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Autore: Princess of the Rose    26/04/2011    4 recensioni
Garland sta per scoprire che nell'eterno conflitto tra Chaos e Cosmos, la guerra e le battaglie non sono gli unici pensieri dei guerrieri della Discordia...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Tempio del Chaos, oltre che da quartier generale della fazione del dio della Discordia, serviva anche da alloggio. Infatti, oltre alle undici camere usate dai guerrieri - il perché fossero undici quando lo schieramento era composto da dieci persone era un mistero perfino per Chaos - vi erano cinque bagni ben arredati, un salone ricreativo e una mensa. E proprio qui che Kefka, dopo l’ennesima, lunga notte insonne, aveva dato inizio al suo piano di vendetta: senza riuscire a trattenersi dal ridere, versò un’abbondante dose di veleno nella macchinetta del caffè, per poi posarla sul fornello. Per fortuna che era stato il primo a svegliarsi, altrimenti non sarebbe riuscito ad attuare il suo piano. Felice, prese un po’ di pane tostato e un vasetto di marmellata di pesche e velocemente si mise seduto a tavola, giusto in tempo prima che nella stanza giungesse Kuja, il quale, dopo un appena sussurrato “Buongiorno”, si diresse dritto verso il forno. Kefka sorrise maligno.

“KUJI!!”

“Non. Urlare. Di. Prima. Mattina,” disse il jenoma, prendendo un po’ di latte dal frigo e mettendolo a scaldare.

“Uhuhu, siamo nervosetti, eh? Hai forse dormito male? O poco?” il mago rimarcò molto l’ultima parte della frase, ma il più giovane sembrò non fare caso al messaggio nascosto in quel tono eloquente.

“Affatto. Anzi, ultimamente dormo davvero bene” si limitò a dire, stiracchiandosi subito dopo. Kefka cercò di capire se quel gesto avesse creato un qualche dolore - due maschi che vanno a letto insieme possono farlo in un modo solo, ed era altamente improbabile che fosse Sephiroth quello passivo tra i due- ma non notò nulla di anormale, cosa che lo fece imbestialire.

“Maledizione!”

“Cosa?”

“Niente!” si affrettò a dire, spalmando un’abbondante cucchiaiata di marmellata sulla fetta di pane. Kuja lo osservò per qualche secondo, per poi prendere una tazza e versarci il latte caldo, assieme al un po’ di caffè. Vedendolo prendere la macchinetta, il clown non poté trattenere una risata.

“Insomma, fai ridere anche me: cos’è che ti divertente così tanto quetsa mattina?” gli chiese scocciato, lanciandogli un’occhiata infastidita che non fece altro che aumentare l'ilarità di Kefka.

“Uhuhu, no niente… ihihihhi,” rispose, dando un abbondante morso al suo toast, mentre osservava il più giovane bere tranquillo il suo caffè-latte. Non riuscì a trattenersi, e iniziò a ridere a crepapelle; sfortunatamente, non aveva ancora ingoiato il boccone, che gli finì di traverso. Subito iniziò a tossire convulsamente, portandosi entrambe le mani al collo, dimenandosi sulla sedia sotto lo sguardo perplesso e divertito dell’altro mago.

“Oh, povero Kefka! Non lo sapevi che non si ride con la bocca piena??” chiese con tono fintamente preoccupato, prendendo una bottiglia d’acqua e un bicchiere “Su, bevi un po’ d’acqua.”

Kefka osservò il bicchiere pieno sul tavolo, lanciando mentalmente tutte le maledizioni che conosceva: quella stupida scimmia lo aveva messo troppo lontano dalla sua portata! Ormai paonazzo per la mancanza d’aria, lanciò un’occhiata piena di rancore a Kuja, che lo guardava con gli occhi pieni di sadico divertimento.

“Che c’è? L’acqua è lì, non la prendi? Non ti va?” chiese, godendo nel vedere quello stupido clown rantolare sul bordo della sedia, per poi cadere rovinosamente a terra mentre continuava a tossire. Quella era la giusta vendetta per chi osava ridere alle sue spalle.

Nel frattempo, Kefka si vide costretto a trascinarsi fino all’altra parte del tavolo, poggiarsi sul bordo e issarsi… solo per vedere il bicchiere sparito! Sollevò faticosamente il capo, e l’ira aumentò quando lo vide in mano a Kuja, che sorrideva divertito.

“L’acqua non va sprecata,” gli disse, bevendone un sorso “è un peccato, sai? Se non la volevi, bastava dirlo”

“Coff-Coff Fig-Cof di- Cought-” non riuscì a continuare la frase. Cercò di calmarsi, inutilmente: riuscì solo a respirare malamente col naso.

“Che succede?” la voce incolore di Nube Oscura gli arrivò in parte attenuata, il che non era un buon segno.

“Oh, niente di che. Sto solo vedendo Kefka che si strozza da solo,” le risposeKuja, prendendo un tazza e porgendogliela “Caffè?”

La creatura annuì lievemente, osservando curiosa il mago che si agitava forsennatamente a terra nel tentativo di ingoiare il boccone. Prese la bevanda che le veniva offerta, senza che il pensiero di aiutare quel clown le passasse per la testa.

“Ma Garland dov’è?” chiese dopo un po’, quando ormai il viso di Kefka era diventato più pallido di quello di un cadavere.

“Non lo so, e non mi interessa. Certo, però è strano, di solito è il primo a scende-” Kuja non fece in tempo a finire la frase che un fortissimo rumore di ferro che sbatte per terra per poco non fece venire un infarto a tutti e tre - per fortuna di Kefka, però, lo spavento era riuscito a liberargli la gola dal boccone infame, che riuscì infine ad ingoiare. Il silenzio regnò per qualche istante, poi Garland entrò nella cucina, parecchio dolorante a giudicare da come si teneva la schiena.

“B-Buongiorno a tutti” disse flebile, dirigendosi verso una sedia. I tre lo guardarono per qualche secondo, per poi scambiarsi delle occhiate perplesse.

“C’è il caffè?”

“Eh? Ah si, la macchinetta è lì,” disse Kuja indicando il fornello, mentre quel poco colore che Kefka era riuscito a riprendere riandò via in un istante.

No!” il mago si precipitò verso il fornello, praticamente strappando la macchinetta dalle mani del guerriero, il quale lo guardò perplesso per qualche secondo, prima di iniziare un tira e molla con il suo 'alleato'.

“Kefka, dammi il caffè!”

“No!! E’-E’ troppo freddo, te lo rifaccio.”

“Meglio se è freddo, lo bevo più velocemente.”

“N-Noooooo!!!!!”

Kuja e Nube Oscura, nel frattempo, osservavano silenziosi il battibecco con un sorrisetto divertito lui, e un sguardo annoiato lei.

“Che stupidi,” disse la creatura, sorseggiando un po’ del caffè.

“Eheh, però sono divertenti da vedere, una vera commedia,” disse il jenoma, prendendo un biscotto dalla busta che aveva aperto poco prima.

Nel frattempo, anche Artemisia fece il suo ingresso nella cucina, già vestita del lungo e vistoso abito rosso e perfettamente truccata.

“Buong-” disse, poco prima che la gran parte del caffè della macchinetta le finisse in testa. Sia Kuja che Nube Oscura scoppiarono a ridere, mentre Kefka iniziava a sudare freddo e l’irritazione di Garland si trasformava in rabbia furiosa.

“Chi. E’. Stato?” chiese la strega con tono calmo che malamente nascondeva l’ira per quell’incidente.

“Kefka” la voce dell’ex-paladino uscì ancora più minacciosa da dentro l’armatura “sei un uomo morto!”

Il mago guardò prima il guerriero, poi la strega, poi i due che ancora ridacchiavano per la scena che si presentava ai loro occhi. Infine, si mise a ridere.

“Nbwahahahah!!!! Se prima riuscite a prendermi!!!” disse, prima di iniziare a svolazzare per la stanza. Artemisia, perfettamente calma, schioccò le dita, e il tempo attorno a Palazzo si fermò, congelandolo all’istante, il volto ancora ridente.

“Stupido buffone” disse la strega sprezzante, per poi evocare un gruppo di frecce rosate che circondarono il loro obbiettivo, per poi scendere impietose su di esso ad un cenno della sua mano.

“Non c‘è niente di meglio di un po‘ di urla per iniziare la giornata” ironizzò Kuja, poco prima che l’incantesimo temporale fosse sciolto, e gli strilli di dolore di Kefka riempissero la stanza.



Garland sapeva perfettamente che nessuno stava ascoltando il suo discorso. La cosa un po’ lo infastidiva, ma era necessario: la noia faceva venir voglia di fare altre cose, e forse queste cose potevano dargli le prove necessarie a dimostrare l’esistenza di eventuali relazioni tra i guerrieri della discordia. Purtroppo, dopo più di un’ora di orazione, nessuno aveva fatto alcunché di sospetto: l’Imperatore osservava assente l’angolo a nord-est del tempio, dove troneggiava un ritratto del demone Merilith; Artemisia si osservava le unghie, e ogni tanto si dava una sistemata alle ciocche; Kuja e Nube Oscura conversavano in fondo ala sala a qualche metro da terra - probabilmente discutevano dell’incidente di quella mattina, visti i sorrisi e le lieve risate; Sephiroth sembrava trovare molto interessante il pavimento; Kefka, pieno di cerotti e bende dopo aver subito l’incantesimo di Artemisia, stava seduto su uno degli scalini, a fatica riusciva a tenere gli occhi aperti; Golbez e Ex-Death stavano perfettamente fermi, il primo vicino all’angolo sud-ovest, il secondo vicino a Kefka - molto probabilmente si erano addormentati, vista l’eccessiva staticità; Jecht stava seduto con la schiena poggiata alla passerella centrale e, nonostante desse le spalle, la testa penzolante faceva intuire che non stesse in condizioni migliori di quelle di Kefka.

Garland, dopo aver osservato uno ad uno i guerrieri, decise che era meglio passare ad un approccio più diretto.

“Ora, passando ad altri discorsi: uno di voi,” e si voltò verso Kefka, il quale sussultò lievemente “si è lamentato di non riuscire a dormire la notte a causa di ‘numerosi rumori molesti’ che continua a sentire. Mi interessava sapere se anche voi avete riscontrato lo stesso disagio.”

Ci fu un momento di silenzio, dove i guerrieri di Chaos si scambiarono occhiate perplesse.

“Per quanto mi riguarda, non ho alcun problema,” disse l’Imperatore, lanciando un’occhiata indecifrabile a Kefka, che ricambiò con un sguardo truce.

“Nemmeno io,” disse Kuja dal fondo della sala; Nube Oscura si limitò a dare la stessa risposta.

“Io dormo bene,” anche Sephiroth lanciò un’occhiata strana verso il folle mago.

“Anche io non ho alcun problema a riposare” affermò Artemisia.

Solo Golbez, Ex-Death e Jecht non diedero la loro risposta, confermando che si erano effettivamente appisolati. Garland non pretese la loro opinione, pensando che probabilmente il loro parere non si sarebbe discordato da quelli degli altri.

Maledetti bugiardi!” urlò Kefka, facendo sussultare i tre belli addormentati “E' colpa vostra se io non dormo!”

“Colpa nostra?” chiese l’Imperatore, tranquillo, “E sentiamo, in che modo saremmo responsabili della tua insonnia?”

Ah, non saprei! Forse è perché non fate altro che scopare dalla mattina alla sera?!” disse il clown, alzandosi e puntando il dito contro il petto dell’altro, che lo guardò con uno sguardo tra il disgustato e l’oltraggiato.

“Non toccarmi con le tue sudice mani!”

“Oh, scusami, caro Mateus! Forse preferisci un calcio!?” chiese l’altro, preparandosi a sferrare il suo attacco. L’Imperatore, evidentemente irritato per essere stato chiamato per nome da uno che considerava al pari di un buffone di corte, si preparò subito a richiamare un incantesimo di difesa, ma la voce ferma di Garland interruppe la rissa che stava per scoppiare.

Kefka! maledetto buffone che non sei altro!” l’ex-paladino si avvicinò ai due, prendendo il folle mago per il colletto e sollevandolo “Datti una calmata! Al messimo lpunico motivo per cui qui non si riesce a dormire è il tuo continuo starnazzare!”

Numerosi guerrieri scoppiarono a ridere sentendo quelle parole, mentre Palazzo arrossì dalla rabbia e, in mimima parte, dall'imbarazzo.

“Ti odio,” disse in un sibilo appena udibile, per poi scoppiare ad urlargli contro, “Tiodiotiodiotiodiotiodiotiodiotiodio-

“L’abbiamo capito,” disse l’Imperatore, avvicinandosi ai due con un sorriso beffardo sul volto, “Pensandoci bene, effettivamente ho dei lievi problemi a dormire: continuo a sentire Kefka che urla la notte, probabilmente in preda alla pazzia di cui, come tutti sappiamo, il nostro ‘amato’ compagno è affetto. Seriamente, Garland, come nostro leader dovresti prendere seri provvedimenti.”

“Maledetto str-”

“Non c’è problema,” lo interruppe l’ex-paladino, infastidito da tono supponente dell’Imperatore, “Dopo aver risolto altri… affari interni, provvederò personalmente alla punizione più adatta da infliggere a questo buffone.”

“Non ne dubito” il sorriso non scomparve dalla labbra di Mateus, mentre si dirigeva verso Artemisia, la quale osservava la scena evidentemente divertita. Kefka le riservò un’occhiata piena d’odio, per poi ridere leggermente pensando che il veleno che aveva messo nel caffè faceva effetto anche se messo semplicemente a contatto con la pelle.

“Smettila di ridere” disse Garland, scuotendolo con forza “ti farò passere io la voglia di farti beffe di me! Per quanto riguarda voi,” e si voltò verso gli altri guerrieri “siete liberi di andare a combattere contro i guerrieri di Cosmos. La riunione è sciolta!”

 


Dire che era infuriato era dire poco.

“Ma come si permette di trattarmi così!?” digrignò Kefka mentre percorreva un corridoio del Sotterraneo Lunare, “prima mi sbatte la porta in faccia, poi mi prendene in giro in quella maniera! Davanti a tutti! Oh, ma gliela farò vedere io a quell’ammasso di ferraglia, malato di guerra, figlio di palombaro che non è altro!”

Lanciò un fulmine contro una parete, e il rumore della roccia che andava in frantumi fu musica per le sue orecchie. Decise che, per sfogarsi e passare il tempo, non c’era niente di meglio che distruggere qualcosa; così prese a lanciare le magie più potenti che conosceva contro il paesaggio che lo circondava, senza risparmiare neanche il più piccolo dei sassi. Si fermò solamente quando avvertì a presenza di Golbez dietro di sé.

“Ma guarda chi c’è qui, il nostro male-amato doppiogiochista. Sembri riposato,” disse, osservando l’andatura decisa del mago con occhi rossi per il sonno mancato, “mi chiedo come tu possa riuscire a riposare, visto il baccano continuo.”

Il Taumaturgo non rispose, limitandosi ad guardare le macerie sulla superficie lunare.

“Vedo che ti sei dato alla pazza gioia” disse ironico, osservando un’enorme fossa ancora fumante, probabilmente provocato da Meteor.

“Non mi hai risposto.”

“Non mi hai fatto una domanda.”

“Era implicita. Implicita! Ma siete tutti rimbecilliti qui!?” chiese, lanciando l’ennesimo Flare contro una roccia. In verità Golbez aveva intuito la domanda, ma aveva sviato il discorso sperando di non iniziare una discussione con quel buffone. Purtroppo, sembrava che, quel giorno, Kefka fosse in vena di risse.

“Come fai? Dimmi, come fai a dormire con quei quattro che fanno sesso ogni notte?!” la voce acuta e isterica gli penetrò nelle orecchie come un trapano, e  dovette combattere contro l’impulso di scagliarli contro dei massi per farlo tacere.

“Non so di cosa parli.”

“Oh lo sai benissimo invece,” gli si avvicinò tanto che la sua faccia distava pochi centimetri dall’elmo dell’altro, “la tua camera è tra quelle di Nube Oscura e Ex-Death. Li devi sentire per forza!!!”

Golbez lo guardò per un lungo istante, per poi scuotere le spalle. Ringraziò mentalmente il fatto di indossare l’armatura, perché aveva distintamente sentito le sue guance andare in fiamme.

“Quello che fanno quei due non mi riguarda” disse con voce più neutra possibile, superando il folle mago e dileguandosi il più velocemente possibile. Palazzo stette un paio di secondi a guardare il punto dove prima c’era lo stregone, per poi iniziare ad imprecare.

Odio essere ignorato! Non puoi ignorarmi Golbez! Devi compatire un comapgno nei guai! Golbez! Grrrr, tutta colpa di quei maledetti e dei loro ormoni! Ah, ma gliela farò vedere io” un ghigno decisamente poco rassicurante si dipinse sul suo volto “si pentiranno di essersi messi contro di me!! NBWAHAHAHAHAAH!!!!!!! La vendetta ha un sapore così dolce!!!”

Golbez, nel frattempo, era rimasto ad osservare per qualche minuto il suo 'compagno nei guai', mentre quest’ultimo iniziava un lungo monologo su quanto fosse stanco, sul desiderio di vendicarsi, sul sonno mancato, e su numerose altre cose che il Taumaturgo fece fatica a seguire. In particolare, lo interessò l’accenno sul veleno che 'aveva permesso il realizzarsi del suo piano di vendetta'. Quest’ultima parte catturò particolarmente l’attenzione dello stregone, che decise di usare quell’informazione a suo vantaggio in futuro.

Per adesso era meglio evitare qualunque contatto con quel buffone.

 

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Chapter 2... GONE
Ah, mi sono divertita a scrivere questo capitolo, anche se sono stata particolarmente crudele con Kefka (colpa di Duodecim: dopo quello che ha fatto a due dei miei personaggi preferiti, ho sentito il bisogno di vendicarli in qualche modo)- E purtroppo i guai per lui non sono finiti qui!!!
Ma non sarà nulla in confronto a quello che farò a Garland (eheheheh)

Alla prossima!!!

   
 
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