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Autore: past_zonk    28/04/2011    3 recensioni
Tratto da un celebre film horror, il mio preferito, che non vi cito, però.
Voglio solo una gran bella tragedia.
-Non vi spaventa andare nel bosco?- chiese Chris, dalla poltrona rossa.
-Absolutely not.- rispose Matt, spavaldo e vanesio.
-Un po’.- fu sincero Dom.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due – La leggenda.
 
17 Agosto 1995
 
Ore 11.40
 
Matt Bellamy, capelli con doppie punte e labbra secche, camminava al sole tiepido dell’estate.
Sbadigliò e inforcò colpevolmente un paio d’occhiali scuri.
-Abbiamo le domande?- chiese Dom (che quella mattina sembrava essersi trasformato in un gallo mattutino impostando la sveglia con Walk dei Pantera, facendo bestemmiare persino Chris)
-Certo. Allora Dom, dobbiamo girare l’introduzione. Andiamo al vecchio cimitero, dovremmo camminare per un pochetto.-
Matt sbadigliò ancora e, anche se coperto dalle lenti scure, guardò arcignamente il sole. Continuarono a camminare per un po’, il sentiero era leggermente in salita e, mentre i tre ragazzi pestavano con forza il terreno, s’alzava una leggera polvere di terra rossastra.
Dopo circa un quarto d’ora arrivarono al cimitero, un’ampia distesa verde di candide lapidi.
-Ok, Dom, pronto a girare? Matt, accendi la telecamera. Wait a minute che ti passo il ‘copione’. Ok, son pronto. Matthew, visto che stai cazzeggiando da stamattina e che t’ho portato io fin qui, dato il mio perfetto et esuberante senso dell’orientamento (che rende molto macho), ora riprendi quella femminuccia di Dom e facciamola finita.- Chris sembrava impegnarsi; come sempre, dopotutto.
-Perfect, idiota, uomo delle nevi, bigfoot, nerboruto.- rispose Matthew leggermente irato, issando su una spalla la telecamera Hi-8 di Paul in 16 mm  (‘un graffio e ti stacco le palle, Matthew caro’) e osservando il puntino rosso “REC” segno dell’inconfutabile inizio delle riprese.
-Bacialo, è la prima scena.- disse Matthew porgendo a Dom il clapperboard (il ciak) e filmando il tutto. Dom rise, baciò l’attrezzo e fece cenno a Chris di partire.
-Introduzione. Ciak, via.- urlò infine Chris e Dom si passò una mano tra i capelli, recitando il copione ripetuto pochi minuti prima.
-Eccoci a Burkittsville una volta conosciuto come Blair; è un paesino tranquillo del Maryland identico a qualsiasi identico tranquillo paesino.-
Matt avrebbe poi montato alcune scene girate dall’auto caracollante di Chris, tra cui anche il cartello di benvenuto della piccola città e le immagini suggestive che stavano or ora girando, inquadrando quelle lapidi che fremevano tra il vento e i rumori della campagna in pianura.
-Qui, stranamente, nel cimitero di Burkittsvile- continuò Dominic –giacciono in maggioranza bambini, molti dei quali morti negli anni ’40-
Il biondo era davvero bravo, modulava la voce con profondità.
-Ciononostante nessuno, qui nel paese, sembra ricordarsi di questa oscura faccenda. O forse non si vuole ricordare. Ma la leggenda narra ben altro e di memoria in giro ce n’è. Scolpita nella pietra.- Chris inquadrò nuovamente quei blocchi di marmo tetri che si stagliavano sul prato. Qualche macchia di fiore vermiglio esplodeva qua e là nella distesa.
-E…stop!- urlò Chris, con un gran sorrisone stampato sul volto.
Matt interruppe la ripresa.
-Come sono andato?- chiese Dom sorridente, baciato dal sole.
-Una meraviglia, ora scendiamo al paese per qualche intervista. Abbiamo il pomeriggio libero, domani ci addentriamo nel bosco. Come sono eccitato!- disse Matt saltellando già sulla via del ritorno.
                                                                                          
 
                                                                                             *
17 Agosto 1995
 
Ore 12:35
 
La gente del luogo ricordava quella leggenda.
Matt, Dom e Chris percorsero la strada al rovescio e si ritrovarono ancora nello strano paesino, l’antica Blair.
Avevano una serie di domande da porre agli anziani e alle persone che sembravano più ‘ferrate’ sulla storia della strega.
Era una leggenda poco conosciuta e molto intrigante; pensavano di avere in pugno una storia avvincente ed un coraggio da leoni tale da addentrarsi nei boschi stregati.
-Matt, vuoi un po’ di pepsi?-
-Sì, passa.-
Dom sorrise al moro e gli passò la lattina gelida. Matt se la rigirò fra le dita, alzò le spalle e fece un lungo sorso. Collo sudato, pomo d’Adamo bene in vista, lingua sul labbro inferiore e capelli al vento.
Dom sorrise, strizzò gli occhi e passò al guardare assorto una siepe (davvero poco curata) attirando un ‘che c’è?’ di Matt e sogghignando rispondendo ‘nulla, Matt’.
Giù al paese si guardarono un po’ intorno e decisero d’entrare in un vecchio ristorante, si diceva il più antico della città, dove incontrarono un signore sulla sessantina, baffi color nuvola, occhi azzurri e rughette simpatiche ai lati degli occhi.
John Beans.
-Beh, signor Beans- iniziò Dom –siamo tre ragazzi del Devon e ci troviamo qui a Burkettsville per girare una sorta di documentario studentesco su Blair, in particolare sulla vecchia storia della strega.-
Matt da dietro aveva iniziato a riprendere, telecamera in spalla e mano ferma.
Chris, intanto, guardava assorto ora il signore, ora l’oblò di un’ipotetica cucina, da dove sgusciava un invitante odore di roast beef.
-Oh, certo, mia madre me ne parlava spesso, della leggenda: la mia generazione è cresciuta rabbrividendo tra le coperte, tremando la notte dalla paura della strega di Blair. Avete fatto bene a venire da me, ragazzi! Sono anni che raccolgo testimonianze e ne sono molto affascinato-
-Oh bene!- Dom sorrise per poi chiedere- E quando ha avuto inizio tutto ciò?-
-Beh, credo servirà sedersi. È una lunga storia.-
I tre seguirono il gioviale ristoratore fino ad un tavolo vuoto, dove Matt poggiò la telecamera fissa sul tavolo, inquadrando l’interlocutore e lanciando un’occhiata eccitata a Chris.
-Il tutto ebbe inizio, a detta di mia madre, nel 1785, proprio qui a Blair. A quei tempi c’erano poche famiglie, ne erano una ventina. Beh, nel febbraio di quell’anno, numerosi bambini accusarono una donna irlandese di nome Elly Kedward di attirarli nella sua casa per poi cavarne sangue. Kedward venne poi condannata per stregoneria e bandita dal villaggio durante un inverno particolarmente rigido, oh Cristo Santo faceva un freddo cane, diceva mia madre. Beh, tutti la diedero per morta, spacciata.-
I tre annuirono, assorti.
-Continui pure.- intervenne Dom.
-Certo. Nel novembre del 1786, un anno dopo, nel giro di qualche tempo tutti gli accusatori di Elly e la metà dei bambini del villaggio sparirono. Temendo una maledizione, tutti gli abitanti di Blair fuggirono via giurando di non nominare mai più Elly Kedward.-
Il signor Beans fece una pausa, sorrise e si scaldò la voce, tossicchiando.
-1824, nel luogo dove sorgeva Blair venne edificato il villaggio di Burkittsville. Successivamente, nell’inverno del 1890 venne pubblicato ‘Il Culto della Strega di Blair’ libro raro, solitamente considerato narrativa, il quale parlava di un intero villaggio maledetto da una strega cacciata dai suoi abitanti. –
Il tono del signore si fece più cupo, e il suo viso s’oscurò quasi.
-Nell’Agosto, di questo periodo, nel 1825, undici persone asserirono di aver visto una fanciulla undicenne, Eileen Treacle, venire afferrata e trascinata nel torrente di Tappy East da una pallida figura femminile. Nonostante l’acqua non più profonda di un metro, il suo corpo non venne mai più ritrovato. Per intere settimane dopo il fatto apparsero nel torrente strane figure di foggia umana fatte da fasci di rami di pino, e nei 13 anni successivi le acque del torrente furono perennemente intorbidate da melmosi intrichi di rami. –
Dom trattene il respiro, visibilmente spaventato; Chris e Matt avevano assunto una sorta di cruccio nell’ascoltare quella testimonianza.
-Beh, vada avanti, la prego.- chiese Chris.
-Nel Marzo del 1886 una bambina di otto anni, Robin Weaver, sparì nei boschi; si organizzò immediatamente una squadra per ritrovarla. Robin dopo poco ritornò da sé, affermando d’aver incontrato una donna che si muoveva rimanendo sollevata da terra, e che l’aveva presa per mano portandola in una casa nei boschi, e dicendole di aspettarla nel piano sotterraneo; dato che la donna non ritornava, la bambina, impaurita, era fuggita via. La squadra di soccorso venne però data per smarrita. I corpi dei cinque uomini componenti la spedizione furono rinvenuti settimane dopo presso la Roccia della Bara, vicino al torrente Tappy East, legati e sbudellati. Sui loro visi e mani erano incisi strani segni. La seconda squadra di soccorso corse allora in città a chiedere aiuto, ma al loro ritorno trovarono tracce di sangue e di funi, oltre ad un forte odore di morte nell’aria, ma nessun corpo. Storia orribile.-
-Really, my god..- commentò Matt, parlando per la prima volta.
-Beh, tra il novembre del 1940 e il maggio del 1941, cominciando da Emily Hollands, ben sette bambini furono rapiti nei dintorni di Burkittsville, terrificante. Tutto ciò fino a, più recente, 25 Maggio 1941, mia madre conobbe quell’uomo, un’eremita, Rustin Parr, si recò al mercato di Burkittsville dicendo a tutti che “è giunto al termine”. Mia madre mi descrisse un lampo di lontananza nei suoi occhi. La polizia trovò successivamente i corpi dei sette bambini scomparsi nella cantina della sua casa in mezzo ai boschi. Ogni bambino sembra essere stato ucciso secondo un rituale magico e sbudellato. I bambini, narra la leggenda, venivano uccisi in coppia. Mentre uno giaceva sul pavimento, pronto per essere torturato dalla ‘strega’ l’altro ascoltava il tutto, ma senza guardare, messo con la faccia rivolta verso l’angolo del muro; spaventoso, a pensarci mi vengono ancora i brividi. Parr confessò spontaneamente tutto, dicendo di averlo fatto per “il fantasma di una vecchia donna” che albergava nei boschi vicino alla sua casa. Parr venne dopo poco tempo condannato ed impiccato.-
Un filo di vento entrò dalla finestra. Per tutta la durata del racconto il tempo sembrava essersi dilatato, le orribili immagini formatesi nella testa dei tre ragazzi si facevano più buie. Immaginarono la strega, gli uomini squartati; tutto ciò cullati dalla profonda voce di John Beans.
-Beh, fino ad allora non ci sono più stati casi d’aggressioni o simili, diciamo solo che la zona è alquanto tetra, e nel bosco non ci va proprio nessuno, se non qualche pescatore. Di cose strane ne succedono, qui a Blair.-
-Grazie mille, signor Beans, e perdonateci per il tempo che le abbiamo rubato. Molto gentile, grazie.- Dom sorrise, meccanico, con una punta di preoccupazione.
‘Mi sembra quasi una cattiva idea, andare nel bosco. No, sono solo leggende, suvvia.’
-Grazie a voi.-
-Ah, signor Beans- disse Chris –sapete per caso dove possiamo trovare un’altra fonte? Qualche altra persona da intervistare, o qualcosa del genere? Ah, e poi a chi potremmo chiedere, per informazioni su bosco; come raggiungere la Roccia della Bara, ad esempio.-
-Oh, ragazzi miei, se fossi in voi non c’andrei, non proprio per le leggende, ma per una questione di…beh, forse sono solo credenze popolari, però io, ecco, eviterei. Comunque, stavo dicendo, potreste intervistare la vecchia Mary Brown, certo, non è molto lucida di mente, ma…potrebbe avere qualcosa da dirvi. Per quanto riguarda la foresta, beh, potreste chiedere ai pescatori. Loro conoscono bene la zona. –
-Grazie immensamente, signore.- disse Matt.
Tutti e tre gli strinsero la mano e uscirono dal ristorante.
-Wow.- disse Chris.
-Già.- sillabò Dom.
-Mitico!- esultò Matt, attirando occhiatacce funeste dai suoi compagni.
 
 
 
Spazio dell’autrice.
Mannaggia a voi, mi son spaventata scrivendo. LOOOOOL.
A parte che casa mia è molto spaziosa ergo, per estensione, soggetta a rumori e scricchiolii vari. Mio dio.
Mi son dovuta documentare molto per poter mettere insieme la leggenda completa, non sapete che strazio per me che son fifona. Però no, questo progetto m’intriga; devo finirlo (a parte le volte in cui di notte con le cuffie mi rivedevo il film, che cagarella!)
Attualmente sono stesa nel letto mezza morente, con un attacco di quella che si prospetta amaramente (ma forse sono solo ipocondriaca) appendicite o su per giù something like that. Cristo santo, borsa d’acqua calda sul ventre e laptop sulle gambe. BENE!
Beh, non sarò puntuale nell’aggiornare, purtroppo, per motivi di studio o impegni vari. Scusate, spero di far presto.
Ringrazio naturalmente le mie due perle, Nishe e Bells, belle loro, grazie per le recensioni e per il sostegno che mi date.
Vi voglio bene.
 
Beh, questo capitolo è dedicato alle mie migliori amiche, ai nostri voli, ai Subsonica, ai nostri concerti e al Primo Maggio a Roma, che pacchia che sarà, speriamo solo di guarire.  Da cosa? Beh, guarire da questa noia. Oh, siamo già guarite, chissà perché.  Siete belle come il groove di Albascura.
 
Adieu.
Silvia.
 
Ps: BELLDOM. AHUHUAHAUHUHAUHAUHA. 
   
 
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