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Autore: JoJo    28/04/2011    3 recensioni
Sono tanti i piccoli momenti che colorano una storia d'amore. A volte sono insignificanti, talmente ancorati alla quotidianità da risultare banali, altre volte invece segnano la vita di una coppia per sempre. La fortuna di Spencer Reid è che grazie alla sua memoria eidetica non ne dimenticherà mai nemmeno uno. (Raccolta di missing moments della mia raccolta 49 ways to live.)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '49 ways to live'
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[post Invisible Women]

Spencer amava il proprio lavoro. Davvero. Solo che, in momenti come quelli, quando il telefono iniziava a squillare alle due del mattino, non mancava dal chiedersi perché mai avesse deciso di diventare un profiler.
Pronto?” mugugnò, portandosi all'orecchio la cornetta.
Al contrario di ogni sua aspettativa, a salutarlo dall'altra parte del filo non c'era la voce vellutata di JJ che gli annunciava che sarebbero dovuti partire immediatamente per chissà quale Stato per lavorare a un caso che era stato portato all'attenzione dell'Unità di analisi comportamentale.

Qual è il tuo colore preferito?”
Reid allungò la mano verso il comodino e inforcò i propri occhiali, come se in questo modo potesse capire meglio quello che gli era appena stato detto “Come?”

Il tuo colore preferito.- ripeté quella voce cristallina e vivace che non riusciva ancora a riconoscere- Qual è?”
Ma chi parla?”
La voce ignorò la sua domanda, continuando a chiacchierare allegra “Personalmente lo cambio ogni mese ma oggi credo proprio che sia il viola. Pensaci bene: è un perfetto mix di colori caldi e freddi, il connubio di rosso e blu, che poi erano i miei colori preferiti il mese scorso. Direi che è il viola, quindi.”

Sei...Sei Alaska Ross?” chiese quindi Spencer, sbattendo le palpebre: aveva riconosciuto la strana pronuncia eccessivamente secca delle c e immediatamente l'aveva associata all'unica persona che conosceva che aveva sentito parlare in questo modo. La dottoressa Alaska Ross, antropologa forense, aveva mantenuto la sua promessa e l'aveva chiamato, neanche qualche giorno dopo dal loro ritorno da Baltimora.
Certo, non mi avevi riconosciuta?- ribatté la ragazza, mentre uno strano senso di realizzazione l'assaliva- Oddio, dimmi che non ho sbagliato numero. Non posso credere di averlo fatto, non di nuovo!E' che ci sono quei tre tre di fila e il dito mi va in tilt quando cerco di comporre il numero e ho già chiamato un ragazzo che studia a Georgetown e una vecchia signora di...”
No, non hai sbagliato il numero.- la interruppe il profiler, leggermente imbarazzato dall'attenzione che aveva nei suoi confronti Alaska- Sono io, Reid...uhm, Spencer.”
Meno male.- rise la giovane, per poi tornare all'argomento che l'aveva portata a telefonare- Allora, il tuo colore preferito?”
Reid aggrottò la fronte, stranito da quella domanda “Uhm...Non ne ho uno in particolare, non ci ho mai pensato prima, però...Sì, credo che il viola sia carino.”

Wow!Abbiamo lo stesso colore preferito!Non è fantastico?” trillò Ross con un entusiasmo che il ragazzo non riusciva per niente a condividere.
Sì...uhm...Sai che ore sono?”
Sì. Le due e venticinque.- rispose Alaska tempestivamente, con tono gioviale- Oh, adesso ventisei. Ti si sono rotti gli orologi in casa?”
No, è solo che...Non dormi?” domandò quindi Spencer, sempre più spiazzato dal comportamento dell'antropologa.
Dormire con un tutore al braccio è un inferno. Mi ero addormentata, ma al negozio qua sotto è scattato l'allarme e mi sono svegliata di nuovo e poi ho iniziato a pensare e mi è venuto in mente che non sapevo quale fosse il tuo colore preferito così ti ho chiamato.”
Ah.” fu tutto ciò che riuscì a ribattere, troppo assonnato per poter formulare un pensiero coerente.
E' stata una bella conversazione.- dichiarò quindi Alaska soddisfatta- Ti chiamerò ancora. Buonanotte!”
“Buonanotte...” salutò Reid, ma la parola risuonò solo all'interno della propria camera da letto.


...

Derek alzò un sopracciglio quando sentì trillare il cellulare di Reid. Il suo collega non riceveva mai telefonate. Non al lavoro, perlomeno.
Pronto?” rispose Spencer, altrettanto sorpreso da quella chiamata.
Io adoro il Natale.- proruppe una voce squillante- Non posso farci niente, so che può sembrare infantile, ma il Natale è la mia festa preferita.”
Reid fece ruotare la sedia, per nascondere la propria faccia da Morgan “Alaska?”

Non che io non ami le altre festività.- continuò a chiacchierare allegra l'antropologa- Adoro anche la Pasqua, ad esempio: la caccia alle uova in giardino è ancora una delle mie attività preferite. E anche il Ringraziamento è molto pittoresco...Ma non c'è assolutamente niente di meglio del Natale. Probabilmente è per via di Babbo Natale, della neve, gli elfi e i bastoncini di zucchero. Credo che questo amore incondizionato dipenda anche dal mio ceppo finlandese. Tu che dici?”
Il giovane genio sbatté le palpebre più volte, leggermente confuso da quella parlantina veloce e dall'argomento assurdo “Sei...sei finlandese?”

Per metà, mia mamma è nata a Lappeenranta e si è trasferita qui in America con i miei nonni quando aveva circa quindici anni.- spiegò Alaska, prima di tornare a porre la domanda iniziale- Allora, la tua festa preferita qual è?”
Direi Halloween.” convenne Spencer, dopo una breve riflessione.
Dall'altra parte del filo la ragazza proruppe in un gridolino estasiato “Oh, io adoro Halloween: la ricerca del travestimento perfetto, il trucco variopinto, il tradizionale dolcetto e scherzetto e tutti quei dolci...Sai una cosa?”

Cosa?”
Al prossimo Halloween dobbiamo assolutamente andare in giro per le strade a fare dolcetto e scherzetto insieme. Ci divertiremmo molto, che ne dici?”
Sarebbe fantastico.” mormorò Spencer con tono sognante, prima di accorgersi che la ragazza aveva già chiuso la comunicazione.

...

Reid sapeva cosa voleva dire essere un drogato.
Il modo in cui aspettava le telefonate di Alaska, il modo in cui gli sembrava che durassero sempre troppo poco e il modo in cui cercava sempre di trattenerla al telefono con qualsiasi tipo di argomento lo informavano che quelle chiamate inaspettate e folli erano la sua nuova droga.
Questa volta, però, Spencer sapeva che non sarebbe stato in grado di disintossicarsi.
Che non voleva disintossicarsi.

Pronto?” disse, rispondendo al telefono e cercando di sentire quanto gli veniva detto al di là del chiacchiericcio che rendeva rumoroso quel vagone della metropolitana.
Tu sei il primo Spencer che conosco.- lo informò Alaska con tono serio- Non è una cosa straordinaria?Voglio dire, di tutti gli Spencer del mondo io ho conosciuto te. Quindi, d'ora in poi, tu sarai una specie di metro di paragone verso tutti gli altri Spencer che incontrerò.”
Reid non poté impedire a un sorriso di allargarglisi sul volto al solo sentire quella voce “Anche tu sei la prima Alaska che conosco.”

Davvero?” domandò stupita la ragazza.
Già.- confermò Spencer, mentre si alzava per cedere il posto a sedere a una vecchietta dall'aria gentile- E considerando la scarsa diffusione di quel nome credo che sarai anche l'unica.”
Non si può mai dire nella vita.- ribatté invece l'antropologa, prima di riprendere le fila del discorso- Emily è stata la mia nona Emily, Aaron il quinto Aaron, Derek il settimo Derek e Penelope la mia seconda Penelope. David è stato il mio quarto David e ha rivalutato completamente la categoria perché a quei tempi c'era un mio compagno di scuola che si chiamava in quel modo ed era estremamente dispettoso...”
Tu ricordi i nomi di tutti quelli che incontri?” la interruppe quindi Reid, sinceramente stupito.
Certo, tu no?”
Non tutti.”
Non hai una memoria eidetica?” si informò quindi Alaska.
Reid scrollò le spalle, un po' imbarazzato per quella pecca “Sì, ma...a volte i nomi mi sfuggono.”

L'importante è che non ti sfuggano le persone.- lo rassicurò quindi Ross, e lui non poté impedirsi di immaginarla sorridente- E quelle a volte corrono davvero forte, sai?”

...

Spencer si appoggiò in vita il libro che stava leggendo e allungò la mano verso il tavolino da caffè davanti a lui per afferrare il cordless che squillava.
Pronto?”
Sono ventisette.” disse lapidaria la voce di Alaska, stranamente priva della solita vivacità.
Cosa?” domandò Reid, raddrizzandosi sulal poltrona e prestando la massima attenzione.
I cadaveri di cui ho ricostruito i tratti del volto.- continuò a spiegare l'antropologa con tono triste- Sono ventisette.”
Il profiler si morse il labbro inferiore, preoccupato per quanto l'umore della giovane influisse su di lui “Stai lavorando a un caso?”

No, sono vittime di un'epidemia di polio in un vecchio villaggio che è stato riportato alla luce da degli scavi per la costruzione di un centro commerciale fuori città.- spiegò Ross prima di affrontare l'argomento che l'aveva spinta a chiamarlo- Sono ventisette e sono state sepolte ammassate e senza nome e sono state dimenticate e non è giusto.”
Hai ragione.- concordò Reid con un sospiro- Non è giusto.”
La voce della ragazza diventò leggermente titubante “Ti va di...stare un po' al telefono con me?Potrei raccontarti la loro storia.”

Va bene, Alaska. Racconta.”

...

Rispondere al telefono era l'ultima cosa che Reid voleva fare in quel momento.
Tutto quello che voleva fare era dormire e dimenticare quella terribile giornata.
Eppure, con un sospiro stanco, si portò la cornetta all'orecchio “Pronto?”

Mi dispiace davvero tanto, Spencer.” la voce di Alaska era contrita, velata da vera tristezza.
Reid si passò stancamente una mano sugli occhi “Alaska...”

Bringman mi ha parlato del caso di Cincinnati.- spiegò quindi l'antropologa- Deve essere stata dura.”
Lo era stata. Un caso che coinvolgeva dei bambini e che si era concluso con la morte di un agente di polizia era duro. Troppo.

Sì...” esalò quindi Spencer con un filo di voce.
Siete già tornati a Washington?” si informò Ross, con tono premuroso.
Già.- borbottò, prima di scuotere la testa, sicuro di non essere in grado di tenere alcun tipo di conversazione in quel momento- Senti, mi dispiace Alaska, ma non sono dell'umore di parlare stasera...”
Se la immaginò annuire “Ti capisco.”

Ti richiamo domani, d'accordo?” propose quindi, sentendosi un po' in colpa per averla respinta così.
No, non riattaccare.” disse invece Alaska con determinazione.
Perché?”
Ti parlerò finché non ti addormenti.- gli spiegò quindi la ragazza- Non mi piace sapere che sei lì da solo dopo una giornata come questa.”
Mentre appoggiava la testa sul cuscino, senza mollare la cornetta del telefono, il primo e ultimo sorriso di quella giornata gli si allargò sul volto “Grazie, Alaska.”


Buongiorno, Spencer.” quella voce gentile nel suo orecchio era senza dubbio la migliore sveglia che potesse esistere.
Reid allungò il collo per sbirciare l'ora sull'orologio “Sei ancora al telefono?”

Volevo assicurarmi che non ti svegliassi.” spiegò semplicemente Alaska, come se stare al telefono per una notte intera con qualcuno per vegliare sul suo sonno fosse la cosa più normale del mondo.
Spencer spalancò la bocca, incerto su cosa dire. Tuttavia, non avrebbe avuto il tempo di ringraziarla per la sua premura nemmeno se avesse parlato immediatamente.

Senti, mi è venuta un'idea meravigliosa!” trillò infatti Ross.
Che cosa?”
Che ne dici di venire a trovarmi qui a Baltimora nel week-end?”
Sarebbe fantastico.” rispose sorridendo, felice come non mai per quella semplice proposta.

   
 
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