Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: HikariKanna    27/04/2011    3 recensioni
Vi siete mai chiesti perché vi innamorate? Perché improvvisamente sentite qualcosa proprio per la persona che vi è stata sino ad ora antipatica?
Ebbene,è tutta colpa degli angeli del cuore. Adesso fra i loro casi ci sono Takeru Takaishi e Hikari Yagami:uno,il cestista idolo delle ragazzine e ,diciamocelo,anche un po' montato e sfacciato;l'altra,una fotografa vegetariana che si batte per salvaguardare gli animali e contro gli abusi di ogni genere. Certo,visti così,non sembrano molto affini. Eppure,secondo l'infallibile termometro dell'amore,basta pochissimo ad un angelo per farli innamorare...ma come missione per il neopromosso angelo del cuore Daisuke non sarà un po' troppo difficile?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daisuke Motomiya/Davis, Hikari Yagami/Kari Kamiya, Takeru Takaishi/TK
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angeli del cuore


Mia madre s'è disturbata fino a questo punto?”domandò Takeru curioso, sistemandosi vicino a Hikari. La quale non riusciva a mascherare affatto la propria contentezza. Era la prima volta che vedeva il vecchio mondo.

L'autista gli rispose con un cenno del capo secco.

Era il minimo”spiegò in francese, e Takeru cominciò a tradurre pedissequamente, nonostante Hikari non lo ascoltasse affatto, presa com'era dalla contemplazione delle case caratteristiche delle campagne francesi.

Sì, ma...Presentarsi con un cartello in aeroporto con i nostri nomi non era esagerato?”
“Non per il signorino Takaishi e la sua promessa sposa.”sorrise il vecchio autista, decidendo autonomamente per un primo giro panoramico della città.

Takeru sospirò teatralmente.

Che ha detto?”si voltò Hikari, sbadigliando.

Takeru sorrise. “Sciocchezze, che mia madre è impaziente di conoscerti.”
Hikari assunse un'espressione sospettosa.

Takeru...Tua madre pensa che io venga qui in qualità di cosa, esattamente?”
Takeru fece spallucce. “Dal momento che non ho mai portato qui in Francia nessuna straniera, non ne ho idea. Magari penserà che dobbiamo dirle che ci sposiamo, o che aspetti un bambino...cose così.”concluse con una certa naturalezza, seminando il panico in lei.

Cosa? Non le hai detto che noi siamo solo...” S'interruppe.

Takeru le si avvicinò col viso.

Amici che occasionalmente si baciano?”(*)

Quello che vedete alla vostra destra è il famoso Moulin Rouge!”intervenne il conducente, spezzando il silenzio irreale creatosi dietro. Supponevo che non parlasse granché bene giapponese, ma chissà a quanti silenzi del genere aveva assistito.


Sono un po'...nervosa.”ammise Hikari, mentre Martin, l'autista, le spingeva il bagaglio dentro casa.

Non morde, sai?”la rassicurò Takeru.

Hikari si inanellò una ciocca di capelli attorno all'indice, dopo avergli rifilato un'occhiataccia.

È che lei è...una persona importante, no?”

A suo modo e nel suo campo, sì.”

Potrei farle un'impressione sbagliata, non sono esattamente l'emblema della femminilità.”

Takeru si richiuse la porta dietro, congedando Martin.

Probabilmente non sarà neppure in casa. E, comunque, di che ti preoccupi? Non è un papabile datore di lavoro, né una persona di cui tu debba temere il giudizio. Ma poi...Hikari Yagami che si lascia spaventare da qualcuno? Non ci crederò mai.” concluse sorridendo.

A proposito di paure...”

Hikari inspirò a fondo.

Takeru le sfiorò una guancia, capendo al volo. “Su quell'aereo...Sei solo sembrata più umana che mai.”

Una presenza ancora nascosta lo chiamò a gran voce. “Takeru. Era ora, temevo vi foste persi negli effetti del jet lag.”

Hikari smise di tormentarsi i capelli, cercando di crearsi una prima impressione su Natsuko Takaishi.

Ma vedeva esattamente quel che vedevamo io e Chris, a giudicare dalla sua espressione: un biondo oramai di tintura, stessi occhi chiari del figlio, qualche ruga sfuggita a trattamenti e cosmesi vari, un giornale in mano e una vestaglia rosa ricamata. Tutto questo era Natsuko Takaishi.

Sembrava tutto fuorché qualcuno che aveva trascurato suo figlio per la carriera.

Maman”(**)”sorrise Takeru.

Tuttavia, non l'abbracciò; lei si alzò in punta di piedi per scompigliargli solo un po' i capelli e gli sfiorò il braccio, che entro poco sarebbe tornato in piena attività.

Ho tolto di mezzo le pellicce”gli sussurrò in francese, certo per non farsi comprendere da Hikari.

...Dev'essere davvero straordinaria, per farti diventare così convincente con tua madre.”

Takeru si voltò verso Hikari, tendendole un palmo e spostandosi di poco. “Mamma, lei è Hikari. Hikari...Mia madre”

Hikari chinò il capo rigidamente, Natsuko si limitò a fissarla.

Il telefono di cara squillò e Takeru fece per andare a rispondere.

No, caro” lo fermò Natsuko. “Tu pensa alla nostra ospite. Sarà il redattore di quella nuova rivista, ti ricordi, te ne avevo parlato pochi giorni fa per telefono.”

Takeru fece segno di sì con la testa, mostrando tuttavia di non ricordare assolutamente un particolare del genere.

Sfiorando lievemente la schiena di Hikari, la invitò a salire le scale per raggiungere la propria stanza.

Wow”esclamò, una volta dentro. “Quanto siete ricchi?”

Takeru alzò un sopracciglio. “Pensavo ti avrebbe dato fastidio tutta questa opulenza, ma non temere...Mia madre fa molta beneficenza.”
“Già mi sta più simpatica”

Credo tu le abbia fatto una buona impressione, sai?”
Takeru si sedette sul bordo del letto a baldacchino preparato appositamente per Hikari.

Come puoi dirlo?”

Hikari gli si accomodò vicino.

È comodissimo!”constatò, saltellandoci sopra, per ritrovarsi addosso a Takeru.

Sì”sussurrò pianissimo lui. “Se hai paura, di notte, io sono nella stanza accanto.”Sorrise, rialzandosi.
“Non ho paure che tu non abbia già visto”sussurrò altrettanto piano lei, cercando di recuperare il cellulare vibrante in borsa.

Mio fratello?!”esclamò stupefatta.

Perfetto. Una telefonata di Taichi era quel che ci voleva...Grazie a una speciale e rinnovata versione della MVATP, sarebbe bastato modificarla di veramente poco per ottenere un nuovo viaggio per Takeru e Hikari.

BRUTTO-INCONSCIENTE-PAZZO-FURIOSO-NON-PERMETTERTI-MAI-E-DICO-MAI-PIU'-DI-SPARIRE-SENZA-FARTI-SENTIRE-PER-GIORNI!”Sputò Hikari tutto d'un fiato, scattando in piedi e spaventando Takeru. Vibrava con ogni fibra del suo essere, mentre imprecava a Taichi al telefono che, per nessun motivo al mondo, avrebbe potuto trovare una scusante per essere così irresponsabile da non dare sue notizie durante così tanto tempo.

Quando finalmente a Taichi fu concesso del tempo per rispondere, Takeru dovette alzarsi a sua volta per cercare di far tornare a Hikari un respiro regolare. Lei lo respinse in malo modo, troppo nervosa e insieme sollevata di aver sentito Taichi. Takeru la osservò per un altro istante, mentre lei si allontanava dall'altro capo della stanza, sempre sbracciandosi.

Decise di andarsene e lasciarla sola, col fratello a miglia di distanza; Hikari accompagnò la sua uscita di scena con un sospiro.

Sorellina, ti vuoi calmare?”

La voce di Taichi, per quanto ovattata fosse, esprimeva una certa dose di serenità.
“NO! Non provare nemmeno a dirmi che mi devo calmare!”gli sibilò.

E va bene, come vuoi. La rabbia invecchia, sappilo. E non basterà bere tutto quel the verde antiossidante, sai?”
Suo malgrado, un angolo della bocca di Hikari si piegò in un sorriso.

Massaggiandosi le tempie, gli chiese: “A parte tutto...Come stai?”

Taichi rispose dapprima con un lungo silenzio.

Mi sento vuoto” ammise infine. “Lo so, mi hai riempito di parole, eppure non bastano. Ma devo andare avanti. L'inerzia mi sta possedendo...”
Taichi iniziò a sperticarsi in articolate descrizioni di come fossero le giornate senza Sora, quando Hikari gli fece:” Ehm, fratellone...Sai quanto ti sta costando questa chiamata?”
“Perché?”
“Non sono a Chicago”
“Oh...Sei sulla East Coast?”
“Non sono proprio negli Stati Uniti.”specificò Hikari.

Sei andata in Canada con questo freddo? Sei matta?”
“Taichi”ridacchiò Hikari. “Sono a Parigi.”
“Parigi? PARIGI?! Bella forza, e poi chi è che non da notizie di se stesso? Cosa cavolo ci fai a Parigi?”
Hikari roteò un po' la testa, cercando di raccogliere i pensieri in una frase di senso compiuto.

Mi ha invitato Takeru, e mi sono detta 'perché no?'”rispose semplicemente lei.

Dall'altro capo si sentì Taichi ridere.

Già che ci sei, puoi sfruttare due biglietti che ho per Tokyo.” Si bloccò. “ Io e Sora...Dovevamo partire il 28. Ma lei è già lì. E io...rimarrò qui. Per ancora tanto...Credo.”

Fratellone...”Mormorò Hikari.

Ce la sto mettendo davvero tutta, Hikari, davvero. Sai come sono fatto, non riesco ad essere triste così a lungo. Anche se questo è stato...” S'interruppe. “Prendili per te e Takeru i biglietti, almeno faranno una fine migliore. Non erano rimborsabili.”
Dopo una breve pausa, Hikari rispose: ”Ci penserò, davvero. Ci sentiamo presto, Taichi-niisan.”


Scendendo nell'ampio salone, Hikari rischiò di sbattere più volte la testa, presa com'era dall'ammirazione per i quadri d'arte moderna, le sculture, le carte da parati, i tappeti e innumerevoli altri oggetti che casa Takaishi offriva.

Takeru era al telefono con Iori, che lo stava avvisando a proposito del maglioncino che Kirsten stava ancora cucendo per lui, e che teoricamente era il suo regalo di compleanno, nonostante il ritardo accumulato.

Allora, cosa vuoi fare, ora che ti sei placata?” chiese ad Hikari, non appena ebbe riattaccato.

Cosa si fa in Europa, la vigilia di Natale?” domandò, tutta eccitata, ignorando la seconda parte della domanda.

La gente si affretta a comprare gli ultimi regali, si va a messa, si prepara la cena...Mi dispiace, la mia famiglia non è molto numerosa.”
“Oh” Hikari arrossì. “Pensavo che...”
Takeru la interruppe. “Shopping pre-natalizio? Magari ti offro la colazione, credo sarai curiosissima di assaggiare i croissant!”

Hikari annuì, uscendo con lui nella fresca aria mattutina.


Cosa fa tua madre di preciso?”
“Redattrice di una rivista di moda. È partita come giornalista, e poi è diventata una Miranda Prestley francese, tanto per intenderci.”
Hikari addentò il proprio
pain au chocolat. “Chi?”
Takeru scosse la testa, camminandole vicino. “Mi dimenticavo che non sei cresciuta come una normale ragazza.”

Hikari registrò la lieve polemica, aggiustandosi il basco bianco.

Mi dimenticavo che tu sei cresciuto giocando con le bambole”

Nel frattempo, Chris cercava di creare delle perfette sfere di neve, sebbene con scarso successo.

Takeru? Non posso crederci!

Takeru, che stava cercando di replicare a tono, si bloccò.

Oh, ma sei proprio tu!”

Una ragazza bionda, con lunghi e morbidi boccoli elaborati e un'inconfondibile erre francese, sorrise, baciando tre volte sulla guancia Takeru.

Takeru strizzò gli occhi; Hikari alzò le sopracciglia, spostando ora lo sguardo sulla biondina, curiosa, ora su lui.

Chi era?

Credevo non ti avrei più rivisto in Francia, ora che sei diventato così famoso a Chicago!”

Gli si strofinò contro, candida com'era dalla testa ai piedi, incluso il manicotto di pelliccia.

Manicotto che Hikari osservava nervosamente, stringendo le labbra.

Già, dove vuoi che ti firmi l'autografo?”chiese lui, allontanandola dolcemente.

La bionda, ancora senza nome per me, inclinò di lato la testa, riducendo gli occhi a due fessure.

Sospirando con fare teatrale, disse :”Ma quale autografo. Certo che le dimentichi davvero in fretta le ragazze!”ridacchiò, dandogli un buffetto sulla guancia.

Hikari si schiarì la voce.

Takeru non s'era ancora tolto quell'espressione inebetita e distratta di chi non riusciva assolutamente a ricordare, pur desiderando con tutte le forze di evitare una figuraccia.

Oh, lei è la tua nuova ragazza?”

Si voltò verso Hikari, continuando a parlare in francese.

Mmm, hai avuto di meglio. È bassina, piatta, scialba.”

Takeru sospirò, avvicinandosi a Hikari e incrociando le braccia, con una luce di consapevolezza negli occhi.

Avevo dimenticato le tue maniere dolci, Catherine.”

Oh, era così che si chiamava, dunque.

Dai! Posshiamo falla andae via?”
Sorrisi. “Oh, no. Hikari gelosa non si può perdere.”
E avevo ragione.

Takeru presentò le due:Hikari assunse un'espressione davvero peculiare, a metà tra il perplesso e il disgustato; Catherine elargiva solo sorrisi melliflui.

È una vita che non ti vedo” cercò di rompere il ghiaccio Takeru. “Sei cambiata tanto, sono passati più di quindici anni. Se non ti ho riconosciuto, beh...”

Io so tutto di te, ancora sento Véronique, sai? E poi, sei famoso in tutto il mondo! Soprattutto dopo il reality! Ma dimmi...Lei ti ha scaricato per un medico?”

Takeru si grattò il mento.

Senti ancora Véronique?”
Hikari colse al volo quell'unica parola che riusciva a comprendere, cercando di drizzare il più possibile le orecchie. Quanto avrei voluto che in quel momento fosse stata un angelo, in modo da capire tutto quel che si dicevano.

Catherine sorrise ancora. “Certo. Non sono io ad essere sparita dalla circolazione, Takeru.”

Lui mise le mani in tasca, pensieroso.

Suppongo di doverti delle scuse. Tuttavia, non ero nemmeno un adolescente a tutti gli effetti e-”
“Oramai saranno cadute in prescrizione.”
“Però, se ti va, stasera puoi venire da me. Ci sarà lei”indicò Hikari. “Véronique è ancora in giro per il mondo con il suo grande amore, ma rivedresti mia madre e...”
“Nonno Michel?”domandò speranzosa.

Oh, sì, certo, lui in pole position.” replicò perplesso lui.

Perfetto, allora!” Stampò ancora a Takeru altri tre baci, rivolgendosi a Hikari. “Vediamo se ricordo ancora. Contente di conoscere voi.”cercò di sillabare in giapponese, con scarso successo.

Guarda che parla anche inglese”s'intromise Takeru. “E il tuo giapponese è un po' arrugginito...”

Catherine fece spallucce, fermando un taxi per portare a casa le voluminose buste che aveva con sé.

L'importante è che abbia capito, no? A stasera!”
Gli mandò un altro bacio volante, prima di sparire nel traffico.


Hikari camminava a passo svelto, degnando di uno sguardo ben poche vetrine. D'altronde, non poteva aspettarsi di trovare nel centro di Parigi occasioni a buon mercato.

Takeru faticava quasi a starle dietro.

Ehi! Dobbiamo correre la Parigi-Dakar?”

Divertente”replicò, sprezzante.

Takeru la prese per mano, costringendola a fermarsi.

Mi spieghi che hai?”

Io? Niente”

Dai, sei gelosa di Cathy?”

Hikari lo strattonò in avanti. “Heathcliff, ma stasera è previsto qualche arrosto o cose del genere?”
“Heathcliff? Vedi che in realtà sei un'anima romantica?”

La baciò sulla guancia.

Hikari si scansò, ma continuandogli a tenere la mano.

Solo perché ho letto Cime Tempestose? Ad ogni modo, vorrei provare la ratatouille”

E ratatouille sia” sospirò Takeru.

Camminarono in silenzio per un altro po', quando Hikari gli chiese: “Come fa quella a conoscere addirittura tuo nonno?”

Quella si chiama Catherine.”sorrise Takeru. “Beh, avevamo sì e no undici anni quando ci siamo conosciuti-”

Undici anni?” scosse la testa, continuando una sorta di monologo interiore. “Ma poi, perché la cosa dovrebbe stupirmi?”
Takeru le strinse ancora di più le dita. “Hikari...Era una mia vecchia, vecchissima cotta. Dava più retta a mio nonno che a me; se avesse saputo il mio futuro, forse ci avrebbe ripensato.”
“E ti piaceva?”

Takeru le pizzicò una guancia.

Non credo che all'epoca avessi molti ormoni in circolo. Però, sì, suppongo di sì. Poi ho conosciuto Véronique, e il resto lo sai.”
Hikari continuava a macinare metri su metri, pensierosa.

Ma perché invitarla stasera?”
Takeru fece spallucce. “Chi se ne importa se ci sarà anche lei! Io sono qui per passare il Natale con mia madre e mio nonno. “ Trasse un profondo sospiro, guardandola in tralice. “E ovviamente con te. Il resto può passare in secondo piano tranquillamente.”


Oh! T'es si jolie!”

Hikari indossava un vestito rosso e bianco, intonato perfettamente col clima della festa in corso. A farle quell'apprezzamento in francese, di cui lei aveva intuito solo il senso, era stato il nonno materno di Takeru, un uomo che, in passato, era stato sicuramente un tombeur de femmes, proprio come il nipote.

Nonno Michel le baciò una mano, complimentandosi col nipote per l'ottima scelta, e lui non smentì nulla. Fissava Hikari come solo chi ama può guardare, con un'espressione dolce.

Che c'è? Mi ha detto qualcosa d'imbarazzante? Ho qualcosa fuori posto? Sapevo che questa forcina mi avrebbe dato problemi!”

Takeru l'osservò sistemarsi i capelli, in trance. Poi si prese il viso tra le mani, ridendo.
“Non so proprio come fare con te”sospirò, prendendola per le spalle e dirigendola a tavola. “E nemmeno senza” mormorò, causando un'improvvisa tonalità nel viso di Hikari affine al vestito.

Prima, mio nonno ha solo detto che sei veramente bella.” Le indicò il posto a sedere, spostando la sedia in modo da farla sistemare.

In quel momento, un maggiordomo annunciò l'arrivo della signorina Catherine, e con lei, temevo, la fine della pace domestica.

Catherine apparve vestita solo di bianco, altera e apparentemente sicura di sé.

Semba la leggina elle nevi!”soffiò Chris, indispettito.

La tavolata non era affatto numerosa: la lunga tavola rettangolare prevedeva solo cinque coperti.

E tua nonna?” domandò Hikari, meravigliata.

È morta tempo fa.”replicò Catherine. “Io c'ero.”
Takeru sbuffò.

Oh”fece Michel, dolorosamente. “Sono dieci anni che passo il Natale senza di lei.”
Catherine gli prese la mano, sembrando sinceramente dispiaciuta. “Oh, Michel. Come mi è mancata la vostra sensibilità in questi anni.”
Natsuko, oltremodo contrariata, ordinò ai camerieri di servire gli antipasti, rigorosamente vegetariani.

Takeru, intanto, traduceva parola per parola la sviolinata che Catherine stava rivolgendo a nonno Michel, provocando ora le risate ora lo sdegno di Hikari.

Come mai tutto a base di verdure?”
“Hikari è vegetariana”spiegò Takeru pacatamente.

Quel dommage”sospirò Catherine, infilzando un pezzo di melanzana grigliata.

Ritengo che non sia buona educazione recriminare su una cena in cui si è ospiti.” Natsuko si pulì delicatamente la bocca col tovagliolo, sorridendo freddamente all'indirizzo di Catherine.

Lei arrossì. “Oh, ma certamente, è solo che pensavo alla tradizione, et la dinde.”(***)
“Questa cena è per mio figlio, lui ha chiesto solo verdure, e io lo accontento. Nemmeno tu vuoi vedere Takeru scontento, vero, cara?”

Natsuko ripeté la frase in giapponese, poiché Takeru non sembrava volerla tradurre a Hikari.

Si veggogna”decretò saggiamente Chris.

Sì, la gente tende a vergognarsi delle gentilezze che fa e a vantarsi delle proprie azioni peggiori.”confermai, sorridendogli.

Hikari rimase interdetta per un attimo, poi sorrise, rivolgendo la sua attenzione al piatto, che, per quel Natale, non conteneva l'usuale tacchino.


“Posso farle una domanda?”si permise Hikari, una volta che ebbero finito le portate principali.

Certo, cara”le sorrise Natsuko.

Pensavo che lei fosse francese, e invece...”
“Oh, la storia è un po' complicata. Io sono per tre quarti francese, mio padre”indicò nonno Michel, che stava raccontando a Catherine di certe sue gesta durante una non precisata guerra “è metà giapponese e metà francese. Io sono nata in Francia da madre totalmente francese e padre per metà francese...Non so dirti quanto Takeru abbia di francese nel suo sangue, ma di sicuro è più giapponese.”

Hikari sorrise, accettando di buon grado un po' di champagne.

Catherine aveva convinto Takeru, seppure con grande sforzo, a ballare con lei un lento, cantato lì per lì da Michel.

Hikari abbozzò un sorriso, guardando Takeru che cercava disperatamente di svincolarsi da lei.

Probabilmente ti sarò sembrata una madre degenere, dai suoi racconti”

Natsuko bevve un altro sorso, osservando dolcemente suo figlio e suo padre, ora intenti a sfidarsi a braccio di ferro.

Hikari scosse la testa. “Io so solo che ha tanta stima di lei. Takeru dice che lei è veramente un pezzo grosso, nel suo campo.”
“Se lui è così instabile con le donne, è solo colpa mia e di Hiroaki.”mormorò, abbandonando il bicchiere. “Ed ora andiamo a cacciare quell'oca bionda.”

Hikari si lasciò sfuggire un sorrisetto, lasciando sul viso di Takeru, che la stava osservando, un'ombra divertita.



Non provare mai più a riportare Catherine”ingiunse Natsuko al figlio, una volta effettuato il brindisi augurale e mangiata la bûche de Noël.

Maman, era da sola, che dovevo fare?”
“Ma hai visto tuo nonno? Se ho lasciato che ti vedessi con Véronique e non con lei, ci sarà pur stato un motivo.”
“Sì, mamma”

Takeru assunse il tono di un bambino irrispettoso e nient'affatto pentito, mentre Michel blaterava su quanto fosse ancora affascinante, nonostante i capelli bianchi.

Nonno, lei guardava solo il tuo portafogli.”

Sciocchezze. Erano anni che una donna non mi guardava!”

Takeru scosse la testa, prendendolo per le spalle. “Adesso andiamo a dormire, eh?”
“Ma no! La notte è giovane! Hai una splendida ragazza” guardò Hikari, ammiccando. “...E anche l'altra non è male, ma preferisco le more!”


Tuo nonno è davvero simpatico”sorrise Hikari, salutando anche Natsuko, che le aveva appena augurato la buonanotte.

Non ci sta più con la testa”mormorò Takeru. “Vuoi un altro po' di champagne?”

Oh, no, altrimenti non rispondo più di me stessa.”
“Non mi dispiacerebbe vederti così”sorrise lui. “Beh, Buon Natale.”si strinse nelle spalle, alzandosi e afferrando un pacco sotto l'albero.

Mia madre e mio nonno lo apriranno domani, e comunque si aspettano lo stesso regalo che faccio loro da anni. Ma questo è per te.”

Hikari s'illuminò come se fosse tornata bambina, nonostante, in effetti, in Giappone non fosse usanza familiare scambiarsi i doni di Natale.

Non dovevi, io-”

Takeru la zittì con due dita. “Non importa se non mi hai regalato niente per Natale.”

Hikari aprì la confezione lentamente, quasi timorosa di strappare la carta. Infine, rivelò un lungo vestito bianco.

Mi dispiace se somiglia tantissimo a quello che aveva Catherine oggi, ma quel giorno che abbiamo fatto shopping lo guardavi così-”
Hikari gli buttò le braccia al collo-forse lo champagne cominciava a dare i suoi effetti.

Takeru la strinse appena.

Non pensavo te ne saresti ricordato. È semplicemente stupendo.”

Takeru le sorrise. “Vorrei te lo mettessi per la prima occasione speciale che ti capita, anche se non è per me.”

Hikari si alzò, appoggiandoselo addosso.

Sembro quasi una sposa”sorrise imbarazzata, poggiandolo poi sul divano.

A dir la verità...” Hikari si inginocchiò, recuperando un pacchetto fatto a mano sotto l'albero “Ho anch'io qualcosa per te. Certo, non è ai livelli del vestito, però...”

Takeru fu molto più veemente nell'aprire il proprio dono, rivelando un album di foto.

Ma queste...”

Non erano foto qualsiasi. Erano foto solo di loro due, quelle foto che Frida aveva scattato qua e là durante il periodo in cui erano stati insieme. Di quando avevano riso da morire per la prima volta. Di quando s'erano stretti la mano, iniziando a diventare amici.

Me le sono fatte spedire da Frida. Non so i tuoi gusti, e forse sono troppo costosi per me, e poi volevo vedere quelle foto e-”

Takeru le accarezzò una guancia. “Grazie. Ci sono degli spazi vuoti, in questi giorni faremo altre foto, non credi?”

Hikari gli strinse la mano.

Frida mi ha mandato anche questo, pare sia una tradizione nordica.”
Estrasse da una tasca un rametto di vischio.

Perché non l'hai tirato fuori prima?!”ridacchiò, fissandola ancora ardentemente negli occhi.

Catherine attendeva solo questo.”fece sarcastica Hikari.

Takeru prese il ramoscello, sollevandolo appena sopra di loro.

Buon Natale, Hikari.”

Chiuse gli occhi, sfiorandole i capelli con la mano libera.

Buon Natale, Takeru.”

Hikari azzerò velocemente la distanza tra di loro, baciandolo con delicatezza.

Takeru la baciò sulla fronte, augurandole la buonanotte, forse sospettando che Natsuko li stesse guardando-cosa che, effettivamente, stava avvenendo.

Sospirai. Se solo fossero stati da soli...

E poi sorrisi. Avevo quasi finito. Se aspettavano ancora a darsi del tutto l'uno all'altro, potevo star certo che la profondità dei loro sentimenti stesse solo aumentando.

Sapevo che era questione di tempo, e temevo di non poter più far molto, come cercai di spiegare a Chris. Sapevo di non poter più far molto.


Oh, Takeru, giusto la sciarpa che mi serviva!”

Adoro questi sigari!”

25 dicembre, mattina.

Hikari aveva comprato, per la madre di Takeru-non sapeva ci sarebbe stato anche nonno Michel- una serie di candele profumate per la casa, su consiglio del giovane giocatore di basket. Tutti gradirono i doni, e per Hikari si apriva una lunga serie di escursioni in giro per la città.

Si emozionò di fronte alla grandezza di Notre Dame; si divertì a verificare, dall'alto della Tour Eiffel, come effettivamente gli incroci davano origine al disegno di una stella; salì la scalinata di MontMartre, accusando Takeru, che faticava a starle dietro, di essere ormai fuori allenamento.

La sera del 26 dicembre, Takeru le propose una gita sui bateaux mouches.

Di notte, erano estremamente romantici, ma sfortunatamente non erano soli.

Molte altre coppie erano lì, sulla Senna, a giurarsi amore eterno, a chiedersi in matrimonio, a dichiararsi per la prima volta.

Ti dispiacerà tornare a Chicago, domani?”le domandò Takeru, abbracciandola per evitare che sentisse troppo freddo.

No, ad essere sincera. Parigi è bellissima, ma...”
“Ma tu sei una stacanovista.” mormorò scherzosamente lui.

Lei si appoggiò al parapetto, sempre con le spalle coperte dal corpo di Takeru.

Non direi, non in questo periodo. Da quando ti ho conosciuto, sembra tutto molto più semplice.”
Hikari si zittì di un colpo, godendosi l'improvvisa nevicata che era iniziata sulla Ville Lumière.

E questo è un male?”
“No, è soltanto un dato di fatto. Ho solo un rimpianto.”
“Quale?”chiese lui allarmato.
“Non ho visto Disneyland.”
Takeru le baciò i capelli, ridendo e promettendole che la prossima volta sarebbe stata la loro prima meta, sussurrandole in seguito una poesia in francese, traducendola dopo.


Trois allumettes une à une allumées dans la nuit

La première pour voir ton visage tout entier

La seconde pour voir tes yeux

La dernière pour voir ta bouche

Et l'obscuritè tout entière pour me rappeler tout cela

En te serrant dans mes bras.”


Questa poesia va per la maggiore, qui a Parigi. E si chiama Paris at night.”

Allora è perfetta”sorrise lei, serrandosi a lui. “Anche se non abbiamo fiammiferi.”

Però ti stringo tra le braccia.”

Takeru...”
“Mh?”

Dici sempre che sono una patita per il lavoro, che non mi so divertire, che non so prendere la vita con leggerezza, ma...Se ti chiedessi di partire il 28 per Tokyo, con me...Tu verresti? È tanto che non festeggio il Capodanno a casa.”

Takeru continuò a baciarle i capelli.

Partirei subito.”confessò, strappando a Hikari uno dei sorrisi più belli che le avessi mai visto fare.



(*) Mi sembra venga da Patch Adams

(**) L'appellativo 'Maman' mi ricorda un film, ma non riesco assolutamente a ricordare quale ^^'

(***) Tacchino

Tre fiammiferi, accesi uno ad uno nella notte

Il primo per guardarti il viso

Il secondo per guardare i tuoi occhi

L'ultimo per guardare la tua bocca

E tutto il buio per ricordare tutto questo

Mentre ti stringo tra le braccia.(Jacques Prévert)

Oggi sono di un romanticismo spaventoso, sarà che è il mio compleanno, sarà che ormai è primavera, sarà una lunga e complicata serie di fattori, eppure eccomi ad aggiornare ^^

Mi rendo conto che leggere di Natale dopo Pasqua farà strano, ma sapete che sono lentissima xD Il momento fatidico si avvicina sempre di più, e sto cercando di stringere i tempi :) Il miele che emana questo capitolo è qualcosa di mostruoso, per me, ma mi hanno assicurato che sarà ben gradito, o almeno lo spero ^^

Un bacio a voi tutti, e come sempre grazie :)
HikariKanna

PS:Il titolo del capitolo è una citazione dell'ultima frase di Casablanca :)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: HikariKanna