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Autore: lilyblack    28/04/2011    8 recensioni
Viktor ed Hermione, stavano insieme oramai due anni, ma lui non aveva mai perso il gusto di farle sorprese. Sperava segretamente di non perderlo mai, per non essere costretto a dimenticare quanto fossero luminosi i suoi occhi, quando accadeva qualcosa di bello*°*°* Storia scritta per il contest' Coppa delle Case' indetto sul forum da Only_me
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Vicktor/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia è stata scritta per la Coppa delle Case contest. ^^ 
i giudizi saranno lunghi e la giudice ci ha permesso di  pubblicare le storie *_* ho approfittato di questo prompt, per dilettarmi in un'altra Krumione. Tutto il resto lo trovare nello schemetto qui sotto <3



Nick Autore: Lilyblack
∙Casa: Tassorosso
∙Titolo: Sweet jealousy.
∙Personaggi: Viktor Krum, Hermione Granger, Ron Weasley, OC
∙Pairing: Viktor/Hermione
∙Genere: Introspettivo, Sentimentale.
∙Rating: giallo
∙Avvertimenti: OneShot.
∙Tema:  
Viktor Krum; 
"Tutti i moventi per l'omicidio sono riassunti esaurientemente in queste quattro parole: amore, lussuria, denaro e odio. Ti verranno a raccontare, ragazzo, che la più pericolosa è l'odio. Non crederci. La più pericolosa è l'amore." (Phyllis Dorothy James); 
Ministero della Magia; 

∙Introduzione:Viktor ed Hermione, stavano insieme oramai due anni, ma lui non aveva mai perso il gusto di farle sorprese. Sperava segretamente di non perderlo mai, per non essere costretto a dimenticare quanto fossero luminosi i suoi occhi, quando accadeva qualcosa di bello. Questa storia è, in parte, il prequel di una mia precedente Shot ''Confessione''.Si può tranquillamente leggere da sola, non ci sono necessità di collegamenti e, li dove ci fossero, ho inserito delle note.
Note dell'autore:
1= lumacone. Trascrizione fonetica da bulgaro.

2= vedasi il sequel ''Confessione''. Lui per conquistarla le declama una poesia imparata a memoria.,

3= sono tutte trascrizioni fonetiche dal bulgaro di nomignoli come 'mia stella' principessa'
4= Kraria è, nella mia immaginazione e in ''Confessione'' la loro prima figlia.


Sweet Jealousy


Londra, 13 Ottobre 1999.


Viktor ed Hermione, stavano insieme oramai due anni, ma lui non aveva mai perso il gusto di farle sorprese. Sperava segretamente di non perderlo mai, per non essere costretto a dimenticare quanto fossero luminosi i suoi occhi, quando accadeva qualcosa di bello; l'emozione che provava, per lui era paragonabile solo ad una finale di Coppa del Mondo.
Quel giorno di ottobre, in occasione del loro anniversario, era partito dall'entroterra bulgaro piuttosto presto e, dopo gli allenamenti, era riuscito a prendere la prima passaporta per Londra.
Erano anni che frequentava quei luoghi, eppure ancora riusciva a stupirsi dell'immenso ego britannico. Gli inglesi si sentivano, forse con ragione, il più grande stato magico e l'atrio del loro ministero era la prova tangibile ed architettonica di questa loro convinzione: marmi policromi e fiammate dirette ad entrate segretissime, una fontana di dubbio gusto e decine di ritratti di grandi maghi e Streghe.
Il primo pensiero che lo assaliva ogni volta che entrava nel luogo in cui lavorava Hermione, era che il ministero della magia bulgaro non splendeva un decimo, di quello che aveva attorno in quel momento.
Ogni pietra trasudava importanza, gloria e le immonde mani del peggior rosso da strapazzo della storia inglese, troppo poggiate sulla spalla della sua donna. Inizialmente fu solo il suo inconscio, a registrare la notizia, ma gli bastarono poi pochi istanti per afferrare come stava realmente la situazione.
Ronald Weasley, da lui ribattezzato colui-che-tentava-alla-sua-pazienza, era di nuovo in zona rossa, cosa che succedeva praticamente ogni volta che lo incontrava.
Lui, l'inglese, aveva notoriamente impiegato mesi ad accettare il loro legame e ancora dopo tutto quel tempo, ne era sicuro, impiegava buona parte del suo tempo libero a boicottare la loro coppia; lo immaginava come un piccolo verme disposto ad aspettare anche secoli intorno alla stessa mela, pur di averla.
Riservato ed intimamente passionale, Viktor non era mai stato geloso di qualcuno o qualcosa, come lo era della sua ''piccola britannica''. Lei era la sua scintilla di vita e aveva fatto per lei cose che non pensava avrebbe mai affrontato in tutta la sua vita; aveva perfino imparato l'inglese, per poter capire la lingua in cui lei parlava tutti i giorni.
Ogni bella canzone sembrava parlasse di loro ed ogni boccino era dedicato a lei; vedere quel gol okhlyuv (1) travestito da amico, sussurrarle cose divertenti, gli faceva ribollire il sangue nelle vene.
Per lei avrebbe ucciso, rispolverato le arti oscure o imparato metodi di lotta babbana. Era strano, per un orso come lui, essere pronto a tutto per qualcuno al di fuori di se stesso.

"Tutti i moventi per l'omicidio sono riassunti esaurientemente in queste quattro parole: amore, lussuria, denaro e odio. Ti verranno a raccontare, ragazzo, che la più pericolosa è l'odio. Non crederci. La più pericolosa è l'amore."

Suo zio, impunito dongiovanni, propinava spesso questa risposta, a giustificazione delle numerose risse dalle quali lui e suo padre dovevano andare a ripescarlo, durante gli anni della propria infanzia, tra le montagne bulgare. Per anni aveva considerato tutto quello un mucchio di fandonie, ma il colpo al cuore che gli provocavano scene come quella, riuscivano quasi a farlo ricredere.

Guardarli gli risultava faticoso, seppure la parte razionale del suo cervello sapeva, a momenti alterni, che non stava succedendo niente tra di loro.
Stavano semplicemente parlando, eppure gli sembravano sussurri di amanti.
Stavano semplicemente ridendo, ma ogni risata era come un idillio spiato dalle sue orecchie.
Lui le poggiava la mano sulla spalla semplicemente per attirarne l'attenzione, eppure ogni centimetro di pelle gli sembrava impegnato in un'avance sessuale.

Odiava quella situazione e malgrado ciò, non tutti gli uomini compresi nel raggio di un chilometro da Hermione gli facevano quell'effetto; era in ottimi rapporti con Harry, tanto che spesso si allenavano insieme. Non sapeva se essere consolato di questa sua selettività, oppure considerarla come la prova inconfutabile della sua follia.
Hermione gli ripeteva in continuazione che erano entrambi come fratelli, per lei, ma lui non poteva dimenticare cos'era successo, la sera che aveva capito di amarla.
Vederla litigare con lui e vederla fuggire erano state quasi una cosa sola, dietro di lei era rimasta solo un'illusione del suo splendido abito color glicine; il pensiero che soffrisse per una parola cattiva di quel pel di carota a cui tanto era legata, gli fecero esplodere l'istinto di seguirla, proteggerla e consolarla.
Tutto quello che veniva dopo era confuso, nella sua memoria, ma ricordava perfettamente quelle poche frasi in inglese che era riuscito a declamare (2) e quanto si era sentito debole quando l'aveva baciata, per non essere riuscito a resistere un po' di più.
Vederla scappare era stato uno dei momenti più brutti della sua facile vita e da quel giorno, fra lui e la piattola si era instaurata una tacita guerra, in cui il premio finale era unico e consisteva nell'essere liberi di amarla. Nonostante il tempo avesse dimostrato che era lui, il vincitore, non gli era mai passato del tutto il timore che lui potesse portargliela via. I momenti in cui la sapeva con lui erano sempre momenti di agonia, per lui.

''VIKTOR!!!''

La sua voce, lo tirò fuori dalle sue elucubrazioni.
Succedeva sempre così, lui si estraniava dal mondo e a lei toccava risvegliarlo; quella dello sportivo burbero e della ragazza sveglia era un po' la loro fiaba.

Lasciò che lei gli si agganciasse al collo, felice per la sorpresa e poi affondò il viso nei suoi capelli, inspirando il profumo della pozione che usava per lavarli.
Abbracciarla era sempre come tornare a casa, un'esperienza di ritorno che lo liberava da ogni fatica e rendeva tutto più bello, quasi elegiaco; guardare dal di sopra delle sue spalle minute, il volto livido di Ronald Weasley dava poi un certo valore aggiunto, alla situazione.

'Sono così felice, che tu sia qui...'

Quel suono che produceva la sua voce, quel vibrato un po' commosso di chi ha ricevuto qualcosa di bello ed inaspettato, lo ripagava di tutto.

'Per te questo ed altro, lyubov.(3)'
'Andiamo a pranzo? Ron, ti dispiace se noi rimandiamo?'

Vedere l'altro deglutire prima di rispondere, in lieve imbarazzo e visibilmente contrariato, gli fece prendere una decisione istintiva, come spesso gli capitava.

'Può venire anche Ronald, se vuole...'

Quando era felice si sentiva magnanimo e sapere che lei amava lui, e che magari un giorno si sarebbero sposati, cancellava dalla sua mente quasi tutti i propositi omicidi.


'Buona notte papà...'

'Buona notte, Kraria(4)...'

'grazie per la storia...'



In Bulgaria era già freddo, ma a volte Hermione faceva tardi a lavoro e lui si dilettava a raccontare storie alla loro bambina, di soli quattro anni.

Kraria aveva dimostrato fin da subito, un carattere molto forte e un grande giudizio: amava spudoratamente lo zio Harry, mentre trattava con sufficienza '' il fratello di zia Ginny''.

Colei che era sua moglie non si capacitava del perché e lui si guardava bene, per la salvaguardia della tranquillità coniugale, dal dirle che tono avessero le favole che raccontava alla loro primogenita, quando lei restava a lungo a lavoro.

Quei momenti erano qualcosa di intimo e tenero, un segreto tra padre e figlia assolutamente innocente, dal suo punto di vista, nonostante suo cugino avesse detto, tempo addietro, che era un modo subdolo di tirarla dalla sua parte.



Raramente si sentiva in colpa e quella non era certamente un'occasione capace di gravargli quel peso sulle spalle; una favola, dopotutto, non poteva farle male e lui aveva la coscienza pura come quella di un neonato, non faceva niente di male.



'Papà, domani mi racconti di quando Ronald ha fatto esplodere il laboratorio dello zio George??'

' Va bene, Printsesa(3), ora dormi però..'



Evitare di disilludere sua figlia, non faceva di lui una persona gelosa, ma semplicemente un ottimo padre.



   
 
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