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Autore: Princess of the Rose    23/03/2011    5 recensioni
Garland sta per scoprire che nell'eterno conflitto tra Chaos e Cosmos, la guerra e le battaglie non sono gli unici pensieri dei guerrieri della Discordia...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Garland non era di per sé un tipo paziente: era un uomo di indole bellicosa, il cui desiderio di combattere - anche fino alla morte - era non aveva rivale alcuno. 

Era quindi facile immaginare quanto fosse alto il suo nervosismo quando avvertì un urlo di frustrazione provenire dai corridoi - a giudicare dalla voce gracchiante, con ogni probabilità si trattava di Kefka.

Garland sbuffò, riggirandosi nel letto nel vano tentativo di ritrovare il sonno che quel buffone di un clown gli aveva fatto perdere da una settimana. Una lunga, lunghissima settimana completamente priva di un riposo decente. I motivi di tutto quell’agitarsi sembrava fossero delle fantomatiche “voci” che Kefka continuava a sentire ogni notte. 

Ogni.

Maledetta.

Notte
.


Garland era convinto fossero solo il frutto dell’immaginazione malata di quel pazzoide, o uno scherzo di dubbio gusto per diminuire la concentrazione di tutti - come si poteva combattere se privi di forze a causa del mancato ristoro?

Dopo un po’ di tempo, in cui il guerriero si dilettò a calcolare la lunghezza delle crepe nel soffitto, sembrò che Morfeo avesse avuto pietà del povero ex-paladino: questi sentì le palpebre farsi pesanti, e il corpo intorpidirsi, pronto ad accogliere il sonno. Garland sospirò, contento.

Ma il fatto che Morfeo gli avesse dato benevolenza, non voleva dire che Fortuna fosse disposta a fare altrettanto.

Una serie di forti botti scossero la porta della sua camera, seguiti da una voce acuta e gracchiante che continuava a chiamarlo.

Il braccio destro di Chaos pensò bene di ignorare quel richiamo, ma esso si fece talmente insistente che il sonno tanto atteso andò via; dopo una serie di improperi, decise di alzarsi e vedere chi fosse colui che osava disturbarlo- alle due e mezzo del mattino!?

Aprì la porta, e fu piuttosto sorpreso di trovarsi davanti proprio Kefka Palazzo in persona. Il suo volto, struccato e stanco, era segnato da profonde occhiaie. Sembrava irritato, cosa che fece innervosire Garland - quello stanco e seccato era lui, come osava quel maledetto clown essere in quello stesso stato?

“Ti devo parlare” esordì il mago, entrando nella stanza quando ricevette il consenso ad accomodarsi - se così poteva essere definito un grugnito non meglio identificabile.

Garland andò verso la mini-cucina che si era allestito in un angolo della camera, preparandosi una tazza di tè, avrebbe dovuto aiutarlo a calmare i nervi. Avrebbe.

“Che cosa vuoi?” chiese scocciato, mentre prendeva una tazza e dei biscotti. Kefka stette il silenzio per qualche secondo, indispettito dal fatto che l’altro non gli avesse offerto nulla, per poi iniziare ad esporre con la calma di una iena mestruata ciò chge lo affliggeva.

“Ho dei seri problemi a dormire.”

“Prenditi un sonnifero.”

“Ci ho provato, e non basta. Non con tutti i rumori molesti che mi circondano!” urlò Kefka, agitando le braccia per enfatizzare il suo stato d’animo. Movimenti di un folle che aveva dormito poco.

“E sentiamo” disse l'altro con tono evidentemente sarcastico, “di che tipo sarebbero questi fantomatici rumori?”

“Ma come, non li senti?” chiese Kefka, isterico, strabuzzando talmente tanto gli occhi che sembrava dovessero uscire dalle orbite, “Gemiti! Sono circondato ogni maledettissima notte da gemiti!"

“Io non sento niente” rispose il braccio destro di Chaos, il tono neutrale non fece altro che aumentare l’irrequietezza del povero clown.

“E’ logico: tu sei qui, alla fine del corridoio, ovvio che non senti mai nulla! Ma io, io, che ho la stanza esattamente tra quelle di Ex-Death e Sephiroth, sono sempre costretto a sentire quei due mentre fanno le loro porcate con i loro amanti!”

Quelle parole attirarono l’attenzione di Garland.

“Amanti?” ripetè, alzando un sopracciglio, perplesso, “vorresti dire che quei due hanno degli amanti?”

Kefka annuì con vigore, più che convinto della sua affermazione. Solo per vedersi ridere in faccia.

“Cos’hai da sbellicarti così tanto, scusa?!” chiese scocciato, tentato dall’idea di incenerire quel cavaliere da strapazzo. D’altra parte, Garland rideva come non faceva da tanto.

“Non dire idiozie” disse, quando l’ilarità in parte scemò, “vuoi farmi credere che due guerrieri come loro si facciano l’amante quando siamo in piena guerra? Ma non farmi ridere!”

“Guarda che è vero” gli rispose l’altro, lanciandogli l’occhiata più cattiva che i suoi occhi stanchi potessero permettergli.

“E sentiamo, chi sarebbero questi fantomatici ‘amanti’? Cloud? Bartz?” chiese schernendo il povero mago, il quale già stava facendo fluire la magia nei palmi delle sue mani, pronto ad evocare un Ultima di proporzioni immani contro l’uomo che si trovava davanti.

“Se lo siano anche Cloud o Bartz non lo so, e non mi interessa, ma posso assicurarti che ho visto con i miei stessi occhi Kuja e Nube Oscura entrare nelle camere rispettivamente di Sephiroth ed Ex-Death!”

Garland lo guardò di sbieco, negli occhi si leggeva chiaramente lo scetticismo nei confronti di quelle parole. Poi, scoppiò in una grossa risata.

Smettila di ridere!” l’urlo isterico indicò che ormai i nervi del mago avevano ceduto, ma l’ex-paladino non sembrò preoccuparsene.

“Ma fammi il piacere! Vorresti farmi credere che Nube Oscura e Ex-Death, con le loro concezioni così diverse del Nulla, stiano insieme? E che Sephiroth e Kuja siamo amanti? Ma per favore!”

Ma è tutto vero!” Kefka afferrò le spalle dell’altro, cercando di scuoterle - l'enorme stazza del guerriero rendeva ciò praticamente impossibile, col risultato che Kefka sembrava un uomo ubriaco che cercava di fare a botte con una quercia, “Nemmeno io ci credevo la prima volta che gli ho visti, ma ti assicuro che stanno davvero insieme!”

“Si si,” tagliò corto Garland, per poi riprendere la tazza di tè  che aveva precedentemente posato quando aveva avvertito l’aura del mago cambiare, facendosi più minacciosa; essendo ormai il contenuto freddo ed imbevibile, fu costretto a buttarlo, cosa che non fece altro che aumentare il suo nervosismo, “Comunque, cosa vorresti che io faccia per aiutare il tuo sonno?”

“Cambiami di stanza!!!”

“Di nuovo?”

“Senti, paladino dei miei stivali, prima sono stato costretto ad andarmene! Artemisia e l’Imperatore sono peggio di quei quattro messi assieme!” rispose Kefka, ricordando con disgusto il periodo in cui era andato a stare nella camera vicino a quella della strega del tempo, perché aveva 'accidentalmente' distrutto la sua. Le peggiori due settimane della sua vita!

D’altro canto, Garland cercava di rammentare il motivo per cui Palazzo aveva voluto a tutti i costi cambiare stanza dopo quattordici giorni: se non ricordava male, doveva aver a che fare sempre con delle 'voci moleste'.

“Comunque no!”

Cosa!” Perché?!?!?!” la voce acuta di Kefka quasi lo rese sordo.

“Perché quelle che stai adducendo sono solo delle scuse per creare confusione” disse l’ex-paladino mentre si preparava ad evocare la sua spada - l’aura del mago stava velocemente diventando rossa, quella che usava quando doveva combattere.

Non sono scuse!” urlò l’altro pestando i piedi per terra come un bambino capriccioso, “non siamo tutti dei malati di guerra come te, sai!? Ma possibile che tu non ti sia accorto che ormai le uniche battaglie che si fanno sono a letto o in bagno?!”

Garland lo fulminò con lo sguardo all’appellativo 'malato di guerra', ma dovette ammettere a se stesso che il dubbio si stava insinuando in lui.

“Senti, siamo nel pieno delle battaglie, non possiamo-”

Smettila di dire che siamo in guerra! Lo hanno capito anche i sassi! Quello che io voglio è non sentitre più quei maledetti bastardi con gli ormoni a mille fare le loroporcate!” urlò Kefka, il volto rosso dalla rabbia e le mani illuminate da una luce vermiglia. Garland gli si pose di fronte, armato del suo fidato spadone multiforme.

“Ascoltami bene,” gli disse minaccioso, “Primo: non azzardarti mai più ad urlare in quella maniera in mia presenza. Secondo: no, non cambierai camera. Terzo: esci. Immediatamente. Dalla. Mia. Camera!”

“Io ti odio,” sibilò Palazzo, osservando il guerriero con puro disprezzo, per poi avviarsi verso l’uscio.

“Per tua informazione, anche i guerrieri di Cosmos si danno il loro bel da fare” disse, poco prima che la porta gli fosse sbattuta in faccia.

Garland sospirò e, ignorando le ingiurie del mago, tornò nel suo letto. Le parole di Kefka, però, gli tornavano continuamente in mente.

Doveva ammetterlo, ultimamente le battaglie si erano fatte più rare e meno emozionanti. Non aveva provato a cercarne la causa, sicuro che fosse solo una cosa passeggera. Ma se quel pazzo di una clown avesse detto il vero? Era davvero la lussuria la causa di quell’improvvisa monotonia?

Garland decise che avrebbe indagato il giorno seguente, per poi imprecare contro ogni divinità che conosceva quando si accorse che era già ora di alzarsi.
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Ma come mi è venuto in mente XD!!!
Chiedo scusa ai fan di Garland, ma in questa fic verrà torturato psicologicamente in ogni modo possibile. Non potete immaginare quanto questo b-... uomo mi stia sul cavolo!!! Lo detesto!!!
Oh be', spero che piaccia la storia... Al prossimo capitolo!!!

EDIT: 12.04.2021: Se notate delle differenze rispetto a prima è perché ho deciso di provare a riprendere in mano qualche mia vecchia fic e modificarla per adattarla al mio nuovo stile. Non posso garantire che verrà finita, ma cercherò di fare del mio meglio. E' tanto che non tornavo su EFP, lol.

 

   
 
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