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Autore: My_Angel_Gabriel    29/04/2011    0 recensioni
Mi sono sempre sentito molto solo,ricordo che da piccolo mi ritrovavo a piangere senza motivo aggrappando una coperta,non sapendo chi fossi. Ma speravo,anzi,ho sempre saputo che da qualche parte del mondo c'era una risposta a tutto questo,e prima o poi sarebbe arrivata.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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4.Solo lui

 

Il suo respiro, il mio. Il mio cuore, il suo. La mia testa annebbiata,vuota. Come adesso.

Mi passano dei piccoli flash per la testa mentre fisso attonito il foglietto. Ma perché allora non mi ha cagato tutto il giorno? Perché si è comportato così... strano con me.

E soprattutto, anche lui ha le crisi come le ho io? Poi la scritta ''Grazie''… ma di cosa? Di averlo abbracciato, di aiutarlo a scuola, dell'accendino? Di cosa “grazie”? Non ci capisco più un cazzo.

Metto il foglietto in tasca, prendo il pacchetto di sigarette e afferro con i denti una Marlboro, me la accendo e vado a stravaccarmi sul divano. Penso e ripenso a tutto ciò che è successo stamattina, poi penso di più a lui… mi vengono in mente i suoi occhi, così penetranti dentro di me… che giocano con i miei pensieri, mi entrano dentro senza chiedere il permesso e provocano delle reazioni. Mi viene in mente il suo dolcissimo sorriso, e subito dopo immagino i suoi occhi socchiudersi un po’, e la sua lingua che sposta il labret, e mi ritrovo a tormentarmi l'orlo della maglietta; con una mano tengo la sigaretta, con l'altra accarezzo la pelle sopra il tatuaggio a forma di stella, poi penso a come sarebbe bello baciarlo… e la mia mano scende sempre di più, lentamente. Tiro l'ultima boccata, sento il fumo entrare e pizzicarmi la gola, poi lo sputo fuori e spengo velocemente la sigaretta nel posacenere di fianco; continuo a massaggiarmi sopra i boxer. Lo voglio, lo desidero, come non ho fatto mai. Voglio assaporare quella lingua, voglio spogliarlo e baciare ogni centimetro del suo corpo, voglio scoprire tutto di lui, sia dal punto di vista materiale che personale. Voglio spogliarlo della sua aria misteriosa e capire, mi sta nascondendo qualcosa... Mi afferro il pene e me lo stringo un pochino, piano piano mi accarezzo immaginando che sia il suo… chiudo gli occhi e mi concentro, ed entro poco tempo è già in erezione.

Con una mano afferro lo schienale del divano e mi aggrappo al bordo di esso, poi spingo di più il bacino e comincio a pompare velocemente, disperatamente. Penso a come sarebbero belli i nostri corpi avvinghiati, a come sarebbe bello essere uniti, in tutto e per tutto. Poi spalanco gli occhi, fisso il soffitto, e vengo con un gemito. Sono sudato… e sorrido. Mi rimetto in ordine ma non prima di aver leccato e pulito ogni singolo dito della mia mano, mi piace, tanto. Mi piace quello che faccio, mi piace quello che sono.

Poi giro la testa e guardo l'orologio. Cazzo, devo muovermi.

Vado in bagno..mi gira un pochino la testa,succede spesso dopo che mi masturbo..ma ormai ci ho fatto l'abitudine,anche se dovesse venirmi un'emicrania fulminante ogni volta non rinuncerei per niente al mondo a farlo..ci sta. mi sfogo..mi piace.. mi rilassa. è un po’ come mangiare i cioccolatini.. ti piace farlo, lo fai. Punto.

Una bella pisciatina, poi mi lavo le mani e mi guardo allo specchio. Sono veramente un bel figo. No, seriamente: mi fisso da solo e mi rendo conto di quanto il mio sguardo sia ipnotico… starei ore e ore allo specchio, ma ora non è il momento.

Mi do una ripassata al trucco poi vado in camera, mi cambio i boxer che erano messi un po’ maluccio, prendo la Luisa a bauletto, ci metto le chiavi, sigarette, specchietto, portafogli e il disegno: devo farlo vedere assolutamente al manzo. Come ultima cosa cellulare e I-pod. Spengo tutte le luci ed esco.

Giusto per darmi un po’ di carica -le seghe mi procurano spesso un po’ di sonnolenza, sapete com'è... ahahaah!-  seleziono una canzone di Anastacia, “welcome to my truth”, e proseguo verso il viale, canticchio con il labiale e mi perdo nel mio mare di castelli, quand'è quasi finita sono già arrivato. Vedo Giò stravaccato su una panchina con la borsa della palestra a fianco che fuma, non chiedetemi cosa, ma sicuro non è tabacco.

Mi guarda attentamente mentre avanzo verso di lui, con uno strano sorrisino. Io mi avvicino per dargli un bacio sulla guancia ma gli rubo la canna dalle labbra e me la porto alle bocca, lui balza di scatto in avanti.

-Ma che cazz… ahò!-.

-Antipatico! Ti fai sta roba quando sei senza di me!- aspiro lentamente fissandolo e lui, sorride. che begli occhi che ha… un attimo! Ma è... Maria! Spalanco gli occhi e gli do un pattone sulla spalla.

-Brutta merda, non dirmi niente che hai la roba buona, eh!-.

Lui ride come un'idiota e io mi siedo a fianco a lui, me la ruba di nuovo e fa un'altro tiro.

Mi lecco le labbra, dio sono in paradiso....

Ce la fumiamo un tiro per uno e fissiamo davanti a noi, poi ci guardiamo.

Guardo i suoi occhi verdi un po’ ingrossati, e la sua faccia da idiota, da pesce lesso, i capelli con la riga in mezzo, come uno sfigato. Mi ricorda quel coglione che suona il basso nei Tokio Hotel. Presente? Ecco, uguale, ecco a chi assomiglia!

E poi scoppiamo tutti e due a ridere senza motivo, come dei coglioni. Dovremmo smetterla di fumare così però, sarebbe l'ora.

-Giò ti devo parlare…-.

-Dimmi Bì!-.

-Anzi, ti faccio direttamente vedere.- prendo la borsa e tiro fuori il foglietto.

-Cos'è?- chiede curioso mentre lo apro.

-Oh, wow! Cos'è?-.

-Allora, questa mattina... io e Tom ci siamo abbracciati.-.

Lui spalanca gli occhi.

-No Bì, cioè: tu non te regoli, l'hai conosciuto IERI, e già ce stai a provà così spudoratamente?-.

Così dopo aver sospirato gli racconto tutto per filo e per segno…  e poi abbasso la testa.

-Oh, Bill? Cosa c'è? Dovresti essere contento, è evidentemente interessato a te! E tu lo sei a lui, cosa c'è?-.

-Io... non lo so, è come se mi nascondesse qualcosa… Ho paura. C'è qualcosa in lui che non mi convince.-.

-Dio Bill, sei proprio un gay.-.

-Che scoperta!.,

-No, nel senso sei come le femmine! Ti preoccupi, ti fai tremila castelli... Dio, ma viviti sta cazzo di vita!-.

-Ma lo so! È che boh… ho paura.-.

-Di cosa?-.

-Io... l'hai detto tu, sono solo un gay.-.

-E quindi? Sei una delle cose più belle che abbia mai visto! Tu fai diventare froci anche quelli che non lo sono, cazzo! Se te lo vuoi fare, basta che lo decidi tu; sai che ci riesci benissimo!-.

E a quel punto sorrido, per poi scoppiare a ridere.

-Ahahaha! Ma dai, sono così zoccola?-.

-Abbastanza! Ma fidati: va benissimo…- e mi fa un sorrisetto strano, che non so interpretare.

-Giò, ma tu… sei etero?-.

Lui alza le sopracciglia -Matu cosa dici?-.

-No, perché quello sguardo… boh, per un attimo ho pensato… quindi sei etero… e non ci vai con gli uomini, e quindi anche tom…-.

-Dio mio, Bill! Io a te se non ti volessi bene te l'avrei già sbattuto in gola! E ti assicuro che mi piace la figa!- sta praticamente urlando e una vecchietta con il cane ha tirato il guinzaglio violentemente al suo barboncino che ci guardava curioso.

-Sally, viè qua! Nun sta a sentì sti du zozzi, ahò! Nnamo a casa, và!- prende il cane in braccio, ci lancia un'occhiata di disprezzo e se ne va.

Scoppiamo a ridere di nuovo.

-È colpa tua, cazzo! Ma devi sempre gridare?.,

-È che mi stavo fomentando! È una cosa che volevo dirti da tempo, Bill: tu sei… bellissimo.-.

E non ce la faccio: gli salto in braccio, gli do un bacio con lo schiocco sulla guancia e lo spettino tutto.

-ma cosa farei senza di te??-.

-Bill, piano, che me lo fai venire duro!.,

-Dai, idiota!- tirandomi indietro faccio scontrare i nostri amichetti lì sotto.

Io arrossisco. Lui sbianca.

-Cosa… cos'era, quello?-.

-Eeeh, prova a indovinareee?-. e faccio l'occhiolino.

-BRUTTO FROCIO DI MERDA, LASCIAMI STAREEE! CHE SCHIFOOOOOOOO!- salta in piedi e comincia a saltellare, senza un motivo; non so cosa stia cercando di fare, so solo che sto piangendo dal ridere.

Quando si è seduto di nuovo si gira.

-Non farlo MAI più!-.

-Ma Giò, non avevi detto...- e intanto rido.

-Parlavo della tua bocca... del tuo culo… dei tuoi lineamenti magnifici… del tuo stile… della tua puttananza… ma NON era previsto che i nostri… bllllleah!- fa una smorfia assurda, e ha davvero la pelle d'oca.

-Giò, ti devo dire un'altra cosa, già che siamo in argomento.-.

-Non dirmi che è successo anche con lui, stamattina sull'autobus, perché davvero sei una troia se l'hai fatto! Non ci credo.-.

-Giò!-.

-L'hai fatto?- è sciocato.

-NO!-.

-Anf...- tira un sospiro di sollievo.

-No, è che oggi, pensando a lui...-.

-ok ok, Bill. Non dire altro, ho capito, basta così, mi stai sconvolgendo.-.

-Giò, mi starai vicino vero?-.

-Ma sei scemo?-.

-Uffa! Che palle, sei un Grinch… e puzzi.-.

Lui mi guarda amorevolmente e poi mi abbraccia, mantenendo sempre una certa distanza. Ahahah! Poverino l'ho davvero scioccato.

Poi si stacca.

-Dimmi come si chiama sto figone.-.

-Tom!- dico con espressione ovvia.

-Sì, ok,ce l'avrà un cognome...-.

Socchiudo gli occhi -Non ho mai sentito pronunciare da nessuno il suo cognome. Cazzo, dovrei stare più attento alle lezioni!-.

-Bill, sei veramente un danno! Domani dimmi il suo cognome e poi… ''indagherò'' su questo Tom dal cognome ancora ignoto, così sarai più tranquillo.-.

-Davvero?-.

-No, per finta.-.

-Grazie Giò, ti voglio bene... Ora però, facciamocene un'altra.-.

 

 

 

Torno a casa. Sono stanco morto. Sbatto la porta e urlo.

-Mammaaaaa, sono tornato.-.

-E chi cazzo se ne frega- sento dalla cucina.

Entro e la trovo lì sulla poltrona, con una mela in mano, che guarda il telegiornale. Sono le 8 e non ha preparato niente da mangiare. Un classico.

-Ti sembra l'ora di rientrare?- dice, alzando finalmente lo sguardo verso di me.

-Torno sempre a quest'ora.-.

-E non va bene.-.

-Sì, ok.- faccio dietrofront intento a salire in camera.

-Torna subito qua.-.

-Cosa c'è adesso?-.

-La smetti di farti le canne?-.

Io rido.

-Si vede così tanto?-.

-Smettila di ridere, idiota. Hai intenzione di mangiare?-.

-Boh, quando avrò fame ci penserò.-.

E non dico altro, e me ne torno su in camera mia. Mi spoglio velocemente, prendo il pigiama -di Hello Kitty- e lo porto in bagno insieme a un paio di mutande pulite.

Entro nella doccia e mi do una svegliata.

Giò vuole fare delle indagini su Tom. Lui conosce tutti qua, ci metterà pochissimo. Spero che anche Tom sia ''dei nostri'': quando si ha a che fare con certi ''giri'' è tutto più facile, diventa più semplice sapere un sacco di cose, speriamo bene. Ora non so perché, ma da due giorni mi sento fresco… c'è qualcosa di bello, forse… forse mi piace Tom… non lo so... so solo che anche solo avendolo conosciuto, sto bene.

Quando chiudo l'acqua sento delle urla disumane provenire dal piano di sotto. Urla di mia madre. Probabilmente parla al telefono.

Mi vesto velocemente, ho ancora i capelli bagnati, e mi precipito giù. E la trovo sempre al posto di prima, con la testa tra le mani. Sta piangendo. Di fianco a lei, c'è il telefono.

-Mamma, cosa succede?- dico preoccupato.

-Fatti i cazzi tuoi Bill, tornatene su.-.

Esco incazzato dalla stanza, ma quando sento un ticchettio di tasti non resisto. Mi fermo, tendendo l'orecchio.

-Sono di nuovo io. Scusami se ho buttato giù…-.

 

Sta parlando in tedesco.

 

-Ma, come potrai immaginare, non è stato facile... ti prego… ti prego… non farlo... No... non te lo permetterò mai. Per una volta... pensa a me, e pensa a lui...-.

 

 

 Lui? Lui chi? Io?

Il mio cuore batte fortissimo, potrebbe essere... mio padre? Mio zio... un mio parente? Vorrei andare di là e strapparle in telefono di mano, ma non è una buona idea. Stringo i pugni e rimango qui. Ha smesso di piangere…

 

-Mettiti nei miei panni, ti prego. È passato troppo tempo. Io adesso ho una vita felice… e anche lui...-.

 

Io, felice? Ma che cazzo dice?

-.... Meglio di te sicuramente... per favore… te lo chiedo in ginocchio… io... io… non costringermi ad andare alla polizia, sai che posso farlo... Cosa stai dicendo? Non farmi gridare. Lui è di sopra... Non dire cazzate... stammi lontano...-.

 

Il mio cuore sta battendo in una maniera smisurata, ho paura di sentirmi male. Respiro, quando di nuovo sento la sua voce… e mi si gela il sangue.

 

-Avevamo un accordo noi due... Io adesso ho la mia vita. E io, ho solo lui. Nessun'altro esiste nella mia mente... Mio figlio si chiama Bill, e vive con me da sempre. Non c'è nessun'altro.-.
  
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