“Non
ne avete alcun diritto!”
Sailune.
Sole sul punto di tramontare, caldo ancora quasi soffocante. Questo era lo
scenario con cui la capitale della pace ci aveva accolti.
Stanchi,
affamati…
…e
sempre più al verde…
“Il
Palazzo è sempre stato aperto a tutti!!!”
Erano
trascorsi ormai un paio d’anni da quando il mio amico spadaccino ed io avevamo
messo piede per l’ultima volta nella città della Magia Bianca… non si poteva
dire che il nostro soggiorno e la nostra accoglienza fossero stati dei migliori
in quella occasione… molti ci avevano guardato con sospetto, soprattutto agli
inizi, e pochi avevano celato il loro disappunto quando ci era stato garantito
accesso ad ogni area del castello… certo… con il re disperso e la minaccia dei
demoni che incombeva, forse non avremmo potuto aspettarci qualcosa di molto
differente, allora…
…ma
ciò che di certo non avevo previsto era che la cosa si potesse ripetere anche
in futuro, al nostro ritorno, e addirittura in peggio…
“Protesterò
di fronte al sovrano!!!!!!”
…da
meno di due ore eravamo in città, e la vena sulla mia fronte mostrava già TUTTA
l’impressione di voler esplodere… avevamo girato in lungo e in largo per
trovare un’entrata a quel dannatissimo palazzo, ma la risposta che avevamo
ottenuto era sempre stata la stessa… due picche incrociate davanti agli occhi,
e la più totale indifferenza delle guardie ai portali di fronte alle mie
teatrali rivelazioni della mia identità… ero DECISAMENTE seccata… non mi
aspettavo certo che si inginocchiassero davanti a me, ma… io ero piuttosto
famosa, e a maggior ragione a Sailune… io ero la SALVATRICE di quella città,
dannazione!
…avevo
già zittito a modo mio Gourry quando mi aveva fatto notare che l’ultima volta
avevo raso al suolo un quartiere con un Dragon Slave… insomma, era stato per
cause di forza maggiore, GIUSTO?
“Ve
lo ripeto per l’ennesima volta…” Stavo fronteggiando due guardie dall’aria
arcigna, abbarbicate sulla lieve salita che introduceva a palazzo attraverso la
piazza del mercato, un’entrata solitamente non molto frequentata e, seccante a
dirsi, la nostra ultima spiaggia… “… voi non avete il diritto di bloccarci qua
fuori!” Le mani sui fianchi, l’aria risoluta, questa volta non avevo la minima
intenzione di lasciar perdere e andarmene… era già accaduto troppe volte, e nel
giro di troppo poco tempo… affiancata da Gourry che cercava di calmarmi,
frenata dal pensiero che Phil non avrebbe gradito trovare la corte
improvvisamente distrutta, illusa dal pensiero che in fondo le guardie che
avevo incontrato potessero essere giovani ed inesperte reclute (D’ACCORDO, so
benissimo che Philionel non è tanto sprovveduto da mettere reclute di guardia
al palazzo reale, ma una povera ragazza deve pur cullarsi in qualche
illusione…), avevo resistito già fin troppo a lungo all’impeto di aprirmi la
strada a Palle di Fuoco… e quei due stavano portando al limite massimo la mia
capacità di sopportazione… “…L’erede al trono mi conosce, la principessa mi
conosce, persino il principe Cristopher potrebbe garantire per me! Sono Lina
Inverse, capito??? Lina Inverse!!! Avete gli occhi foderati di prosciutto, per
caso???”
Un
sospiro giunse dalle mie spalle… Gourry si stava guardando attorno con fare
stanco, e lievemente annoiato… e stava ignorando completamente la mia
conversazione con le due guardie…
accidenti a lui, e alla sua mania di fare finta che le cose non lo
riguardassero…
Cessando
di seguire il suo sguardo che vagava sulla piazza, tornai a rivolgere
l’attenzione ai miei interlocutori… “Volete farci passare, sì o no???”
Il
più anziano dei due soldati mi rivolse uno sguardo colmo di pedanteria… “Io non
posso che ripeterti, ragazzina…” Ragazzina? RAGAZZINA??? Mi era stato mostrato
un minimo di rispetto, l’ultima volta che avevo messo piede in quel luogo!!!
Dove diavolo erano finite le guardie che mi conoscevano??? “…che il nostro
Signore ci ha imposto di non permettere a NESSUNO l’entrata all’interno del
palazzo… e sono certo, se vuoi saperla tutta, che sarebbe ancora meno felice di
sapere che il suo ordine è stato trasgredito per ammettere dei portatori di
guai…” Mi squadrò da capo a piedi, con aria di sufficienza…
Portatori…
di guai…? D’accordo, non avevo precisamente l’aria della sacerdotessa tramite
della parola degli dei ma… ora qualcuno aveva detto una offesa di troppo…
“Bene…
Se non avete intenzione di capirla con le buone…” Iniziai, in tono tutt’altro
che rassicurante, rimboccandomi le maniche della tunica…
Un
lieve tossicchiare interruppe la mia ‘opera di persuasione’, mentre una mano si
poggiava sulla mia spalla. “Ehm… e non sarebbe possibile mandare a chiamare un
qualsiasi membro della famiglia reale, per risolvere questo spiacevole
MALINTESO…?” Il mio amico spadaccino calcò sull’ultima parola, lanciando
un’occhiata significativa alla guardia, con lo sguardo di chi sta cercando di
avvisarti che un cavaliere dell’Apocalisse sta scendendo alle tue spalle… Ehi,
ehi!!! Che impressione avrebbero avuto di me, se si comportava così???
La
guardia rivolse un’occhiata annoiata allo spadaccino. “Il sovrano ha altro da
fare al momento… è in atto un Concilio di estrema importanza, non siamo
assolutamente tenuti a disturbarlo per questioni di così scarsa rilevanza…”
“Capisco…”
Fece Gourry in tono rassegnato, rivolgendomi un’occhiata che mi implorava di
mantenere la calma… Lo ignorai, tuttavia, così come avevo appena lasciato da
parte la mia rabbia… qualcosa di diverso, rispetto al poco velato disprezzo nei
nostri confronti, aveva attratto la mia attenzione nella replica del soldato…
“Un Concilio…?” Aggrottai le sopracciglia. “E’ successo qualcosa? E’ per questo
che la città oggi è così tranquilla?” Ero rimasta stupita nel vedere come la
piazza, solitamente gremita di persone anche a quell’ora della sera, fosse
pressoché deserta, e come la città a mano a mano che si avvicinava il
crepuscolo si fosse progressivamente svuotata… sembrava quasi che fosse stato
indetto un coprifuoco…
Il
soldato si accigliò, alla mia domanda. “Di sicuro non è accaduto nulla che
possa riguardarvi.” I suoi occhi si indurirono. “E ad ogni modo…” Il suo
sguardo passò da Gourry a me, colmo di disappunto… “…mi sembra che voi due
mercenari stiate ficcando un po’ troppo il naso nelle faccende della famiglia
reale… per non risultare sospetti…” Non potei evitare di notare, con un
sussulto, la sua mano destra che scendeva verso l’elsa della spada…
“Che
cosa sta succedendo, qui?”
Una
voce profonda e colma di autorità irruppe a sovrastare qualsiasi mia possibile
replica… “Chi osa creare tutto questo scompiglio alle porte del palazzo,
mancando di rispetto alla Corona di Sailune?” La voce fu seguita a breve
termine dal proprietario… occhi gelidi, di un blu cupo, quasi violaceo, si
posarono su di noi, emergendo dalla penombra dell’ampio cortile alberato alle
spalle delle guardie… un uomo alto, la corporatura massiccia tipica dei membri
della famiglia reale… i lunghi capelli neri ricadevano stranamente lisci lungo
le spalle, ed i lineamenti, al di sopra della barba arruffata, si mostravano
più regolari di quelli di Philionel… ma, solo a giudicare dal suo aspetto,
avrei potuto giurare che quell’uomo si trovasse stretto da un qualche legame di
parentela con l’erede al trono… senza contare ciò che portava al collo… un
medaglione su cui spiccava, suggestivamente illuminato dai raggi del sole
morente, il sigillo reale di Sailune…
“Combattenti…”
Meditò per un secondo il nobile, squadrandoci, e continuando a farsi strada
verso di noi, fino a fronteggiarci… Istintivamente, indietreggiai… l’incedere
sicuro di quell’uomo mi appariva in qualche modo… pericoloso… “Le mie guardie
mi avevano avvisato che due mercenari continuavano ad insistere fastidiosamente
per entrare…” Le… MIE… guardie…? “Lina Inverse e Gourry Gabriev… a quanto pare
le informazioni che ho ricevuto erano esatte…” Il suo sguardo si posò su di me,
ed un brivido mi corse istantaneamente lungo la schiena. “… già… riguardo alla
vostra identità ci sono davvero pochi dubbi…” E a quella affermazione, i suoi
occhi scesero lungo il mio corpo, per soffermarsi su una zona che, soprattutto
per me, risultava DECISAMENTE delicata…
Stringendo
i denti ed arrossendo, incrociai le braccia al petto, con fare protettivo… “Che
diavolo vorresti dire???”
L’uomo
sorrise, e sollevò lo sguardo. “Oh, solo che la tua fama ti precede, Lina
Inverse… e con tutti i particolari che ‘colorano’ le storie che circolano sul
tuo conto, è davvero IMPOSSIBILE non riconoscerti…” Il suo sogghigno si fece
insolente, ed il mio rossore, se possibile, peggiorò… pezzo di…
“LAUDRECK
–SAN!!!” Un’altra voce, questa volta del tutto nota, risuonò alle spalle del
mio interlocutore, che sussultò, evidentemente colto di sorpresa… e non potei
fare a meno di notare quanto fu rapido il gesto furtivo con il quale
quest’ultimo nascose il sigillo reale al di sotto della tunica decorata che lo
rivestiva…
“Laudreck
– san, che cosa sta succedendo qui???” Un’altra figura emerse trafelata dalla
cancellata, seguita da tre uomini in armatura completa, che recavano gli stemmi
di Sailune… la nuova arrivata squadrò con aria decisamente contrariata il
nobile, che in tutta risposta le rivolse un breve inchino…
“Principessa
Amelia…”
La
nostra amica non parve minimamente rabbonita dal gesto di rispetto che le era
stato rivolto… “Laudreck –san, voglio immediatamente sapere che cosa significa
QUESTO!” Senza dare nemmeno l’impressione di notarci, la principessa puntò il
dito verso le due guardie all’entrata, che si stavano scambiando occhiate
nervose… “Perché uscita dalla stanza del Concilio, QUESTO è ciò che ho trovato,
senza che ci fosse stato alcun precedente avvertimento o richiesta! Cosa ti ha
autorizzato a sostituire i soldati di ronda alle entrate con membri della TUA
guardia personale???”
Una
piccola goccia di sudore freddo scese lungo la fronte del nobile, che tuttavia
fece del suo meglio per dare tutta l’impressione di restare tranquillo… “E’ una
piccola libertà che mi sono preso, principessa… i soldati sono stanchi, dopo
l’ultima missione, e le truppe scarseggiano, qui a Sailune… l’intento di vostro
padre di non creare inutili tensioni fra i regni è sicuramente molto nobile, ma
è inevitabile che sia anche fonte di qualche disagio… in questo momento il
principe Philionel è fin troppo impegnato, ho pensato che fosse come minimo
dovuto risparmiargli l’accollarsi un onere di routine come la difesa del
Palazzo e…”
“Laudreck
–san, non so come funzioni sui tuoi territori, ma qui a Sailune, quando si
‘pensa’ a qualcosa che riguarda la sicurezza generale, prima di metterlo in
atto lo si discute di fronte a chi ha il compito di assumersene la
responsabilità!!!” La principessa fece un passo avanti, incollerita. “Se tutti
si mettessero a prendere iniziative personali su tutto, un regno così grande
cadrebbe nel più totale caos!!!” Le guance della mia amica erano accese di quel
fervore che sempre metteva nella difesa degli ideali in cui credeva… e, a
dispetto della situazione, non potei impedirmi di sorridere, nel trovarmi di
fronte alla sua consueta energia… a quanto pareva, non era cambiata…
“Mi…
mi dispiace principessa… giuro che non accadrà più…” Il nobile le rivolse un
altro breve inchino… ma non occorreva certo una particolare capacità intuizione
per comprendere che non era affatto pentimento quello che brillava in quel
momento nei suoi occhi…
Amelia
non parve farci caso, comunque… il suo sguardo si spostò brevemente su di noi,
senza quasi dare l’impressione di notarci, per poi tornare a posarsi sul
prostrato interlocutore… “E poi, posso sapere che cos’è questo caos
all’entrata? Le guardie all’interno mi hanno detto che…” La sua frase morì a
metà, mentre la principessa batteva le palpebre, come se fosse stata
improvvisamente colpita da un fulmine… I suoi occhi tornarono a posarsi sullo
spadaccino e su di me, stavolta tutt’altro che disattenti… “LINA -SAN???”
Inarcai
un sopracciglio, un mezzo sorriso sulle labbra… “Cominciavo a chiedermi quanto
ci avresti messo ad accorgertene…”
“Lina
–san!!!” Le labbra della principessa si aprirono in un sorriso. “Ero convinta
che fossi ancora al di là della barriera!!! Non avrei mai pensato di trovarti
qui!!!” I suoi occhi si spostarono sul mio compagno. “Ci sei anche tu, Gourry
–san!!!” Il suo sorriso si allargò, mentre mi strizzava velocemente l’occhio…
“Ovviamente…” Aggiunse in tono lievemente divertito… eh… ehi… avevo idea che la
compagnia di Zelgadiss non facesse bene a quella ragazza…
“Amelia…”
Anche il mio amico si avvicinò,
salutandola con calore. “Come stai?”
“Oh,
tutto a posto, Gourry –san, a parte…” La principessa si interruppe di nuovo,
assumendo un’aria contrariata… quindi il suo sguardo si volse nuovamente verso
Laudreck, che aveva assistito alla scena in silenzio, con aria lievemente
disgustata… “A proposito, Laudreck –san… sono queste le persone di cui mi hanno
parlato le guardie…? Quelle che i tuoi uomini hanno respinto all’entrata?”
L’espressione
del nobile, a quella domanda, si fece visibilmente nervosa… “Ehm… si è
trattato… di un increscioso equivoco… avevo dato ordine di non lasciar passare
nessuno… ma poi mi hanno detto che si trattava di questi vostri due amici e
quindi… ero qui proprio per rimediare…” Mi accigliai. Poteva anche essere come
diceva lui, certo… ma io avevo avuto ben altra impressione… quando si era
presentato davanti a noi non aveva avuto precisamente l’aria di chi ci avrebbe
accolti a braccia aperte…
Anche
Amelia aggrottò le sopracciglia, squadrandolo intensamente, mentre gli rispondeva…
“Non si tratta solo di amici miei, Laudreck –san, ma di amici di questo regno…
forse le tue guardie dovrebbero essere un po’ meglio istruite… su chi ci ha
aiutato in passato e chi deve realmente essere respinto…”
L’inchino
del nobile si fece più profondo… “Provvederò indubbiamente, principessa…”
Sollevò lo sguardo su me e Gourry, gelandoci con un’occhiata… dei, che uomo
sinistro… “…ora se volete scusarmi… Philionel aveva chiesto di parlarmi, dopo
il concilio… non vorrei farlo attendere…” Uh, uh, in altre parole ti stai
ritirando con la coda fra le gambe…? “Mi auguro che ci rivedremo… presto…” Ci
fulminò nuovamente, mentre il suo sguardo mi studiava per un momento, per poi
soffermarsi un po’ più a lungo del dovuto sul mio compagno e sulla spada che gli
pendeva lungo il fianco… un’occhiata che anche Gourry parve notare, perché
fissò lo sguardo sulla schiena del nostro interlocutore che si allontanava con
una punta di nervosismo. Il mio amico ed io ci scambiammo un’occhiata. Non male
come accoglienza…
Il
silenzio ci avvolse per qualche secondo, mentre il nobile si faceva strada,
seguito dalle sue due guardie, lungo il cortile… Fui io a decidermi a
spezzarlo, quando la sua schiena fu sufficientemente lontana perché avessi la
certezza di non essere udita… “Chi è quell’individuo, Amelia…?” Domandai, con
fare meditabondo…
La
principessa sospirò. “Uno dei vassalli più importanti di mio padre… papà ha
indetto un Concilio qui a Sailune, e anche lui è stato convocato, e sarà nostro
ospite, fino a quando la discussione non avrà avuto termine…” Mi lanciò
un’occhiata. “…si tratta del fratello minore di Randy…”
Spalancai
gli occhi. “RANDY??? Intendi dire…quello… quello che…”
Amelia
annuì. “Il traditore, sì… dopo la sua morte il territorio che gli apparteneva è
passato in eredità al fratello… papà è stato generoso con la sua famiglia, e ha
deciso di non privarli dell’investitura… credo che sia perché lui e Laudreck
–san si conoscono piuttosto bene…” Si strinse nelle spalle… “…hanno più o meno
la stessa età, e Laudreck -san è stato
istruito qui a palazzo, quando era ragazzo… credo bazzicasse spesso da queste
parti… lui e la sua famiglia non erano in buoni rapporti, a quanto pare…
gelosie fra lui e suo fratello, credo, ma papà non parla spesso di questa
faccenda…”
Inarcai
un sopracciglio. “A… aspetta un momento… c’è qualcosa che non mi quadra… quando
li ho incontrati, Phil mi ha detto che lui e Randy erano fratelli… quindi…” Uh…
che confusione… avevo sempre detestato la storia dinastica, sin dai tempi della
scuola…
Amelia
sorrise lievemente alla mia confusione. “Fratellastri.” Dichiarò, annuendo.
“Randy era figlio della prima moglie di mio nonno, Lyn… così come Laudreck
-san… solo dopo la sua morte è avvenuto il matrimonio con la madre di mio
padre… ma mio nonno ha scelto di privilegiare i nati dalla seconda moglie per
la successione, e così ha assegnato un altro cognome a Randy e a Laudreck, che
hanno ottenuto un territorio su cui regnare, ed un castello che condividevano
in linea materna…” Si strinse nelle spalle… “…ma non chiedermi il motivo di
questa scelta…” Concluse, con un mezzo sospiro…
Annuii,
restando un po’ interdetta per la spiegazione. “Una famiglia complicata…”
“Ah…
allora sono giustificato se non ho capito assolutamente nulla, esatto…?” Gourry
mi rivolse uno sguardo perplesso, che ricambiai con un’occhiataccia.
“Scommetterei
sulla mia cena che non stavi nemmeno ascoltando…” Tirai un profondo sospiro…
Amelia
rise, con allegria. “Voi due non siete cambiati per niente, eh?” Scosse la
testa. “Ammetto che la mia famiglia a volte è un po’ complicata… a volte Sailune sembra un coacervo per i
guai e le stranezze…” Bé, sul fatto che non avesse un erede al trono normale
ero PIENAMENTE d’accordo…
Sospirai.
“Ad ogni modo… sono decisamente felice che tu sia qui, Amelia…” Le sorrisi,
agitando la mano in segno di noncuranza. “Il tira e molla con le guardie
cominciava a farsi frustrante… pensavo che non saremmo più entrati…”
Gourry,
alle mie spalle, sospirò… “Oh, io invece ero CERTISSIMO che saremmo entrati… ciò che più mi
preoccupava era il COME…” Gli rivolsi la peggiore delle mie occhiate…
Amelia
si trovò nuovamente a ridacchiare, al nostro scambio di battute. “Bé, quando ho
sentito che dei viandanti che chiedevano della famiglia reale erano stati
bloccati fuori dalle mura senza che venisse nemmeno lasciata loro la
possibilità di farsi identificare ho pensato che fosse profondamente INGIUSTO…”
Assunse per un momento il suo caratteristico sorriso fiero di paladina della
giustizia… “… ma se raggiungendovi ho salvato anche l’intonaco nuovo del
palazzo, tanto meglio…” Mi fissò significativamente, senza smettere di
sorridere… ehi, ehi, che vorresti dire…?
Sospirai.
“Ad ogni modo… siamo qua. Pensi che Sailune abbia una stanza da offrirci?
Abbiamo qualche questione da discutere con te e con Phil…” A questa
affermazione la principessa mi rivolse un’occhiata curiosa, ma decisi di non
approfondire la questione, mentre ci trovavamo lì fuori…
Amelia,
comunque, parve non avere intenzione di insistere. Con un sorriso ed un breve
cenno, ci invitò a seguirla nel fresco ristoratore delle sale del palazzo… “In
realtà tutta la zona riservata agli ospiti al momento è occupata a causa del
Concilio…” Spiegò, camminando di fronte a noi, reggendo le pieghe del suo lungo
vestito per evitare di inciamparvi… “Ma non credo che papà avrà problemi a
piazzarvi negli appartamenti reali… in fondo dice sempre di doversi ancora
sdebitare con voi per la faccenda di Kanzel e Mazenda…” Superato l’ampio
cortile, i portali del palazzo vennero aperti per noi da un paio di guardie
dall’aria stanca, che non ci rivolsero che un assente inchino… “Purtroppo
però…” Proseguì la principessa… “Dubito che potrete parlare con lui prima di
sera…” Si volse verso di noi, l’aria pensierosa. “La discussione sembra tirare
per le lunghe… e so che papà dopo il Concilio intendeva conferire privatamente
con le persone per cui ha più fiducia…”
Mi
accigliai. “A proposito di questo, Amelia… cosa sta succedendo…? Per tutto il
pomeriggio non ho fatto che notare come l’atmosfera a Sailune sia stranamente
tesa…” Esitai un momento, poco convinta io stessa delle parole che stavo per
pronunciare… “Non sarete… sul piede di guerra,vero…?” Abbassai istintivamente
la voce nel porre questa domanda.
A
contrario delle mie aspettative, Amelia non negò con forza, né assentì… si
limitò ad emettere un lieve sospiro, come se si fosse aspettata la mia domanda…
“No, le cose non stanno così, Lina-san… non propriamente… ma indubbiamente
Sailune si trova di nuovo coinvolta in un guaio…”
Mi
accigliai, nuovamente. “Un guaio…?”
Giunti
all’estremità più interna dell’ampio atrio, ci fermammo, mentre la principessa
convocava con un cenno un paio di camerieri e gli affidava i nostri oggetti.
Attesi
pazientemente che la principessa terminasse di dare disposizioni per la preparazione
delle nostre camere, e la fronteggiai quando si volse per rispondermi. La mia
amica scosse semplicemente il capo in segno di assenso, con fare un po’
rassegnato. “Un guaio di cui purtroppo non conosciamo esattamente la natura… ci
coinvolge meno direttamente che quando la capitale era stata presa di mira dai
demoni, ma…”
Il
rumore di una porta che si apriva interruppe la spiegazione della principessa…
tutti e tre ci volgemmo, per osservare la figura imponente di Phil che si
stagliava contro il vicino stipite, attorniata da un paio di guardie, e ci
squadrava con aria meravigliata…
“Papà…”
Esordì Amelia, perplessa. “Pensavo che ne avessi fino a tardi…”
Lo sguardo di Philionel ricadde per un attimo
sulla figlia. “Doveva essere così, ma sono stato avvisato dell’arrivo di un
messaggero…” Tornò a fissarci. “Ma voi… quando siete arrivati…?”
“Bé…”
Iniziai, temendo che la nostra visita improvvisa lo avesse in qualche modo
seccato, ma non ebbi nemmeno il tempo di terminare di considerare questa
ipotesi… Il principe si era già gettato su di me, e aveva rischiato di
frantumarmi una spalla con una delle sue ‘pacche amichevoli’…
“Ma
che importanza ha???” Eruppe in una sonora risata. “A quanto pare i destini dei
paladini della giustizia sono sempre destinati a incrociarsi!!! Bentornati a
Sailune, ragazzi!!!”
Lo
squadrai di sottecchi, con fare minaccioso, mentre mi massaggiavo la spalla…
“Sempre pieno di energie, eh, Phil?”
L’erede
al trono rise, nuovamente. “Ma certo! Quasi quanto voi di appetito, a quanto
ricordo… ed è sempre così, suppongo!” Strinse bonariamente quanto energicamente
la mano a Gourry. “Lasciatemi svolgere quest’ultima incombenza, e pi ci penserò
io a sistemarvi. Questa sera si banchetta! Non c’è sfida che le cucine di
Sailune non possano affrontare!” Mi strizzò l’occhio, ed io gli sorrisi, mio
malgrado, fingendo di ignorare i poco carini commenti riguardo al nostro
appetito… la parte del suo discorso che riguardava il banchetto era PIU’ CHE
SUFFICIENTE a rendermi bendisposta anche verso la sua esuberanza…
“Papà…”
Amelia gli si rivolse nuovamente, inserendosi con serietà nella ventata
d’allegria portata da Philionel… “Lina e Gourry dicono di avere qualcosa di cui
parlarci… se tu potessi, per un momento…”
Phil
annuì, senza lasciarla terminare. “Stasera, Amelia… mi hanno detto che sono
giunte altre notizie dal confine… importanti, pare…” La sua espressione assunse
una sfumatura tesa… “Credo che questo debba avere la precedenza…”
Amelia
stranamente annuì, senza ribattere.
“Ad
ogni modo…” Il volto di Philionel si aprì nuovamente in un sorriso. “Falli
accomodare! Sono contento che siate qui! Amelia è sempre dannatamente sola in
questo palazzo… persino io ultimamente la trascuro e non coccolo più la mia
figlioletta come prima!” Strizzò un occhio alla principessa, che sorrise
adorante, con quel misto di ammirazione ed affetto che sempre riservava al
padre… Amelia ormai aveva raggiunto la maggiore età, e non era più la bambina
che avevamo conosciuto quattro anni prima… ma nel suo rapporto con Phil, nel
privato, non molto pareva cambiato… ad una affermazione simile, probabilmente,
se mi fossi trovata al suo posto mi sarei trovata terribilmente in imbarazzo…
ma era inutile, ormai sapevo come erano fatti quei due… e avevo rinunciato a
capirli… anche se in fondo supponevo fosse normale il loro attaccamento… la
famiglia reale di Sailune non aveva avuto un passato facile…
La
principessa sospirò, osservando il padre che si allontanava… “Papà non è capace
di non sdrammatizzare… fra tanti guai che abbiamo avuto continua sempre a
pensare che tutto si risolverà per il meglio…” Si volse verso di noi, con un
sorriso. “Ma in fondo è quasi sempre andata così… la giustizia trionfa, no?”
Sospirai,
incapace di deluderla, stavolta… “Già… suppongo di sì…”
“Mmm…
ma vedo che voi due avete un’aria piuttosto malridotta ed affamata… che ne
direste di un piccolo anticipo a quello che papà vi ha promesso per questa
sera?”
Vi
ho mai detto che stimo e condivido molto le idee di Amelia…?
Stavo
appunto per esprimere la mia approvazione alla principessa riguardo ai suoi
programmi per la serata… quando l’urlo si levò.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!”
Un
grido di battaglia, chiaro, nitido, seguito da rumori di lotta. Voci concitate
lo accompagnarono, e sentii distintamente qualcuno invocare il nome di
Philionel…
“Cosa
diavolo…” Gourry pose mano ad una spada ormai inutilizzabile e si precipitò
verso la porta dietro la quale era scomparso Phil…
“Gourry,
sei disarmato!!!”
“Papà!!!”
Amelia
ed io ci gettammo al suo inseguimento, all’interno del portale ormai
spalancato… e lo spettacolo che ci si parò davanti mi lasciò come minimo
stupita… tre guardie corpulente erano riverse al suolo, senza ferite evidenti,
come se fossero state abbattute con la semplice forza di mani nude… e la furia
causa di tutto questo pareva essere un semplice uomo, di corporatura piuttosto
esile, che ora troneggiava sulla figura di Philionel, premuta contro la parete.
I vestiti stracciati, la pelle segnata ed i capelli logori, i piedi scalzi
nient’altro che due forme sanguinanti, come se da giorni non avesse fatto altro
che camminare senza sosta… e nonostante questo, pareva riuscire senza alcuna
difficoltà ad avere la meglio sul muscoloso principe…
“Philionel!!!”
Gourry, che ci aveva precedute, era già schizzato in avanti verso le due figure
in lotta. Col fiato sospeso, stetti a guardare mentre estraeva la spada,
reggendo l’impugnatura deformata con la mano che la mattina dopo il nostro
combattimento con i non- morti gli avevo per prudenza fasciato… fortunatamente,
se anche si era dimenticato che l’arma non era più in grado di colpire
efficacemente, parve rendersene conto non appena la impugnò. Frenando
all’improvviso nella sua corsa verso l’assalitore riverso su Phil, piantò il
piede destro al suolo e, la punta della lama che ancora terminava di scivolare
fuori dal fodero, colpì l’uomo con tutte le sue forze con l’elsa,
costringendolo a barcollare lontano dal principe…
L’assalitore,
apparentemente colto di sorpresa nonostante il baccano che tutti e tre avevamo
fatto nel precipitarci nella sala, si volse verso di noi, lo sguardo carico
d’odio…
Fu
allora che li notai.
Occhi
dorati.
“Dannazione!!!”
Esclamai, scattando immediatamente in avanti, per precedere qualsiasi sua mossa
verso Gourry. Di nuovo la stessa situazione, a soli due giorni di distanza… e
l’esperienza mi aveva insegnato a credere poco alle coincidenze…
“ELMEKIA
LANCE!!!” Non ero ancora certa di quale tipo di incantesimi potesse essere
efficace contro quelle creature, e ne scelsi uno che aveva buone possibilità di
andare ad effetto. Non si trattava propriamente di una creatura spirituale, è
vero, ma era un essere che aveva superato la morte, e qualcosa su cui una legge
così universale non ha effetto non è una creatura di questo mondo… sperai
fortemente che un incantesimo come quello, che agiva direttamente dal piano
astrale e che si era rivelato piuttosto efficace con i demoni potesse sortire
qualche effetto anche contro di essa…
Ma
evidentemente mi sbagliavo. Il mio colpo lo trapassò da parte a parte,
lasciandolo intontito, forse, ma totalmente illeso.
“Perché…?!?”
Ma
non ebbi il tempo di pormi domande. La creatura, ripresasi dallo stordimento,
rivolse il suo sguardo glaciale verso di me. E scattò in avanti.
“Lina!!!”
Lo
spadaccino non ebbe alcuna possibilità di muoversi per fermarlo. Il mostro mi
era già addosso, ed era dannatamente veloce! Indietreggiai, incespicando, con
l’orribile sensazione di non sapere come reagire. Ma non mi fu dato modo di
riflettere. Con una violenza inaudita per quelle braccia esili, mi colpì in
pieno stomaco, scaraventandomi contro una parete.
“Lina!!!”
Gourry scattò in avanti, cercando di venire in mio soccorso. Avrei voluto avere
fiato per dirgli di non avvicinarsi, ma non riuscii a fare altro che
boccheggiare, e riversarmi su me stessa… le mie costole avevano GRIDATO a quel
colpo…
“ADESSO
BASTA!!!” Una voce tuonò, imperiosa, echeggiando nell’ampia sala. Philionel,
che ripresosi dall’assalto, si era risollevato in piedi, ed ora fissava la
creatura con aria grave… oh, dei, non aveva per caso intenzione, in quella
situazione, di iniziare una delle sue arringhe per ‘riportare il nemico sulla
retta via’? “PERCHE’ STAI FACENDO QUESTO???” Tuonò ancora. “Cosa ti ha fatto la
famiglia reale, per tradirla??? Ti abbiamo forse mancato in qualcosa??? Non
siamo sempre stati leali nei tuoi confronti???”
Ma
che stava… dicendo…?
Mi
volsi verso la creatura, e osservai con sorpresa che si era fermata, lo sguardo
fisso su Phil… sembrava… indecisa… Cosa stava succedendo…?
“RA
TILT!!!” Amelia non perse tempo come me a farsi domande. Forse vedendo la
rinnovata attenzione del mostro verso Phil come una minaccia, la principessa
approfittò del suo momento di distrazione per farsi avanti e coglierlo, ancora
una volta, di sorpresa… Stavolta, il colpo parve sortire qualche effetto, e la
creatura si bloccò nuovamente, stordita… ed io non avevo intenzione di perdere
quell’occasione…
Faticosamente
mi sollevai in ginocchio, e… “Palla… di
fuoco…” Recitai.
Il
colpo magico si sprigionò dalle mie dita, anche se non a piena potenza, come
temevo… il fuoco pareva avere sortito qualche effetto la volta prima… incrociai
le dita…
“UAAAAAAAAAAAAAARGH!!!”
Con un grido di dolore, la creatura avvolta dalle fiamme indietreggiò.
Coprendosi il volto, agitando il corpo come impazzita, prese a correre per la
sala, incoerentemente.
Gourry
finalmente mi raggiunse, e mi si parò davanti con fare protettivo, mentre io mi
accasciavo nuovamente al suolo.
“Fermatelo!!!”
Gridò alle guardie che stavano riprendendo i sensi. “Fermatelo o finirà per
fare del male a qualcuno!!!”
Ma
nessuno di noi ebbe il tempo di reagire. Accecata dal dolore, la creatura si
scagliò verso l’unica uscita, la porta che ci aveva condotti nella stanza,
rimasta spalancata…
“Go…
Gourry…” Invocai, semplicemente.
Il
mio amico annuì, e mi sollevò, quasi di peso, buttandosi all’inseguimento del
mostro. Alle nostre spalle, la principessa ci seguì, mentre le guardie si
gettavano in soccorso di Philionel. Ma la creatura era troppo veloce per noi.
Gourry forse avrebbe potuto raggiungerla, ma in quel momento c’ero io a
zavorrarlo e Amelia, d’altra parte, non ebbe il tempo di recitare alcun
incantesimo di volo… di fronte ai nostri occhi impotenti, il mostro si gettò su
per la enorme scalinata che dall’atrio conduceva ai piani superiori, e verso la
grande finestra al centro della parete, lasciata aperta al fresco della sera…
con un altro grido disumano, la creatura la imboccò, gettandosi al di fuori.
“Per
di qua!!!” Ci intimò Amelia, superandoci, ed immettendosi, attraverso una porticina
alla base delle scale, in quello che aveva tutta l’aria di un corridoio della
servitù… un paio di donne in tenuta da lavoro, due ceste piene di biancheria
fra le braccia, ci osservarono con curiosità mentre ci precipitavamo verso la
porta successiva, al termine del corridoio. Con facilità, Amelia la spinse e la
spalancò, conducendoci in un piccolo cortile illuminato dalla debole luce del
sole calante… ai suoi lati, si aprivano altre aree del palazzo, che si
estendevano ordinatamente nella caratteristica forma esagonale verso un’altra
cerchia di mura interne, attorno al torrione centrale… al centro, un piccolo
pozzo, da cui probabilmente la servitù traeva l’acqua per le sue faccende
quotidiane… e vicino ad esso, la creatura, stesa a terra. Senza vita.
Avvertendo
l’adrenalina che lentamente scivolava via dal mio corpo, mi accasciai contro il
mio ‘sostegno’… “Sai, Amelia…” Mugugnai… “Credo che questo ti costerà un extra
nella cena…”
Anche
la principessa si fermò accanto a noi, ansimante. “Mi domando… che cosa gli
fosse preso… è sempre stato leale verso la famiglia reale… aggredire papà a
quel modo…”
Gourry
ed io battemmo le palpebre e ci fissammo, per un secondo… “Vuoi dire… che lo
conoscevate…?”
“Era
uno dei miei messaggeri più fidati.” Fu la voce di Phil a risuonare, grave,
alle nostre spalle. Ci volgemmo ad osservare la sua figura che si stagliava
nella penombra dell’imboccatura del corridoio da cui eravamo giunti.
Apparentemente, non era ferito… “Mi avevano detto che era giunto malridotto e
senza scorta, per questo sono accorso per parlargli… mi è parso strano non
appena lo ho visto… ma non immaginavo che avrebbe…” Scosse la testa. “Voi tre
state bene?”
“Lina
è…” Iniziò Gourry, ma io scossi la testa prima che potesse terminare la frase…
“Sto bene. Ho preso solo una brutta botta…” Era vero… se all’inizio il colpo mi
aveva stordito, ora mi sentivo solo molto indolenzita, ma il grosso del dolore
immediato era scomparso… in fondo, non dovevo avere niente di rotto, anche se
non mi sarei risparmiata qualche livido…
“Ad
ogni modo, è meglio se ti fai controllare dai sacerdoti del palazzo, Lina- san…
posso accompagnarti io se…” Iniziò Amelia.
“Solo
un momento.” La interruppi. C’era una cosa che non mi convinceva… certo, la
sala in cui avevamo combattuto era avvolta nella penombra, e la sorpresa
dell’attacco poteva avermi giocato qualche scherzo, ma… quegli occhi… io li
avevo visti, ne ero certa… poteva… non trattarsi di un semplice caso di
tradimento…?
Mi
accigliai. “Gourry… accompagnami vicino a lui, per favore…”
“Eh…?”
Il mio amico mi fissò, sorpreso.
“Vicino
al messaggero… ho bisogno di controllare una cosa…”
Lo
spadaccino, sebbene perplesso, annuì, e mi sorresse fino alla figura che
giaceva accasciata al suolo, di schiena… Cercando di vincere il naturale senso
di repulsione di fronte alla morte che nemmeno tanti anni di combattimento
avevano cancellato, esaminai il corpo, senza toccarlo… la pelle carbonizzata
dell’uomo aveva assunto un colorito nerastro, ma la figura non era
irriconoscibile come mi ero aspettata… normalmente il fuoco magico del mio
incantesimo era in grado di fondere anche il ferro, ma in quell’occasione i
danni non erano stati così profondi, tanto che sospettai che non fosse stata la
mia magia, quanto piuttosto la caduta, a dare il colpo di grazia a quell’uomo…
questo però smontava immediatamente le mie ipotesi… dubitavo che un non- morto
potesse essere abbattuto da qualcosa di così semplice…
Eppure…
eppure… perché la mia Palla di Fuoco non era stata efficace? Era colpa mia? Del
fatto che quando avevo lanciato l’incantesimo ero stordita? …O forse era il
corpo di quell’uomo ad essere più resistente del normale…? A non essere…
umano…?
“Prestami
la spada, Gourry…”
Senza
replicare o fare domande, come sempre quando capiva che stavo ragionando su
qualcosa, il mio amico la estrasse, e me la porse… ringraziandolo con un breve
sorriso, mi staccai da lui, un po’ barcollante, e usai tutta la mia forza per
fare leva sul corpo, e voltarlo. Brevemente, esaminai anche il suo volto, gli
occhi aperti, che ora non mostravano alcun bagliore particolare… anche la sua
pelle non aveva avuto quello strano colorito azzurrognolo… o mi sbagliavo…?
Persa
in quelle riflessioni, lasciai scorrere su di lui gli occhi per un paio di
volte, senza badare ai particolari… fu solo al mio terzo esame che la notai. Al
di sotto della tunica lacerata, in un punto alla base del suo collo in cui la
veste era stata consumata dal mio fuoco magico, una ferita spiccava, non ancora
completamente resa irriconoscibile dal fuoco… una ferita che ero certa che
nessuno di noi gli avesse inflitto…
“Che
diavolo è quella…?” Mormorai, indicandola con la punta della spada…
Gourry
si inchinò, esaminandola con professionalità clinica. “Sembra quasi… il morso
di un animale… come se fosse stato aggredito da qualche bestia selvatica…”
Regnanti
e guardie di Sailune crearono un cerchio attorno a noi, chinandosi a loro volta
sul corpo inerte ed esaminandolo… trascorse qualche istante in cui nessuno
parlò, mentre io, la mano che sfregava nervosamente il mento, riflettevo…
Fu
Gourry a spezzare il silenzio, fissando lo sguardo su di me. “Hai qualche idea
in mente, non è così…?”
Annuii,
vagamente. “Ne so troppo poco per essere sicura… ma sì… ho idea che il suo
attacco possa avere qualcosa a che fare con le creature che abbiamo incontrato
l’altra notte… credo che dovremo fare qualche piccola indagine a riguardo…”
Amelia,
accanto a noi, batté le palpebre. “…Creature…?”
Annuii
in direzione sua e di Phil. “E’ questo che Gourry ed io eravamo venuti a dirvi…
due notti fa siamo stati attaccati, ai confini del vostro regno… da degli
esseri che in questa parte di mondo mi era capitato di vedere solo molto, molto
tempo fa, ed in circostanze del tutto particolari…” Lanciai un’occhiata a
Gourry, prima di proseguire… “Se non vado errata, si trattava di non- morti…”
Credevo
che le mie parole avrebbero scatenato la reazione dei miei interlocutori…
incredulità, o panico… ma tutto ciò che Amelia e Phil si limitarono a fare fu
scambiarsi un’occhiata, mentre alle loro spalle il nervosismo fra le guardie si
faceva tangibile… cosa…?
“Lo
sapevate già…?” Chiesi, con una punta di stupore, precedendo qualsiasi loro
risposta…
Philionel
sospirò. “Bé… non eravamo certi che si trattasse proprio di non- morti, ma…” Si
accigliò. “E’ da quando la barriera è caduta che ci sono sporadici avvistamenti
di questo tipo…” Incrociò le braccia al petto… “Non mi sono mai rifiutato di
ascoltare nessuno di coloro che si sono presentati qui per parlarmene, ma…
nessuno era mai rimasto ferito, e la cosa accadeva solo molto raramente… ho
pensato che… ecco… non fosse altro che una ‘controindicazione’ della euforia
generale nata dall’apertura della barriera… in fondo… siamo entrati in una
nuova epoca, è normale che la gente si senta spaesata, e angosciata…”
Annuii…
già, angosciata dal cambiamento… e non ci vuole nulla perché l’angoscia prenda
corpo in manifestazioni assai solide e tangibili, per coloro che la vivono…
senza contare che la lotta, o la paura verso qualcosa di concreto, così come il
riconoscersi in qualcosa di simile, possono essere vitali per chi sente di
perdere i propri punti di riferimento… non a caso, avevo sentito dire che
dall’apertura della barriera avevano cominciato a spuntare come funghi nuove
sette religiose…
“Purtroppo,
però…” Proseguì Phil. “Le mie supposizioni hanno dovuto rivelarsi errate… da un
mese almeno, gli avvistamenti si sono fatti sempre più numerosi… finché, una
ventina di giorni fa, non c’è stata la prima vittima…” Il principe ed Amelia si
scambiarono un’occhiata. “…Un cacciatore, che durante una battuta si è
allontanato dagli altri… i suoi compagni hanno ritrovato il suo corpo sulle
montagne, completamente dilaniato… ma quando sono tornati sul luogo insieme
agli abitanti del villaggio a valle, ne era sparita ogni traccia…” Philionel si
accigliò. “Gli abitanti del villaggio non erano particolarmente propensi a
credere alle parole di quegli uomini… capite, si tratta di persone che passano
la maggior parte dell’anno sulla montagna, e sono guardate con sospetto da chi
risiede stabilmente nella valle… ma si trattava proprio di una delle zone in
cui ci era stata segnalata la presenza di quelle creature, e i cacciatori ci
hanno assicurato che il loro compagno non pareva essere stato aggredito da
qualche belva della foresta, e sicuramente non da qualcosa di umano…” Phil sospirò. “Comunque, da quel
giorno in poi, le sparizioni di persone, soprattutto ai confini del regno, sono
state all’ordine del giorno… ho inviato truppe di soldati, ma le guardie di
Sailune non sono molte, e queste continue spedizioni le stanno stancando… senza
contare che sono dieci giorni che aspettiamo notizie dal secondo contingente
che ho inviato…” Mi fissò, cupo. “Dieci uomini, che paiono essersi dissolti nel
nulla…”
Mi
accigliai. “Ora capisco molte cose… a questo è dovuta l’atmosfera innaturale in
città…”
Amelia
annuì. “Il fatto è che anche la gente della capitale comincia ad avere paura…
abbiamo cercato di non far diffondere il panico, ma non abbiamo potuto impedire
alle notizie di passare… anche se il problema per ora si è limitato per lo più
al confine meridionale, ormai anche qui nessuno ha più il coraggio di mettere
piede fuori di casa dopo il tramonto… e sono poche le persone che si
avventurano fuori dalle mura… andando avanti di questo passo, anche l’economia
del regno verrà a risentirne…”
Gourry
si grattò la testa… “Ma… ma se veramente questi… non morti… hanno iniziato ad
infestare il vostro confine… saranno venuti da qualche parte, no…? Sono sbucati
così, dal nulla…?” Mi guardò, perplesso…
Mi
accigliai. “Un’osservazione STRANAMENTE intelligente…” Ignorai la sua
occhiataccia, e mi rivolsi verso Phil… “Così, su due piedi, ho pensato che
quelle creature potrebbero venire dal mondo al di là della barriera… anche se
noi durante il nostro viaggio con Philia non siamo incappati in nulla di
simile, non significa che là casi simili non siano più comuni che in questa
parte del mondo…” Scandagliai velocemente i ricordi del periodo passato con
Gourry sul confine… non mi sembrava di aver sentito parlare di qualcosa di
simile, ma non eravamo stati molto a contatto con la civiltà… e quelli erano
territori ampi, quante probabilità avremmo avuto di imbatterci in uno di quegli
esseri nelle nostre peregrinazioni…? “Però resta il fatto che Sailune NON E’ il
primo regno a contatto con la barriera… una parte del Regno di Elmekia, ad
esempio, si interpone fra voi e la terra di confine…” Lasciai scorrere lo
sguardo sui volti dei due regnanti. “Non avete avuto notizia di avvistamenti
simili da parte di abitanti di regni confinanti…?”
Fu
Phil a rispondermi. “In realtà, anche noi avevamo pensato a qualcosa del
genere… tuttavia, nessuno degli uccelli messaggeri che ho inviato negli ultimi
venti giorni è tornato con una risposta…” Lui ed Amelia si scambiarono un’altra
occhiata. “Sapevo che per chiunque potesse per qualche ragione desiderare
isolarci non sarebbe stato difficile abbattere un volatile… proprio per questo
avevo inviato anche un messaggero, accompagnato da una scorta…” Fissò l’uomo,
al suolo… “Se penso che Amelia aveva insistito per partire personalmente per
questa incombenza… e che io avevo quasi acconsentito…” Le sue labbra si
serrarono…
“E’
inutile piangere sul latte versato, papà!!!” Proruppe Amelia, evidentemente
infastidita dal suo sguardo preoccupato. “Dobbiamo trovare un modo per risolvere
questa situazione!!!” Si voltò verso me e lo spadaccino, raggiante. Oh, oh…
avevo un brutto presentimento… “Ora ci sono Lina- san e Gourry- san qui con
noi!!! Sono certa che sapranno darci una mano!!!” AAAAAAAAARGH!!!!! Lo SAPEVO
che avrebbe tentato di coinvolgerci!!!
“Amelia,
aspetta un attimo… Gourry ed io stiamo già…”
“MA
CERTO!!!” Mi interruppe con veemenza Philionel. “Avete detto di aver già
affrontato quelle creature, no??? Voi due sareste le persone più adatte ad
agire come messaggeri di Sailune!!! Potreste recarvi ad Elmekia per chiedere
com’è la situazione, chiedere loro di contattare i regni vicini, ed invocare il
loro aiuto!!! I regni del centro e del sud del paese sono in buoni rapporti
diplomatici da anni, ormai! Non ci negheranno alcuni dei loro esperti
spadaccini e maghi!” I suoi occhi si illuminarono. “Sono certo che la forza
congiunta delle loro armi magiche e dell’abilità di Gourry con la spada, dei
nostri sacerdoti, e della tua Magia Nera, Lina, potrebbero debellare qualsiasi
minaccia!”
“Calma,
calma, Phil, per favore…” Una goccia di sudore freddo mi colò lungo la nuca,
mentre vedevo la prospettiva della ricerca di una spada magica allontanarsi
lentamente ma inesorabilmente dall’elenco dei miei progetti prossimi per il
futuro… “Noi abbiamo affrontato UNA di quelle creature, e abbiamo avuto la
meglio più per fortuna che per altro… ma io non so ancora assolutamente nulla
su di esse… è come mandarci allo sbaraglio contro un esercito di cui non
conosciamo l’entità…” Cercai di svicolare, incespicando sulle parole…
“Non
ho detto che dovete partire domani…” Incalzò Phil, entusiasta… “Avrete tutto il
tempo per documentarvi… e l’intera biblioteca di Sailune a disposizione,
naturalmente…” L’intera… biblioteca… di Sailune… migliaia e migliaia di libri,
alcuni di essi normalmente inaccessibili agli estranei… una sapienza di secoli
e secoli… AAAAAAARGH!!! No, no e no!!! Non cedere così facilmente, Lina!!! Ti
stai facendo COMPRARE!!! “E ovviamente non dovreste lavorare gratuitamente… a
Sailune sappiamo mostrare la nostra riconoscenza, come ricorderai…” AAAAAH,
quella era TORTURA PSICOLOGICA!!!
Finii
per abbassare il capo, con un sospiro rassegnato. “Bè… ci penserò su,
d’accordo…?” Sentivo puzza di un altro rocambolesco coinvolgimento in una LUNGA
e tormentata vicenda…
Bé…
forse qualcuno potrebbe obiettare che normalmente a causare cose del genere ero
io…
“GRANDIOSO!”
Padre e figlia esclamarono in coro, come se dessero già per scontata la mia
risposta affermativa… e il povero Gourry non era stato nemmeno consultato…
Lanciai un’occhiata verso di lui, e notai che mi stava squadrando con un mezzo
sorriso… ah-ah, appena saremo soli mi dirai che sapevi perfettamente che
sarebbe finita così, eh?
“Ma
adesso per una sera abbandoniamo le cose serie, d’accordo???” Amelia mi afferrò
per un braccio, e prese a trascinarmi verso l’entrata. “Voi due vi riposerete
il dovuto, e stasera ci sarà la cena promessa!” Mi strizzò l’occhio. “Non sia
mai detto che qualcuno abbia motivo di lamentarsi dell’ospitalità di Sailune!”
***
Qualche
ora dopo, mi trovavo su un largo balcone , appena fuori dalla sala da pranzo in
cui i regnanti erano soliti consumare i pasti meno ufficiali, che non per
questo era stata scenario di banchetto meno sontuoso di quanto fosse stato
promesso… alla cena aveva partecipato anche Cristopher, ma per quel che
riguardava Laudreck, il fratellastro di Phil non si era più fatto vedere… non
che lo rimpiangessi… il castello pareva decisamente animato in quei giorni,
anche dopo il combattimento non avevamo avuto pace, ed una cena tranquilla
davvero non mi era dispiaciuta… Ora, la pancia finalmente piena dopo giorni di
marcia, scrutavo sonnolenta lo stesso cortile che quel pomeriggio era stato
sfondo di una morte cruenta, e ora invece era avvolto nella più completa calma…
Philionel aveva voluto provvedere alla sepoltura del suo assalitore quella sera
stessa, ed io non me la ero sentita di insistere per aspettare… in fondo,
dubitavo che il suo cadavere avrebbe potuto darci più informazioni di quanto
già non avessimo, e per quel che riguardava quella ferita… bé, supponevo che la
sua immagine sarebbe rimasta impressa nella mia mente sufficientemente a lungo…
“Che
scena romantica… l’eroina che scruta l’orizzonte persa in pensieri profondi,
avvolta nel suo FLUENTE vestito…”
Mi
volsi verso il fautore della sarcastica frase, un sopracciglio inarcato, ma
venni dissuasa da qualsiasi replica dal gesto rapido con cui mi venne offerta
una coppa di vino… la accettai, limitandomi a fulminarlo con un’occhiataccia.
“Se fossi in te eviterei di infierire… sono già inciampata quattro volte su
questa gonna questa sera, e alla prossima potrei non sentirmi più tanto ben
disposta verso chi ha avuto il coraggio di scherzarci sopra…”
Il
mio amico spadaccino si appoggiò alla balaustra, al mio fianco… “Ehi, ehi, non
intendevo risvegliare il drago che dorme… (^_____^) E se ti può consolare, la
mia giacca mi sta strozzando…” Sospirò. “Credo che noi due non siamo più
abituati agli eventi mondani…” Prese una sorsata di vino, e lanciò un’occhiata
vaga al cortile…
Affondai
il volto fra le braccia, annoiata. “Vorrei ben vedere… mesi e mesi lontani
dalla civiltà… e credo che sia dalla volta che ci siamo travestiti per arrivare
a Sailarg che non indosso una gonna…”
Gourry,
al mio fianco, rabbrividì. “Non ricordarmelo, per favore…”
Ridacchiando,
sollevai lo sguardo verso di lui. “Perché…? Dovrei essere IO a non volerlo ricordare… in fondo quella
volta io non ho fatto colpo su nessuno, TU sì… per una ragazza questa potrebbe
essere considerata come una cosa molto umiliante, sai…?” Feci del mio meglio
per mascherare il mio ghigno, purtroppo con scarsi risultati.
Gourry
mi fulminò con un’occhiataccia. “IO me lo sarei volentieri risparmiato…” Rimase
in silenzio per qualche istante, con l’aria di chi sta rivivendo un’esperienza
terrificante… quindi sospirò. “Comunque, anche tu stai bene… vestita così,
intendo…” Si grattò la punta del naso, con fare imbarazzato…
La
punta del mio naso improvvisamente assunse un colorito un po’ più intento di
quello vivo indotto dal vino… avevo idea che qualcuno lì fosse un po’ ubriaco,
per lasciarsi sfuggire commenti del genere… “Mmm…” Mugugnai… “Amelia ha
insistito fino a farmi cedere, e indossare un abito…” Feci una piccola pausa,
quindi tornai a fissarlo, con aria seria… “Ma non è la sola cosa a cui pare
tenere…”
Il
mio amico annuì, rivolgendomi a sua volta lo sguardo… “Hai deciso che cosa
fare…?”
Diressi
il mio sguardo sulle mie mani, pensierosa… “Non lo so, Gourry…” Meditai… “In
fondo noi siamo capitati qui per caso… e lasciarci coinvolgere significherebbe
ritardare le nostre ricerche per la tua spada… in fondo, quella è la nostra
priorità, al momento… anche considerando che accettare nella situazione in cui
siamo ora significherebbe affrontare qualunque sia la cosa che minaccia Sailune
senza l’aiuto di una spada magica…” Lo guardai, seria.
“…però…?”
Mi precedette il mio amico, mostrando ancora un volta di conoscermi fin troppo
bene…
“Però…”
Sospirai, terminando per lui… “… tutti questi bei ragionamenti non tolgono che
noi siamo sempre SENZA SOLDI, e che se non accettiamo, non vedremo una moneta
della ricompensa che Phil ci ha promesso… e in questa situazione, come potremmo
proseguire tranquillamente le nostre ricerche…?”
L’ombra
di un sorriso apparve sulle labbra di Gourry, mentre parlavo… “Certamente… e
con la confusione che c’è ora in città lavorare per Philionel è L’UNICO modo
possibile per procurarsi i soldi necessari, giusto…?” Il tono della sua domanda
era poco velatamente sarcastico…
Mi
accigliai. “Ehi, ehi, stai cercando di insinuare che non ti sto dando
motivazioni reali?”
Ma
Gourry non mi rispose. “Così, accetterai l’incarico, giusto…?” Domandò, senza
smettere di sorridere…
Mi
arresi, con un sospiro. “Bé… già, le cose stanno così…” Anche le mie labbra si
aprirono in un breve sogghigno. “In fondo, non avrei pace se me ne andassi
prima di scoprire qual è la reale soluzione del mistero che aleggia a Sailune,
non pensi anche tu?” Gli strizzai l’occhio.
“Mio
padre mi diceva sempre che la curiosità uccise il gatto…” Mi batté lievemente
la mano sulla testa… “Ma… bé, io sono con te lo stesso fino alla fine…”
Gli
sorrisi. “Grazie, mia auto proclamata guardia del corpo…”
“Sono
felice che abbiate preso questa decisione…”
Ci
voltammo entrambi, colti di sorpresa. La padrona della voce che aveva
interrotto il nostro scambio di battute se ne stava di fronte a noi, un sorriso
genuino stampato sulle labbra. Uh… ma da quanto tempo era lì…?
“Amelia…”
La
principessa ci scandagliò entrambi con lo sguardo, l’aria risoluta. “Da domani,
vi darò una mano con le ricerche… in fondo suppongo che avrete bisogno di una
guida, fra le migliaia di testi racchiusi nelle nostre biblioteche…” Esitò un
momento, prima di proseguire… “E poi, appena avremo trovato quello che stiamo
cercando… io verrò con voi.”
“EEEEH???”
Entrambi spalancammo gli occhi, sorpresi. “Ma… ma Amelia… oggi tuo padre ha
detto che…”
“Capisco
la sua preoccupazione per me…” Mi interruppe la principessa, mettendo a tacere
le mie obiezioni… “E… lo ammetto, anche io, di recente, non sempre sono stata
entusiasta di fronte all’idea di farmi coinvolgere in qualche folle avventura…”
Prese un grosso respiro. Uh, uh, si riferiva a quando aveva finto di non
conoscermi, l’ultima volta che ci eravamo incontrate…? “Ma io sono una
principessa, e devo agire come tale… non posso permettere che altri rischino
per il mio regno mentre io resto con le mani in mano, non sarebbe GIUSTO!”
Assunse il suo piglio fiero, da paladina… “Papà non può muoversi di qui perché
il nonno è troppo anziano per gestire gli affari del regno senza di lui… ma io
non sono più una bambina, sono stata in missione altre volte, posso tornarci,
ed è quello che farò!” Ci rivolse un sorriso. “Stavolta ci sarete voi con me,
non credo che papà opporrà poi così tanta resistenza…”
Uhm…
io avevo idea che non fosse così semplice… anzi, avevo la netta impressione che
Phil ci tenesse tanto ad affidare quella missione a noi anche perché la figlia
fosse soddisfatta, e non insistesse per occuparsene personalmente… era anche
perché si fidava di noi, certo… ma supponevo che gli riuscisse meno difficile
mettere noi a rischio… rispetto all’unico componente della famiglia che ormai
gli restava…
Ad
ogni modo, sapevo perfettamente che era inutile insistere… “E’ una tua
decisione, Amelia…” Inarcai un sopracciglio… “A patto che tu non ci metta nei
guai…”
“Lina-
san!!! Che vorresti dire???” Una goccia di sudore le scese lungo la tempia.
Gourry
mi batté nuovamente la mano sulla testa, rassicurante. “Oh, non ti preoccupare
Lina… non potrà farlo meglio di come ci riesci tu…”
“Ehi,
tu…” Gli rivolsi un’occhiataccia…
Amelia
ridacchiò, ancora una volta divertita dai nostri scambi di battute. “Bene,
allora è tutto stabilito…” Le sue labbra si aprirono in un sorriso deciso… “E
così, il gruppo dei guerrieri della giustizia è ancora una volta riunito!” Le
sue dita si levarono in un segno di vittoria.
Emisi
un GROSSO sospiro. “Cominciamo bene…” Mugugnai, fra me e me…
Già,
a quanto pareva, più o meno desiderata…
…una
nuova avventura aveva appena avuto inizio…