Ringrazio tutte le persone che leggono le mie
storie … buona lettura!
Sanae78
Rokka getsu
di Sanae78
Capitolo 34
Essere una famiglia
Il mattino seguente era stato Tsubasa a trovare Sanae uscendo da casa.
“Ciao Tsubasa!”
“Ciao Sanae! Che ci fai qui?”
“Scusami, ma ero preoccupata e volevo vedere come stavi … come va?”
“Meglio, grazie!”
Tsubasa l ‘aveva presa per mano: “Forza incamminiamoci, così ti racconto.”
“Va bene Tsubasa! Hai visto tua madre?”
“Si ed è stato come se non la rivedessi da moltissimo tempo.”
“E com’ è andata?”
“Penso bene.”
“Che vuoi dire?”
“Ho fatto come ti avevo detto. Le ho aperto il mio cuore, ma senza forzarla a tornare a casa.”
“Capisco … penso che tu abbia fatto bene.”
“A dire il vero l’ ho abbracciata ed ho parlato solo io. Lei piangeva, Sanae, e prima di andarmene, l’ ho baciata sulla fronte.”
“Volevi farle capire quanto le volessi bene Tsubasa …”
“Si. Mentre lo facevo, mi sono accorto che lei era così piccola e fragile tra le mie braccia.”
“Pensi che ti abbia perdonato?”
“Si, era solo molto triste ed aveva bisogno di sfogarsi …”
“Triste?”
“Il giorno della partenza si avvicina e lei inizia a soffrirne …”
Erano in tanti a star male per quella partenza e nella mente di Sanae si era materializzato un unico pensiero ‘ … manca così poco ormai …”.
“ … Sanae … mi senti?”
“Si, scusami … è solo che credo di capire quello che sta provando tua madre … piuttosto dimmi sei riuscito a capire qual’ era la promessa che le avevi fatto?”
“ … devi sapere … che un giorno di tanti anni fa, quand’ ero un piccolo bimbo, avevo promesso a mia madre che non l ‘avrei mai lasciata da sola …”
“ … capisco, però purtroppo tra poco, se tu e tuo padre non ci sarete, lei sarà davvero sola …”
“Lo so.” aveva detto Tsubasa amareggiato.
“ … forse è per quello che ha reagito a quel modo … però magari potrà essere un po’ meno sola …”
“E come?”
“Potrei andare a farle visita ogni tanto, che ne dici?”
“Lo faresti davvero, Sanae?”
“Si.”
“Grazie! Così potrebbe sentirsi un po’ meno sola.”
Natsuko non era riuscita a chiudere nocchio quella notte.
La mattina si era alzata, aveva fatto la valigia e, nello stesso modo in cui era arrivata, aveva salutato i suoi dicendo che doveva rientrare dalla sua famiglia.
Continuava a pensare alla conversazione che aveva avuto con Tsubasa ed a quanto suo figlio fosse stato coraggioso a compiere quel gesto.
Non le aveva nemmeno domandato di tornare a casa per rispettare i suoi sentimenti, ma ora lei si sentiva più e pronta a rivedere Tsubasa e suo marito.
Era pronta a parlare con suo figlio ed a tornare nella sua casa.
Quella sera Tsubasa non aveva lezione con Carlos, perché il suo insegnante doveva prepararsi per un importante esame all’ università.
Aveva accompagnato Sanae e sulla strada del ritorno aveva incontrato suo padre.
“Ciao Tsubasa! Facciamo la strada insieme, ti va?”
“Si, papà!”
Erano arrivati davanti alla porta della loro casa ed il cancello si era scattato, aprendosi, prima che loro riuscissero ad infilare le chiavi.
“Ma che succede papà?”
“Non lo so Tsubasa … andiamo a vedere.”
Dopo aver superato l’ ingresso erano stati assaliti da un mucchio di odorini succulenti che provenivano dalla cucina.
Erano andati a vedere cosa stesse accadendo e l’ avevano visto, Natsuko era tornata a casa, aveva già apparecchiato la tavola e stava finendo di cucinare.
“Bentornati!” la sua voce era dolce ed i visi di Tsubasa e Koudai si erano illuminati dalla gioia.
Continua …
Disclaimer
I personaggi presenti in questa storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
‘Rokka getsu’ è in Giapponese e significa ‘Sei mesi’.