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Autore: DazedAndThief    27/04/2011    4 recensioni
Liverpool di mattina è un qualcosa d’incantevole.
Incredibile come una cittadina che in genere brulica di vita possa essere così placidamente calma.

Liverpool, 1966. Sara e Mitchie, due teenager con i piedi per terra e il rock perennemente nelle orecchie, incontreranno alcuni dei più importanti miti musicali dell’epoca, facendo così intrecciare le loro vite a quelle dei loro idoli.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11
Act naturally

 

Entro in casa e, con mia grande sorpresa, non trovo John pronto ad aggredirci con gli occhi iniettati di sangue.

Controllo anche dietro la porta, giusto per sicurezza, ma di lui non c’è nessuna traccia.

Siamo salvi!

E forse scampiamo pure il terzo grado: magari prima era solo in vena di rompere le palle e non era realmente intenzionato a volerla conoscere…

Con questo pensiero felice mi dirigo in cucina, in cerca delle chiavi (mi sono accorto di averle dimenticate sul serio), seguito da Sara.

-Per caso ti sei dimenticato queste, Paulie?-

Occazzo.

John è seduto sul tavolo a far tintinnare il mazzo di chiavi, un ghignetto poco rassicurante sulle labbra.

-Ehm… Grazie mille, John.- mormoro, cercando di sembrare il più naturale possibile, anche se la voce che esce dalla mia gola suona più come un rantolo strozzato.

Lui balza giù dal tavolo con uno scatto felino e, dopo avermi appoggiato le chiavi nel palmo della mano, si avvicina a Sara, sempre con quel sorrisetto malefico.

-Uh, vedo che abbiamo ospiti. E ospiti davvero graziosi, oserei dire.-

Sara storce il naso, è così buffa!, ma resiste e la vedo sorridergli, seppur falsamente.

-John, sai dove sono i fum- entra Ringo, per poi interrompersi.

Dio lo benedica!

 

***

-Oh, ciao Paul! E quest’adorabile signorina?-

Fred Astaire è appena sbucato e già mi ha salvato dalle grinfie di quel maniaco dell’altra sera, evvai!

Gli sorrido veramente grata, anche per il complimento che mi ha fatto.

-Err, lei è la ragazza con cui devo uscire e, se non vi dispiace, avremmo anche una certa fretta…- mormora Paul, ficcandosi le chiavi in tasca e cercando con l’altra mano la mia.

Mi scosto con un movimento impercettibile, ignorando il suo sguardo stupito.

-McCharmly, sei sempre il solito cafone! Lo vedi anche tu che la signorina non ci vuole venire con te?- asserisce con fare saccente il simpaticone, mentre io lo incenerisco con uno sguardo.

-…Almeno… Non subito.- si affretta a correggersi.

-Perché non ce la presenti?- interviene l’altro, con un sorrisino gentile.

Con la coda dell’occhio scorgo Paul che rotea gli occhi al cielo, per poi cominciare, con voce assolutamente atona:

-Sara, lui è Richard, Rings, lei è Sara.-

-Piacere, Sara: puoi chiamarmi pure Ringo, Richard fa troppo vecchio!- mi stringe la mano, tutto sorridente, e non posso fare a meno di contraccambiare. -E comunque bel nome; sei ebrea, per caso?-

Lo fisso piuttosto perplessa, mormorando un -No, di ebreo ho solo il nome.-, mentre Paul si affretta a continuare con il suo prestigioso incarico.

-… e lui è John.-

Eccolo qua: il simpaticone nonché provolone mi fissa con un sorrisino malizioso ma, inaspettatamente, mi prende la mano e, soffiandoci sopra un bacio delicato, s’inchina:

-Piacere di conoscerLa, madamigella.-

-Pia-piacere mio.- borbotto staccandomi, le guance un po’ rosse. Lo vedo ridacchiare: ci gode nel vedermi in imbarazzo, eh? Maledetto.

-Bene, ora che vi siete presentati possiamo andarcene?-

-Hey hey hey, Paulie! Cos’è tutta ‘sta fretta? Sono quasi le cinque…- John si volta verso me -La signorina per caso gradirebbe una tazza di tè?-

-Ecco, io… Io non so se…-

-Aaavaaanti! Non farti troppi riguardi, cara: una bella tazza di tè non si nega a nessuno, nono!-

-Esatto! E poi abbiamo appena comprato degli squisiti biscotti al cioccolato che devi assolutamente provare!- afferma Ringo, con fare trionfante ed entusiasta.

-Sssssh! Rings, non urlarlo! Vuoi che lo venga a sapere anche quel mangiasassi di Geo?!- lo rimprovera l’altro, con sguardo alquanto arcigno.

-A proposito di George… Che fine ha fatto?- domanda Paul, scostandosi una ciocca ribelle.

-Err, suppongo sia in camera…- fa Ringo, grattandosi la nuca, mentre John sbuffa:

-Quel coglione, mi manderà all’aria tutti i piani!-

Piani?

-Errrr, volevo dire che è un gran maleducato… GEOOOORGEEEE, VIENI CHE ABBIAMO OSPITIIII!-

Completamente rintronata, mi tappo le orecchie, mentre Paul inizia a sbraitare qualcosa, di cui però riesco a cogliere solo qualche parola qua e là, tipo John, coglione, affanculo.

-Se vuoi seguirmi, ti accompagno all’entrata, dove abbiamo l’attaccapanni.- Il faccione allegro di Rings mi ha convinto a togliermi la protezione otologica, giusto in tempo per sentire quel che ha da dirmi.

Annuisco e lo seguo, e altrettanto fanno John e Paul, che credo si sia ormai rassegnato a dover rimanere a gustare la bevanda inglese.

Appendo il cappotto e mi volto, quando sento John esclamare:

-Cazzo, Paul! La tua amichetta ha fegato, eh!-

-Cosa vuoi dire, Joh-AHAHAHAHAHA, ommioddiooo!- Ringo inizia a ridere come un cretino, sotto gli sguardi increduli miei e di Paul e quello complice di John.

-Che diamin-OMMIODDIO.- ecco, ci mancava che anche McCartney si unisse al Partito degli Invocatori dell’Onnipotente, porca puttana.

-Si può sapere che cazzo avete da ridere, tutti quanti?!- sbotto, mentre Paul si affretta a precisare, con il ditino alzato in aria, -Hey, io non sto ridendo!-, beccandosi per tutta risposta uno sguardo inceneritore dalla sottoscritta.

Tra una risata e l’altra, Ringo riesce a mormorare un: -Bella felpa, Sara.- per poi scoppiare nuovamente, quasi rotolandosi per terra.

Lo sguardo mi cade istintivamente sul petto e, solo in quel momento, realizzo tutto quanto.

Ho una voglia di scavarmi una fossa e di seppellirmici dentro che neanche uno scheletro dei Silly Symphonies e, come se non bastasse, quel bastardo di Lennon è così gentile da darmi una mano nel sentirmi ancor più di merda, dato che ora lo sento canticchiare -This play is run, my love, your time has come, my love…-

-Suvvia, Sara: è stato un gesto simpatico, tranquilla… Mica ci offendiamo per queste cose!- Ringo mi ha messo una mano sulla spalla e mi sta facendo l’occhiolino, mentre John, finita la sua performance, si affretta a correggerlo:

-Eh no, Rings! Dì pure che è stata una trovata geniale!- e scoppia nuovamente a ridere.

-Che… Che ssssimpatico che sei, Lennon.- sibilo, le guance in fiamme che più in fiamme non si può.

Segue un silenzio alquanto imbarazzante, interrotto da Ringo, che tossicchia:

-Ma George? Non si era detto che arrivava?-

Lo guardo spaventata, prevedendo quello che sta per succedere, per poi tapparmi le orecchie con forza.

-GEEEEORGEEEE! CE LA FAI A PORTARE IL TUO CULETTINO D’ORO DI QUA O NO?! SE VUOI TI DO UNA MANO IO, MA POI NON VENIRE A LAMENTARTI SE TI BRUCIA, EEEEH?!-

John soffia sulle unghie, strofinandosele sulla maglia:

-Ehm, stavamo dicendo?-

 

 

Su iniziativa di Ringo, stiamo compiendo un tour della casa coi fiocchi: il batterista declama le doti della macchina che occupa tutto il muro della sala da pranzo, asserendo che nemmeno loro quattro sono ancora riusciti a scoprire tutte le funzioni di cui essa dispone, Paul mi suona qualcosa all’organo, che è sbucato magicamente dal pavimento, mentre John mi mostra fiero la sua fornitissima libreria.

Comincio a prendere i volumi uno ad uno, ne accarezzo le copertine, li sfoglio con calma e poi li ripongo con cura: deformazione professionale, gente, lo so.

-Ooooh, finalmente il signorinello si è degnato di scendere tra i comuni mortali! Come sta, Sua Maestà? Desidera un baldacchino per fare quattro passi? Sa, non vorrei si affaticasse troppo…- John, con il suo tono canzonatorio, mi risveglia un momento dalla trance in cui ero precipitata, esaminando tutto questo ben di Dio.

-No, mi bastano dei biscotti al cioccolato, grazie.- sento il diretto interessato affermare con tono soddisfatto.

-Rings, sei una testa di cazzo! Hai visto? Se n’è accorto!-

-George, me ne frego delle tue voglie da donna in stato interessante! Sei uno zotico di prima categoria, non hai visto che abbiamo ospiti? Saluta e presentati, per Dio!- strillacchia Ringo, con quel tono di voce che solo le madri saccenti hanno.

Sentendomi presa in causa, alzo lo sguardo dal volume ma, non appena vedo Sua Maestà, questo mi sfugge dalle mani, cadendo a terra.

Lui! Il tizio della festa! Il tizio che mi ha chiesto di sposarlo!

Ok, calmati. Reeespira e calmati.

 

E così lui è il famoso George.

George Harrison, chitarrista dei Beatles.

Che destino del cazzo!

 

-Hey, ci sei? Piacere, io sono George. E tu, come ti chiami?-

La mano che mi viene sventolata davanti mi riporta sul pianeta Terra, mentre io non posso far altro che abbozzare un sorriso stanco:

-Sara, il mio nome è Sara.-

-Splendido nome, se non erro significa principessa, vero?-

Spalanco gli occhi, stupita che lui ne sia a conoscenza, e sto per rispondergli, quand’ecco che interviene Paul: -Sì, ma Sua Maestà non doveva mica assaggiare i biscotti che mamma Ringhina ha comprato?-

Gliel’ha quasi ruggito dietro, che vergogna.

Passo in rassegna tutti i loro visi: Paul è veramente incazzato nero, Ringo protesta per i panni materni che ha dovuto rivestire mentre John sghignazza come un deficiente, dato che questa situazione lo diverte parecchio.

E George? Mi vergogno di vedere la sua faccia ma, non appena incrocio il suo sguardo, noto che ha un’espressione totalmente placida dipinta sul viso.

È così… sereno, cavoli.

Poi vedo che il suo sguardo cade sulla mia felpa e, d’istinto, arrossisco, ma non muovo nemmeno un muscolo per coprire quella lingua che troneggia irriverente sul nero del tessuto.

-Harrison, piantala di fissarle le tette!-

JOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHN!

Divento bordeaux, e noto che anche George ha le guance rosse, seppur meno delle mie.

-…anche perché c’è gran poco da guardare.- si affretta a correggersi, quel cazzone patentato di Lennon.

Paonazza che di più non si può, ringhio contro di lui un bel -Grazie per avermi ricordato di essere piatta come un’asse da stiro!-, anche se la mia voce tradisce l’imbarazzo e non è sicura come vorrebbe sembrare.

-Ma no, dai, intendeva dire che la felpa è molto larga…- interviene Ringo, cercando di metter fine alla zizzania che quel coglione ha seminato impudentemente.

-No no, volevo dire proprio quello!-

Eccolo, il coglioneeee!

Sto per saltargli addosso (non nel senso che piacerebbe molto a quel pervertito), quand’ecco che Paul mi afferra e mi stringe a sé da dietro, sussurrandomi all’orecchio: -Fregatene di quello che dice quel coglione; a me piaci così.-, ottenendo l’effetto di farmi agitare ancor di più.

-Piccola Sara, che dici di darmi una mano a fare il tè? Abbiamo un sacco di bustine, e oggi hai l’onore di scegliere il gusto che ti piace di più!- salta fuori Ringo, prendendomi per mano e trascinandomi con lui in cucina, salvandomi da una morte certa.

Ho come l’impressione di avere un elefante custode.

 

 

***

 

-Geo, non per fare il rompicoglioni ma… quella non era mica la tua promessa sposa?-

Sbarro gli occhi, non appena sento John dire queste parole a George; faccio in tempo a vedere il viso di Harrison cambiare espressione, la fronte aggrottata e il volto scuro, per poi girarmi dall’altra parte, fingendo disinteresse.

Non voglio che se la prenda con me, ma ormai ho lanciato l’esca, e non la ritirerò più, fino a quando il pesciolino non avrà abboccato.

-It’s teeeaaaa time!-

Un Ringo piuttosto entusiasta entra nel salotto con fare teatrale, reggendo un vassoio colmo di tazzine e zucchero; la solita testa di cazzo, ha sparpagliato metà contenuto della zuccheriera in giro.

Roteo gli occhi al cielo per poi accorgermi della figurina che lo segue, che cammina mooolto lentamente, a piccoli passettini, facendo ben attenzione a non combinare disastri.

Sorrido e, istintivamente, la raggiungo.

-Serve una mano?-

La vedo alzare gli occhi scuri, spaesata, per poi annuire con un sorrisino timido; le sfilo la teiera dalle mani e, con un cenno del capo, la invito a seguirci.

Si siede di fianco a Ringo torcendosi le mani, fino a quando lui non le porge una tazza fumante, che lei accetta sorridendo piano.

George invece le avvicina la ciotola dei biscotti, ma lei rifiuta educatamente; allora Harrison fa spallucce e mi fa passare il contenitore davanti al naso, facendomi credere di non notare affatto quanto io stia allungando il mio braccio per raggiungerlo. Bastardo, lo fa apposta.

Ah beh, ma io me ne fotto alla grande: lui avrà anche i suoi biscottini del cazzo, ma la ragazza è mia.

-… e comunque mi sbagliavo; probabilmente ne hai, ma vorrei controllare, per sicurezza…-

La voce di John mi fa sobbalzare e mi giro, notando Sara con gli occhioni sgranati che si allontana impaurita da quel coglione.

-JOOOOOHN! PER DIO, SMETTILA!- urlo come un matto, per poi rivolgermi con voce calma a lei: -Scusalo, è sempre il solito coglione. Tutto ok?-

Lei annuisce poco convinta, con quel suo sorrisino timido e le guance deliziosamente rosse.

È un attimo: le cingo la vita e la avvicino a me, mentre il suo profumo alla vaniglia mi avvolge lievemente.

Dio, sto per impazzire.

D’istinto le sfioro il collo con il naso, mentre lei rabbrividisce, aggrappandosi al mio braccio quasi come un gatto.

-EHM EHM!- George tossisce sonoramente, fingendo poi noncuranza quando mi volto a fulminarlo con lo sguardo, mentre John ridacchia neanche troppo sotto i baffi e Ringo osserva tutta la scena come uno spettatore al cinema.

E lei?

Sara si alza di scatto e, rossa in volto, farfuglia qualcosa a Ringo, forse chiedendogli dove si trovi il bagno. Ringrazia in fretta e corre lungo il corridoio, mormorando poi un -Cazzo, che figura dimmerda.-, quando Ringo le fa notare gentilmente che quella non è la strada giusta.

Sento la porta sbattere e il tipico rumore della serratura chiusa, e poi le risa degli altri tre deficienti.

Diossanto, questo è un borderline coi fiocchi.

 

 

 

 

Who are you?
Uiiiii ar de cempiooons, maaai freeeeeend, en uiiii ar chip on faitin, till di eeeeeend, uuuuuuuh…

Bon, la finisco qua. : D

Massalve, carissimi! Come state? Tutto occhei?

Ammettete che vi sono mancata, avanti! *gomitino*

E ammettete che vi erano mancati pure i Fab Four! Bene, spero di avervi soddisfatto almeno un pochino, con questo capitolo… Sì, adoro rappresentarli come degli adorabili deficienti, tanto è la loro vera natura <3 *addit*

Cooomunque! Anche qua ci sono riferimenti sparsi (tanto non se li caga nessuno LOL), perché mi diverto a sparpagliarli ovunque u.u

Bene, non ho altro da dichiarare, quindi vi lascio con le foto dei Beatles come li vedo io **



Bacioni e Peace&Love,

 

Dazed;

  
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