Il silenzio dei Malfoy
Astoria
Greengrass stava leggendo,
seduta sul divano di casa. Sì, lei amava leggere e le
piaceva ritagliarsi del
tempo libero per questo suo passatempo piuttosto...strano, per una come
lei.
Astoria, una ragazza dai lunghi
capelli ricci, castani, occhi azzurro cielo, era una strega piuttosto
dotata.
Aveva più o meno diciassette anni quando Draco Malfoy le
dichiarò, con suo
grande stupore, che l'amava. Draco era figlio di vecchi amici di
famiglia,
coetaneo di sua sorella maggiore Daphne. Lo conosceva da secoli, ma non
si era
mai figurata insieme a lui. Eppure, solamente un anno dopo erano andati
a
vivere insieme in una villetta in periferia di Londra, non distante
dagli
“affari” del giovane Malfoy, ed era diventata sua
moglie nel giro di due anni.
Astoria, ventitrè anni, aveva sempre
sognato una carriera come Guaritrice al San Mungo, ma si era dovuta
arrendere
quando suo suocero le aveva annunciato che aveva in serbo per lei un
posticino
al Ministero. Ufficio delle Relazioni
con i Folletti. Per non offendere Lucius Malfoy, si
alzava ogni mattina
alle sei e tornava alle due, quasi isterica e stressata dalle richieste
dei
folletti. Ogni Natale, ordinava una fornitura per un anno di camomilla
babbana,
pur di evitare discussioni a riguardo con suo marito.
Già, suo marito… Stava proprio
cercando di evitare questo tipo di pensieri, Astoria, con un romanzetto
babbano
tra le mani. Non voleva pensarci. Nessuno dei due voleva pensarci, e il
problema
stava proprio lì.
Erano passati i tempi in cui Astoria
non vedeva l'ora che lui tornasse a casa, di abbracciarlo e di
raccontargli
tutto quello che aveva passato durante la giornata. Quasi non ricordava
più il
periodo in cui passava ogni singolo momento a pensare a lui, a quando
l'avrebbe
rivisto, a cosa avrebbe cucinato per cena e dove sarebbero andati
quella sera.
Come
erano arrivati fino a quel
punto? Erano semplicemente cresciuti o c’era
dell’altro? Ma la domanda che
assaliva quotidianamente Astoria era un’altra: c'era ancora
amore fra loro?
Con un sospiro, Draco posò il mantello e guardò
sua moglie. Quel giorno, a
lavoro, aveva
Si allentò il nodo della cravatta e sedette
sul divano, accanto a lei.
“Astoria…”
“Dimmi.”
Improvvisamente,
tutto il discorso
che Draco si era preparato a lavoro, si perse nel suo cervello. Dalla
sua bocca
uscì solamente un: “Come va?”
“Bene
…Perché me lo chiedi?”
“E’
una settimana che non vai a
lavoro…Mi hanno chiesto di te.”
“Sto
bene, davvero. Mi sono presa
solo due settimane di ferie.”
“Sei
una pessima bugiarda. Guarda che
non solo i tuoi colleghi si preoccupano per te!”
“E
chi altro?”
“Non
so, ad esempio…io?”
Astoria
sorrise. Suo marito non era
tipo da esternare con facilità i suoi sentimenti, quindi ne
dedusse che era
davvero in apprensione per lei. Fece un respiro profondo e
posò il libro sul
tavolino di fronte al divano. Era giunto il momento per affrontare la
faccenda.
“Temo
che non potrò tornare al lavoro
per un po’.”
“E’
colpa dei folletti, vero?” la
interruppe lui. “Ti farò trasferire in un altro
ufficio, ok? Il buon nome dei
Malfoy conta ancora qualcosa al Ministero!”
“No,
amore…Non centrano i folletti…”
“
“Non
chiamarla così, Draco, lo sai
che mi dà fastidio! E comunque Hermione non centra,
anzi… E’ stata così gentile
a darmi tutti questi giorni di ferie! Non mi spettavano, eppure ha
fatto di
tutto per farmeli ottenere…E’ molto comprensiva,
non capisco perché la odi
tanto!”
Draco
sbuffò. Non lo avrebbe mai
ammesso, ma non riusciva davvero a capire cosa fosse accaduto in quel
dannato
ufficio, tanto da costringere sua moglie a starsene a casa. Lei
sembrò cogliere
i suoi pensieri.
“Tesoro,
mi sono presa solamente una
pausa dal lavoro. Tornerò al Ministero tra un annetto,
magari…”
“Un
annetto? Dimmi, Astoria, sei
impazzita?”
“In
verità, sono incinta. "
L’aveva
detto.
Draco
spalancò gli occhi e fissò sua
moglie, poi aprì la bocca, ma non fu in grado di replicare.
Stava concretizzando
nella sua mente che nel giro di qualche mese sarebbe diventato padre.
Proprio
lui, che aveva sempre detestato i bambini. Astoria lo sapeva, per
questo
cercava da giorni il modo giusto per dirglielo. Cosa ne sarebbe stato
di lei,
se suo marito non avesse gradito l’idea di avere un figlio?
Non aveva mai
espresso il desiderio di allargare la famiglia, né si era
mai discusso della
possibilità che ciò accadesse.
La
ragazza abbassò lo sguardo verso
il proprio ventre.
“Non
sei contento, vero?”
Draco
tornò a sedersi sul divano,
visibilmente sconvolto e ancora incapace di dare voce ai suoi pensieri.
“E’
sicuro? Intendo, hai parlato con
uno specialista a riguardo o è soltanto una tua
sensazione?”
“Ho
visto un medico proprio
stamattina. Un ginecologo babbano.”
“Quante
volte ti ho ripetuto…”
“Non
mi interessa la tua opinione sui
Babbani!” inveì la ragazza, con un tono
decisamente sopra le righe. “Sono sei
anni che mi ripeti la stessa lagna! Basta! C’è una
sola cosa che voglio sapere
adesso: t’importa qualcosa di tuo figlio o no?”
Quando
voleva, Astoria sapeva farsi
valere. Aveva gli occhi lucidi, ma era determinata a capire cosa ne
sarebbe
stato della sua vita. La reazione di Draco non arrivò
subito. Lei lo osservò
mettersi la testa tra le mani, come se fosse impegnato a risolvere un
difficile
calcolo aritmantico. Impossibile, pensò la ragazza: lui non
capiva niente di
Aritmanzia!
“Tu
non sai cosa significa per me... Un
figlio… "
Incapace
di dar voce alle proprie
emozioni, Draco prese il viso di sua moglie tra le mani e la
baciò.
“Credo
che sia giunta l’ora di
sistemare la stanza degli ospiti.” aggiunse lui, qualche
secondo dopo.
“Amore,
ma allora…”
“Andiamo
a dirlo ai miei genitori,
cara. Saranno deliziati di sapere che diventeranno nonni.”
“Conoscendo
Narcissa, non ne sarei
molto sicura!” ridacchiò Astoria.
I
due coniugi, entrambi sorridenti e
con una singolare euforia in petto, si presero per mano e si
smaterializzarono
a Villa Malfoy. Da quel momento, non ci fu più silenzio in
casa Malfoy.