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Autore: Pickwick    29/04/2011    1 recensioni
Five Random Facts About a Love.
Cathy ha solo tre anni quando conosce Pietro, appena nato. Destinati a diventare compagni di giochi, i due trascorrono insieme tutta la loro infanzia, fino a quando scoprono di provare sentimenti più speciali di una semplice amicizia...
Cinque capitoli, cinque parti di due vite legate da un sentimento incorruttibile.
La bambina allunga le manine verso Giada, che le fa un po’ di posto a fianco a sé. Cathy si siede sopra le lenzuola e appoggia la schiena sui cuscini morbidi che hanno uno strano odore da disinfettante.
Ed è allora che lo vede.
Giada tiene tra le braccia un bambino piccolissimo. È infagottato nella copertina morbida che gli hanno messo addosso, e Cathy pensa che è proprio brutto. È roseo e sano, ma ha un’ espressione imbronciata e pochi capelli in testa. Cathy non dice niente, ma pensa che se il bambino resta così brutto sicuramente nessuno vorrà mai giocare con lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una persona mi ha detto che sto diventando deprimente.

Ho cercato di rimediare.

 

 

 

 

 

 

Photographs

Five Random Facts About a Love

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La nursery dell’ ospedale è colorata ed accogliente, anche se sono le quattro di mattina e le luci fioche e azzurrine che illuminano i corridoi conferiscono un’ aria tetra a tutto, anche ai cartelloni colorati con i disegni dei bambini. C’è un gran silenzio, e Cathy è sola. Ogni tanto qualche infermiera con il camice bianco si sposta da una stanza all’ altra, ma perlopiù in giro non c’è nessuno.

Improvvisamente un vagito spezza il silenzio, e il suono di voci sollevate si leva nell’ aria. Si accendono delle luci con uno schiocco metallico, e dopo pochi minuti delle persone escono da una stanza. Esce anche un uomo con un camice verde – un dottore – e alcune infermiere, ma nessuno che Cathy riconosce. Il pianto del bambino continua – Cathy sa che è un maschietto, perché gliel’ ha detto il suo papà – ma lei non si muove, resta lì da sola, immobile, perché così le hanno detto di fare. Non ha sonno, anche se è presto e non ha dormito, ma non è stanca. È eccitata all’ idea di vedere il bambino che è nato, perché sa che è il figlio della migliore amica della sua mamma e che era da tanto tempo che Giada andava in giro con il pancione e che si era un po’ stancata di essere così grossa. Cathy però non sa il nome, ancora, perché Giada e Filippo non l’ hanno ancora deciso. Lei vorrebbe che il bambino si chiamasse come il principe della Sirenetta, Eric, oppure come il principe della Bella Addormentata nel bosco, Filippo. Però Filippo è già il nome del papà del bambino, e quindi Giada ha detto che magari quello può essere il secondo nome, ma che ne serve un altro. E Cathy ha finito le idee.

Proprio mentre Cathy si accorge di avere fame – ma una fame particolare, una gran fame di gelato – il suo papà sbuca fuori dal buio tutto sorridente.

- Ciao, piccola.- le dice, prendendola in braccio. Cathy ha tre anni e un mese, è per questo che l’ operazione gli risulta facile. – Il bambino è nato.-

- L’ ho sentito piangere.- dice Cathy, storcendo un po’ il naso. – Non voglio giocare con lui se piange.-

Il papà ride, mentre cammina lungo un corridoio uguale a tutti gli altri. – Tesoro, piange perché è piccolo. Anche tu piangevi quando eri appena nata!-

Cathy sbuffa, mentre prende tra le manine qualche ciocca dei capelli dell’ uomo. – Come si chiama?- chiede, improvvisamente interessata.

- Pietro.-

- Pietro.- ripete Cathy. – Nessun principe si chiama Pietro.-

- Lo so, amore.- le risponde il papà, pizzicandole la pancia. – Però Pietro non è un principe.-

Cathy non risponde, ma continua a torturare i capelli di Matteo, il suo papà. Pietro è un nome che non le piace per niente, e vorrebbe tanto che Giada e Filippo glielo cambiassero. Continua a pensare al nome fino al momento in cui Matteo non la appoggia per terra davanti alla porta di una stanza e la prende per mano.

Appena entra, l’ attenzione di Cathy è attirata da Giada, nonostante lei sia distesa a letto: non ha più la pancia, e questo è strano. Cathy non è più abituata a vederla così.

- Ciao, piccola.- le dice la sua mamma, che è seduta di fianco al letto. Cathy corre da lei. Anche Giada la saluta, e Cathy vede che è molto stanca. Cathy sta per dire alla sua mamma che vuole un gelato – un grande, buonissimo gelato al cioccolato – quando nella stanza entrano un’ infermiera anziana e Filippo, che tiene tra le braccia un fagottino bianco.

La donna fa un sorriso a Cathy e saluta educatamente tutti, dirigendosi verso il letto di Giada per controllarne le condizioni fisiche. Filippo si avvicina al letto e bacia Giada piano, come se avesse paura di romperla, e, con un sorriso grandissimo sulla faccia – di quelli che fanno venire la voglia di essere felice anche a Cathy – porge il fagottino a Giada, che l’ infermiera ha aiutato a sedersi comodamente.

Cathy è aggrappata al collo della mamma, e si sporge come può, e quasi cade, ma il papà è veloce e la afferra prima che possa farsi male.

La bambina allunga le manine verso Giada, che le fa un po’ di posto a fianco a sé. Cathy si siede sopra le lenzuola e appoggia la schiena sui cuscini morbidi che hanno uno strano odore da disinfettante.

Ed è allora che lo vede.

Giada tiene tra le braccia un bambino piccolissimo. È infagottato nella copertina morbida che gli hanno messo addosso, e Cathy pensa che è proprio brutto. È roseo e sano, ma ha un’ espressione imbronciata e pochi capelli in testa. Cathy non dice niente, ma pensa che se il bambino resta così brutto sicuramente nessuno vorrà mai giocare con lui. Ma non lo dice a Giada, perché pensa che potrebbe offendersi.

Dopotutto, tutti i grandi continuano a parlare di quanto è bello e bla bla bla… “Sono più bella io” vorrebbe dire Cathy, ma improvvisamente si accorge di avere sonno, un gran sonno.

Cathy sta molto comoda, seduta a fianco a Giada. E quasi non si accorge della mamma che esce dalla camera chiedendole se ha fame e vuole qualcosa, e piano piano socchiude gli occhi e si lascia sprofondare nel cuscino. Dopotutto a momenti saranno le cinque di mattina e lei è sveglia da quasi ventidue ore. Matteo la vede addormentarsi, e Giada si sposta un po’ perché lui possa sistemare la piccola sotto le lenzuola. Filippo, vista l’ improvvisa calma nella stanza e dopo essersi accertato che sua moglie non corre nessun rischio vitale, esce per fumare la prima sigaretta della giornata.

Matteo chiede a Giada se le da fastidio restare da sola per qualche minuto, mentre lui va in bagno.

Così nella stanza restano solo loro: Giada, Pietro e Cathy, che può finalmente addormentarsi in pace.

 

 

 

**

 

 

Allora… Questa è un’ idea – malata – che mi è venuta grazie a IvanaEfp, il cui account vi consiglio vivamente di visitare.

Fine momento pubblicità.

Dunque.

 

Ho deciso di scrivere qualcosa che non abbia uno sfondo deprimente, per una volta. Una specie di mega riassunto di una vita felice... Mi sento potente.

Non prometto nulla, non sono per niente sicura di riuscire a portarlo a termine.

Posso provarci, però.

 

Per chi stesse leggendo Ocean, la mia ff in corso: sono in un momento di scazzo, diciamo. Ho una specie di blocco - direi blocco dello scrittore, se fossi una scrittrice - e un gran casino in testa. Perdonate il possibile ritardo.

 

Un bacio.

 

Pick. 

   
 
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