Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: redseapearl    28/04/2011    6 recensioni
“Leone” sentì dalla radio lasciata al massimo volume per tutto il tempo. “Oggi è un grande giorno per voi single... Le stelle dicono che conoscerete la vostra anima gemella, in tutti i sensi, perché sarà proprio una persona nata sotto il segno dei Gemelli. Sarà un vero e proprio colpo di fulmine. Mi raccomando, non lasciatevi ingannare dalla loro impenetrabile e fredda corazza esterna, perché sotto di essa sono persone molto sensibili e dolci: di fatti non dimentichiamoci che i Gemelli sono, per natura, persone con una doppia personalità.”
[Lavi x Kanda]
{Capitolo 4 postato per il LaviYuu Day!}
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Di che segno sei?

 

 

Quello che l’oroscopo non dice

 

 

 

“Di che segno sei?”

Lo aveva chiesto veramente o era solo stato un fastidioso ronzio nelle orecchie? Forse la botta sul naso aveva fatto più danni di quanto non sembrasse per fargli dire una cosa simile.

Si poteva essere più idioti di così? E pensare che Lavi non si era mai reputato un imbranato con le donne, ma si sa, al mondo c’è sempre la prima volta per tutto, anche per rendersi ridicolo davanti ad una strafiga facendole una singola domanda.

Intanto, dopo essersi strofinato l’occhio con il dorso della mano per togliere quel fastidioso velo di lacrime che non gli permetteva di vedere niente, Lavi poté finalmente ammirare con più chiarezza la bella ragazza.

Lei aprì la bocca per rispondergli. Chissà, magari era una tipa a cui piacevano quelle cose un po’ mistiche, un po’ trascendentali, un po’… cretine (ma sì, diciamo le cose come stanno) e involontariamente aveva fatto colpo anche lui…

Già, magari fosse stato così!

Ma quando finalmente lei parlò, Lavi non udì la dolce vocina femminile tipica degli anime giapponese, ma un forte, tuonante e decisamente poco fraintendibile: “Che cazzo hai detto, idiota?”

Ok, aveva sbagliato, e il tipo non sembrava averla presa tanto bene. Comprensibile, pensò un delusissimo, e anche un po’ sconvolto, Lavi: non doveva essere piacevole essere scambiato per una ragazza. In effetti anche Lavi non l’aveva presa tanto bene nel constatare che: primo, lei in realtà era un lui con tutti gli attributi (a ben vedere, era anche un po’ troppo piatta di seno per i suoi gusti); secondo, non aveva incontrato l’anima gemella.

L’oroscopo di Wisely non si era smentito neanche questa volta: era accaduto l’esatto contrario. Lavi cominciò a pensare che collezionare una serie ininterrotta di previsioni sbagliate richiedesse un certo grado di impegno, e quindi che ci fosse addirittura un vero e proprio metodo scientifico dietro.

Restava da risolvere il problema del fraintendimento. Facile, si disse: bastava chiedere venia e il gioco era fatto.

No, sarebbe stata una soluzione troppo semplice!

Non ebbe neanche il tempo di articolare la S di ‘scusa’ che si ritrovò a pochi centimetri dalla pupilla la punta della lama di una spada… una lama molto affilata per inciso!

Ok, questa se l’era aspettata ancora meno della voce maschile, anzi… non se la sarebbe mai aspettata.

Un ragazzo pieno di risorse quello sconosciuto, non c’era che dire.

“Un momento: c’è stato uno sbaglio” provò a discolparsi Lavi per il torto fatto.

“Puoi giurarci che c’è stato uno sbaglio.” Lo spadaccino non sembrava molto propenso ad accettare le sue scuse, o per essere più precisi, non sembrava propenso neanche a sentirle le scuse di Lavi. Dal reato alla condanna, senza passare per avvocati, giudici e così via.

Avvicinò ancor di più la lama della spada (se Lavi fosse stato meno annichilito dal terrore avrebbe riconosciuto subito che era una katana, ma in quel momento era alquanto irrilevante il nome dell’arma che lo avrebbe trafitto) all’occhio verde di Lavi.

“Aspetta, calmati. Che intenzioni hai? È l’unico occhio che ho…”

“Tanto non funziona come dovrebbe.”

Per un attimo Lavi aveva persino pensato di usare uno dei suoi sorrisi disarmanti, nella speranza che funzionasse nel vero senso della parola (augurandosi che il tipo non fraintendesse il gesto credendo che ci stava ancora provando), ma i suoi muscoli facciali erano così paralizzati da non permettere agli angoli della bocca di sollevarsi. Cercò di elaborare la frase più convincete per chiedere perdono, ma non gli venne in mente niente di più di un ‘Non sono io ad essere cieco, sei tu che sei troppo ambiguo.’

No, a ben pensarci, Lavi aveva il vaghissimo sospetto che quella non fosse propriamente la cosa più indicata da dire.

Si dice che in punto di morte ciascuno veda tutta la propria vita scorrergli davanti agli occhi in un secondo. Per Lavi non fu così.

Ebbe la visione del suo cadavere sul letto di un obitorio e di un medico che compilava un modulo con i suoi dati tracciando una netta X sulla casella ‘Vergine’ (casella che non esiste in realtà, ma Lavi ormai stava delirando pensando alla sua imminente dipartita) e non era in riferimento al suo segno zodiacale.

No, non poteva morire così!

Doveva reagire, aveva uno scopo per cui vivere e non sarebbe morto prima di averlo portato a termine, altrimenti diciotto lunghi anni di tentativi sarebbero andati miseramente in fumo.

“Scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa… avevo la vista annebbiata ma ora che ti vedo bene posso assicurarti che sei molto, ma molto virile. Anche più di me!”

Dopo quel piagnisteo lo sconosciuto non aveva dubbi sul fatto di essere più virile di quel coniglio, anzi, non ne aveva mai avuti.

“Oh Yuu-kun, vedo che stai già facendo conoscenza con gli altri inquilini.” Lavi si voltò di scatto verso l’uomo che aveva pronunciato quelle parole, intento già ad idolatrarlo mentalmente in quanto suo salvatore.

 “CHE” rispose l’altro giovane, riponendo la spada nel fodero, evidentemente irritato dall’essere stato interrotto proprio sul più bello, anche se non aveva mai avuto intenzione di uccidere realmente il ragazzo che lo aveva offeso: troppe rogne con avvocati, processi e accuse di omicidio poi. “Non chiamarmi a quel modo!”

“Non farci caso” disse l’uomo sorridente rivolto a Lavi, ancora seduto in terra, per rassicurarlo. “Lui fa sempre così.”

Lavi gli rivolse un sorriso tirato. “Non si offende se le dico che la cosa non è molto confortante?” Afferrò la mano che il signore gli porgeva per aiutarlo a rialzarsi e, adesso che era più rilassato e l’immagine del medico legale che segnava la sua verginità su di un foglio (con un’espressione di sufficienza, tra l’altro) era sparita, si rammentò di essere in mostruoso ritardo per il lavoro. “Grazie per avermi salvato la vita, ma adesso devo scappare. È stato un…” Si voltò verso il ragazzo di nome Yuu rivolgendogli un’occhiata incerta. “…piacere!” concluse, per poi fiondarsi in strada senza attendere risposta.

L’uomo sospirò, fissando il ragazzo davanti a sé con sguardo rassegnato ma bonario. “Yuu-kun…”

“Andiamocene!” ringhiò questi già avanzando di un passo per uscire dal palazzo.

“E’ la terza volta di seguito che succede: non puoi spaventare le persone così. Quanti altri posti dovrai girare?”

“Non è colpa mia se il mondo è pieno di idioti!”

“O forse sei tu che sei troppo rigido.”

“CHE.” La risposta che il giovane dava per tutto.

“Comunque lo sai, a me non possono che far piacere, in fondo, tutti questi inconveniente, perché così… così…” L’uomo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un grande fazzoletto bianco iniziando ad asciugarsi le prime lacrime che minacciavano di bagnargli il viso.

No! pensò Yuu. Tutto ma non quello: non una delle sue solite sceneggiate paterne! Prima il ragazzo che implora pietosamente perdono e ora questo. Per quanto il giovane si sforzasse di ricordare, proprio non riusciva a trovare nel suo passato una qualche azione maligna che aveva compiuto per meritarsi quel castigo divino: essere circondato da persone patetiche!

“Ho cambiato idea! Qui va benissimo” dichiarò al limite della sopportazione, ottenendo come unico risultato di far piangere ancora più forte il suo patrigno.

 

 

Lavi correva come se avesse alle costole il Diavolo in persona con tanto di forcone.

Accidenti alla vita sedentaria nella biblioteca! Ogni volta si riprometteva di iniziare a fare un po’ di sport, ma la televisione complottava puntualmente contro di lui trasmettendo programmi uno più interessante dell’altro, tenendolo incollato al divano e mandando alle ortiche ogni buon proposito di iniziare una vita più sana e salutare. Anche se, per Lavi, non c’era niente di più sano e salutare di un pacco di patatine divorate davanti alla tv beatamente spaparanzato sul suo comodissimo divano a due posti: questione di punti di vista, supponeva.

Ed eccolo ergersi in tutta la sua magnificenza il monumentale palazzo della biblioteca della città, come una lussureggiante oasi nel deserto, come una sensualissima sirena nel mare, come un golosissimo cono gelato in un’afosa giornata estiva… o magari come un cono gelato in mano ad una sirena in un’oasi nel deserto durante un’afosa giornata estiva.

Ok, meglio non esagerare adesso, si disse: doveva sbrigarsi se voleva sperare che il suo ritardo passasse inosservato.

Ancora pochi passi, pochi gradini e sarebbe entrato, ma quando vide in cima alla rampa di scale, proprio davanti la massiccia porta d’ingresso, il suo vecchio nonno, Bookman, guardarlo arcigno (e il Diavolo con tanto di forcone in quel momento sembrava un’alternativa più allettante), l’oasi andò a fuoco, il gelato si sciolse e la sirena morì.

“Sei in ritardo!” tuonò l’anziano bibliotecario.

“Ho… (anf)… avuto… (anf)… un…” provò a dire Lavi ansimando pesantemente.

“Vivi solo da tre mesi ormai e già arrivi in ritardo al lavoro. Voleva vivere da solo lui, voleva la sua indipendenza. Scommetto che c’è di mezzo una ragazza!”

“No!” protestò Lavi, rimettendosi ritto in piedi. “Ti assicuro che non c’è di mezzo nessuna ragazza.” Non era una bugia, dopo tutto; al massimo si poteva dire che non fosse tutta la verità, ma Lavi non stava mentendo e il nonno parve convincersi osservando la sua espressione sincera.

“Per questa volta ti credo: tanto non hai mai saputo mentire come si deve.” Entrò nell’edificio, seguito da Lavi.

Il giovane non aveva mai capito perché esattamente il nonno, nonché unico parente rimastogli, fosse tanto severo con lui sulla questione ‘ragazze’. Persino Guglielmo da Baskerville ne ‘Il nome della rosa’ era stato più permissivo con il suo apprendista Adso quando aveva scoperto che questi si era dato alla pazza gioia con una popolana nella cucina dell’abbazia… e loro erano frati che avevano fatto voto di castità, il che era tutto dire per Lavi, costretto invece a tenere segreti i propri appuntamenti per evitare il nonno inquisitore.

Insomma, se lui era una vecchia mummia perché Lavi doveva condurre una vita castigata? Mistero della fede: niente domande, si deve obbedire e basta.

“Sei distratto ultimamente.” La voce gracchiante del vecchio lo riportò alla realtà. “Ieri sera sono rimasto a parlare per quindici minuti al telefono prima di rendermi conto che tu non c’eri dall’altra parte.”

Il cellulare dimenticato nel frigorifero, ricordò Lavi. “Il latte ha molto gradito il tuo discorso.”

Un sonoro quanto doloroso ceffone in testa fu la risposta del nonno per rammentargli di non dire più stupidaggini simili. Spesso l’anziano Bookman si era chiesto cosa avesse sbagliato con lui quando era piccolo, cercando di capire se le botte erano state troppe o troppo poche: non era una risposta facile da trovare nonostante la sua grande erudizione.

“Mettiti al lavoro. Sono arrivati nuovi libri da catalogare!” ordinò, prima di lasciare il nipote ai suoi doveri.

Lavi si diresse verso la sua solita scrivani sperduta nel più remoto e polveroso angolo della biblioteca (probabilmente la culla di una nuova specie di acari non ancora scoperta), dove trovò pile e pile di libri che attendevano solo lui per essere risposti nei rispettivi scaffali.

“Lo fa apposta a caricarmi di lavoro come un mulo da soma!” si lamentò Lavi ad alta voce, guardando afflitto e sconsolato la mole di tomi che doveva archiviare per quel giorno.

“Che cosa hai detto, nipote degenere?” gridò Bookman da qualche anfratto nascosto e lontano.

Ma con l’avanzare dell’età di solito i vecchi non diventavano sordi? Perché era capitato proprio a lui un nonno ancora così arzillo alla veneranda età di… centoundici anni (anno più, anno meno)?

Si sedette alla scrivania e accese il computer, un reperto storico di valore non indifferente. Mentre attendeva che il sistema operativo si avviasse del tutto (operazione che richiedeva dai quindici ai venti minuti, in base a quanto si sentiva in forma l’aggeggio quel giorno), ripensò allo strano incontro fatto pochi minuti prima.

Quel ragazzo… Yuu-kun… Così lo aveva chiamato l’uomo che aveva salvato lui da una fine prematura e ingiusta.

Ridicolo, persino il suo nome poteva riferirsi sia a un maschio che a una femmina, visto che il suffisso kun indicava che era giapponese.

Eppure il suo volto non gli era nuovo, come se già lo avesse visto da qualche parte ma non riusciva a ricordare bene dove. Chissà, magari si stava sbagliando, a volte i giapponesi sembravano tutti uguali, anche se raramente Lavi ne aveva visti di così belli.

Che aveva pensato? Che quello Yuu-kun era bello? Era maschio, maschio, maschio, quindi non era minimamente concepibile o accettabile per Lavi formulare simili giudizi estetici su un altro ragazzo.

Intanto, il computer si era avviato completamente (aveva passato venti minuti a rimuginare su quel tipo?). Prese il primo libro per inserire tutti i dati relativi, quali titolo, autore, ecc… nell’archivio, ma l’icona di Internet in basso a sinistra sembrava ammiccare verso di lui, come se gli dicesse “Cliccamicliccamicliccamicliccami”.

No, era ora di lavorare, provò a convincersi Lavi, ma quella maledetta icona gli stava facendo letteralmente l’occhiolino.

E va bene, si disse. Tanto era già arrivato un po’ in ritardo quella mattina e i libri potevano aspettare anche cinque minuti in più: Torsten Krol1 (autore del romanzo che aveva accanto) non si sarebbe certo lamentato.

Chissà che Lavi non avesse trovato proprio su Google la risposta ai suoi quesiti riguardo quel ragazzo. Nell’era dei social network prima o poi tutti finivano per comparire in qualche foto sul web.

Lavi non aveva mai apprezzato quel tipo di mezzo di comunicazione, lo trovava freddo e distaccato, mentre lui preferiva il caro e vecchio dialogo faccia a faccia, sebbene, con certe persone, era sempre meglio stare un po’ lontani, quanto meno la distanza ideale per non essere trafitti da una katana.

Digitò il nome Yuu nella casella di testo con accanto il disegno di una lente d’ingrandimento, sebbene non nutrisse grandi speranze, visto che il mondo era certamente pieno di persone con quel nome.

La tua ricerca ha prodotto 148 risultati: come volevasi dimostrare.

Meglio inserire dei dati in più per restringere il campo, quali sesso e città. Pigiò il tasto d’invio.

Ed eccolo lì, incredibile ma vero lo aveva trovato: facile… forse troppo!

Yuu Kanda. Strano, pensò Lavi: un ragazzo così scorbutico non gli sembrava il tipo di persona da iscriversi in uno di quei siti.

Selezionò con il mouse il nome del giovane e, infatti, quella non era propriamente la pagina del suo profilo personale.

“Non posso crederci: ecco dove l’ho già visto!” esclamò Lavi ad alta voce.

“Che stai combinando?”

Come aveva fatto suo nonno a sorprenderlo alle spalle?

Lavi saltò letteralmente dalla sedia, cercando di nascondere lo schermo del computer con il proprio corpo, ma ormai era troppo tardi.

“Vecchio, da quando sei diventato così silenzioso?”

“Da quando tu sei diventato così imbecille da perdere tempo con simili stupidaggini! È peggio di quanto pensassi…”

“Non è come sembra!” provò a discolparsi Lavi, ma si rese conto lui stesso di aver detto la cosa più banale del mondo, come un carcerato che risponde alla domanda ‘Perché sei in prigione?’ con un ‘Io sono innocente: è l’avvocato che mi ha fregato!’2.

E lui era davvero fregato. Ci mancava solo che suo nonno pensasse che aveva deciso di nuotare verso l’altra sponda.

“A me sembra che tu abbia bisogno di ricordare cosa sia il lavoro manuale.” Lavi cominciò a pensare a che genere di lavoro manuale si riferisse Bookman. “Catalogherai questi libri manualmente, come facevo io quando avevo la tua età. E vedi di darti una mossa!” ordinò il vecchio, accompagnando la frase con un immancabile schiaffo.

Questo l’oroscopo del mattino non glielo aveva detto a Lavi... e pensare che lui neanche voleva farlo quel mestiere: da piccolo aveva sempre sognato di diventare un pompiere!

 

 

 

 

 

1: Scrittore australiano, pescato a caso da Wikipedia

2: Se non ricordo male, ho sentito questo scambio di battute nel film ‘Le ali della libertà’

Note dell’autrice

Lo spacciatore mi ringrazia per avergli fornito nuove clienti XD Mi ha fatto anche lo sconto per questo chap!

Wow, ce l’ho fatta!! Incredibile ma vero, sono riuscita a scrivere questo secondo capitolo. Questa storia mi risulta più difficile da scrivere rispetto ad altre, perché essendo abbastanza frivola ho bisogno di essere quanto più serena possibile per calarmi nel giusto spirito della fic e in questo periodo non sono affatto serena! Mi scuso per il ritardo con cui ho postato, ma tra feste, raffreddore ed esame come già detto non ero nello spirito migliore per scrivere!

Cercherò di essere più regolare d’ora in avanti!

Emi: ti ho già fatto il discorso per questa fic, quindi sai cosa ne penso riguardo le tue recensioni su questa storia, ma visto che proprio non vuoi capirlo ti risponderò con un freddo e scostante ‘Grazie’ u.u Così impari a recensirmi le storie senza conoscere il fandom!

AllAloneInSpaceAndTime: prima di tutto grazie per aver inserito la storia tra le preferite, siamo solo all’inizio spero che continui a meritare questo posto nella tua lista ^^ , direi che Lavi ha decisamene avuto paura dopo aver scoperto chi era in realtà la sconosciuta. Spero che la fic continui a piacerti e che vorrai farmi sapere ancora il tuo parere!

Rebychan: ciao ^^ felice di sapere che l’inizio ti è piaciuto, spero tanto che il seguito possa continuare ad allietarti. Sono contenta che hai trovato IC la domanda di Lavi a fine capitolo scorso, temevo che fosse un po’ troppo azzardata nonché stupida, ma il tuo commento mia ha decisamente rincuorata. Spero a presto!

Lirin Lawliet: sono felice di sapere che trovi che il genere comico mi si addice, anche se io continuo a nutrire dei fortissimi dubbi, ma vedrò un po’ dove la fantasia riuscirà a portarmi. Comunque, non è voglio che continui a seguire questa storia, perché non conosci il fandom e quindi non mi voglio che tu debba leggerla solo perché l’ho scritta io. Mi basta del regalo che mi hai fatto al primo chap ^^ Ci leggeremo su fandom noti ad entrambe!

WindAngel: sono contenta che l’inizio ti abbia incuriosita e fatto ridere, sperando ovviamente che questo secondo chap sia stato all’altezza delle tue aspettative. Di solito io non apprezzo il fatto che Yuu venga scambiato per femmina, ma in una commedia degli equivoci è un clichè che non può mancare assolutamente, per cui mi sono concessa questo piccolo sfizio. Spero a presto!

Ermellino: che entusiasmo travolgente X3 Spero che questo secondo capitolo sia degno di tanta aspettativa da parte tua. La canzone è stata in parte richiesta, ma anche io l’adoro ed era perfettamente calzante con l’intento di far saltare Lavi dal letto. Grazie mille per la recensione ^^

Yu_Kanda: oh, veniamo alla festeggiata! Lo sai che mi hai fatto piangere di commozione quando ho letto la prime frasi della recensione? Sono indecisa se chiederti di smetterla o di continuare! È un dilemma! Ormai, affibbiare a Wisely ogni possibile mestiere truffaldino è diventato uno sport vero e proprio! Ovviamente conoscevo già la canzone ‘You spin me round’ così come il video, molto inerente in effetti, e il ritmo era perfetto per le mie intenzioni! Nello scorso capitolo era facile fare pochi errori, visto come era corto, mi sa che in questo invece arriveranno delle mazzolate belle forti! Le tue aspettative per questo secondo chap mi sono suonate più come delle minacce e alla fine mi mandi sempre in ansia da prestazione! Povera me! , spero che ti sia piaciuto almeno un pochino!

mago666: wow, ti ringrazio per la fiducia datami con il primo chap, spero vivamente che anche questo secondo ti sia piaciuto! ^^ Grazie per il commento! X3

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: redseapearl