track 02 ♪ The
Way You Make Me Feel
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25 dicembre 2012, ore 20:45
Preludio ~ I swear I’m keeping you satisfied
‘cause you’re the one for me
Misa Amane si
picchiettò un’unghia curatissima sulla guancia, studiando con
occhio critico il risultato dei suoi sforzi. Sorrise. Aveva fatto un ottimo
lavoro.
Light non aveva molto tempo per lei, tra le indagini e il
quaderno e tutto il resto. Ma oggi sarebbe stato diverso. Oggi era un giorno speciale.
Era il giorno di Natale ed era anche
il compleanno di Misa. Light sarebbe stato felice di
trascorrere un po’ di tempo con lei; niente sarebbe riuscito a distrarlo
dalle sue premurose attenzioni, quella sera, neppure il Death Note.
Si complimentò ancora una volta con se stessa:
l’atmosfera era calda e luminosa; il grande albero addobbato accanto al
caminetto scintillava dei riverberi delle candele accese; alle pareti e alle
porte, il vischio sembrava sorridere delle proprie allettanti promesse. Era
perfetto per il loro primo Natale insieme. E per il compleanno di Misa-Misa. E per Light, soprattutto per Light.
Sospirò di piacere e si lasciò cadere seduta
sul divano. Accarezzò con dolcezza lo schienale: lì, proprio in
quel punto, Light aveva premuto la schiena mentre lei lo baciava – molte
e molte volte, ma mai abbastanza. Accostò il viso al rivestimento freddo
e morbido, chiuse gli occhi e inspirò il profumo di pelle, quella
sintetica e quella del suo uomo.
Misa Amane aveva venticinque anni. A quell’età le
donne avevano già smesso da un pezzo di credere nel principe azzurro.
Lei no. Perché lei lo aveva trovato: il suo principe, il suo re, il suo
dio. Non passava giorno che Misa non ringraziasse la
buona stella che le aveva concesso di incrociare la strada di Light Yagami. Era cominciato tutto con un quaderno nero caduto da
un cielo dello stesso colore; e ora eccola lì, futura moglie di Kira, della giustizia fatta persona e del salvatore
della sua esistenza. La vita poteva essere meravigliosa.
Rise da sola, lasciandosi cadere distesa sul divano e abbracciando
forte un cuscino. Proprio così: Kira –
no, Light era la cosa più
bella che avesse mai avuto. Avrebbe fatto tutto quanto in suo potere pur di
renderlo felice. Poco importavano quelle cosette quali il pericolo, le
avversità di Rem, l’impegno di Light nella sua duplice
identità di capo della polizia e di giustiziere dei malvagi; niente
sarebbe riuscito a porsi tra loro, niente le avrebbe mai impedito di amarlo con
tutta la devozione che gli doveva. Misa non era mai
stata felice come da quando aveva incontrato il suo dio.
Era tutto merito suo se, da cinque anni a quella parte, lei
riusciva di nuovo a sorridere.
L’espressione sognante si attenuò un pochino a
quel pensiero. Nonostante tutto, c’erano ancora dei momenti in cui
pensare ai suoi genitori diventava doloroso. Le succedeva soprattutto quando
restava sola, come adesso – quando non c’era Light a farla sentire
al sicuro.
Si alzò dal divano. Stringendo ancora al petto il
cuscino, a piedi nudi si diresse lentamente alla libreria, alla parete opposta
del soggiorno che questa sera era così accogliente. Il volume che
cercava era nell’ultimo scaffale, un po’ defilato alla vista.
Lo prese con un sorriso mesto e tornò a sedersi senza
fretta, aprendolo delicatamente sulle ginocchia fasciate dagli eleganti pantaloni
neri.
I visi sorridenti della sua famiglia le augurarono un buon
compleanno e un buon Natale.
Misa quasi non si rese conto del passare dei minuti, girando
piano quelle pagine che da anni interi non si concedeva di guardare con
serenità. Finché le fotografie cambiarono e si trasformarono in
quelle più recenti del suo viso di giovane donna vicino a quello
imperscrutabile di Light.
Light non sorrideva mai, nelle foto. Beh, non che lo facesse
molto spesso anche nella vita di tutti i giorni. Ma restava ad ogni modo
bellissimo – e Misa si sdilinquì davanti alle ultime pagine dell’album,
riprendendo a chiedersi smaniosa quanto tempo mancasse al ritorno a casa del
suo fidanzato. Fidanzato. Che parola
armoniosa.
La cena era in caldo – fatta recapitare apposta per
loro, intendiamoci: cose estremamente ricercate
– e le candele ondeggiavano silenziose. C’era persino la musica
giusta, una collezione di pezzi romantici scelti appositamente da lei per la
serata. Perfetto, tutto perfetto. Non mancava che Light.
Immersa nei suoi sogni ad occhi aperti, di colpo
sentì girare la chiave nella toppa.
Saltò su con uno squittio eccitato; l’album
cadde sul tappeto con un tonfo morbido, mentre il cigolio soffocato della porta
d’ingresso precedeva la voce che aspettava.
« Sono a casa. »
Misa gli volò incontro in uno svolazzo biondo di profumo.
« Bentornato, tesoro! »
Light si chiuse la porta alle spalle e si chinò
subito a togliersi le scarpe. Non l’allontanò, ma neppure diede
segno di voler approfondire quel contatto. Aveva addosso la solita stanchezza
contenuta, quella che ogni sera lo accompagnava a casa verso un lavoro
più oneroso ancora; da che erano andati a vivere insieme, non
l’aveva mai visto tornare da lei con un’espressione rilassata. Ma
andava bene così. Le bastava che
fosse lì.
« Andrò a fare una doccia e poi penserò
subito al Death Note. »
Lui non la chiamava mai ‘tesoro’. Non
l’aveva mai chiamata neppure ‘Misa-Misa’.
Light era distaccato, maturo: e a lei
stava bene, certo, perché lui era Light.
« Ma » obiettò tuttavia, « è
la sera di Natale. Il Death Note potrà aspettare per qualche ora! Hai
bisogno di riposare, Light... »
E Misa già gli si
accoccolava addosso, mormorandogli premurosa la sua voglia di farlo stare bene,
ma Light si accigliò e la folgorò con quel suo sguardo gelido che
così tante volte – oh, Misa-Misa, che
cosa orribile da pensare del tuo Light! – la faceva sentire una vera stupida.
« Rilassarmi? » Ogni volta che voleva
rimproverarla per qualcosa abbassava la voce in quel tono tanto privo
d’inclinazioni. Misa avrebbe preferito sentirlo
urlare, forse. « Onestamente non capisco cosa ti passi alle volte in
quella testolina. Ti prego di concentrarti. Ho rifiutato l’invito a cena
di mia madre e mia sorella. E ho costretto la task-force a lavorare persino
oggi, pur di coprire le mie ricerche su dove si trovi quel maledetto N. Secondo
te, potrei tralasciare il Death Note soltanto per una futile, banale
festività come il Natale? Certo che no. E neppure tu dovresti farlo.
»
Misa lo guardò sconcertata. Sì, sapeva che era
estremamente rigoroso nella sua missione purificatrice, ed era sempre stata
d’accordo con lui – però aveva pensato... Aveva sperato...
Light si era già incamminato lungo il corridoio che
conduceva alla loro stanza, ignorando la debole protesta che doveva essersi
dipinta nello sguardo di lei.
« Ma... » tentò ancora una volta,
consapevole che non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea. « I
regali... La cena... »
Le parlò senza voltarsi. « Non ho fame. Ti ho
già detto che ho solo bisogno di una doccia. Se più tardi dovessi
aver bisogno di me, mi trovi in camera. »
Misa rimase immobile, nel suo abitino nero succinto e festaiolo,
una porta chiusa alle spalle e un corridoio vuoto di fronte. Sentiva Rem sbuffare
chissà dove, contrariata, da qualche parte in quel silenzioso
appartamento. Anche la musica si era interrotta.
Misa Amane amava incondizionatamente Light Yagami.
Soltanto, qualche volta capitava che Light Yagami non
la facesse sentire né stupida né al sicuro – soltanto
terribilmente vuota.
In silenzio, ricacciando indietro con ostinazione un paio di
lacrime più cocciute di lei, s’impose di pensare che Kira non poteva concedersi del tempo inutile. E
tornò tristemente a sedersi accanto al caminetto [sotto
quell’albero festoso di cui lui
non si era neppure accorto] perché le fiamme scacciassero via un
po’ di quel gelo che le era penetrato sottopelle sotto il suo sguardo.
Non si era neanche ricordato del compleanno di Misa-Misa.
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Secondo
capitolo: ovvero, di come tutto iniziò. Spero di aver reso bene il
duplice atteggiamento di Misa nei confronti di Light,
che ama ma dal quale si sente continuamente umiliata: è unicamente in
vista di questa riflessione che oso scrivere su di lei – perché se
mi limitassi a considerare solo il suo lato fanatico,
beh, temo che Misa Amane non rientrerebbe mai nelle
mie storie. Fortunatamente per lei(?), ho cominciato a pensare che sotto quella
facciata frivola ci sia qualcosa in più.
Ringrazio
all’infinito Chandrajak per aver aggiunto
questa storia alle preferite, syssy5 per averla aggiunta alle ricordate, e sadie_ per averla aggiunta alle seguite – e
naturalmente tutti i lettori e recensori *^* Tanta fiducia mi onora.
Prestissimo
il terzo capitolo e l’entrata in scena di Matt ;)
Aya ~
Credits: The
way you make me feel, © Michael Jackson