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Autore: RowenaRavenclaw    27/04/2011    5 recensioni
C'è una gran tensione in casa Malfoy. Astoria e Draco non si parlano da qualche giorno... Cosa sarà accaduto? Attenzione agli spoiler! Questa FF è ambientata dopo il settimo libro :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il silenzio dei Malfoy

Astoria Greengrass stava leggendo, seduta sul divano di casa. Sì, lei amava leggere e le piaceva ritagliarsi del tempo libero per questo suo passatempo piuttosto...strano, per una come lei.
Astoria, una ragazza dai lunghi capelli ricci, castani, occhi azzurro cielo, era una strega piuttosto dotata. Aveva più o meno diciassette anni quando Draco Malfoy le dichiarò, con suo grande stupore, che l'amava. Draco era figlio di vecchi amici di famiglia, coetaneo di sua sorella maggiore Daphne. Lo conosceva da secoli, ma non si era mai figurata insieme a lui. Eppure, solamente un anno dopo erano andati a vivere insieme in una villetta in periferia di Londra, non distante dagli “affari” del giovane Malfoy, ed era diventata sua moglie nel giro di due anni.
Astoria, ventitrè anni, aveva sempre sognato una carriera come Guaritrice al San Mungo, ma si era dovuta arrendere quando suo suocero le aveva annunciato che aveva in serbo per lei un posticino al Ministero. Ufficio delle Relazioni con i Folletti. Per non offendere Lucius Malfoy, si alzava ogni mattina alle sei e tornava alle due, quasi isterica e stressata dalle richieste dei folletti. Ogni Natale, ordinava una fornitura per un anno di camomilla babbana, pur di evitare discussioni a riguardo con suo marito.
Già, suo marito… Stava proprio cercando di evitare questo tipo di pensieri, Astoria, con un romanzetto babbano tra le mani. Non voleva pensarci. Nessuno dei due voleva pensarci, e il problema stava proprio lì. Draco e Astoria erano una coppia piuttosto fuori dal comune. Vivevano insieme, uscivano insieme, ma guardandoli nessuno avrebbe osato chiamarli marito e moglie. Non si baciavano in pubblico neanche quando erano adolescenti; Draco odiava le moine e ben presto lei si era dovuta abituare ad essere solamente una compagna per lui, quando non erano soli. Da qualche giorno, inoltre, le loro conversazioni si erano inspiegabilmente ridotte ai minimi termini, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per timore di capire che ci fosse qualcosa che non andava tra loro. Le poche volte che riuscivano a dialogare, si comportavano come se il problema non esistesse, discutendo di tutto tranne che della loro vita. Entrambi temevano che affrontare la questione avrebbe implicato un cambiamento nel loro rapporto.

Quel giorno, Draco rincasò poco dopo il tramonto.
Erano passati i tempi in cui Astoria non vedeva l'ora che lui tornasse a casa, di abbracciarlo e di raccontargli tutto quello che aveva passato durante la giornata. Quasi non ricordava più il periodo in cui passava ogni singolo momento a pensare a lui, a quando l'avrebbe rivisto, a cosa avrebbe cucinato per cena e dove sarebbero andati quella sera.
Come erano arrivati fino a quel punto? Erano semplicemente cresciuti o c’era dell’altro? Ma la domanda che assaliva quotidianamente Astoria era un’altra: c'era ancora amore fra loro?
Con un sospiro, Draco posò il mantello e guardò sua moglie. Quel giorno, a lavoro, aveva ragionato a lungo sul da farsi una volta giunto a casa. Era giunto alla conclusione che vivere sotto lo stesso tetto senza neanche parlarsi non avrebbe mai portato da nessuna parte. Tuttavia, per quanto ci avesse provato, non era riuscito a comprendere il motivo della mancanza di dialogo con sua moglie. Aveva però deciso di comportarsi da uomo.
Si allentò il nodo della cravatta e sedette sul divano, accanto a lei.

“Astoria…”

“Dimmi.”

Improvvisamente, tutto il discorso che Draco si era preparato a lavoro, si perse nel suo cervello. Dalla sua bocca uscì solamente un: “Come va?”

“Bene …Perché me lo chiedi?”

“E’ una settimana che non vai a lavoro…Mi hanno chiesto di te.”

“Sto bene, davvero. Mi sono presa solo due settimane di ferie.”

“Sei una pessima bugiarda. Guarda che non solo i tuoi colleghi si preoccupano per te!”

“E chi altro?”

“Non so, ad esempio…io?”

Astoria sorrise. Suo marito non era tipo da esternare con facilità i suoi sentimenti, quindi ne dedusse che era davvero in apprensione per lei. Fece un respiro profondo e posò il libro sul tavolino di fronte al divano. Era giunto il momento per affrontare la faccenda.

“Temo che non potrò tornare al lavoro per un po’.”

“E’ colpa dei folletti, vero?” la interruppe lui. “Ti farò trasferire in un altro ufficio, ok? Il buon nome dei Malfoy conta ancora qualcosa al Ministero!”

“No, amore…Non centrano i folletti…”

La Granger! Ero certo che prima o poi ci avrebbe dato del filo da torcere, quella mezzosangue!”

“Non chiamarla così, Draco, lo sai che mi dà fastidio! E comunque Hermione non centra, anzi… E’ stata così gentile a darmi tutti questi giorni di ferie! Non mi spettavano, eppure ha fatto di tutto per farmeli ottenere…E’ molto comprensiva, non capisco perché la odi tanto!”

Draco sbuffò. Non lo avrebbe mai ammesso, ma non riusciva davvero a capire cosa fosse accaduto in quel dannato ufficio, tanto da costringere sua moglie a starsene a casa. Lei sembrò cogliere i suoi pensieri.

“Tesoro, mi sono presa solamente una pausa dal lavoro. Tornerò al Ministero tra un annetto, magari…”

“Un annetto? Dimmi, Astoria, sei impazzita?”

“In verità, sono incinta. "

L’aveva detto.

Draco spalancò gli occhi e fissò sua moglie, poi aprì la bocca, ma non fu in grado di replicare. Stava concretizzando nella sua mente che nel giro di qualche mese sarebbe diventato padre. Proprio lui, che aveva sempre detestato i bambini. Astoria lo sapeva, per questo cercava da giorni il modo giusto per dirglielo. Cosa ne sarebbe stato di lei, se suo marito non avesse gradito l’idea di avere un figlio? Non aveva mai espresso il desiderio di allargare la famiglia, né si era mai discusso della possibilità che ciò accadesse.

La ragazza abbassò lo sguardo verso il proprio ventre.

“Non sei contento, vero?”

Draco tornò a sedersi sul divano, visibilmente sconvolto e ancora incapace di dare voce ai suoi pensieri.

“E’ sicuro? Intendo, hai parlato con uno specialista a riguardo o è soltanto una tua sensazione?”

“Ho visto un medico proprio stamattina. Un ginecologo babbano.”

“Quante volte ti ho ripetuto…”

“Non mi interessa la tua opinione sui Babbani!” inveì la ragazza, con un tono decisamente sopra le righe. “Sono sei anni che mi ripeti la stessa lagna! Basta! C’è una sola cosa che voglio sapere adesso: t’importa qualcosa di tuo figlio o no?”

Quando voleva, Astoria sapeva farsi valere. Aveva gli occhi lucidi, ma era determinata a capire cosa ne sarebbe stato della sua vita. La reazione di Draco non arrivò subito. Lei lo osservò mettersi la testa tra le mani, come se fosse impegnato a risolvere un difficile calcolo aritmantico. Impossibile, pensò la ragazza: lui non capiva niente di Aritmanzia!

“Tu non sai cosa significa per me... Un figlio… "

Incapace di dar voce alle proprie emozioni, Draco prese il viso di sua moglie tra le mani e la baciò.

“Credo che sia giunta l’ora di sistemare la stanza degli ospiti.” aggiunse lui, qualche secondo dopo.

“Amore, ma allora…”

“Andiamo a dirlo ai miei genitori, cara. Saranno deliziati di sapere che diventeranno nonni.”

“Conoscendo Narcissa, non ne sarei molto sicura!” ridacchiò Astoria.

I due coniugi, entrambi sorridenti e con una singolare euforia in petto, si presero per mano e si smaterializzarono a Villa Malfoy. Da quel momento, non ci fu più silenzio in casa Malfoy.

  
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