Di che segno sei?
Quello che l’oroscopo non dice
“Di che segno sei?”
Lo aveva chiesto veramente o era solo stato un
fastidioso ronzio nelle orecchie? Forse la botta sul naso aveva fatto più danni
di quanto non sembrasse per fargli dire una cosa simile.
Si poteva essere più idioti di così? E pensare che
Lavi non si era mai reputato un imbranato con le donne, ma si sa, al mondo c’è
sempre la prima volta per tutto, anche per rendersi ridicolo davanti ad una
strafiga facendole una singola domanda.
Intanto, dopo essersi strofinato l’occhio con il dorso
della mano per togliere quel fastidioso velo di lacrime che non gli
permetteva di vedere niente, Lavi poté finalmente ammirare con più chiarezza la
bella ragazza.
Lei aprì la bocca per rispondergli. Chissà, magari era
una tipa a cui piacevano quelle cose un po’ mistiche, un po’ trascendentali, un
po’… cretine (ma sì, diciamo le cose come stanno) e involontariamente aveva
fatto colpo anche lui…
Già, magari fosse stato così!
Ma quando finalmente lei parlò, Lavi non udì la dolce
vocina femminile tipica degli anime giapponese, ma un forte, tuonante e
decisamente poco fraintendibile: “Che cazzo hai detto, idiota?”
Ok, aveva sbagliato, e il tipo non sembrava averla
presa tanto bene. Comprensibile, pensò un delusissimo, e anche un po’
sconvolto, Lavi: non doveva essere piacevole essere scambiato per una ragazza.
In effetti anche Lavi non l’aveva presa tanto bene nel constatare che: primo,
lei in realtà era un lui con tutti gli attributi (a ben vedere, era anche un
po’ troppo piatta di seno per i suoi gusti); secondo, non aveva incontrato
l’anima gemella.
L’oroscopo di Wisely non si
era smentito neanche questa volta: era accaduto l’esatto contrario. Lavi
cominciò a pensare che collezionare una serie ininterrotta di previsioni
sbagliate richiedesse un certo grado di impegno, e quindi che ci fosse
addirittura un vero e proprio metodo scientifico dietro.
Restava da risolvere il problema del fraintendimento.
Facile, si disse: bastava chiedere venia e il gioco era fatto.
No, sarebbe stata una soluzione troppo semplice!
Non ebbe neanche il tempo di articolare la S di
‘scusa’ che si ritrovò a pochi centimetri dalla pupilla la punta della lama di
una spada… una lama molto affilata per inciso!
Ok, questa se l’era aspettata ancora meno della voce
maschile, anzi… non se la sarebbe mai aspettata.
Un ragazzo pieno di risorse quello sconosciuto, non
c’era che dire.
“Un momento: c’è stato uno sbaglio” provò a
discolparsi Lavi per il torto fatto.
“Puoi giurarci che c’è stato uno sbaglio.” Lo
spadaccino non sembrava molto propenso ad accettare le sue scuse, o per essere
più precisi, non sembrava propenso neanche a sentirle le scuse di Lavi. Dal
reato alla condanna, senza passare per avvocati, giudici e così via.
Avvicinò ancor di più la lama della spada (se Lavi
fosse stato meno annichilito dal terrore avrebbe riconosciuto subito che era
una katana, ma in quel momento era alquanto irrilevante il nome dell’arma che
lo avrebbe trafitto) all’occhio verde di Lavi.
“Aspetta, calmati. Che intenzioni hai? È l’unico
occhio che ho…”
“Tanto non funziona come dovrebbe.”
Per un attimo Lavi aveva persino pensato di usare uno
dei suoi sorrisi disarmanti, nella speranza che funzionasse nel vero senso
della parola (augurandosi che il tipo non fraintendesse il gesto credendo che ci
stava ancora provando), ma i suoi muscoli facciali erano così paralizzati da non
permettere agli angoli della bocca di sollevarsi. Cercò di elaborare la frase
più convincete per chiedere perdono, ma non gli venne in mente niente di più di
un ‘Non sono io ad essere cieco, sei tu che sei troppo ambiguo.’
No, a ben pensarci, Lavi aveva il vaghissimo sospetto che quella non fosse propriamente la cosa più
indicata da dire.
Si dice che in punto di morte ciascuno veda tutta la propria
vita scorrergli davanti agli occhi in un secondo. Per Lavi non fu così.
Ebbe la visione del suo cadavere sul letto di un
obitorio e di un medico che compilava un modulo con i suoi dati tracciando una
netta X sulla casella ‘Vergine’ (casella che non esiste in realtà, ma Lavi
ormai stava delirando pensando alla sua imminente dipartita) e non era in
riferimento al suo segno zodiacale.
No, non poteva morire così!
Doveva reagire, aveva uno scopo per cui vivere e non
sarebbe morto prima di averlo portato a termine, altrimenti diciotto lunghi
anni di tentativi sarebbero andati miseramente in fumo.
“Scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa,
scusa, scusa, scusa, scusa, scusa… avevo la vista annebbiata ma ora che ti vedo
bene posso assicurarti che sei molto, ma molto virile. Anche più di me!”
Dopo quel piagnisteo lo sconosciuto non aveva dubbi
sul fatto di essere più virile di quel coniglio, anzi, non ne aveva mai avuti.
“Oh Yuu-kun, vedo che stai
già facendo conoscenza con gli altri inquilini.” Lavi si voltò di scatto verso l’uomo che aveva
pronunciato quelle parole, intento già ad idolatrarlo mentalmente in quanto suo
salvatore.
“CHE” rispose
l’altro giovane, riponendo la spada nel fodero, evidentemente irritato
dall’essere stato interrotto proprio sul più bello, anche se non aveva mai
avuto intenzione di uccidere realmente il ragazzo che lo aveva offeso: troppe
rogne con avvocati, processi e accuse di omicidio poi. “Non chiamarmi a quel modo!”
“Non farci caso” disse l’uomo sorridente rivolto a
Lavi, ancora seduto in terra, per rassicurarlo. “Lui fa sempre così.”
Lavi gli rivolse un sorriso tirato. “Non si offende se
le dico che la cosa non è molto confortante?” Afferrò la mano che il signore
gli porgeva per aiutarlo a rialzarsi e, adesso che era più rilassato e
l’immagine del medico legale che segnava la sua verginità su di un foglio (con
un’espressione di sufficienza, tra l’altro) era sparita, si rammentò di essere
in mostruoso ritardo per il lavoro. “Grazie per avermi salvato la vita, ma
adesso devo scappare. È stato un…” Si voltò verso il ragazzo di nome Yuu rivolgendogli un’occhiata incerta. “…piacere!”
concluse, per poi fiondarsi in strada senza attendere risposta.
L’uomo sospirò, fissando il ragazzo davanti a sé con
sguardo rassegnato ma bonario. “Yuu-kun…”
“Andiamocene!” ringhiò questi già avanzando di un
passo per uscire dal palazzo.
“E’ la terza volta di seguito che succede: non puoi
spaventare le persone così. Quanti altri posti dovrai girare?”
“Non è colpa mia se il mondo è pieno di idioti!”
“O forse sei tu che sei troppo rigido.”
“CHE.” La risposta che il giovane dava per tutto.
“Comunque lo sai, a me non possono che far piacere,
in fondo, tutti questi inconveniente, perché così… così…” L’uomo tirò fuori
dalla tasca dei pantaloni un grande fazzoletto bianco iniziando ad asciugarsi
le prime lacrime che minacciavano di bagnargli il viso.
No! pensò Yuu. Tutto ma non
quello: non una delle sue solite sceneggiate paterne! Prima il ragazzo che
implora pietosamente perdono e ora questo. Per quanto il giovane si sforzasse
di ricordare, proprio non riusciva a trovare nel suo passato una qualche azione
maligna che aveva compiuto per meritarsi quel castigo divino: essere circondato
da persone patetiche!
“Ho cambiato idea! Qui va benissimo” dichiarò al
limite della sopportazione, ottenendo come unico risultato di far piangere
ancora più forte il suo patrigno.
Lavi correva come se avesse alle costole il Diavolo in
persona con tanto di forcone.
Accidenti alla vita sedentaria nella biblioteca! Ogni
volta si riprometteva di iniziare a fare un po’ di sport, ma la televisione
complottava puntualmente contro di lui trasmettendo programmi uno più
interessante dell’altro, tenendolo incollato al divano e mandando alle ortiche
ogni buon proposito di iniziare una vita più sana e salutare. Anche se, per
Lavi, non c’era niente di più sano e salutare di un pacco di patatine divorate
davanti alla tv beatamente spaparanzato sul suo comodissimo divano a due posti:
questione di punti di vista, supponeva.
Ed eccolo ergersi in tutta la sua magnificenza il
monumentale palazzo della biblioteca della città, come una lussureggiante oasi
nel deserto, come una sensualissima sirena nel mare, come un golosissimo cono
gelato in un’afosa giornata estiva… o magari come un cono gelato in mano ad una
sirena in un’oasi nel deserto durante un’afosa giornata estiva.
Ok, meglio non esagerare adesso, si disse: doveva
sbrigarsi se voleva sperare che il suo ritardo passasse inosservato.
Ancora pochi passi, pochi gradini e sarebbe entrato,
ma quando vide in cima alla rampa di scale, proprio davanti la massiccia porta
d’ingresso, il suo vecchio nonno, Bookman, guardarlo
arcigno (e il Diavolo con tanto di forcone in quel momento sembrava
un’alternativa più allettante), l’oasi andò a fuoco, il gelato si sciolse e la
sirena morì.
“Sei in ritardo!” tuonò l’anziano bibliotecario.
“Ho… (anf)… avuto… (anf)… un…” provò a dire Lavi ansimando pesantemente.
“Vivi solo da tre mesi ormai e già arrivi in ritardo
al lavoro. Voleva vivere da solo lui, voleva la sua indipendenza. Scommetto che
c’è di mezzo una ragazza!”
“No!” protestò Lavi, rimettendosi ritto in piedi. “Ti
assicuro che non c’è di mezzo nessuna ragazza.” Non era una bugia, dopo tutto;
al massimo si poteva dire che non fosse tutta la verità, ma Lavi non stava
mentendo e il nonno parve convincersi osservando la sua espressione sincera.
“Per questa volta ti credo: tanto non hai mai saputo
mentire come si deve.” Entrò nell’edificio, seguito da Lavi.
Il giovane non aveva mai capito perché esattamente il
nonno, nonché unico parente rimastogli, fosse tanto severo con lui sulla
questione ‘ragazze’. Persino Guglielmo da Baskerville
ne ‘Il nome della rosa’ era stato più permissivo con il suo apprendista Adso quando aveva scoperto che questi si era dato alla
pazza gioia con una popolana nella cucina dell’abbazia… e loro erano frati che
avevano fatto voto di castità, il che era tutto dire per Lavi, costretto invece
a tenere segreti i propri appuntamenti per evitare il nonno inquisitore.
Insomma, se lui era una vecchia mummia perché Lavi
doveva condurre una vita castigata? Mistero della fede: niente domande, si deve
obbedire e basta.
“Sei distratto ultimamente.” La voce gracchiante del
vecchio lo riportò alla realtà. “Ieri sera sono rimasto a parlare per quindici
minuti al telefono prima di rendermi conto che tu non c’eri dall’altra parte.”
Il cellulare dimenticato nel frigorifero, ricordò
Lavi. “Il latte ha molto gradito il tuo discorso.”
Un sonoro quanto doloroso ceffone in testa fu la
risposta del nonno per rammentargli di non dire più stupidaggini simili. Spesso
l’anziano Bookman si era chiesto cosa avesse
sbagliato con lui quando era piccolo, cercando di capire se le botte erano
state troppe o troppo poche: non era una risposta facile da trovare nonostante
la sua grande erudizione.
“Mettiti al lavoro. Sono arrivati nuovi libri da
catalogare!” ordinò, prima di lasciare il nipote ai suoi doveri.
Lavi si diresse verso la sua solita scrivani sperduta
nel più remoto e polveroso angolo della biblioteca (probabilmente la culla di
una nuova specie di acari non ancora scoperta), dove trovò pile e pile di libri
che attendevano solo lui per essere risposti nei rispettivi scaffali.
“Lo fa apposta a caricarmi di lavoro come un mulo da
soma!” si lamentò Lavi ad alta voce, guardando afflitto e sconsolato la mole di tomi
che doveva archiviare per quel giorno.
“Che cosa hai detto, nipote degenere?” gridò Bookman da qualche anfratto nascosto e lontano.
Ma con l’avanzare dell’età di solito i vecchi non
diventavano sordi? Perché era capitato proprio a lui un nonno ancora così
arzillo alla veneranda età di… centoundici anni (anno più, anno meno)?
Si sedette alla scrivania e accese il computer, un
reperto storico di valore non indifferente. Mentre attendeva che il sistema
operativo si avviasse del tutto (operazione che richiedeva dai quindici ai
venti minuti, in base a quanto si sentiva in forma l’aggeggio quel giorno),
ripensò allo strano incontro fatto pochi minuti prima.
Quel ragazzo… Yuu-kun… Così
lo aveva chiamato l’uomo che aveva salvato lui da una fine prematura e ingiusta.
Ridicolo, persino il suo nome poteva riferirsi sia a
un maschio che a una femmina, visto che il suffisso kun
indicava che era giapponese.
Eppure il suo volto non gli era nuovo, come se già lo
avesse visto da qualche parte ma non riusciva a ricordare bene dove. Chissà,
magari si stava sbagliando, a volte i giapponesi sembravano tutti uguali, anche
se raramente Lavi ne aveva visti di così belli.
Che aveva pensato? Che quello Yuu-kun
era bello? Era maschio, maschio, maschio, quindi non era minimamente
concepibile o accettabile per Lavi formulare simili giudizi estetici su un
altro ragazzo.
Intanto, il computer si era avviato completamente
(aveva passato venti minuti a rimuginare su quel tipo?). Prese il primo libro
per inserire tutti i dati relativi, quali titolo, autore, ecc… nell’archivio,
ma l’icona di Internet in basso a sinistra sembrava ammiccare verso di lui,
come se gli dicesse “Cliccamicliccamicliccamicliccami”.
No, era ora di lavorare, provò a convincersi Lavi, ma
quella maledetta icona gli stava facendo letteralmente l’occhiolino.
E va bene, si disse. Tanto era già arrivato un po’ in
ritardo quella mattina e i libri potevano aspettare anche cinque minuti in più:
Torsten Krol1 (autore del romanzo che
aveva accanto) non si sarebbe certo lamentato.
Chissà che Lavi non avesse trovato proprio su Google
la risposta ai suoi quesiti riguardo quel ragazzo. Nell’era dei social network
prima o poi tutti finivano per comparire in qualche foto sul web.
Lavi non aveva mai apprezzato quel tipo di mezzo di
comunicazione, lo trovava freddo e distaccato, mentre lui preferiva il caro e
vecchio dialogo faccia a faccia, sebbene, con certe persone, era sempre meglio stare un po’ lontani, quanto meno
la distanza ideale per non essere trafitti da una katana.
Digitò il nome Yuu nella
casella di testo con accanto il disegno di una lente d’ingrandimento, sebbene
non nutrisse grandi speranze, visto che il mondo era certamente pieno di
persone con quel nome.
La tua ricerca ha prodotto 148
risultati: come
volevasi dimostrare.
Meglio inserire dei dati in più per restringere il
campo, quali sesso e città. Pigiò il tasto d’invio.
Ed eccolo lì, incredibile ma vero lo aveva trovato:
facile… forse troppo!
Yuu Kanda.
Strano, pensò Lavi: un ragazzo così scorbutico non gli sembrava il tipo di
persona da iscriversi in uno di quei siti.
Selezionò con il mouse il nome del giovane e, infatti,
quella non era propriamente la pagina del suo profilo personale.
“Non posso crederci: ecco dove l’ho già visto!”
esclamò Lavi ad alta voce.
“Che stai combinando?”
Come aveva fatto suo nonno a sorprenderlo alle spalle?
Lavi saltò letteralmente dalla sedia, cercando di
nascondere lo schermo del computer con il proprio corpo, ma ormai era troppo
tardi.
“Vecchio, da quando sei diventato così silenzioso?”
“Da quando tu sei diventato così imbecille da perdere
tempo con simili stupidaggini! È peggio di quanto pensassi…”
“Non è come sembra!” provò a discolparsi Lavi, ma si
rese conto lui stesso di aver detto la cosa più banale del mondo, come un
carcerato che risponde alla domanda ‘Perché sei in prigione?’ con un ‘Io sono
innocente: è l’avvocato che mi ha fregato!’2.
E lui era davvero fregato. Ci mancava solo che suo
nonno pensasse che aveva deciso di nuotare verso l’altra sponda.
“A me sembra che tu abbia bisogno di ricordare cosa
sia il lavoro manuale.” Lavi cominciò a pensare a che genere di lavoro manuale
si riferisse Bookman. “Catalogherai questi libri
manualmente, come facevo io quando avevo la tua età. E vedi di darti una
mossa!” ordinò il vecchio, accompagnando la frase con un immancabile schiaffo.
Questo l’oroscopo del mattino non glielo aveva detto a
Lavi... e pensare che lui neanche voleva farlo quel mestiere: da piccolo aveva
sempre sognato di diventare un pompiere!
1: Scrittore australiano, pescato a caso da Wikipedia
2: Se non ricordo male, ho sentito questo scambio di battute nel film ‘Le
ali della libertà’
Note dell’autrice
Lo spacciatore mi ringrazia per
avergli fornito nuove clienti XD Mi ha fatto anche lo sconto per questo chap!
Wow, ce l’ho fatta!! Incredibile ma
vero, sono riuscita a scrivere questo secondo capitolo. Questa storia mi
risulta più difficile da scrivere rispetto ad altre, perché essendo abbastanza
frivola ho bisogno di essere quanto più serena possibile per calarmi nel giusto
spirito della fic e in questo periodo non sono
affatto serena! Mi scuso per il ritardo con cui ho postato, ma tra feste,
raffreddore ed esame come già detto non ero nello spirito migliore per
scrivere!
Cercherò di essere più regolare
d’ora in avanti!
Emi: ti ho già fatto il discorso per questa fic,
quindi sai cosa ne penso riguardo le tue recensioni su questa storia, ma visto
che proprio non vuoi capirlo ti risponderò con un freddo e scostante ‘Grazie’ u.u Così impari a recensirmi le storie senza conoscere il fandom!
AllAloneInSpaceAndTime: prima di tutto grazie per aver inserito la storia tra le preferite, siamo
solo all’inizio spero che continui a meritare questo posto nella tua lista ^^ Bè, direi che Lavi ha decisamene avuto paura dopo aver
scoperto chi era in realtà la sconosciuta. Spero che la fic
continui a piacerti e che vorrai farmi sapere ancora il tuo parere!
Rebychan: ciao ^^ felice di sapere che l’inizio ti è piaciuto, spero tanto che il
seguito possa continuare ad allietarti. Sono contenta che hai trovato IC la
domanda di Lavi a fine capitolo scorso, temevo che fosse un po’ troppo
azzardata nonché stupida, ma il tuo commento mia ha decisamente rincuorata.
Spero a presto!
Lirin Lawliet: sono felice di sapere che trovi che il genere comico mi si addice, anche
se io continuo a nutrire dei fortissimi dubbi, ma vedrò un po’ dove la fantasia
riuscirà a portarmi. Comunque, non è voglio che continui a seguire questa
storia, perché non conosci il fandom e quindi non mi
voglio che tu debba leggerla solo perché l’ho scritta io. Mi basta del regalo
che mi hai fatto al primo chap ^^ Ci leggeremo su fandom noti ad entrambe!
WindAngel: sono contenta che l’inizio ti abbia incuriosita e fatto ridere, sperando
ovviamente che questo secondo chap sia stato
all’altezza delle tue aspettative. Di solito io non apprezzo il fatto che Yuu venga scambiato per femmina, ma in una commedia degli
equivoci è un clichè che non può mancare
assolutamente, per cui mi sono concessa questo piccolo sfizio. Spero a presto!
Ermellino: che entusiasmo travolgente X3 Spero che questo secondo capitolo sia degno
di tanta aspettativa da parte tua. La canzone è stata in parte richiesta, ma
anche io l’adoro ed era perfettamente calzante con l’intento di far saltare
Lavi dal letto. Grazie mille per la recensione ^^
Yu_Kanda: oh, veniamo alla festeggiata! Lo sai che mi hai fatto piangere di
commozione quando ho letto la prime frasi della recensione? Sono indecisa se
chiederti di smetterla o di continuare! È un dilemma! Ormai, affibbiare a Wisely ogni possibile mestiere truffaldino è diventato uno
sport vero e proprio! Ovviamente conoscevo già la canzone ‘You
spin me round’ così come il video, molto inerente in
effetti, e il ritmo era perfetto per le mie intenzioni! Nello scorso capitolo
era facile fare pochi errori, visto come era corto, mi sa che in questo invece
arriveranno delle mazzolate belle forti! Le tue aspettative per questo secondo chap mi sono suonate più come delle minacce e alla fine mi
mandi sempre in ansia da prestazione! Povera me! Bè,
spero che ti sia piaciuto almeno un pochino!
mago666: wow, ti ringrazio per la fiducia datami con il primo chap,
spero vivamente che anche questo secondo ti sia piaciuto! ^^ Grazie per il
commento! X3