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Autore: Hayley Black    26/04/2011    7 recensioni
Tra loro era scoppiata la scintilla, e avevano deciso di fuggire assieme dal resto del mondo. Basta inseguirlo, sarebbe stato lui ad inseguire loro.
E quante taglie sopra le loro teste, crescevano a dismisura le cifre stampate sulle loro fotografie, incollate sui muri delle case, delle città, dei castelli.
Se n’erano andati da quel mondo troppo stretto per cercarsi un posto tra le stelle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Balthier, Fran
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se guardate dal cielo, le stelle non sono poi così lontane.

 

 

Fran: «Per molti aspetti, è ancora un bambino.»
Balthier: «Non era la risposta che volevo, perciò farò finta di non aver sentito.»

 

«Non è ancora sveglio».
Fran scostò i capelli dalla fronte sudata di Vaan, constatando con irritazione che era ancora senza sensi.
«Starà così ancora per molto, smetti di controllarlo ogni minuto che passa» replicò Balthier asciutto, appoggiando i gomiti sulle ginocchia con uno sbadiglio.
Non poteva ancora crederci.
La prigione di Nalbina.
Come diavolo avevano fatto a sbagliare, a farsi rinchiudere come dei polli in quel sotterraneo fetido e soffocante?
Era un piano perfetto, quello che avevano architettato. Beh, quasi perfetto, dato che si erano fatti scoprire sul più bello.
«Vado a vedere come tirarci fuori di qui» disse Fran ad un certo punto, alzandosi.
L’uomo – se così si poteva chiamare un ragazzo di ventidue anni – la guardò assorto mentre aggiustava le frecce nella faretra
«Sai che è pericoloso andare da sola» obiettò, distogliendo lo sguardo
«Sono una Viera, il pericolo non mi spaventa, Balthier» ribattè la giovane, inespressiva, fissando nuovamente Vaan. Ancora inerme, per terra, con i capelli chiari che gli coprivano la fronte sudata.
Balthier sbuffò, quando Fran si metteva qualcosa in testa non c’era modo di dissuaderla.
La loro permanenza lì non era tanto sgradevole, la prigione di Nalbina non poteva definirsi una prigione vera e propria, dopotutto.
Piuttosto era un enorme sotterraneo luminoso, con qualche anticamera usata come cella. L’ampio soffitto a cupola, rigorosamente trasparente per rendere l’ambiente un vero e proprio forno quando c’era il sole, mostrava un fazzoletto di cielo azzurro con qualche nuvola solitaria dall’aspetto vagamente sinistro.
Fino a qualche giorno prima ci aveva volato, tra quelle nuvole dall’aspetto sinistro, e adesso che non poteva neanche pensare di sfiorare il cielo con un dito si sentiva un uccello a cui avevano tagliato le ali.
Non gliele avevano tagliate le ali, infondo, strappandogli la Strahl come si strappano le pagine di un libro?
Ma non l’avrebbero fermato.
Non era un tipo arrendevole, lui. Avrebbe combattuto finchè le forze gliel’avessero concesso e finchè non avesse accarezzato di nuovo la superficie liscia dell’areonave.
Vedendolo assorto, Fran fece un leggero colpo di tosse e gli sfiorò la spalla con le dita
«Tutto bene?» chiese, riscuotendolo da chissà quali pensieri
«Certo, fa solo un po’ caldo» rispose lui, riprendendo la calma e la lucidità di sempre «Fa attenzione» aggiunse, passandosi una mano tra i corti capelli scuri
«Suvvia Balthier, non preoccuparti» sorrise lei, scompigliandoglieli in modo affettuoso.
«A nord dovrebbe esserci una scala…»
«Sh, lascia fare a me. Non mi farò vedere né sentire da nessuno».
Ah, Fran.
Con quell’aria come se dovesse fuggire sempre da tutto e da tutti, legata solo e soltanto a lui. Balthier, un avio pirata.
Tra loro era scoppiata la scintilla, e avevano deciso di fuggire assieme dal resto del mondo. Basta inseguirlo, sarebbe stato lui ad inseguire loro.
E quante taglie sopra le loro teste, crescevano a dismisura le cifre stampate sulle loro fotografie, incollate sui muri delle case, delle città, dei castelli.
Se n’erano andati da quel mondo troppo stretto per cercarsi un posto tra le stelle.
La ragazza gli appoggiò una mano sulla spalla, fissandolo dritto negli occhi, forse cercando di capire cosa si celava dietro le iridi scure del compagno.
«Chiudi gli occhi» mormorò con voce soave. Non era il tempo di quei giochini, pensò l’avio pirata, ma obbedì.
Sentì le labbra della Viera posarsi sulle sue, leggere e delicate come le ali di una farfalla.
Il contatto non fu approfondito ma appena accennato, e così come Fran era arrivata, veloce come un battito d’ali, così era scomparsa, lasciandolo solo in quella cella pregna di calore e ricordi bruciati.
Sorrise compiaciuto, riusciva sempre a sorprenderlo.
Se ne sarebbero andati anche da quella cella troppo chiusa, per tornare a volare nel cielo e far compagnia alle stelle, che da lassù non sembravano poi così lontane.

                                                

Angolo autrice demente <3

No, mi dispiace. Dovevo rompere le scatole anche a voi, dolci appassionati di Final Fantasy XII. Beh, sì, ci sto giocando ù__ù
E' bello, yaya, quindi consiglio caldamente tutti quelli che leggeranno di comprarlo e giocarci. 
E non lamentatevi del sistema di combattimento, che secondo me è figo. ù__ù <3
Beh, non so se la Missing Moments sia proprio correttissima. Questa one shot è ambientata alla Prigione di Nalbina, quando Balthier, Fran e Vaan sono rinchiusi per essere stati sgamati °O°
E beh, ho immaginato questo momento un po' ttttttenero tra l'aviopirata e la sua fida compagna di viaggio. <3
Spero vi sia piaciuta, e speeeeeero che recensiate. ù_ù <3

 

Sayonara! <3                                 

   
 
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