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Autore: SmilingGirl_    29/04/2011    2 recensioni
Eccomi, sono Valentina. Ho 17 anni e non sono mai stata una belieber, fino a settembre 2O1O, quando ho capito che lui non era quel tipetto delle riviste, tutto montato e senza un minimo di cervello, ma era una persona, come me e te, tutto qui.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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..."
"No, mamma, aspetta."
"Piccola... io ti voglio tanto bene.. Voglio che tu sappia tutta la verità, ho voluto aspettare per dirti tutto ciò, ma credo che sia arrivato finalmente il momento..."
"Spiegati meglio"
"Vedi... questa casa davanti a noi è stata molto importante per me... vedi, tuo padre..."
"Mio? Mio padre? cosa c'entra mio padre adesso? Dimmi, che cazzo c'entra???"
"No Wendy, stai calma.." 
"Cosa? Calma? Adesso mamma, è adesso il momento? dopo 14 anni?? Che cazzo c'entra mio padre, sputa il rospo.. avanti!!"
"Lui... Lui.."
"Avanti? non vedi come sto? non vedi che tutto i mondo mi sta cadendo addosso? non vedi che l'unica persona di cui pensavo di potermi fidare mi ha tradita? non vedi? non lo capisci? Dimmi, cosa c'entra papà?.."
"Fammi finire! non piangere... sii donna per una volta nella tua vita! Perché adesso tu hai me, hai Justin, hai la Rebe, ma quando tuo padre morì io ero da sola, lontana dai miei genitori, senza amici, incinta di te! Nessuno poteva consolarmi, nessuno! E' stato solo un errore, non volevo un bambino, non l'ho mai voluto, avevo 18 anni! avevo 18 anni maledizione! ... No, No aspetta, non è quel che volevo dire..."
...Cosa? La prima lacrima, seguita dalle altre mille, comincia a partire dal mio occhio stanco. Stanco di tutte le bugie, di tutti i tradimenti. "..Nono mamma.. era proprio questo quel che volevi dire...Io, io ti odio mamma"
Perché? perché piango? perché corro? qual è la mia meta? dove sono? mi sono persa... Si scorge appena una casetta infondo a questo viale non ancora asfaltato, fa caldo, piove. 
Non voglio stare qui, ho paura, dov'è mia mamma? Ho fatto uno sbaglio... io... io non la odio affatto... "Ehhm... Scusi? Scusi dove siamo?"
"So-Sorry girl, i dont speak english..."
Merda... "Mamma! Mamma! Mi senti?"
io, mia madre, perché non mi ha seguita? Dove sono arrivata? Che cosa c'entra mio padre? Lo sapevo che non mi sarei dovuta fidare di nessuno. Sono sempre stata una ragazzina con i piedi per terra, non mi sono mai aspettata niente più di una famiglia che mi voglia bene, un tetto sotto cui ripararmi, amici. Perché deve succedere a me di incappare in queste stupide relazioni piene di bugie? Perché i miei sogni si realizzano, e tre giorni dopo vengono distrutti? Vengono presi d'assalto, niente gli farà mai rivedere la luce del sole. Li rimuovo, sublimo la mia ira per averli persi, e poi.. e poi finisce sempre allo stesso modo. io triste, piango, mi immergo in pensieri che mi oscurano la realtà, e vedo gli altri ridere. Loro inseguono i propri sogni finché questi non si avverano. E' come nelle fiabe per gli altri. Vivono per empre felici e contenti, mentre io, mentre io sono sempre quella che deve soffrire. Rimango quella vuota, priva di sentimenti, e nessuno mi vuole più. La mia vita è una menzogna, una maschera, non posso più farcela. C'è una casa a pochi passi da me, non ho il coraggio di bussare, ma il mio conscio ha paura, e ordina alle gambe di muoversi. Sono davanti alla porta di qualcuno, magari di qualcuno che non è riuscito a vedere i propri sogni realizzati. Ho deciso di bussare.
"Toc Toc" "Sìì?" "Scusi, mi sono persa, mi potrebbe aprire? Avrebbe un telefono? Vorrei chiamare casa."
"Ma... ma sei solo una bambina!" Una vecchietta?
"Sei italiana?" O_O 
"Come lo sa?" "Lo sento dal suo accento accento signorina, sà, una persona molto importante che conoscevo tempo fa era italiana. Ma non voglio scomodarti e annoiarti con le solite storie da vecchia. Entra pure e chiama."
La casa della signoria è piuttosto sinistra. E' piena di quadri, ma non sono quei quadri spettrali, tutt'altro, sono foto incorniciate, ma mettono paura lo stesso. E' una casetta piccola, su due piani, completamente indipendente. All'entrata ti trovi subito il divano indaco davanti, voltato a detra, verso il vecchio televisore incastonato in uno di quelle librerie fatte apposta, piene di libri attorno, deve essere una grande lettrice. Dietro al divano si trova una piccola mensola, sopra un centrino bianco, altre cornici, con altre foto all'interno. Raffigurano sempre le stesse quattro persone, tranne in una foto, dove c'è la signora, un po' ringiovanita, con in braccio un neonato, femmina a giudicare dal vestitino. Non ha altre foto della piccola, magari non era sua nipote.
"Scusi, se posso chiedere... la bimba nella foto è sua nipote?" Le indico la foto con il dito indice, intanto che prego affinchè qualcuno risponda al telefono.
"Sì, ma in seguito abbiamo perso i contatti perché adesso quella ragazza vive all'estero."
"Ah, mi scusi."
"Non risponde nessuno? Vuoi chiamare i carabinieri?"
"nono signora! si figuri. Provo a chiamare Justin."
"Ok fai pure, io mi siedo se non ti spiace."
"Certo.. eh.. Justin? Per fortuna hai risposto.. devi subito venire a prendermi!"
"Certo, dove sei?"
"Via Mableton, 312, vieni!"
"Ok arrivo, come ci sei finita?"
"Ti spiego dopo, vieni, ciao."
"Ciao" "Come ti chiami ragazza?"
"Wendy signora, adesso mi vengono a prendere, non si preoccupi."
"Nono, tranquilla. Ti chiami Wendy?"
"Sì perché?" La faccia della signora si sta inscurendo improvvisamente, credo che mi abbia scambiata per qualcun altro.

SPAZIO "Autrice"
Grazie a tutti! Mi avete scritto delle recensioni fantastiche, sono davvero contenta che la storia vi piaccia! SPero che non vi annoi, questo è il mio 10° Capitolo! (Capitan ovvio ^-^") 
Bhè, volevi dirvi buona lettura, anche se penso che lo abbiate già letto se siete riusciti ad arrivare fino a qui! 
Se seguite la mia storia, buona fortuna perché non è per niente prossima a finire!! xD

  
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