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Autore: Epicuro    28/04/2011    8 recensioni
Una moglie irritata, un avvocato femminista, un marito negato e un cane conteso. Ce la farà Shura a risolvere un pericoloso inghippo diplomatico a favore del Santuario? E Radamante riuscirà a fare il cascamorto per aiutare il suo signore?
Nonostante il titolo riprenda Lost Canvas la fic si rifà alla serie classica di Saint Seya e si colloca dopo la fine della saga di Ade.
Genere: Comico, Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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Un killer maldestro.

 

Shura, ancora incredulo per essere riuscito ad avere una conversazione civile con il dio dei morti, senza finire in coma, decise che era meglio cercare di riposare un po’. La tensione della giornata l’aveva completamente distrutto. Per precauzione accostò la sedia alla porta della camera; in questo modo un eventuale malintenzionato l’avrebbe fatta cadere svegliandolo.

Il ragazzo quindi si spogliò e si mise a letto, ma non riuscì a chiudere occhio. Il materasso era tutto tranne che comodo e cigolava ad ogni movimento del cavaliere; senza contare qualche molla andata, che fece tirare giù un paio di divinità olimpiche al saint, quando se le ritrovò puntate sulla schiena. In più il sottofondo musicale dei dannanti non era il massimo per conciliare il sonno.

Al saint non rimase altro da fare che chiudere gli occhi e cercare di rilassarsi. In quel momento invidiò tremendamente Shaka, che riusciva a dormire ovunque, pure da seduto.

Le ore passarono lente e Shura, spossato dalla stanchezza, aveva iniziato finalmente ad appisolarsi, quando uno SDENG, proveniente dal corridoio, lo ridestò e mise in allarme.

Una figura non tanto alta e ammantata di nero aveva infatti tramortito Zellos, con una vanga e ora stava cercando di entrare furtiva nella camera del saint, finendo però per far cappottare la sedia, inciampandoci sopra.

La figura, ritrovandosi a carponi di fronte ad un Shura in boxer alquanto alterato per la visita non gradita, estrasse una daga da sotto il mantello e si scagliò contro il cavaliere, che ebbe gioco facile nello schivare e immobilizzare il braccio dell’ aggressore:

«Vediamo quale spectre è venuto a farsi rifare il lifting!»

La stretta del cavaliere fece perdere l’arma al maldestro killer, che la fece cadere a terra insieme al mantello.

Shura rimase completamente senza parole nel vedere che il suo assalitore non era in realtà uno spectre, ma Pandora con un’espressione tra il furente, il frustrato e l’imbarazzato.

Shura lasciò immediatamente la presa, mentre Pandora, paonazza, si allontanò da lui e, finendo con le spalle al muro, l’unica cosa che riuscì a dire fu:

«.. tu...tu... sei in boxer!»

«Eh? Volevi farmi fuori e l’unica cosa che sai dirmi e questa? Ma chi se ne frega se sono in mutande! Tu piuttosto, ti è dato di volta il cervello? E poi che ti aspettavi, che dormissi in armatura?»

«I tre Giganti lo fanno!»

«Eh? Li spii mentre dormono?»

Pandora guardava in silenzio il pavimento, mentre Shura avvampò di rosso sotto shock.

«Aspetta, non è che volevi spiare anche me?»

«Non dire assurdità, sono venuta qui solo per farti fuori! ... e comunque io non spio Rada, Mino e Eaco! So che dormono in supplice perché è una regola che ho imposto io, per far in modo che fossero sempre pronti ad ogni evenienza e che Ade non ha ancora abrogato!»

«Ceto! Certo! E allora perché guardi il pavimento?» Shura la osservava poco convinto.

«Forse perché sei mezzo nudo e la cosa è alquanto imbarazzante? Guarda che non sono una maniaca! Quindi mi faresti il piacere di indossare qualcosa?»

«Sì ok va bene, ma mettiamo via questo giocattolo tagliente, prima che qualcuno si faccia male» e Shura recuperò lentamente la daga tenendo sott’occhio Pandora e, sempre non perdendola di vista, si rivestì. Dopo di che si sedette sul letto e si rivolse alla ragazza.

«Puoi riaprire gli occhi.»

Pandora quindi riuscì finalmente a guardare Shura. Il cavaliere la fissava serio in attesa di scuse e spiegazioni, ma non ricevendo risposta decise di prendere parola:

«Se sei venuta ad uccidermi, perché credi che ci sia Atena dietro a tutto questo e che io abbia il compito di decapitare Ade, sei fuori strada! Io non sono qui per il tuo signore, ma per tenere d’occhio l’avvocato e rattoppare il casino che ha fatto, rischiando di far finire nelle grane il Santuario. Diciamo che in questo caso potete considerarmi un vostro alleato. Chiedi pure ad Aed, se non credi alle mie parole.»

Gli occhi viola di Pandora fissarono quelli castani dello spagnolo, che non poté non notare un velo di tristezza nella sua interlocutrice. La ragazza non riuscì a sostenere lo sguardo e lo abbassò mentre disse:

«Lo so... Ade mi ha chiesto di informare tutti gli spectre di non sfiorarti con un dito e di trattarti con il rispetto dovuto.»

Shura la guardò interrogativo:

«E allora perché volevi farmi fuori, se non era per quello?»

Pandora si morse le labbra. In quel momento della terribile ex direttrice dell’armata infernale non vi era traccia, mentre traspariva solo l’insicurezza e la fragilità di una giovane donna costretta a rinunciare alla gioia della vita senza alternative.

Shura incuriosito da quell’inedita Pandora (di lei si era fatto ben altra idea durante la Guerra Sacra) e, memore del discorso con Ade, decise di provare a forzare la corazza austera ed aggressiva della ragazza per capire quello che realmente si agitava nel suo animo:

«Quindi cos’è che ti ha spinto a tentare di assassinarmi nonostante le disposizioni del tuo signore?»

Pandora si sentiva gli occhi del cavaliere addosso e svuotò il sacco. Il desiderio di liberarsi dal peso che aveva dentro con qualcuno, fu più forte che mandarlo a quel paese con un poco fine : “ma fatti i gironi tuoi” e scappare in camera sua a piangere come ogni notte.

«È per Ikki.... se avessi ucciso te, che sei suo amico, avrebbe sofferto e gliela avrei fatta pagare.» disse in un sussurro strozzato Pandora.

«Il tuo ragionamento è alquanto contorto e senza senso, te ne rendi conto?»

Pandora non rispose.

«Mettendo che ci fossi riuscita, ad Ikki non gliene sarebbe importato un fico secco di me. Non siamo in rapporti stretti. L’unico dei bronzini con cui ho legato è Shiryu, mentre Ikki è tampinato da Shaka, ma, anche ammettendo che tu riuscissi a far fuori il piccolo Budda, gli faresti solo un piacere. Per farlo soffrire dovresti eliminare Shun.»

Pandora deglutì: «Quindi avrei fatto tutto questo per nulla?»

«Sì, Pandora, hai rischiato le ire di Ade per un errore di valutazione. La prima cosa da fare per eliminare un nemico è informarsi e conoscere bene il proprio bersaglio.»

«Sono stata proprio una sciocca. Però, ti facevo più scemo!» sospirò la ragazza andandosi a sedere di fianco a Shura.

«Lo prendo per un complimento... ma ti devo deludere, queste parole non sono farina del mio sacco, ma sono gli insegnamenti che ci sta impartendo il nostro nuovo G. S. Lui si che è uno tosto. Piuttosto, perché odi Ikki?»

«Perché sono una maledetta stupida, ecco perché!» la sacerdotessa non riuscì a trattenere una lacrima.

«In che senso?»

«Io ho messo in gioco la mia vita per permettergli il passaggio nei campi Elisi e, mentre morivo per mano di Tanatos, ha giurato che mi avrebbe vendicato.»

«E non l’ha fatto?»

«Sì, ma poi, quando Ade mi ha riportato in vita insieme agli spectre, per mettere su l’agenzia, pensavo che Ikki sarebbe venuto a prendermi per portarmi via di qui e farmi conoscere la vita di cui mi ha ricordato l’importanza, ma così non è stato. Quando sono riuscita a contattarlo mi ha liquidato dicendomi che vendicata, ero stata vendicata, e che quindi il suo debito l’aveva pagato. Mi sono illusa come una sciocca pensando che ricambiasse i miei sentimenti.» Pandora era in lacrime e a Shura venne spontaneo abbracciarla e, accarezzandole i lunghi capelli neri, cercò di calmare i suoi singhiozzi:

«La prima cotta andata a male, ci siamo passati tutti, ma vedrai, il tempo passa e cancella molte cose e le ferite si rimargineranno.»

«Ma le cicatrici restano!» ribatté Pandora fra i singulti.

«Le cicatrici ci servono come monito per il futuro e come segno delle battaglie a cui siamo sopravvissuti. Portale sempre con orgoglio.» rispose con voce ferma e calda Shura.

Pandora si scostò malvolentieri dall’abbraccio rassicurante del saint, che la allontanò per recuperare dei fazzoletti di carta nella tasca dei pantaloni (praticamente l’aveva lavato con il suo pianto a dirotto). Pandora prese i fazzoletti che il ragazzo le porgeva e si asciugò le lacrime; poi gli chiese:

«È successo anche a te?»

«Sì, anch’io ho amato una persona in passato, ma lei aveva occhi solo per un altro cavaliere. All’inizio ci ero rimasto veramente male, ma con il senno di poi devo riconoscere che sono stato fortunato a non essermi messo con quella persona, perché sono sicuro che avrei sofferto molto di più, visto quello che è diventata.»

«Andavi dietro all’avvocato? Ho indovinato?»

«Sì.»

«E il cavaliere chi era?» chiese Pandora curiosa.

«Aiolos.»

«AHHH!!! Quindi è per quello che l’avevi fatto fuori!» esclamò Pandora.

«No. L’avevo fatto per ordini superiori, ma ammetto che quando venni a conoscenza che Penelope sbavava come un cane per Aiolos, una mezza idea di renderlo donna mi era venuta. Comunque, a lui di filarla non gli è mai passato per l’anticamera del cervello!»

«Quindi dici che con Ikki è stato meglio così?»

«Credo di sì, non lo conosco bene, ma non mi sembra un tipo particolarmente incline a dare l’affetto di cui tu hai bisogno per dimenticare il freddo degli Inferi. Anche Ikki penso abbia bisogno di qualcuno che gli curi le ferite e quindi non è in grado di curare quelle degli agli altri. Ma non ti preoccupare, sei così giovane che incontrerai sicuramente la persona giusta.»

«Agli inferi?»

«Bhe, Ade ha un’agenzia con diverse sedi in vari paesi del mondo. Cerca di farti spostare in una di quelle.»

«Ottimo consiglio! Grazie per lo sfogo e... scusa se ho cercato di sgozzarti» Pandora arrossì, mente Shura sorrise intenerito nel vedere la dark lady dell’averno impacciata solo per un gesto così semplice di calore umano.

La sacerdotessa si accinse ad uscire dalla camera, ma quando fu sulla soglia si voltò in direzione del cavaliere e gli disse sorridendo:

«Sai, credo che Penelope sia stata un’emerita cretina. Sei meno fanfarone e insensibile di quanto pensassi.» e Pandora, chiusa la porta e data un’altra vangata in testa a Zellos, scomparì nel buio del corridoio.

“Ma guarda, è proprio vero che la supplice non fa lo spectre e il nero il cattivo!” pensò Shura, mentre si portò le mani dietro la testa sdraiandosi su letto.

 

Il giorno seguente...

 

TOC, TOC

Shura era intento ad asciugarsi la faccia quando qualcuno bussò alla porta della camera.

Il cavaliere aprì, ma non vide nessuno. Sentì solo uno SQUETCH!!!

Shua abbassò lo sguardo sentendo qualcosa sotto il suo piede destro.

«Ops! Scusa Zellos, non ti avevo visto!»

«Ma vaff...ringrazia che Lord Ade ti ha messo sotto la sua protezione! A proposito, sei convocato al suo cospetto nella sala da pranzo. Desidera fare colazione con te.»

Shura si guardò i vestiti e poi si rivolse allo spectre, intento a massaggiarsi la schiena.

«Ehm, non è che avresti dei vestiti di ricambio? Ho avuto un incontro ravvicinato con una pianta del giardino della somma Persefone ...»

«... e una nottata con sua eccellenza Pandora! Ho sentito come cigolava il materasso! Brutto balengo, è da una vita che gli ho buttato gli occhi addosso e arrivate prima Ikki e poi te a soffiarmela sotto il naso!» rispose accigliato lo spectre.

«Eh? Aspetta, non è come sembra, tra me e Pandora non c’è stato proprio nulla! Era il materasso che aveva le molle rotte!»

«Certo, voi saint fate sempre i santarellini... se solo non avessi ricevuto l’ordine di non gonfiarti di patele...» e Zellos incavolato nero saltellò per il corridoio sparendo poi giù dalle scale, per ritornare sui suoi passi un paio di minuti più tardi. Aveva con se una maglia e un paio di braghe pulite.

«Thò!» e lo spectre glieli rifilò per poi girare sui tacchi.

«Aspetta, non so dov’è la sala da pranzo, non sono di qui!»

Ma Zellos si era già volatilizzato.

«Mierda!» imprecò lo spagnolo.

 

Ore dopo...

Sala da pranzo della Giudecca.

 

Ade era comodamente seduto su una sedia del lungo tavolo. Di fronte a lui, all’alto capo del mobile c’era Shura. Il saint era pallido e continuava a scusarsi per il tremendo ritardo. Infatti l’ora di colazione era passata da un pezzo e Pandora era infatti intenta a servire il pranzo.

Ade si strofinò il mento e disse:

«Uhmm, sarà meglio farti dare una piantina della Giudecca o mandarti a chiamare cinque ore prima dell’ora dell’appuntamento!»

«Sono veramente mortificato» rispose Shura.

«No, è Zellos che è uno s@@@@@o» sfuggì a Pandora.

Shura guardò la donna sorridendogli per aver preso parola in sua difesa.

«Fa nulla. I miei Giganti fanno di peggio. Piuttosto, quella maglia di Dylan Dog, te l’ha imprestata Radamante?» chiese Ade.

«Veramente me l’ha data Zellos» rispose Shura.

«Ah, capito. Deve avergliela fregata di nascosto. Ecco perché questa mattina ho sentito le imprecazioni della Viverna perfino dai miei appartamenti privati.» (sì, in pratica la stanza di Rada è saccheggiata di continuo dai collegi e dal suo superiore XD)

Poi, dopo aver bevuto un sorso di vino, il re degli inferi cambiò discorso:

«Questa notte ho riflettuto molto su quello che mi hai detto e hai perfettamente ragione. Non devo arrendermi così, ma scendere in campo per riconquistare mia moglie!»

«Sono felice di vedervi motivato, sommo Ade, conti pure sul mio aiuto!» rispose istintivamente Shura, prima di assaggiare le penne all’arrabbiata che gli erano state servite.

«Perfetto, perché non sono molto pratico di corteggiamenti, quindi ho bisogno di qualcuno che mi suggerisca.»

Shura per poco non si strozzò con il boccone, mentre pensava terrorizzato “Perché io sì! Non sono riuscito a rimorchiare nemmeno un’ancella del Grande Tempio! Qui ci vorrebbe Camus, non io, mannaggia!”.

«Tutto bene?» chiese preoccupato Ade.

«Mi è andato di traverso. Scusi.» disse Shura battendosi una mano sul petto per riprendersi.

«... qualche proposta?» lo incalzò quindi ansioso Ade.

“Ormai sei in ballo vecchio mio! Incrocia le dita e spera di non dire troppe cazzate” si incoraggiò Shura, prima di provare ad arrampicarsi sugli specchi:

«Bhe, eviterei i crisantemi e di mandare i vostri sottoposti a consegnarle regali al posto vostro. O lo si fa di persona o è meglio evitare.»

Ade annuì mentre prendeva appunti: «Sì, continua»

«Poi direi che la cosa migliore è cercare di farle rivivere il vostro primo incontro, sì insomma ricordarle come è sbocciato il vostro amore.»

Ade alzò un sopracciglio e guardò Shura: «Ma chi teneva i corsi di mitologia al Grande Tempio?»

«Ehm, Saga, perché?»

«Digli di cambiare attività. Il mio primo incontro con Persefone non è stato dei più romantici. L’ho rapita!»

«Eh, eh, eh! Effettivamente... allora cosa l’ha colpita di voi?»

«Bhe ecco...» Ade arrossì violentemente: «mi diceva sempre che, nonostante all’apparenza fossi un cinico bastardo, in realtà ero un coccolone tanto affettuoso e bisognoso d’affetto. Ruvido fuori e morbido dentro. L’unica cosa che mi appuntava e che riuscivo a dimostralo solo quando eravamo soli.» rispose fucsia il dio infero.

«Allora e su quello che dovete puntare. Fatele vedere che quella parte di voi esiste ancora e che è tutta per lei.»

«E che quando ci sono altre persone non riesco... insomma devo mantenere il mio cipiglio per non dimostrarmi debole di fronte a parenti e sottoposti. Insomma, recitare il mio ruolo classico da cattivo, come tutti se lo aspettano.»

«Uhmm... allora la cosa migliore da fare è invitarla ad un’uscita romantica voi due soli! In modo che non vi troviate in imbarazzo a mostrare il vostro lato romantico.»

«Ottimo, organizzo una bella gita sull’Acheronte o meglio un picnic sul Cocito?»

«Ehm, non per contraddirvi, ma credo che sia meglio fare qualcosa che piaccia lei... se non mi ricordo male era interessata ad una festa della polenta o qualcosa del genere...»

«Ah, sì, la sagra della “polenta e muso” di quel paesino sui colli Euganei dove abbiamo la villa. Ci va ogni anno. Non so cosa ci trova di così divertente a ballare in piazza con degli sporchi umani. Senza offesa ovviamente.»

Shura fece finta di non aver sentito e continuò con una sana punta di perfidia: «Allora sarà un’ottima occasione per dimostrarle che per lei siete disposto veramente a tutto... anche a passare una serata in compagnia di sporchi umani!»

Ade deglutì annuendo, si era incastrato da solo:

«E sia allora! Per lei questo e altro!»

«Così si parla sommo Ade!» rispose Shura, mentre Pandora intervenne ponendo un non piccolo problema:

«E con l’avvocato che si fa?»

«Quella donna ha un pessimo ascendete su mia moglie e non penso la lascerà uscire con me senza averle prima montato la testa per non farla ritornare sui suoi passi.» disse Ade preoccupato.

«Bisogna trovare un diversivo. Qualcosa che la distragga e la tenga occupata mentre voi corteggiate vostra moglie. Non c’è altra soluzione.» disse Shura pensieroso.

Un silenzio meditativo calò sui presenti, mentre Radamante trafelato fece irruzione nella sala:

«Sommo Ade, state bene? Questo lurido Saint di Atena non ha alzato mano su di voi vero? Perché non mi avete chiamato come scorta? Sarebbe potuto essere pericoloso! Avrebbe potuto decapitarvi, ve ne rendete conto?!»

Ade si alzò infuriato per l’intervento sconsiderato della Viverna:

«Come osi rivolgerti a me con questo tono Radamente! Ti ricordo che non sei altro che un mio sottoposto e non tollero intromissioni e giudizi sulle mie decisioni! Sono stato chiaro? E poi se Shura avrebbe voluto decapitarmi avrebbe già avuto un’occasione più propizia e sia te, che i tuoi pari grado, non ve ne siete nemmeno accorti!»

Radamante spiazzato e mortificato si inginocchiò prontamente chinando il capo:

«Chiedo umilmente perdono per la mia sconsideratezza. Per servirvi farei qualunque cosa!»

«Davvero?» Shura stava squadrando dall’alto in basso la Viverna, che, sentendosi osservato, si girò verso di lui con sguardo assassino.

«Certo Capricorno, per il mio signore sarei disposto a tutto! La felicità e l’incolumità di Lord Ade innanzi a tutto!»

Shura alla risposta del Giudice infernale si voltò in direzione del dio infero con un sorriso raggiante:

«Sommo Ade, vi comunico che ho appena trovato il diversivo perfetto per intrattenere l’avvocato!»

  
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