POTTERS' WAR
ovvero
La
Stupidità Umana Non Smetterà Mai Di Sorprendermi
1)
SCEMENZA
PUERILE, OCCHIONI VERDI E CARTA IGIENICA
CAMBOGIANA
*CHARLIE
P.O.V.*
“No,
davvero. Siete così scemi da
crederlo possibile?”
Sono
indignata. Sono
indignata e
oltraggiata. Sono indignata, oltraggiata e vilipesa. Sono ind- Ok, se
non avete
ancora capito sono abbastanza offesa.
Perché?
Perché
quei due emeriti cretini
dei miei migliori amici hanno deciso di far saltare l’aula di
Pozioni durante
le lezioni del settimo anno di Grifondoro. I due coglioni sono convinti
che
così riporteranno alto il loro nome, dopo aver subito uno
scherzo molto simile
da quegli idioti di Settimi Grifondoro.
Avete
presente il
vecchio, caro
astio Grifondoro - Serpeverde?
Puff,
sparito.
O
meglio trasformato.
Prima,
quando uno di
noi
Serpeverde incontrava un Grifondoro, c’era il solito scambio
di occhiate
arrabbiate, ogni tanto si prendeva in mano la bacchetta tanto per fare
i
minacciosi, e poi si continuava per la propria strada, ignorandosi
cordialmente
per il resto del tempo possibile. Era una cosa vecchia come il mondo,
ed in un
certo qual modo rassicurante nella sua metodicità. Le
differenze caratteriali
ci rendevano e ci rendono tuttora troppo incompatibili per andare
d’accordo.
Ma
tutti sapevano
che, quando Al
Potter fu smistato a Serpeverde, le cose sarebbero cambiate. Certo
però nessuno
si immaginava che sarebbero cambiate in questo modo.
Ora
la guerra tra
Grifondoro e
Serpeverde esiste ancora, ma purtroppo tutto è diverso da
prima.
Non
è che
mi manchi il periodo in
cui ogni scusa era buona per prendere mano alle bacchette, anzi!
Nessuno usa
più parole oscene come Mezzosangue o Sanguesporco, e il mio
animo tranquillo ne
è certamente felice.
Ma
ora è
tutto molto più scomodo.
Perché
ora tutto si è trasformato
in una guerra all’ultimo scherzo. E
non
sto scherzando. Ogni occasione è buona per
scagliarsi addosso qualche cacca
bomba, o fare una scherzo facendo ricadere la colpa alla fazione
opposta. E la
prima volta può essere divertente, la seconda puoi ridere,
la terza puoi fare
un sorriso, ma la quarta volta che ti trovi ricoperta di Puzzalinfa e
piume di
gufo (tanto per farti sembrare ancora più ridicolo),
incominciano veramente a
girarti le palle. Sapete come è difficile lavare via quella
schifezza dalla
camicia bianca della divisa? È veramente scomodo.
Ed
il fatto che i
tuoi migliori
amici siano i capi della fazione Serpeverde di questa faida certo non
aiuta.
Volete
sapere come
tutto è
incominciato?
No?
Beh, io ve lo
racconto lo
stesso.
Tutto
cominciò quando un bambino
di undici anni con dei capelli neri sparati da tutte le parti e due
grandi
occhioni verdi ricoperti da un assurdo paio di occhiali fu smistato a
Serpeverde.
Tutti,
a quel tempo,
conoscevano
la –come possiamo chiamarla? – vena
estrosa
di suo fratello James nel fare scherzi, e tutti, dopo quarantuno
punizioni e
centodiciassete regole della scuola infrante, il tutto solo durante il
suo
primo anno (roba da record. Per fortuna che non c’ero),
pensavano che tutti i
geni deficienti della famiglia fossero andati a lui, e che il
fratellino Albus
fosse solo un dolce e piccolo bambino, asfissiato e oppresso da quel
gran
cazzaro di James Potter II.
Quanto si sbagliavano.
Il
piccolo bambino,
che molti
credevano innocente e carinissimo, era l’unico in grado di
battere il fratello
nella sua arte. Lo scherzo.
Dalla
famiglia che
possiede
l’intera quota del negozio di giochi magici più
famoso al mondo, i Tiri Vispi
Weasley, non ci si poteva aspettare di meno, ma nessuno, nessuno
aveva previsto quello che sarebbe successo quando il
dodicenne James Potter lanciò quella prima cacca bomba ad
Al, esattamente il 2
settembre, secondo giorno di scuola.
Panico.
Terrore. Guerra.
Da
lì fu
un exploit di fatture,
scherzi, cantonate, punizioni, e Strillettere dalla povera signora
Potter (che sia
fatta santa) per cinque lunghissimi
anni.
Si
formarono le
fazioni ed i
capibanda, e tutti, ma proprio tutti, ormai avevano assistito ad uno
degli
scherzi dei due fratelli, le cui mire, ovviamente, erano le fazioni
opposte, o
più precisamente, i loro membri.
Da
quel giorno non
c’era stato un
incontro tra questi due gruppi che non si era risolto con uno scherzo
ai danni
dell’altro. Naturalmente non tutti i Grifondoro erano
così scemi e
scansafatiche da passare le giornate a progettare scherzi con Potter, e
per i
Serpeverde ovviamente era lo stesso. Ma un po’ per
patriottismo verso la
propria casa, un po’ per orgoglio, tutti i Grifondoro ed i
Serpeverde, almeno
una volta nella loro esistenza di studenti, si ritrovarono complici o
vittime
di uno scherzo.
Mentre
quei
grandissimi culatoni
dei Tassorosso e dei Corvonero se ne stavano in disparte a godersi lo
spettacolo ed a ridere come matti quando le due case si scontravano , i
primi
troppo tranquilli per immischiarsi in queste cose, i secondi troppo
intelligenti.
Lo
sapevo che sarei
dovuta andare
a Corvonero quando il
cappello me l’ha
proposto.
Comunque.
C’è
anche da dire che tutti e due
i Potter si sono trovati dei degni compagni di merende.
Volete
sapere le
tipiche
formazioni della lotta all’ultima cazzata? Bene, partiamo da
Serpeverde:
Chi
meglio di
Scorpius Malfoy
poteva diventare il braccio desto di Al nella sua personale guerra
contro il
fratello? Nessuno, ed è per questo che i due sono
inseparabili. Vivono insieme,
mangiano insieme, non mi stupirei se pisciassero anche insieme. E,
fatevelo
dire dalla loro migliore amica, ne sarebbero capaci.
Il
primo nome di
Scorpius è
andato in disuso il primo anno, e da allora è Scor. Nessuno
al castello si
ricorda più il suo nome per intero, neanche i professori.
Non c’è neanche da
dire che lui ne è felicissimo, dato che ha passato i primi
undici anni dalla
sua via a maledire i suoi genitori per la scelta del suo nome. Certo
che
bisogna essere proprio cattivi per infliggere al proprio figlio la pena
di
chiamarsi Scorpius Hyperion. Non so a voi, ma a me sembra tanto il nome
di una
band Death Metal svedese o di una marca di carta igienica cambogiana.
E
qui si conclude la
capitaneria
di Serpeverde. Al è la mente, Scor il braccio, e tutti gli
altri gli si
accodano dietro.
Per
la fazione di
Grifondoro, l’altro
Potter quello scemo, ha trovato un compagno perfetto, personificato
nella
fattispecie da quell’idiota patentato di mio fratello.
Oh,
si.
Christopher
Flamel,
meglio
conosciuto come Chris, (o meglio ancora come ‘fratello
scemo’ per la
sottoscritta) ha un anno in più di me, e frequenta il
Settimo a Grifondoro.
O r r o r e.
Già
il
fatto che sia un
Grifondoro fa capire molte cose, il fatto che sia il migliore amico di
James
Potter ne fa capire ancora di più. Mettendo insieme i loro
due cervelli non se
ne fa uno intero come si deve.
Ok,
va bene, io sono
la migliore
amica di Al e Scor, ma almeno loro non sono dementi come
quegl’altri due.
Decisamente.
Però,
per
quanto aborri la sola
vista di un Grifondoro, Chris rimane pur sempre mio fratello, e sono
molto
legata a lui. Non è facile crescere in una famiglia come la
nostra, e sin da
piccoli abbiamo dovuto coalizzarci, stare molto insieme, e mi ha sempre
protetto, come solo un fratello maggiore sa fare, anche se negli ultimi
anni
tutto è un po’ cambiato. Ma questa è
un’altra storia.
Poi
c’è Fred Weasley, uno dei
dodicimilioni di parenti di Al. Non lo conosco personalmente, ma
l’unica cosa
che ho capito di lui, le poche volte che l’ho incontrato per
i corridoi, è che
è una di quelle persone che, cadesse il mondo, non si
scompongono di una
virgola. Lui è sempre calmo, tranquillo, si prende la vita
comoda e non ne fa
mai una questione di stato. E da un fastidio tremendo, soprattutto
quando lo
incroci il lunedì mattina alle otto mentre vai di corsa in
classe perché sei in
ritardo, siccome è lunedì mattina e tu sei perennemente
in ritardo, e lo incroci con quel suo sorriso beato stampato in faccia.
E ti
viene da prenderlo a pugni ed urlargli in un orecchio “Ma che
cavolo c’è da
sorridere il lunedì mattina, eh?”
A
chiudere il
gruppetto “dementi
che più dementi non si può” di
Grifondoro ci sono i gemelli Scamander. Lorcan e
Lysander, sono esattamente identici, così uguali che
probabilmente neanche la
loro madre riesce a distinguerli. E tanto per far innervosire ancora di
meno la
gente, si vestono allo stesso modo. Cioè, non solo durante
le ore di scuola, in
cui devono indossare la divisa. Sempre.
Stessi jeans, stesse felpe, stessi maglioni, stesse mutande. Oddio,
l’ultima
affermazione non la posso documentare, però ci scommetto la
mia chiappa destra
che quei due flippati si mettono anche le mutande uguali. Idioti.
E
poi fanno quella- assolutamente
fastidiosissima- cosa di
finire uno le frasi dell’altro, tipica dei gemelli. Per
fortuna non gli rivolgo
mai la parola, se no li prenderei a schiaffi cinque volte su quattro.
E
così
abbiamo chiuso il giro
delle presentazioni dei ragazzi più in vista della scuola.
Per
quanto riguarda
me, sono una
figura abbastanza marginale in questi scontri. Non sono fatta per gli
scherzi,
e si vede anche dal mio aspetto esteriore. Sono abbastanza indipendente
e non
amo la compagnia, per niente. Ehy, non sono mica una Grifondoro, non
guardatemi
così! Ci sarà pure un motivo per cui sono stata
smistata a Serpeverde!
Il
fatto che stia ai
margini non
impedisce a quei gran scemi dei miei migliori, e unici, amici di
rompermi le
palle con i loro scherzi, però.
Vi
sorprendereste di
quante idee
assurde e malate di Scor e Al sono riuscita a fermare negli ultimi tre
anni.
Cose tipo fare saltare la Sala Grande durante il pranzo, oppure dare a
tutto il
tavolo rosso-oro merendine marinare (rinforzate) al posto del pudding.
Il loro
problema è che non pensano alle conseguenze.
…
Rettifico,
il loro
problema è che
non pensano e basta.
Ed
è per
questo motivo che ora mi
trovo davanti a questi due pazzi che mi spiegano che ci vorrebbe
veramente poco
a far saltare in aria una sola aula.
Oh,
c’è un altro particolare che
li riguarda. Saranno anche stupidi, però sono molto belli.
Capiamoci,
sono oggettivamente molto belli.
Non che mi
piacciano in maniera romantica o altre di quelle cazzate da telefilm
romantico,
però i miei migliori amici sono veramente fichissimi. Al
è bassino, con il
fisico abbastanza minuto, i capelli perennemente scompigliati (marchio
di
fabbrica Potter) e gli occhioni verdi che lo fanno sembrare un cucciolo
indifeso.
Cucciolo
indifeso
una cippa.
Al
è
capace, con un solo scherzo,
di mandarti all’inferno e farti tornare in meno di venti
secondi, pronta per un
ricovero nel più vicino ospedale psichiatrico.
Metaforicamente parlando,
ovviamente. Se gli scherzi di Potter Uno sono idioti al limite della
demenza,
ma comunque efficaci, quelli di Al sono studiati apposta, quasi fossero
abiti
su misura, intricati ed elaborati. Alcune volte ci mette giorni a
progettarli,
e di solito il suo bersaglio preferito è il fratello, ma
quando lo scherzo è
finito, ti ritrovi sempre piegato in due dalle risate.
L’unica cosa che mi fa
uscire un po’ di testa è il suo sguardo da
scienziato pazzo quando ha
l’illuminazione per un nuovo scherzo. È veramente
inquietante.
Scor
invece
è decisamente più
atletico di lui, ma anche meno furbo. La sua furbizia è a
meno spiccata, più
semplice, ma molte
volte è proprio
questo che serve ad Al. Al Potter ha la grande capacità di
capire ciò che nessuno
capisce, ma alcune volte vede fin troppo, ed è qui che entra
in gioco Scor. La
sua è un’intelligenza semplice, senza giri di
parole, e per questo va sempre al
punto della questione. Sarà anche il fatto che è
una persona di poche parole,
ma quando parla, dice sempre cose molto equilibrate e sensate. La
maggior parte
delle volte.
È
molto
bello, una bellezza molto
più virile di quella di Al. I capelli sono biondissimi,
mentre gli occhi sono
grigio chiaro. La prima volta che l’ho visto l’ho
scambiato per un fantasma, e
ancora rido al ricordo dell’urlo che ho lanciato
sull’espresso per Hoqwarts il
primo anno.
“È
un piano meraviglioso!” sbotta
Scor indignato.
“Si,
se
volete assicurarvi un
biglietto di sola andata per Azkaban!”
La
situazione, a
grandi linee, è
questa: siamo tornati a scuola da tre giorni, e ieri, Potter Uno
(James, per
chi non l’avesse ancora capito) ed il suo gruppo di amici
dementi, hanno fatto letteralmente
saltare in aria i letti di tutti i Serpeverde del gruppo di Al e Scor,
in poche
parole tutti quelli che, incominciata la storia della guerra degli
scherzi, si
sono accodati alle gonnelle dei due. Più che altro sono loro
che fanno girare
gli scherzi durante l’anno ormai, Al e Scor si sono
specializzati da molto
tempo nel dare fastidio solo a James Potter in persona e compagnia
bella. E
naturalmente ai professori, ma se dovessi aprire questa parentesi
probabilmente
tra sette giorni sarei ancora qui a scrivere.
Così
ora,
mi ritrovo a discutere,
alle undici di sera, nella Sala Comune Serpeverde ormai vuota, la
stupidità e
pericolosità di uno scherzo del genere. Quando vorrei
decisamente essere a
dormire.
Ma
perché
mi dovevo scegliere due
migliori amici così scemi?
Perché
infondo, anche se sono dei bambini poco
cresciuti e un giorno o l’altro ti faranno saltare una
coronaria, gli vuoi
bene. Mi risponde una
vocina nella mia
testa, che assomiglia pericolosamente a quella della McGranitt.
Imbarazzante.
Giuro
che se dite a
Malfoy e a
Potter che ho anche sono pensato che gli voglio bene vi scuoio. Vivi.
È
così grifondoroso, ok? E
io sono una fottutissima Serpe, non mi perdo in
cose stupide come dimostrazioni d’affetto, intesi? Bene.
“Ma
andiamo! Quegli idioti di mio
fratello e tuo fratello ci hanno
letteralmente fatto saltare per aria i letti! Devo ancora scoprire come
hanno
fatto ad entrare qui, e giuro che quando lo scopro, gli farò
rimpiangere per
sempre il momento in cui hanno cominciato a farmi scherzi!”
esplode Al,
alzandosi da divano nero della sala comune.
Scor
lo guarda e
accenna ad un sì
con il capo, troppo preso a pensare a come hanno fatto ad entrare i
cinque
compagni di merende nella nostra Comune. Perché se
c’è una cosa sicura come il
sole che sorge ad est, è che è tutta colpa loro
se hanno dovuto dormire per
terra, arrivando poi in ritardo alla prima lezione dell’anno,
e perdendo i
primi dieci punti nella clessidra Serpeverde.
Dire
che sono
incazzati è un
pallido eufemismo.
“Lo
so,
però non potete far
saltare in aria un’aula, ok? È pericoloso, e
rischiereste di fare male a
qualcuno.” Rispondo con voce ferma.
“Ti
prego!
Dobbiamo fare
qualcosa! Ormai sono passati due giorni, e io devo
vendicarmi!”
“Lo
so,
ok? Lo so che ti devi
vendicare, l’ho capito. Però credo che far saltare
un’aula con alunni e
professori annessi sia vagamente eccessivo, non lo pensi anche tu
Albus?” gli
chiedo con occhi imploranti. Non sono proprio in grado, e non lo
sarò mai, di
sopportare una discussione con loro due dopo le nove di sera.
È
psicologicamente distruttivo.
Al
mugugna
qualcosa che assomiglia a “Coglione … letti
… ragione … intelligente”
“Al?”
chiedo speranzosa.
“Ok,
forse
hai ragione” risponde
con un grugnito. Scor sbuffa, ma abbassa la testa anche lui. Aveva una
voglia matta
di far saltare la testa a Potter Uno, tanto che non gli sarebbe
dispiaciuto
fare fuori un paio di altri studenti per il suo scopo.
“Che
ne
dite di farci una bella
dormita sopra? Scommetto che domani vi verrà in mente
un’idea malvagiamente
malvagia e tutti saremo felici, ma io ora vorrei veramente
dormire” e sbatto un
paio di volte le palpebre, sbadigliando, tanto per rendere
l’idea della
stanchezza, implorando con lo sguardo.
“Va
bene.
Però non prometto che
nella nottata non cambi idea!” dice Al, mettendo un broncio
tenerissimo.
Maturo,
veramente
molto maturo
Potter.
“Se
lo
fai, fammi un fischio. Ho
già in mente come far saltare un calderone, basterebbe solo
…” incomincia Scor,
sfregandosi una mano con l’altra, già infervorato
a spiegare il nuovo scherzo.
Ora però è troppo. Sono esattamente cinque- e
dico cinque- ore che cerco di
spiegargli che non si può, e finalmente
quando ci sono riuscita, ricominciano a parlarne? No, cazzo!
“OK,
basta! A dormire, ORA!”
incomincio a gridare, e i due si girano subito verso di me.
Con
un dito indico
la porta dei
dormitori maschili, e loro, dopo avermi lanciato uno sguardo triste, si
avviano
con le orecchie basse. Lo ammetto, ho una certa influenza sui due
decerebrati,
che spesso non esito ad usare. Poi però mi sento subito in
colpa per averli
trattati male e mi pento.
“Buonanotte!”
gli dico prima che
attraversino la porta del dormitorio, con voce vagamente dolce.
Si
girano, e mi
sorridono con due
identici ghigni. Idioti.
“’Notte,
Charlie” dicono in coro,
scomparendo verso le loro stanze. Idioti.
Sbuffando,
mi
avvicino al
dormitorio femminile, con un sorriso appena accennato sulle labbra.
È
nei
momenti come questi che amo
essere una Serpeverde. Mi guardo in giro, lanciando un ultimo sguardo
alla
Comune vuota, alle pareti di mattoni a vista, il pavimento di marmo
ricoperto
da tappeti verdi ed i divani di pelle nera. Per quanto possa sembrare
strano, a
parere mio, in questa stanza c’è un senso di
calore e famiglia che mi è mancato
durante tutta l’estate. L’enorme camino
è ormai spento, e rimane solo la brace,
che crea una strana luce nella stanza, insieme alle candele bianche dei
lampadari.
Sarà
strano, ma io, in questa
stanza buia e un po’ inquietante ci vedo una casa. Sono
così messa male?
Beh,
in fondo
è la cosa più
vicina ad una casa che io abbia mai avuto.
Mi
chiudo la porta
dei dormitori
alle spalle, andando velocemente verso la mia stanza. Dalla comune alle
stanze
bisogna prendere una scala a chiocciola, che scende per sette piani, ed
ogni
piano appartiene ad un anno. Il sesto, penultimo, è il mio.
Il fatto di avere i
dormitori nei sotterranei e non in una torre, oltre alla nostra
– tipicamente
Serpeverde – disposizione naturale alla solitudine, ci
permette di avere stanza
personali, senza dover dividere il bagno ed il letto con qualche pazza
scatenata che non ci fa dormire, e magari ci sta pure sul culo. Posso
capire
che hai Grifondoro con il loro amore per la socializzazione ed il
prossimo vada
bene, ma noi siamo Serpeverde, fieri ed indipendenti come solo gli
appartenenti
alla nostra casa sanno essere, ed avere gente che gira in mutante per
la nostra
camera ci urta leggermente i nervi.
La
mia camera
è una stanza
abbastanza piccola, con un letto a baldacchino da una piazza e mezza di
mogano,
e tanti tappeti verdi. Mentre mi infilo il pigiama, ripenso allo
scherzo
progettato dai miei amici.
Già
di
per se il fatto che
volevano far saltare un’aula dovrebbe far capire che non sono
tutti normali,
però vi posso assicurare che questa è solo la
punta dell’iceberg.
Non
so come abbiamo
fatto a
diventare amici, veramente. Io non sono il tipo che da
nell’occhio, e per
quanto sia un po’ strana anche io (ma poco poco, lo giuro),
come abbiamo fatto
a diventare amici per me è ancora un incognita.
Frequentiamo
lo
stesso anno e
siamo nella stessa casa, è vero, però non
c’entra niente con la forte amicizia
che ci accomuna. Voglio dire, anche Steve Flinny, soprannominato
dolcemente “Lo
scaccolatore”, frequenta
il mio stesso
anno ed è Serpeverde, però non è che
fra me e lui ci sia un gran rapporto.
Anzi, tecnicamente non c’è nessun
rapporto.
Forse
è
tutto incominciato il
primo giorno di scuola. Potter Uno non aveva ancora tirato la storica
cacca
bomba, e tutti eravamo tranquilli pensando che Al Potter fosse solo un
tenero,
piccolo ed innocuo bambino. E quando, la prima sera ad Hogwarts, mi si
è
avvicinato in Sala Grande, con i suoi occhioni verdi e la vocina
tremante,
chiedendomi se si poteva sedere vicino a me, per quanto a quella tenera
età
fossi già una stronza cinica, non ebbi il cuore di dirgli di
no. Non mi accorsi
neanche che fosse seguito da un bambino biondo, quello che poche ore
prima
avevo scambiato per un fantasma, e incominciammo a chiacchierare
amabilmente.
Cioè,
Al
e Scor parlavano, io mi
limitavo a mangiare e scuotere il capo ogni tanto, neanche minimamente
interessata a quello che dicevano. Ero abituata così, non mi
fregava molto di
niente, ed ero già arrabbiata per i fatti miei, quindi
pensavo che con quel
trattamento si fossero arresi e che non mi avrebbero più
rotto le palle,
lasciandomi mangiare in pace.
Ma
non avevo messo
in conto un
altro lato fondamentale del carattere di Albus Potter. La perseveranza.
Per
tutto il mese
successivo mi
seguirono ovunque, a lezione, a pranzo, in biblioteca, senza apparente
motivo,
continuando a parlare e parlare e parlare senza preoccuparsi
minimamente del mio
forzato mutismo, e alla fine mi scartavetrarono talmente le palle che
li mandai
a quel paese davanti a tutta la nostra casa.
Come
mi sia
ritrovata, dieci
minuti più tardi, a ridere come una scema sdraiata per terra
insieme agli altri
due ancora non me lo spiego, però da quel giorno ho
incominciato a dargli un
pochino più di confidenza, e un passo dopo
l’altro, sono diventati decisamente
importanti per me, fino a diventare i miei migliori amici.
E
il fatto di essere
l’unica
ragazza che rispettino, pur non vedendomi con i tipici annessi e
connessi
femminili, mi lascia lusingata.
Non
è che
siano poi dei grandi
intenditori del genere femminile, capiamoci. Però hanno
tutti e due delle
sorelle piccole e hanno capito che c’è oltre in un
essere femminile che un
sedere e due tette.
E
poi hanno anche
loro dei problemi.
Scor non va molto d’accordo con la
sua famiglia, come sua sorella, e spesso si è trovato in
disaccordo con suo
padre, specialmente per le sue frequentazioni. Non per me, io vengo da
una
delle famiglie purosangue più vecchie del mondo (non che me
ne freghi molto),
ma il fatto che sia il migliore amico del figlio del suo peggior nemico
(Dio,
che casino), lo ha fatto vagamente arrabbiare. E il fatto che sua
sorella,
Antea Malfoy, non sia Serpeverde, meraviglia delle meraviglie, ma Corvonero lo ha reso
ancora più nervoso.
Anche
Al ha qualche
problemino
con la sua famiglia. Non problemi come quelli di Scor, anzi,
però non si è mai
sentito completamente a suo agio con loro, sempre ai lati, come uno
spettatore.
Uno motivo per cui è stato smistato a Serpeverde
c’è, e per quanto ami fare
scherzi, non è mai stato un tipo caloroso, come tutti i
nostri compagni di
casa, e crede che la sua famiglia sia un po’ asfissiante.
Io
non conosco
nessuno di loro,
ma ne sono abbastanza felice. Li ho notati spesso (credetemi,
è veramente
difficile non farlo) e non li ho mai capiti. Che cosa
c’è di tanto bello in
tutto quel casino, quelle urla, quella bolgia?
E
poi sono un
migliaio, e sono
seria. Non lo so cosa mangino, però è sicuro che
i Weasley e i Potter scopano
come conigli. Sono talmente tanti che credo di non sapere neanche i
nomi di
tutti. Gli unici che riconosco a vista sono la sorella e il fratello di
Al, e
qualche Weasley.
Invidio
molto Lily Potter, la sorellina di Al.
Ci ho scambiato un paio di parole ogni tanto e mi è sembrata
veramente
intelligente. Così intelligente da farsi smistare a
Corvonero, lontana
dall’influenza dei due fratelli cerebrolesi. Non la conosco
molto, so solo che
è la migliore amica della sorella di Scor, Antea, ma niente
di più. È anche una
ragazza molto carina, con quei capelli rossi e le lentiggini su tutto
il viso.
Per
quanto riguarda
James Potter,
Potter Uno, Cazzaro o Re dei Coglioni, beh, è tutta
un’altra storia.
È
abbastanza infantile, ma anche
senza averci parlato per più di tre minuti, è la
persona che odio di più in
tutta la scuola. Sarà il fatto che sono sia nella squadra di
Quidditch di
Serpeverde sia che sono quasi sempre con suo fratello, ma sono
diventata, come
tutti gli appartenenti a queste due suddette categorie, una delle mire
preferite dei suoi scherzi. Ora, pur essendo io amante del quieto
vivere e
assolutamente contraria a qualsiasi tipo di violenza, e avendo lasciato
perdere
ogni santissima volta delegando ad Al e Scor la vendetta, non vuol dire
che io
non lo odi dal profondo del cuore da sei anni a questa parte.
James
Sirius Potter
è la persona
più irritante, rompipalle, imbecille e ignorante che io
abbia mai conosciuto e
che mai conoscerò, ne sono sicura. È
l’essere più inutile sulla faccia della
terra, seguito a ruota dei fermacarte e dai portatovaglioli. Lo
detesto, mi da
fastidio anche solo respirare la sua stessa aria. Il Re Degli Scherzi,
come è
conosciuto in tutta la scuola, è l’unica persona
capace di farmi veramente
incazzare come una iena con una sola frase. E non ho alcuna intenzione
di farmi
rovinare l’anno da lui.
Avete
qualcosa da
ridire? Problemi?
No?
BENE.
Recensioni, please!
Amo tanto tanto tanto le recensioni.
Veramente, le adddoro♥!
Mi piacerebbe sapere se la storia vi è piaciuta,
dato che ho passato due ore circa a fissare il tastino 'aggiungi una
nuova storia'.
E la storia non è finita, quindi mi piacerebbe sapere le
vostre impressioni sui personaggi,
e le recensioni mi fanno andare avanti!