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Autore: RuikaLShinoda    28/04/2011    0 recensioni
Esistono storie che nessuno osa raccontare...Quante forme strane e particolari può avere l'amore? infinite...ed io ve ne racconterò alcune, storie vere, nate per le strade di città come quelle in cui viviamo noi, in cui vivete voi...uomini etero, gay, bissessuali che importanza ha? l'amore non ha forma, è astratto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! a differenza dei miei monotoni precedenti questa volta non sarà la solita FF sui 30 seconds to mars...questa volta vi dedicherò una serie di storie originali che non sono collegate tra loro ma fanno parte di un unica realtà...^^ buon divertimento

La luce soffusa del salotto di prima mattina era così accogliente! Sembrava voler nascondere le amarezze, le insicurezze oppure semplicemente loro.
Una paranoia che insegue l'amore e li spinge a nascondersi.

Quanta sofferenza dietro quei sorrisi! e quanti schiaffi su quelle mani che accarezzano i capelli biondi. Mani grandi e sicure nel calore di quella stanza, nel tepore di quell'abbraccio.
Poi un sguardo, un sorriso, forse un po' di malizia scorre tra quelle labbra.
Il sapore di infiniti baci passati non svanisce per far spazio ad un nuovo desiderio, ed il silenzio è il maligno consigliere di lontani ricordi.
"Jas dobbiamo andare" ecco un suono dolce rompere la poesia.
Così difficile uscire di nuovo alla luce! Perdere quella nicchia di dolcezza per far spazio al mondo reale.
Esistono i sogni? Forse sono scritti nei nostri gesti? Loro stessi, forse, vivevano un sogno e lo facevano sembrare così naturale...
Pochi passi per arrivare alla macchina e sempre meno minuti per stare insieme; Mike sentiva avvicinarsi il momento dell'abbandono e seppur si sarebbero rivisti presto, il vuoto era enorme.
Il viso di Jasper guardava fuori dal finestrino impassibile, lo sguardo fisso sulle case che scorrevano.
"A cosa pensi?" la frase gli rimbombò in testa ma non trovò il coraggio di dirla. Al semaforo i suoi occhi si fermarono sui capelli biondi di Jasper.
Cosa nascondeva quel silenzio? Cosa doveva fare?
Allungò la mano e afferrò quella del pensieroso che finalmente distolse lo sguardo dal panorama, posando gli occhi azzurri su di lui.
Qualche secondo in veste di narratore silenzioso scandì il battito dei loro cuori come un rintocco d'orologio.
Quelle perle scure, che M portava umilmente come occhi, distrassero il ragazzo dal mondo; li guardò fissi per poi perdere il controllo di se e gettarsi oltre il suo sedile, fino quasi a sfiorare le labbra dell'amato che, immobile, si lasciò cingere il collo con il braccio. I calori dei due corpi si unirono come i respiri, così vicini da sembrare un unico alito di vita.
Pochi secondi e sarebbero stati una cosa sola, uniti... ma una vecchietta attraversò la strada lanciando un'occhiata curiosa nell'auto.
"AAAAArgh!!Cosa fai? sei impazzito?" con un gesto repentino Mike allontanò Jasper da sé, e quest'ultimo tornò al suo posto ridendo sommesso.
"uff... sempre con le tue paranoie!" nonostante l'irritazione per il momento mancato, il biondo mantenne il sorriso: in fondo comprendeva i problemi dell'altro, sicuro del sentimento che li univa.
La musica tornò a riempire il silenzio, mentre i rossori sul viso di Mike andavano aumentando al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere se non fosse passata la vecchietta.
L'amore non significava dare spettacolo in mezzo alla strada...Amore? Ma di cosa parlava? Il suo cuore non si era ancora ripreso da quella storia....No, non doveva pensarci! Non aveva importanza cosa pensasse il suo cuore: lui ora era lì accanto, con le mani tese sulle ginocchia, che aspettava solo una conferma. Eppure, per Mike, la scena di un film sarebbe sembrata più reale di quegli attimi.
Invece quel fotogramma si ripeté per mesi, piccoli sprazzi di felicità nel totale limbo dell'incertezza, come lucciole nella notte.
La voglia di conoscersi impregnava ogni gesto, ogni parola o scherzo, ed ogni tanto lo spirito cedeva....Nel negozio di musica accanto allo scaffale del jazz, dove nessuno passava mai,due mani si sfioravano delicatamente, senza malizia....Al fast food gli occhi si cercano, si trovano, si stuzzicano, mentre le caviglie si strusciano, le gambe si allungano facendo toccare le ginocchia, un piccolo brivido percorre i due....Al supermercato ogni frutto, ogni oggetto diventa un gioco di parole, uno scherzo, mentre nel reparto surgelati le braccia di Jasper si incrociano alla vita di Mike sconfiggendo il freddo con un abbraccio....
"Dai! Potrebbero vederci!Pazzo!" imbarazzato, il castano, tornò svicolando al carrello della spesa.
Gli occhi azzurri dell'altro si spensero mentre guardava il ragazzo andarsene con il carrello nella corsia.
La sua comprensione si stava esaurendo, il logoramento del dubbio e della precarietà lo tormentava come non mai. Attendeva da tempo qualcosa che tardava esageratamente ad arrivare.
Non si sarebbe mai sognato di chiedere qualcosa in cambio di quell'amore che sperperava ogni giorno.
Secondi, minuti, ore e infiniti giorni a pensare a lui, a cercare in ogni possibile modo di renderlo felice... Perchè? Perchè l'amava e non aveva mai cercato di nasconderlo....eppure Mike era il suo fuoco freddo, nascondeva dietro le tende delle finestre la loro storia, la rinchiudeva nel più remoto cassetto per non guardare in faccia la realtà; sussultava ad ogni persona che li guardasse, nel timore che fra i loro atteggiamenti ci fosse scritto l'amore che li univa.
L'ennesimo viaggio in macchina illuminato dal sole primaverile riflesso dagli occhiali neri di Jasper.
"Il tuo treno è ritardo! Mannaggia!" si agitò Mike mentre accompagnava il ragazzo al binario.
Non ci fu nessuna risposta, nessun gesto tradì le tempesta di emozioni che ribolliva sotto gli occhiali.
Un altro momento di assoluto silenzio, dove le parole di un intero pomeriggio cadevano come foglie nell'inverno di quell'istante, ma non sarebbe bastato un abbraccio per scacciare quel gelo. Bastò uno sguardo a Mike per capire...e per la prima volta comprese tutto fino in fondo....
"Senti puoi anche andare...è tardi, i tuoi si potrebbero preoccupare...e poi c'è molta gente, potrebbe esserci qualcuno che ti conosce" spostando i biondi capelli dal viso con un gesto noncurante, Jasper abbassò la testa per nascondere la smorfia che gli segnava il viso, non riusciva a trattenersi oltre. "Avanti vai!Non voglio certo crearti altri probl....." gli occhi di Mike mentre lo spingeva contro la colonna del binario si erano trasformati , un eco di follia li attraversava, rosso di un'inedita passione. I palmi delle mani, ancora poggiati al suo petto, rilasciavano il calore della foga mentre all'unisono i cuori battevano come tamburi.
La testa del castano giovane si poggiò affannosa alla spalla dell'altro che rimase immobile, terrorizzato ed allo stesso tempo incuriosito da quella reazione.
"io....io vorrei..io vorrei...vorrei poter esprim...." gli ansimi gli troncavano le parole come un singhiozzo sommesso.
Quegli occhi, sempre più simili al cielo, lo fissavano e sapeva che avrebbero potuto vedere oltre ogni sua barriera, così decise di romperle lui stesso: senza pensarci poggiò le labbra su quelle di Jasper, calde e avvolgenti. Finalmente si abbandonò e afferrando la camicia della vittima della sua passione, si lasciò abbracciare ed accarezzare.
Erano nel mezzo del binario, alle 4 del pomeriggio eppure in quel bacio non esisteva nessuno; persino loro avevano smesso d'esistere ma una nuova forma d'esistenza prendeva forma: il vero amore.
Come la luna non si spegne al giorno, quel bacio non fu che l'inizio di una luce costante che non si lasciò sopraffare, né dal tempo né dalle paure.


Spizzico era praticamente vuoto ma scelsero comunque il tavolo più appartato (Mike non sopportava gli sguardi continui della gente).
Jasper stava con lo sguardo fisso sull'altro che nemmeno lo guardava:“Non mi lascerai vero?”
Mike alzò la testa di scatto e si fece subito serio.
“Ma sei scemo???Io non so come ti vengono in mente queste cose!!” disse aggressivo ma poi si calmò, scostò la ciocca di capelli castani dalla fronte e sorrise.
Ma l'altro non rispose al sorriso, abbassò lo sguardo e continuò a mangiare in silenzio.
Mike sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma conosceva Jasper, e qualunque cosa avesse detto l'avrebbe ferito. Era un grande peso per lui sapere di avere vicino una persona così desiderosa di lui e non riuscire ad ingranare la marcia giusta.
Dopo qualche minuto di strano silenzio il castano alzò lo sguardo per scoprire l'espressione distrutta dell'altro; un senso di colpa tremendo lo assalì, perciò decise di allungare una mano e afferrare quella dell'altro.
Quando le dita si sfiorarono Jasper ebbe un fremito, unì i suoi occhi a quelli scuri dell'altro e accennò un sorriso. Finalmente un piccolo contatto!
Afferrò la mano di Mike e cominciò a giocarci, dapprima discretamente poi roteando le dita, accarezzandogli il dorso, solleticandogli il palmo sempre più audacemente.
Lo sguardo di Mike si trasformò di nuovo e una punta di nervoso e incertezza fecero capolino tra le sopracciglia finchè quegli occhi castani non lo fulminarono minacciosi.
“Jas.....allora?!” gli sussurro il castano avvicinandosi leggermente ma gli occhi azzurri di Jasper, da vicino, erano così ipnotici che per un istante si perse.
Il biondo capì e rimase immobile, fissandolo intensamente mentre i cuori battevano all'unisono e lo sfondo diventava sempre più sfocato; la testa bionda lentamente si avvicinava all'altra, con calma, senza perdere il contatto visivo. Ci era quasi riuscito, i visi erano così vicini che persino lui stava per perdere il controllo.
“Ehilà!...oh cielo scusate!!” disse Vera sedendosi proprio di fronte a loro. “No, vi prego, fate pure, come se io non ci fossi...” Jasper fece come gli era stato suggerito stringendo la mano del ragazzo, che scoppiò a ridere e ritirò l'arto.
“Ciao tesoro! Ti stavamo aspettando...” disse Mike ignorando lo sguardo deluso dell'altro che ben presto, però riuscì a trasformare in un sorriso. Il pranzo continuò tra gli scherzi e le risa di tutti e tre, come sempre quando c'era Vera.
Mike la adorava anche se, a volte, per lui rappresentava un sipario dietro cui nascondersi prima del vero spettacolo (ovvero stare solo con Jasper).
In realtà lei era un sipario di carta velina, infatti passava il 90% del tempo cercando di spingere l'uno verso l'altro, tuttavia lo faceva in un modo tale che tutto si riassumeva in una risata.
Quel giorno però splendeva il sole ed era appena cominciata la primavera.
“Ragazzi avanti, è primavera...” disse con un gran sorriso la voce femminile del trio.
“E quindi?” chiese Mike con noncuranza, sperando che il discorso non cadesse proprio dove sospettava.
“È la stagione degli amori!” avevano appena svoltato l'angolo e la via era deserta, perciò Jasper ne approfittò per afferrare il braccio dell'altro e trascinarselo vicino; nonostante i tentativi di ribellione, egli lo tenne stretto e con la mano gli accarezzò il volto.
Ancora una volta Mike stava per cascare nella trappola di seduzione ma, dietro di lui una risatina sommessa lo fece arrossire come un bambino.
“Jas ma che fai!! c'è Vera!!!” disse con fare irritato mentre si divincolava per la seconda volta, e di nuovo il biondo s'incupì.
“Uffaaa ma perché? Mica mi da fastidio anzi...” esclamò Vera poi, facendo l'occhiolino a Jasper, mosse un passo avanti e con sfrenata teatralità cadde addosso a Mike facendolo cadere esattamente tra le braccia di Jasper, che senza perdere tempo lo afferrò abbracciandolo. Il biondo attese qualche secondo che V li stesse guardando ,poi con audacia si buttò alla ricerca delle labbra di Mike. Ma fu troppo precipitoso e trovò solo la guancia del castano che riuscì a scansarlo.
“Khyaaaaa!!che carini!!” grido la ragazze senza ritegno. Nel frattempo Mike si era arreso all'abbraccio ma teneva il volto a distanza.
“Teneri un cavolo! Lo sai che mi da fastidio!!” lo disse guardando Jasper negli occhi, ma questa volta c'era un sorriso sulle sue labbra e l'altro non se la prese.
Ma la passione è come quelle piante che crescono anche senza la luce: al primo sprazzo di sole sbocciano in fiori stupendi, ma una volta tolte ai raggi tornano a crescere lentamente, sperando in un altra ricomparsa di quel bagliore.
Per tutto il pomeriggio la passione era cresciuta dentro Jasper e come sempre aveva ricevuto solo piccoli sprazzi d sfogo, che non avevano fatto altro che accentuarla.
Quando Vera se ne andò decisero di ritornare nel centro commerciale dove presero l'ascensore; nell'attesa che la cabina arrivasse i due quasi non si guardarono finché Jasper non alzò lo sguardo trovando il sorriso leggero di Mike. A quel punto nulla avrebbe potuto trattenerlo, non c'era nessuno,Vera se n'era appena andata e per qualche secondo sarebbero rimasti completamente soli in un ascensore. Così all'apertura delle porte il biondo trascinò dentro l'altro senza parlare.
“Che succede?Ehi Jas...che hai?...” lo sguardo di Jasper parlava da solo. “No....No...dai, non essere scemo...no..” mentre diceva così l'altro l'aveva già sbattuto alla parete chiudendogli la bocca con un bacio, dolce, intenso, che divenne appassionato e poi spudorato; la mano di Jasper che inizialmente era sul volto di Mike lentamente si posò sulla sua vita, accarezzandola per poi scendere lentamente...
“No...no Jas ti prego, non qui io....” la mano arrivò esattamente dove il biondo si era posto la meta. Mike stava perdendo il controllo. “mmmmh...Jas.....mmh” i baci, le carezze e quella mano che lo toccava gli annebbiarono la mente, sentiva solo il suo cuore a mille e il suo respiro sempre più pesante. Jasper era ormai in preda al momento, sapeva che se avesse continuato non si sarebbe più fermato e per quanto lo volesse quello non era il momento. Per un secondo si stacco dalle labbra del ragazzo e lo guardò negli occhi scuri socchiusi, ansimava e il rossore gli invadeva il volto.
“Va bene, adesso basta!” disse a mezza voce Mike.
“Perché? “ chiese con finta aria innocente “ Hai paura che si aprano le porte?” chiese provocatorio.
“Io.....” le porte si aprirono davvero e lo sguardo di Mike mutò in un espressione di paura e sorpresa. “C...ciao mamma...” disse sommessamente fissando terrorizzato oltre le spalle di Jasper che ancora gli stava addosso.
Nel momento in cui pronunciò le due sillabe di “mamma” il biondo si allontanò di scatto per ricomporsi al suo fianco, come se nulla fosse. Ma quando guardò verso la porta non c'era nessuno fuori dall'ascensore e subito capì: era stata tutta una scusa per sfuggirgli e quando si voltò Mike era scappato; ridendo come un matto correva per i corridoio del supermercato, mentre Jasper qualche passo più in là lo cercava. Si rincontrarono davanti al caffè ed il rossore del fervore era stato sostituito da quello della fatica.
“Mike sei un bastardo...” disse il biondo quasi seriamente.
“No sei tu che devi smettere di comportarti così...lo sai che mi da fastidio...” ribatté serio l'altro.
Cadde un silenzio che si prolungò per diversi minuti fino a quando Mike non esordì di nuovo sorridente “dai andiamo al cinema!”.
“ Ok dai..” rispose Jasper sorridendo a sua volta; nonostante dentro di sé bruciasse.
Arrivarono al cinema e presero i biglietti senza problemi, essendo mattino non c'era molta gente. Quando entrarono nella sala era già tutto buio e, con loro grande sorpresa, non c'era anima viva. Mike si preoccupò subito: una sala di un cinema deserta, buia e con lui che se ne approfittava di qualsiasi occasione per saltargli addosso.
Invece, a differenza dei suoi pronostici, metà film scorse senza nessuna sorpresa, ogni tanto il castano si voltava per guardare il volto dell'altro: era così bello nella penombra del cinema e il suo sorriso sembrava luminoso. Nonostante si tenessero la mano Jasper non si muoveva, né aveva mai provato a toccarlo in alcun modo, e questo lo fece arrossire. Perchè proprio in quel momento di pace lui avrebbe voluto la sua attenzione? Perchè quando l'aveva non lo sopportava e invece in quel momento gli mancava così tanto?
Non appena ci fu un momento di silenzio Mike lo chiamò sottovoce e, quando questi si voltò per la prima volta dall'inizio del film, non resistette e lo baciò delicatamente, senza premere né provocare aspettando che l'altro lo sconvolgesse... ma non lo fece. Rimase vicino al suo volto con gli occhi socchiusi, guardandolo in un modo tanto dolce che Mike dimenticò l'espressione di qualche ora prima nell'ascensore e desiderò con tutto se stesso di sconvolgere quel viso così perfetto.
Riprese la situazione in mano e questa volta fu lui a “muovere la mano”, si lanciò in un bacio oltre ogni pudore, mentre lentamente, un po' più in basso, faceva scorrere le dita oltre gli indumenti fino alla pelle calda e fremente. Un brivido li percorse entrambi, non erano mai arrivati a tanto e in qualche minuto si stavano scoprendo in un intimo che non sarebbe casto nemmeno nella parola.
Le mani scorrevano su e giù mentre le bocche non smettevano di baciarsi. La passione cresceva, sia nell'aria che nei pantaloni e raggiunse un punto in cui entrambe capirono di dover rallentare, lentamente i copri tornarono ai loro posti finché quel sensuale abbraccio si ridusse ad un semplice contatto di mani ancora calde, ancora bagnate, ancora frementi.
“Ti amo” fu un sussurro nell'aria. C'era molto caldo in quella sala ma nulla sarebbe potuto essere caldo quanto i loro cuori.
   
 
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