la sua amica non posso usarle, maledizione! >>
Sybille sapeva che grazie
alla sua rapidità poteva far fronte anche a tutti loro, e non le era sfuggito
quel trio che, uscito allo scoperto, cercava di sgattaiolare più in là. Un
bersaglio facile!
“Piano, che ora non pensa
a noi…” sussurrò Lucy, che si muoveva davanti le altre due in punta di piedini.
“Vi penso eccome!”
Charle saltò tra le braccia di Wendy che a sua volta saltò tra le braccia di
Lucy che a sua volta non trovo nessuno a cui saltare addosso:
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!”
Tre piccole bombe di fuoco
piovvero davanti Sybille costringendola a fermarsi. Subito dopo, venne
afferrata per la caviglia da una muscoloso braccio di colore nero!
“Tu lasciale stare!” ruggì
l’uomo-pantera, roteandola sopra la testa e scagliandola via.
Si aspettava di procurarle
una bella botta in quel modo, ma anche Sybille aveva un che di “felino” se era
capace di riacquisire l’equilibrio necessario a ricascare in piedi anche in
quelle condizioni.
La ninja lo pugnalò con
gli occhi, mentre Levi, penna e fogli alla mano lo raggiungeva spavalda: “I
tuoi avversari siamo noi!”
“Tsk!”
“Sentito? Scendetemi di
dosso!” disse Lucy scaricandole.
“Oh, non ti preoccupare,
Sybille!”
Evelyn roteò il polso,
facendo girare minacciosamente la lancia dalla punta simile a una sciabola che
si era procurata: ancheggiando, badando bene che il sole proveniente dalla
breccia nel muro alla sua sinistra le facesse risaltare i capelli e mettesse in
ombra l’occhio un po’ coperto (per risultare più spaventosa), si avvicinò al
gruppetto delle tre.
“Di loro me ne occupo io!”
“Non chiediamo di meglio!”
ribatté Lucy.
“Fa attenzione… non che
sia preoccupata più di tanto, ma gradirei che vincessi.” disse con tanta
normalità la mascherata, rivolgendosi di nuovo verso i due che volevano
vedersela con lei.
Levi guardò il muscoloso
Lily con preoccupazione: era già stato messo al tappeto una volta da Oberon,
senza contare il brutto colpo ricevuto prima, e tutta l’energia magica da lui
perduta con l’Aera.
“Ce la fai?” gli sussurrò.
“Tu devi pensare solo al
tuo piano.” mormorò velocemente Lily.
Era proprio il gatto di Gazille: anche ridotto uno straccio pensava solo a
combattere, che sia per fare il suo dovere come da ordini, che sia per spaccare
la faccia a qualche antipatico.
Sybille sollevò la lancia
e assunse un’elegante posa da combattimento
Lily digrignò le zanne
fieramente e mostrò pettorali e bicipiti.
Lei trovò così il pretesto
per una battutina (detta ovviamente senza alcun umorismo nel tono di voce): “Lo
ripeto, a me piacciono le donne… come alla tua amica.”
“NON È VERO!”
Intendendo lo sfuriare di Levi come un “via”, Lily si lanciò in avanti sulle
quattro zampe per darsi lo slancio necessario all’attacco, annunciato da un
forte ruggire.
Bloccò l’attacco di lancia
di Sybille deviando l’asta con il braccio, e bloccò anche i colpi successivi,
che con continue rotazioni e archi l’avversaria riusciva a portare.
Lily resisteva, ma lo
svantaggio di dover combattere a mani nude contro una maga Ex-Equip, che
disponeva di un arsenale richiamabile in uno schiocco di dita, non avrebbe
tardato a farsi sentire.
Intanto, Levi, nelle
retrovie, aperto un libro, vi scriveva sopra freneticamente.
Nel frattempo, più in là
nella sala, lungo la parete brecciata da Evelyn durante il primo round, la
rossa ammaliatrice si ritrovava faccia a faccia con le due cotte e la bianca
gattina dei suoi desideri.
<< Ah, Charle, perché stai rendendo le cose
così difficili? Ora però posso concentrarmi su di te, acchiapparti e finalmente
scappar via con te al sicuro! Poi lascerò tutto il resto a Sybille, tanto lei è
forte, ce la farà senz’altro! >>
Fu proprio Charle a
rivolgersi a lei per prima: “Ehi, Evelyn? Abbiamo qualcosa da dirti!”
“Eh?”
Le Fairy Tail si
guardarono complici, poi Charle portò il conto con le dita: tre, due, uno…
“SEI FUORI MODA!”
“CHE COOOOOOSA?!?!?”
“Il tuo vestito ti sta
malissimo!”
“Le tue scarpette si
portavano da prima che io nascessi!”
“E ti trucchi anche male!”
Ah, la capacità delle
donne di infuriarsi dinanzi a considerazioni poco gentili sull’aspetto o sull’abbigliamento!
La bella in rosso sembrava
una polveriera sul punto di saltare in aria!
“Voi… Voi mi state insultando?!”
“L’hai capito solo
adesso?” sghignazzò Wendy.
“Giusto, come dimenticare
di aggiungere che sei anche un po’ tarda?”
“TARDA IO?!”
Charle incrociò le
braccine: “E la tua lista di difetti non si ferma mica qui!”
Evelyn tirò la lancia
contro di loro: questa mancò il bersaglio, ma visto che poteva controllarla,
l’animò in modo che inseguisse quelle tre screanzate!
“Ve ne pentirete!!!”
continuava a strillare, acuta e isterica.
Eppure loro, anziché avere
paura… ridevano! Una lancia affilata rischiava di farle a fettine sottile e
loro ridevano! E non solo: continuavano a punzecchiarla!
“Che avete da ridere,
brutte marmocchie?”
Del resto si sa che un
eccesso di reazione più che minaccioso può risultare ridicolo…
Lucy si riparò da un colpo di lancia, nascondendosi dietro uno spigolo del
grande camino: “Noi saremo anche delle marmocchie, ma tu invece sei decisamente
avanti con gli anni!”
“!!!” dopo ciò gli occhi a
momenti le erano usciti dalle orbite!
“Eh, già! Noi tra qualche
anno saremo anche più splendide di te.” –fece Wendy, messasi al sicuro con
Charle dietro un mucchietto di mattoni crollati: “Scommetto che ti trucchi e
fai tanta attenzione al tuo aspetto perché vuoi sembrare ancora giovane e
bella, ma magari sei una maschera di rughe!”
Scagliato il “sassolino”, la draghetta si abbassò in tempo per evitare la
lancia arrivatale addosso a tutta velocità.
Wendy risbucò fuori: “Da
questa reazione posso dire di averci azzeccato? Quanti anni hai in realtà?”
“NON SI CHIEDE L’ETÀ A UNA SIGNORINA!”
Evelyn mosse un braccio,
ed ebbe tutte le lance scagliate in precedenza da Sybille sotto il suo
controllo, cominciando subito a tirargliele contro una dopo l’altro, a Lucy, a
Wendy, anche a Charle, a chiunque le capitasse di adocchiare al momento.
Charle pensò fosse il suo
turno: “Secondo me ha ragione!”
“Anche tu?!”
Quando era Charle a
venirle contro faceva ancora più male!
“Cos’è questa tua mania
per i gatti? A parte il fatto che io non lo sono (ci somiglio soltanto), non lo
sai che come animali da compagnia andavano di moda anni fa?”
“C-come?!”
“Non lo sapevi? Oggi sono i cani che vanno per la maggiore!”
“E io ne ho uno!” fece
Lucy uscendo dal suo nascondiglio ed esibendo a riprova Plue, stretto tra le
sue braccia e il seno morbidoso.
“Ammira, io si che ho un
animaletto di cui andar fiera: tu non ne hai nemmeno uno e corri dietro a
quello sbagliato!”
“Ben detto!” asserì Charle.
“Pu-puuun!” disse Plue.
“…… Ma quello non è un
cane! È… una specie di pupazzo di neve. Ha pure il naso a carota!”
Lucy restò sorpresa: “Ma
dai, oltre ad essere vecchia e demodé ci vedi anche poco? Non sai più
riconoscere un cane quando ne vedi uno?”
“Puun!”
“…… QUELLO NON è UN CANE!
E DEMODÉ LO DICI A TUA SORELLA!”
Lucy si guadagnò in tal
modo ben tre lance tutte per sé: “KYAAAAHHH!”
“PUUUUUN!”
Plue, non abituato a tali
forti emozioni, si accoccolò più stretto nel generoso riparo offertogli sua
padroncina…
Approfittando della rabbia
che la accecava, Charle era riuscita persino a sgattaiolare dietro le donna:
“Ma queste sono inezie! Vogliamo parlare dei tuoi difetti peggiori?”
“C-che cosa?”
“Sei stupida, ti comporti
come una ragazzina, pensi a cretinate quando bisogna essere seri…”
“Sei superficiale e pensi
solo al tuo aspetto e ai tuoi bisogni…” si inframezzò Wendy.
“E sei così odiosa che
nessuno mai e poi mai ti vorrebbe per padroncina!” concluse la exsheed
facendole il verso.
“……”
Lucy alle sue spalle,
volle affondare di più il coltello nella piaga: “E in quanto a ragazzi? Bella
come sei ne avrai avuti parecchi… prima di farli scappare tutti, ih ih ih!”
“… sniff…”
?!
Le tre si fermarono quando
videro i suoi occhi inumidirsi…
“Non avresti dovuto dire
così, Charle…”
Estrasse un fazzoletto, si
asciugò lentamente gli occhi, splendida e drammatica nei gesti e nell’aspetto…
“IO VI DISTRUGGO!!!”
… per poi esplodere in un
nuovo urlo stridulo, insieme al quale tutte le lance a sua disposizione si
levarono, turbinando tutto intorno!
Ora si che non ridevano più!
“Che ne sapete voialtre,
stupide villane invidiose?!” –urlava fino a sgolarsi, con gli occhi infuocati e
i capelli fluttuanti come quelli di un demone infuriato- “Come vi permettete di
prendermi in giro?! Sono stupida e frivola? Lo so benissimo, senza che siate
voi a sfottermi per questo! Credete ne vada fiera? Non sarò la ragazza migliore
del mondo ma anche io ho il diritto di desiderare un cucciolo da amare… o un
ragazzo che mi ami anche se ho solo da offrire un bellissimo corpo e ben poco
dentro!”
“Bellissimo corpo,
sentitela… Ti è proprio difficile smetterla di vantarti, eh?”
Una lancia si abbatté nel
muro a due centimetri dalla testa di Lucy, la quale decise, con approvazione di
Plue, che forse con la strategia del farla arrabbiare poteva bastare così…
Non li ho fatti scappare… Erano loro ad andarsene…
Fin da piccola sono stata una tipa vanitosa… Del resto ne
avevo i motivi: ero la più carina della classe, quella coi vestiti più belli,
quella che tutti volevano come fidanzatina.
Crescendo sono diventata sempre più bella e affascinante, e
anche famosa. Una donna giovane, elegante, dal fisico sexy, una fotomodella di
successo: quale uomo non desidererebbe avermi accanto?
Uomini ricchi, belli, famosi come me: quanti ne volevo! E ne
ho avuti tanti…
E ce ne fosse stato uno che mi abbia mai apprezzato per
qualcosa che non fosse la mia apparenza…
Alle cene di gala, alle inaugurazioni, davanti i fotografi, mi
volevano sempre accanto.
Quando mi sentivo triste, quando avevo bisogno di compagnia,
quando mi andava di restare a casa in bigodini a parlare un po’ insieme,
nessuno di loro sapeva o voleva darmi ciò che cercavo.
Alla fine cercavano sempre di andare “fino in fondo” con me…
per fortuna riuscivo a mollarli o a farmi scaricare prima: almeno non mi sono
fatta usare fino a quel punto…
Non sono mai stata amata sul serio, in nessuna delle storie
che ho avuto. Erano tutti interessati al guadagno della loro immagine, al sentirsi
fieri di avere una bomba come me al proprio fianco, a soddisfare il loro
egocentrismo maschile.
Ma del resto, di cosa dovrebbero innamorarsi? Sono poco
sveglia e poco brillante…
Se l’argomento non sono vestiti o scarpette, ogni volta provo
a intervenire dico stupidate… In vita mia ho letto solo riviste e quando ho
provato coi libri mi è venuto sono alla quinta pagina…
Il pensiero più profondo che abbia mai fatto è stato chiedermi
perché non so nuotare anche se sono del segno dei Pesci…
C’è una parte di me che può piacere agli uomini che non siano
le mie tette o le mie gambe sinuose? Francamente non ne sono sicura.
Ma l’Incanto Cupidus potrà aiutarmi! Non saranno queste
maleducate a fermarmi: è giunto il momento che la pupa senza cervello tiri
fuori le unghie colorate di smalto profumato alla rosa e si faccia valere!
“Voi avete ferito i miei
sentimenti, ed è in assoluto la cosa peggiore! Anche dei capelli crespi al
mattino! Anche delle calze smagliate! Anche delle rughe… E chissà quante me ne
avrete fatte venire adesso! Ora assaggerete la mia ira!”
Sybille, parando i colpi
di Lily con nonchalance, attirata da quelle urla, seguiva con la coda di un
occhio l’altro scontro.
<< Tsk, Evelyn è sempre la solita: volevano
farle perdere le staffe ed ovviamente ci sono riusciti. È troppo facile
deconcentrarla con le provocazioni, ma figurati se lei se ne rende conto.
>>
<< Ma com’è possibile? Io la colpisco e lei
sembra quasi pensi ad altro?! >>
Sferrò due pugni uno di
seguito all’altro, sventole micidiali da mettere al tappeto un orso, e la
ragazza li scansò entrambi, bloccando poi con l’avambraccio il terzo colpo per
poi contrattaccare con un calcio basso alle sue gambe.
Era una combattente
formidabile.
“LASCIATEVI AFFETTARE!
PICCOLE PESTI! Vi faccio vedere io cosa sa fare una ragazza superficiale quando
si incavola di brutto!”
<< Che lagna… Però così non la batteranno di certo… >>
Evelyn, malgrado fumasse
come una ciminiera aveva ancora la situazione in pugno. Come speravano di
vincere senza attaccarla? C’era qualcosa sotto.
<< Come immaginavo… >> si disse
Sybille mentre incrociava le braccia davanti il corpo per parare il calcio
laterale di Pantherlily.
L’exsheed la sorprese
ancora distratta, ma stavolta era più preoccupante.
Sybille puntava Levi; al
sicuro nelle retrovie, stava scrivendo freneticamente su un libro aperto.
<< Ecco il loro piano: quella tipa sta
preparando un qualche incantesimo… >>
Lily le si gettò addosso,
ma a lei bastò abbassarsi e usare la sua stessa forza per scaraventarlo dietro
di sé nel risollevarsi!
<< Ed Evelyn, troppo occupata a vendicarsi
degli insulti, non controllerà con la sua magia questo nuovo attacco, col quale
evidentemente pensano di riuscire a spuntarla. Qualunque cosa sia, deve essere
certamente roba potente. Questo scontro deve finire qui e adesso. >>
Il ferino ruggire del suo
avversario la chiamò alle spalle.
“Umpf!”
Lily tirò un diretto.
Sybille afferrò il suo braccio, tenendolo lo colpì con una spallata e poi,
tirandolo, lo mandò schiena a terra.
Lily tossì forte per il
colpo subito; stringendo i denti si risollevò, ed attaccò ancora. Stavolta la
guerriera mascherata fermò il pugno con un braccio, scansando a lato. Poi,
usando la gamba dello stesso Lily, un po’ piegata in avanti, come trampolino, saltò
fino ad arrivargli dietro e, con un braccio stretto sotto il mento per tenersi,
lo colpì al volo al collo col taglio della mano.
“URGH!”
Il suo ritorno alla forma
mini, come un pallone bucato che si sgonfia, testimoniò il suo definitivo ko.
“Levi… muoviti…”
Levi alzò lo sguardo e inorridì!
La sua calligrafia
testimoniava sul foglio la disperata velocità con cui procedeva, il suo timore,
il cappio che avvertiva al collo.
Rialzò ancora gli occhi
dal libro. Sybille le era ad un palmo dal naso, la sciabola alta sopra la
testa.
“KYAH!”
Levi non ci pensò due
volte a gettarsi a terra, ma il libro finì tagliato di netto in due parti e
spaginato prima ancora di ricadere a terra. Le erano rimaste tra le mani solo
la penna e una pagina.
“Bel tentativo.”
Levi si domandò se avesse
senso rialzarsi: Sybille era in piedi, armata, e pronta a sfoderare ancora
quella straordinaria rapidità che aveva incantato tutti. Forse era la fine…
“APRITI, PORTA DEL MUSICO!
LYRA!”
POFF!
“?!?”
“Uh?”
Sybille si voltò alla sua
sinistra: era apparsa dal nulla una ragazzina vestita d’azzurro cielo con una
cuffietta in testa e un arpa tra le mani. Non sembrava pericolosa, ma nemmeno
la incuriosiva.
“S-salve!” –balbettò
sprizzando goccioline di sudore freddo- “Permette che la intrattenga con una
mia melodia?”
“……”
Senza aspettare risposta,
cominciò a carezzare le corde.
“A me la musica non piace.”
“N-non dica così: questa melodia è in grado di rilassare e sciogliere i cuori
astiosi.”
“No, è che anche volendo
non mi farebbe effetto…”
“Puuun!”
Il piccolo Plue era
arrivato anche lui e si era messo a saltellare al ritmo dell’arpa.
“……”: una specie pupazzo
di neve che balla… Quello era un pochino più interessante.
Lucy aveva un braccio teso
verso la loro direzione, e reggeva tra le dita la chiave d’argento dello
spirito stellare appena apparso.
“Eh eh!”
“LUCY ATTENTA!”
Evelyn, che fino a quel
momento si era guardata dal corpo al corpo, a seguito dell’increscioso
trattamento non disdegnò una forte ginocchiata nel fianco della biondina che
ricadde a terra semi-incosciente.
“Come vedi mi sono fatta
insegnare qualcosina da Sybille!”
Con uno schiocco di dita,
la rossa richiamò a sé una lancia, puntandone il filo alla gola della dolorante
maghetta.
“Uh uh uh, non sfotti più ora!”
Wendy le si aggrappò alla
vita: “Lasciala stare!”
Ad Evelyn bastò spingerla
via con una manata per buttarla a terra.
“WENDY!”
A quel punto fu Charle a
saltarle in testa e a mettersi a tirare colpetti: “Lascia stare Wendy o ti
scompiglio tutti i capelli!”
Nemmeno finì di parlare
che venne afferrata per la coda e si ritrovò così a testa in giù davanti gli
occhi indemoniati della ferita dai capelli rossi: “Tu cosa ai miei capelli?”
“I-i-io…”
“Ti avrei amata come
animale da compagnia… ma forse da te posso ricavare un bel paio di guanti
bianchi.”
“Preferivo l’animaletto da
compagnia!”
Plin-plin-plin-plon-plon…
“Ehm, il mio tempo è
scaduto…” –mormorò la piccola musicista sentendo sparire le forze della sua
evocatrice- “Spero abbia gradito la mia esibizione, arrivederci!” detto ciò,
sparì insieme con Plue.
“Umpf, anche le melodie più struggenti non mi fanno né caldo né freddo…”
Levi aveva capito al volo,
non appena aveva visto apparire lo spirito stellare di Lucy: si era subito
rimessa in piedi e allontanata di qualche passo.
Sarebbe stato bello per
una volta combattere dando tutto e più di tutto, come facevano i suoi amici,
come faceva Natsu, come faceva Gazille… Senza pensare a quanto la situazione
fosse disperata… Ma nel suo caso lo era davvero; come fare a non pensarci?
<< Che faccio? L’incantesimo è pronto, ma senza
un libro per substrato non posso usarlo! Lily e Lucy sono finiti ko apposta per
me e io non sono in grado di far nulla! Che
vergogna: una maga della scrittura senza un… libro?! >>
“L’ho trovato per caso in una stanza e te l’ho preso.” disse
lui semplicemente.
“Oh, grazie…” disse Levi, piacevolmente sorpresa da quell’immotivato regalo.
“Riserbatelo per quando i casini saranno finiti.”
Invece quel libro di
casini ne avrebbe combinati parecchi… per i loro avversari!
Sorrise: << Grazie, Gazille! Grazie se stavolta non mi
sono arresa: per avermi dato modo di combattere con tutte le mie forze e anche
più, fino alla fine! >>
Sybille si girò verso di
lei: “Eh?!”
Con gli occhi stretti,
Levi fronteggiò il nemico, aprendo il libro regalatole da Gazille, e sollevando
nell’altra mano il foglio recante sopra la formula magica che aveva scritto.
<< Dunque non stava scrivendo sul libro!
>> -capì la ninja- << È
il foglio quindi la chiave! >>
<< Gazille… è la prima volta che uso questa
magia, non posso fare cilecca! Questo è per te! >>
Levi posò il foglio sulla
controcopertina del tomo, il foglio bianco che riveste il lato interno della
copertina, e una volta fatto questo si illuminò.
“NO!” gridò Sybille
correndo verso di lei.
Ma stavolta Levi non si
lasciò spaventare.
“ADVANCED SOLID SCRIPT: BOOKWORM!”
Uno spostamento d’aria
fermò la corsa di Sybille.
Il libro emanò strie
luminose di verde e di azzurro che composero strani simboli e sigilli arcani.
Brillando in tal modo, levitò via dalla mano di levi, e le pagine, come
sfogliate da una mano invisibile, presero a scorrere velocissime.
Mentre questo accadeva,
Sybille osservò le lettere del libro venire fuori e divenire solide e
tridimensionali. Dapprima singolarmente, poi a flussi, fino a divenire un
autentico torrente, un fiume di simboli che, vorticando in circolo, formavano
come una specie di lungo verme.
Un capo del verme era nel
libro, verso cui Levi tendeva il palmo della mano, l’altro capo ondeggiava
nell’aria, aumentando di lunghezza e mutando di forma, assumendo l’aspetto di
una testa di drago!
Un drago, senza ali e
senza zampe. Con delle “O” maiuscole come occhi e delle “W” capovolte come
zanne acuminate! Un drago con delle “A” come orecchie, e una fila di “T” lungo
la schiena come una fila di spuntoni.
Un drago letterario, il
cui corpo era un vortice di “b”, “c,” “d”, “e”… E non solo lettere! Anche
virgole e punteggiatura varia ne facevano parte, e al centro del vortice
brillava una striscia lucente di bianco, una specie di anima di potere magico.
Un drago come colui che
aveva reso possibile l’uso della magia più potente che avesse mai utilizzato, e
che, puntata Sybille, come un’insignificante topolino lì a terra, le ruggì
contro a momenti sollevandola da terra.
“Oh, no…”
“All’attacco!”
“Tsk!”
Il verme di lettere scattò
come un serpente provocando un forte schianto e distruggendo una parte di
pavimento; Sybille si era salvata saltando via.
Evocate due stelle
taglienti dorate di grandi dimensioni le scagliò contro, ma entrambi rimbalzarono
sulle scaglie alfabetiche del mostro, ricadendo a terra.
“Si mette male! EVELYN!
Prendi il controllo di questo incantesimo!”
La sua amica era però
girata dall’altra parte: con una mano teneva Charle per la coda, mentre l’altra
era piazzata sulla fronte di Wendy che cercava inutilmente, viste le piccole
dimensioni, di raggiungerla per colpirla!
“Solo un momento Evelyn! Ho quasi finito di fargliela pagare a queste qui!”
“Non c’è tempo! Guarda da
questa parte!”
“GROOOOOOAAAARRRRR!”
Saltò di nuovo, evitando
un altro morso. La ninja (che malgrado l’indifferenza di cui era afflitta pensò
che menare quella cretina di Evelyn l’avrebbe fatta sentire meglio in quel
preciso istante…) si evocò due spade e si lanciò lei stessa contro il Bookworm.
Lanciò un grido di
battaglia e si abbatté con entrambe le spade contro di esso. Ma quando ricadde
a terra non poté non “emozionarsi” al vedere che entrambe le sue armi avevano
la lama spezzata a metà.
E il Bookworm, coi suoi
occhi-vocale senza pupille, continuava a puntarla. Scattò a fauci spalancate,
ma la mancò di nuovo.
<< Sembra sia meno
veloce… >>
Levi ansimava
pesantemente…
<< Ho usato troppa magia oggi… Non ricordo di
averne mai usata così tanta… >>
“Francamente, sei l’unica qui di cui mi fido almeno un po’.”
Doveva dimostrare che non
era così solo perché era una delle poche non lesbiche lì intorno a non volerlo
sposare!
<< CE LA FARÒ! >>
Il Bookworm riprese vigore
e velocità, e Sybille, sprecate contro di esso altre due spade più grandi e un
insetticida (si trattava di un “worm” dopotutto…), perse speranze e
spavalderia!
“EVELYN! CONTROLLA QUESTO
COSO, PRESTO!”
“Uffa, quanto urli! Ma si può sapere che succede?”
Wendy non perse un attimo:
“Ehi, Evelyn, è vero che non sei una rossa naturale e che hai tutti i capelli
grigi sotto?”
Stava per girarsi, ma cambiò idea: “PICCOLA MOSTRICIATTOLA, CONSIDERATI
PELATA!” urlò iniziando ad inseguiva , scagliata Charle per terra, con il
preciso scopo di accanirsi sui suoi capelli.
“AAAAAAHHH!” fuggì via con le mani sulla testa.
“EVELYN!” urlò di nuovo la ninja!
“VIENI SUBITO QUI,
TAPPETTA!”
Il Bookworm da un lato… Quella fessacchiotta di Evelyn dall’altro… Ora si che
sentiva di incavolarsi!
“BRUTTA SCEMA!!! GUARDA DA
QUESTA PARTE!!! EVELYN!!!”
Il mostro di lettere si
schiantò a un metro da lei facendola cadere a terra! Si sollevò sulle braccia,
e si accorse che era troppo tardi.
“GRRRROAR!!!
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!”
La ingoiò in un sol
boccone!
“Ed ora il colpo finale!”
gridò Levi, mentre Lily, pensò che quello fosse veramente un bel risveglio dopo
le tante botte prese!
Sybille urlò forte mentre
precipitava nel corpo allungato del drago di Levi. Lì le lettere cominciarono
ad aggredirla e a centrifugarla: roteava fortissimo, mentre le “I” la
bacchettavano, le “P” la bastonavano, le “S” la stiracchiavano, e gli accenti e
gli apostrofi le piovevano addosso da tutte le parti anche non richiesti…
Il Bookworm ruggì ancora,
e poi esplose!
Tutte le lettere,
ridiventate piatte ed innocue, ripresero il loro posto nelle pagine del libro
di Levi. Invece Sybille, diventata incosciente e piena di lividi, schizzò via,
roteando come le pale di un frullatore, per poi schiantarsi sul cumuletto di
macerie formatosi dal crollo del tetto.
Alla fine di quello
spettacolo, tutti erano senza fiato (anche Evelyn che almeno si era decisa a
girarsi, anche se troppo tardi…), tranne Levi, che trovò comunque la forza di
esultare con una risatina: “Eh eh!”
“…… Forse avrei dovuto
girarmi!”
E approfittando del suo
essersi imbambolata, Wendy stava già da qualche secondo guarendo Lucy, giusto
quel poco affinché potesse riprendersi e rimettersi in piedi.
Evelyn lasciò cadere la
lancia e la mandibola!
“N-non è possibile!!!
S-Sybille era fortissima! Fortissima! Tu! Tu coi capelli azzurri! Come sei
riuscita a batterla?!?!”
Levi sollevò la penna,
tracciò velocemente una parola e fece comparire una bolla trasparente grande
quanto il palmo di una mano: “Ho usato questa! Sembra una banale bolla di
sapone, ma se la tiri contro un nemico fa uno sfacelo!”
“I-incredibile, Sybille
battuta…… Ih ih ih!”
Fece volare un bacetto
verso la bolla e questa schizzò fino alle sue mani: “Ah ah ah! Mia! Con questa
vi metto tutte al tappeto.”
Nessuno si spaventò, anzi,
tutti la guardarono divertiti!
Lucy scosse il capo: era
proprio cretina!
Con una mano bloccò Wendy
prima che si apprestasse a fare alcunché: il fianco dolorante voleva fosse lei
a chiudere la partita!
Non le era sfuggita la
pozza piena d’acqua che si era creata a seguito di uno dei tanti sfondamenti
del pavimento del salone (ormai quasi completamente devastato): era il momento
di utilizzarla.
Prese QUELLA chiave d’oro
dal portachiavi e la tirò nell’acqua. Questa, anziché affondare, galleggiò,
illuminandosi come una stella!
“APRITI, PORTA DEL
PORTATORE DI ACQUA! ACQUARIUS!”
Ed ecco fare il suo
trionfale ingresso in campo la sirena dai capelli azzurri, recante tra le mani
la sua inseparabile brocca dorata!
Evelyn deglutì: “Che bel
costume da bagno… Ad ogni modo non funzionerà! Vai, bollicina! Fai sfaceli!”
La bollicina caricò con
tutto l’entusiasmo trasmessole dalla rossa!
<< Plic >>
… ed esplose sulla faccia
di Acquarius che restò perfettamente immobile…
“…… Mi sa che mi sono fatta
gabbare di nuovo…”
Acquarius la guardò schifata: << Ma
chi è questa scema? >>
Dopodiché non pensò ad
altro che ad agire!
“URYAAAAAAAHHH!”
L’acqua della pozza da cui
era stata evocata si sollevò in una mini onda anomala!
“NO! L’ACQUA NO! MI ROVINERÀ IL VESTITOOOOOOOO… BLUB! BLUB! GLUB!”
Nessuna pietà!
La piccola marea investì
Evelyn, la sciacquò, la centrifugò, la risciacquò e la buttò via come una pezza
usata verso Sybille che intanto si stava riprendendo…
SPLASH!
L’acqua in faccia la aiutò
a risvegliarsi del tutto…
Evelyn si sollevò… I
capelli zuppi le ricascavano in faccia, il trucco le si era tutto sciolto, un
tacco si era rotto, e dulcis in fundo per via dell’acqua la polvere e i
calcinacci al momento dello schianto le si erano azzeccate addosso, rovinandone
definitivamente l’estetica e sporcandola tutta.
“UAAAAAAAAHHH! CATTIVE! Sigh!
Guardate come mi avete ridotta! Sono un pulcino bagnato! Sigh! UAAAAH!”
“……”
La compagna al suo fianco,
sentendone la lagna, pensò di fingersi svenuta…
Lily, Charle, Wendy, Lucy
e Levi poterono finalmente farlo: cascare a terra esausti e felici!
“ABBIAMO VINTO!”
Finalmente ho scritto la
scena del Bookworm! X3 Da quanto la aspettavo: il cruccio di uno scrittore è
quando vuoi scrivere una parte che hai pensato a lungo ma il momento di farlo
tarda a venire! XD
Riguardo questa magia
usata da Levi, è ovviamente da me inventata: il suo nome deriva dall’espressione
inglese “Bookworm”, letteralmente “Verme dei libri”, che equivale all’italiano “Topo
di biblioteca”… come “topina” lo è appunto Levi! ^__^ Personalmente lo ritengo
un incantesimo adattissimo a lei, nel nome quanto nel design!
Sybille e Evelyn sono
finite ko, e Gazille ha raggiunto il suo obiettivo… è l’inizio della vittoria
per i Fairy Tail… o dello scontro finale?
Prima di concludere coi
saluti, ecco che ritorna l’appuntamento, dopo una pausa di un capitolo, con le
schede dei miei OC (leggete anche quello che c’è scritto dopo, mi raccomando…)!
LE SCHEDE DEGLI OC DI
QUESTA FIC!
Nome: Evelyn Bonnie
Derivato da: Avendo il mente il personaggio, cercavo un nome che stesse
bene ad una autentica “pupa”, una cattivona affascinante e pericolosa (ma a suo
modo simpatica): Evelyn mi è venuto praticamente subito e mi è anche piaciuto,
con lei quindi non ho dovuto faticare molto. Riguardo il cognome è in coppia
con quello di Lionel, che come ricorderete è Clyde: Evelyn e Lionel quindi sono
un piccolo omaggio a un’altra coppia di cattivoni, Bonnie e Clyde. Non sono una
vera coppia come lo erano loro, ma diamo tempo al tempo…
Età: 27 (portati benissimo)
Capelli: Rosso acceso
Occhi: Castano nocciola
Descrizione fisica: Evelyn è una donna dal fisico slanciato, alta anche
senza i tacchi, ha la vita sottile, i fianchi ampi e quello che si suol
definire “un bel davanzale”, fatto risaltare da un abbigliamento provocante ed
elegante al contempo. Il viso è fine, le labbra carnose, i capelli lunghi rosso
acceso che ricadono lievemente sul sopracciglio destro proiettandovi un po’ d’ombra.
Sa far buon uso dell’arsenale cosmetico messo a disposizione alle donne, dal
rossetto al fondotinta, dalla cipria ai profumi, di cui si bagna prima di
andare da qualunque parte, anche a far la spesa. È un emblema della bellezza
femminile fatto e finito!
Vestiario: Veste scarpette rosse, un abito da sera rosso lungo con le
spalle scoperte, lo spacco sulla gamba sinistra e una rosa bianca ricamata sul
fianco, guanti rossi lunghi quasi fino al gomito. Questo è il suo vestiario
nella fic, ma da frivola spendacciona che si rispetti ha un guardaroba molto
fornito, capi firmati e non, che la costringe a lunghe meditazioni ogni volta
apre le ante dell’armadio… Mancano però capi blu, in quanto considera tale
colore il peggior nemico del rosso, il suo preferito!
Magia: Evelyn utilizza poco la magia in quanto è più fotomodella e donna
immagine che maga, nonostante ciò ha una gran quantità di potere magico e un
incantesimo temibile. Si tratta di una particolare forma di charme che anziché
influenzare persone o animali (per quelli c’è già la sua bellezza dice lei!)
funziona sugli incantesimi altrui. Nella villa abbandonata ha dato prova di
poter comandare a suo completo piacimento qualunque magia scagliale contro,
inclusi gli spiriti stellari di Lucy. Tale potere si estende a tutto ciò che è
evocato tramite magia, come appunto le armi di Sybille, anche se queste non
sono propriamente “magia”. Questo charme funziona anche su più bersagli
contemporaneamente, ma vista la scarsa capacità di concentrazione della donna,
le è difficile gestire al maglio più incantesimi nello stesso tempo. In
generale si può dire che la sua magia ha ben pochi punti deboli, e uno di
questi è proprio la sua indole!
Background: Evelyn è, a prima vista ma anche un po’ a ragione, la
rappresentazione dello stereotipo della donna modaiola e frivola (in
combattimento e fuori fa spesso commenti fuori luogo o pensa ad altro), bella,
ma ben poco sveglia e per nulla saggia, egoista e capricciosa, pronta a fare di
tutto per accontentare sé stessa, anche passando sopra i desideri altrui. È anche
alquanto manipolatrice visto che sfrutta il debole che Lionel ha per lei per
far sì lo aiuti a rapire gli exsheed del gruppo di Fairy Tail.
In realtà, malgrado non se
ne renda conto, a suo modo anche lei è un personaggio complesso.
Nata in una famiglia
agiata, sin da piccola si è ritenuta un principessa, supportata dall’ammirazione
di familiari e compagni di scuola che di certo ha contribuito a darle un’autostima
fin troppo alta... Malgrado i brutti voti a scuola, grazie alla sua bellezza si
fa notare come fotomodella e raggiunge in breve una discreta fama (anche se non
è ancora comparsa in un servizio insieme a Mirajane, cosa gli piacerebbe
moltissimo fare… per eclissarla!) Frequenta quindi, per diversi anni, gli
ambienti mondani del regno di Fiore, comparendo su molte riviste scandalistiche
e divenendo una richiestissima donna-immagine.
Pian piano però si rende conto della falsità di quel mondo e delle attenzioni
che le sono rivolte dagli uomini, tanto dagli ammiratori, tanto dai suoi
occasionali fidanzati, più preoccupati di farsi vedere insieme a lei ai party
piuttosto che a consolarla nei momenti di sconforto o a condividere con lei
momenti realmente “romantici”.
La poveretta si convince
così di non essere mai stata amata sul serio, e di non poterlo essere visto il
suo carattere e la sua scarsa personalità.
Sconfortata, lascia il
mondo del gossip e per un breve periodo si lascia andare alla noia e alla
disoccupazione.
Con l’incontro con Oberon
e il formarsi del gruppetto dei cacciatori di pozioni, riacquista una speranza:
l’Incanto Cupidus, grazie al quale conta di far sì che un uomo la ami sul serio
come abbia sempre desiderato, più per il cuore che per le tette davanti ad esso…
Purtroppo, sconfitta da
Lucy, Wendy e Charle, vede il suo sogno in frantumi e si abbandona a un pianto
a dirotto… Ma è davvero tutto perduto?
Gli piace: Gli animali da compagnia, la “coccolosità”, il rosso, le rose, l'amore
Non gli piace: Le unghie spezzate, le cyclette, gli uomini superficiali,
il blu
Curiosità:
*Evelyn malgrado le tante
attenzioni ricevute è ancora… “illibata”, poiché è sempre riuscita a scampare
la cosa rendendosi conto di aver di nuovo beccato un uomo che non vede in lei
che un bella donna con un cervello da gallina.
*Evelyn, fra i tanti
animali che adora, ha un debole per i pesci rossi, ma ha paura di comprarne
perché, svogliata com’è, ha paura di farli morire dimenticandosi di curarsi di
loro!
Questo personaggio è
scaturito nella mia mente in parte dagli incresciosi episodi di escort che
hanno visto protagonista il nostro paese. Inviterei quindi voi lettori ad una
riflessione sull’argomento: le ragazze andrebbero educate a diventare
innanzitutto donne sagge e oneste, non arrampicatrici sociali materialiste, che
guardino al “Grande Fratello” più agli studi per diventare note, ricche,
felici... Solo l’onesta d’animo può rendere una persona fiera di sé, e solo l’amore
e ciò che da esso nasce è veramente importante…
Al prossimo capitolo, con
l’inizio di un’aspra resa dei conti!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!