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Autore: Feel Good Inc    29/04/2011    5 recensioni
{ I classificata nel contest 'Come in un CD' indetto da KeR e JunKo, giudicata da Fe85 e syssy5 }
Quando era con Matt, Misa dimenticava completamente di essere il secondo Kira.
Quando era con Misa, Mail Jeevas dimenticava completamente di essere Matt.
Senza Matt, Mello non riusciva neppure a ricordare cosa significasse essere Mihael.

“Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera...” (A. Schopenhauer)
{ Mello/Matt/Misa }
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Misa Amane | Coppie: Matt/Mello, Matt/Misa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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track 02 ♪ The Way You Make Me Feel

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25 dicembre 2012, ore 20:45

Preludio ~ I swear I’m keeping you satisfied ‘cause you’re the one for me

 

 

Misa Amane si picchiettò un’unghia curatissima sulla guancia, studiando con occhio critico il risultato dei suoi sforzi. Sorrise. Aveva fatto un ottimo lavoro.

Light non aveva molto tempo per lei, tra le indagini e il quaderno e tutto il resto. Ma oggi sarebbe stato diverso. Oggi era un giorno speciale. Era il giorno di Natale ed era anche il compleanno di Misa. Light sarebbe stato felice di trascorrere un po’ di tempo con lei; niente sarebbe riuscito a distrarlo dalle sue premurose attenzioni, quella sera, neppure il Death Note.

Si complimentò ancora una volta con se stessa: l’atmosfera era calda e luminosa; il grande albero addobbato accanto al caminetto scintillava dei riverberi delle candele accese; alle pareti e alle porte, il vischio sembrava sorridere delle proprie allettanti promesse. Era perfetto per il loro primo Natale insieme. E per il compleanno di Misa-Misa. E per Light, soprattutto per Light.

Sospirò di piacere e si lasciò cadere seduta sul divano. Accarezzò con dolcezza lo schienale: lì, proprio in quel punto, Light aveva premuto la schiena mentre lei lo baciava – molte e molte volte, ma mai abbastanza. Accostò il viso al rivestimento freddo e morbido, chiuse gli occhi e inspirò il profumo di pelle, quella sintetica e quella del suo uomo.

Misa Amane aveva venticinque anni. A quell’età le donne avevano già smesso da un pezzo di credere nel principe azzurro. Lei no. Perché lei lo aveva trovato: il suo principe, il suo re, il suo dio. Non passava giorno che Misa non ringraziasse la buona stella che le aveva concesso di incrociare la strada di Light Yagami. Era cominciato tutto con un quaderno nero caduto da un cielo dello stesso colore; e ora eccola lì, futura moglie di Kira, della giustizia fatta persona e del salvatore della sua esistenza. La vita poteva essere meravigliosa.

Rise da sola, lasciandosi cadere distesa sul divano e abbracciando forte un cuscino. Proprio così: Kira – no, Light era la cosa più bella che avesse mai avuto. Avrebbe fatto tutto quanto in suo potere pur di renderlo felice. Poco importavano quelle cosette quali il pericolo, le avversità di Rem, l’impegno di Light nella sua duplice identità di capo della polizia e di giustiziere dei malvagi; niente sarebbe riuscito a porsi tra loro, niente le avrebbe mai impedito di amarlo con tutta la devozione che gli doveva. Misa non era mai stata felice come da quando aveva incontrato il suo dio.

Era tutto merito suo se, da cinque anni a quella parte, lei riusciva di nuovo a sorridere.

L’espressione sognante si attenuò un pochino a quel pensiero. Nonostante tutto, c’erano ancora dei momenti in cui pensare ai suoi genitori diventava doloroso. Le succedeva soprattutto quando restava sola, come adesso – quando non c’era Light a farla sentire al sicuro.

Si alzò dal divano. Stringendo ancora al petto il cuscino, a piedi nudi si diresse lentamente alla libreria, alla parete opposta del soggiorno che questa sera era così accogliente. Il volume che cercava era nell’ultimo scaffale, un po’ defilato alla vista.

Lo prese con un sorriso mesto e tornò a sedersi senza fretta, aprendolo delicatamente sulle ginocchia fasciate dagli eleganti pantaloni neri.

I visi sorridenti della sua famiglia le augurarono un buon compleanno e un buon Natale.

Misa quasi non si rese conto del passare dei minuti, girando piano quelle pagine che da anni interi non si concedeva di guardare con serenità. Finché le fotografie cambiarono e si trasformarono in quelle più recenti del suo viso di giovane donna vicino a quello imperscrutabile di Light.

Light non sorrideva mai, nelle foto. Beh, non che lo facesse molto spesso anche nella vita di tutti i giorni. Ma restava ad ogni modo bellissimo – e Misa si sdilinquì davanti alle ultime pagine dell’album, riprendendo a chiedersi smaniosa quanto tempo mancasse al ritorno a casa del suo fidanzato. Fidanzato. Che parola armoniosa.

La cena era in caldo – fatta recapitare apposta per loro, intendiamoci: cose estremamente ricercate – e le candele ondeggiavano silenziose. C’era persino la musica giusta, una collezione di pezzi romantici scelti appositamente da lei per la serata. Perfetto, tutto perfetto. Non mancava che Light.

Immersa nei suoi sogni ad occhi aperti, di colpo sentì girare la chiave nella toppa.

Saltò su con uno squittio eccitato; l’album cadde sul tappeto con un tonfo morbido, mentre il cigolio soffocato della porta d’ingresso precedeva la voce che aspettava.

« Sono a casa. »

Misa gli volò incontro in uno svolazzo biondo di profumo. « Bentornato, tesoro! »

Light si chiuse la porta alle spalle e si chinò subito a togliersi le scarpe. Non l’allontanò, ma neppure diede segno di voler approfondire quel contatto. Aveva addosso la solita stanchezza contenuta, quella che ogni sera lo accompagnava a casa verso un lavoro più oneroso ancora; da che erano andati a vivere insieme, non l’aveva mai visto tornare da lei con un’espressione rilassata. Ma andava bene così. Le bastava che fosse lì.

« Andrò a fare una doccia e poi penserò subito al Death Note. »

Lui non la chiamava mai ‘tesoro’. Non l’aveva mai chiamata neppure ‘Misa-Misa’. Light era distaccato, maturo: e a lei stava bene, certo, perché lui era Light.

« Ma » obiettò tuttavia, « è la sera di Natale. Il Death Note potrà aspettare per qualche ora! Hai bisogno di riposare, Light... »

E Misa già gli si accoccolava addosso, mormorandogli premurosa la sua voglia di farlo stare bene, ma Light si accigliò e la folgorò con quel suo sguardo gelido che così tante volte – oh, Misa-Misa, che cosa orribile da pensare del tuo Light! – la faceva sentire una vera stupida.

« Rilassarmi? » Ogni volta che voleva rimproverarla per qualcosa abbassava la voce in quel tono tanto privo d’inclinazioni. Misa avrebbe preferito sentirlo urlare, forse. « Onestamente non capisco cosa ti passi alle volte in quella testolina. Ti prego di concentrarti. Ho rifiutato l’invito a cena di mia madre e mia sorella. E ho costretto la task-force a lavorare persino oggi, pur di coprire le mie ricerche su dove si trovi quel maledetto N. Secondo te, potrei tralasciare il Death Note soltanto per una futile, banale festività come il Natale? Certo che no. E neppure tu dovresti farlo. »

Misa lo guardò sconcertata. Sì, sapeva che era estremamente rigoroso nella sua missione purificatrice, ed era sempre stata d’accordo con lui – però aveva pensato... Aveva sperato...

Light si era già incamminato lungo il corridoio che conduceva alla loro stanza, ignorando la debole protesta che doveva essersi dipinta nello sguardo di lei.

« Ma... » tentò ancora una volta, consapevole che non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea. « I regali... La cena... »

Le parlò senza voltarsi. « Non ho fame. Ti ho già detto che ho solo bisogno di una doccia. Se più tardi dovessi aver bisogno di me, mi trovi in camera. »

Misa rimase immobile, nel suo abitino nero succinto e festaiolo, una porta chiusa alle spalle e un corridoio vuoto di fronte. Sentiva Rem sbuffare chissà dove, contrariata, da qualche parte in quel silenzioso appartamento. Anche la musica si era interrotta.

Misa Amane amava incondizionatamente Light Yagami. Soltanto, qualche volta capitava che Light Yagami non la facesse sentire né stupida né al sicuro – soltanto terribilmente vuota.

In silenzio, ricacciando indietro con ostinazione un paio di lacrime più cocciute di lei, s’impose di pensare che Kira non poteva concedersi del tempo inutile. E tornò tristemente a sedersi accanto al caminetto [sotto quell’albero festoso di cui lui non si era neppure accorto] perché le fiamme scacciassero via un po’ di quel gelo che le era penetrato sottopelle sotto il suo sguardo.

Non si era neanche ricordato del compleanno di Misa-Misa.

 

 

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Secondo capitolo: ovvero, di come tutto iniziò. Spero di aver reso bene il duplice atteggiamento di Misa nei confronti di Light, che ama ma dal quale si sente continuamente umiliata: è unicamente in vista di questa riflessione che oso scrivere su di lei – perché se mi limitassi a considerare solo il suo lato fanatico, beh, temo che Misa Amane non rientrerebbe mai nelle mie storie. Fortunatamente per lei(?), ho cominciato a pensare che sotto quella facciata frivola ci sia qualcosa in più.

Ringrazio all’infinito Chandrajak per aver aggiunto questa storia alle preferite, syssy5 per averla aggiunta alle ricordate, e sadie_ per averla aggiunta alle seguite – e naturalmente tutti i lettori e recensori *^* Tanta fiducia mi onora.

Prestissimo il terzo capitolo e l’entrata in scena di Matt ;)

Aya ~

 

Credits: The way you make me feel, © Michael Jackson

   
 
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