Somebody
to love
Can anybody find me somebody to love?
Each morning I get up I die a little
Can barely stand on my feet
Take a look in the mirror and cry
Chi
può trovarmi qualcuno da amare?
Ogni
mattina mi alzo e mi sento morire un po’
Riesco
a malapena a stare in piedi
Do
uno sguardo allo specchio e piango
Ogni
mattina che inizia…
vorrei che la giornata fosse già finita.
Ogni
giorno mi sembra
di spegnermi un po’, che la mia vita non abbia un
senso…
Uccidere
non serve,
non mi basta più ormai.
Cerco
di pensare,
ogni notte, che il giorno dopo sarà migliore; la riflessione
forzata a cui sono
costretto dall’insonnia mi permette di riflettere a
lungo sulla mia vita.
Ma
il giorno dopo
tutta la speranza che riesco a racimolare alla luce della luna svanisce
consumata dal sole.
Cerco
di resistere,
di pensare che forse un giorno non dovrò lasciare una casa
vuota dopo una notte
in bianco.
Non
c’è niente di
sbagliato nello sperare di essere salutato sulla soglia della porta da
qualcuno
che ti apprezza e che ti augura una
buona
giornata, no?
Ma
forse, forse io
non dovrei.
Non
c’è posto nella
vita normale per un mostro come me.
Lord what
you’re doing to me?
Signore
cosa mi stai facendo?
Già.
Ma esiste veramente un
signore? Esiste una giustizia?
Esiste
un motivo per
cui io devo soffrire tutto questo?
Fin
da piccolo la mia
tormentata domanda è stata: “Perché
proprio a me?”
Tutte
domande ancora
senza risposta. Tutti dilemmi irrisolti.
Eppure
ci ho
riflettuto. Tutte le sante notti della mia infernale vita.
Every day – I try and try and try
–
But everybody wants to put me down
They say I’m goin’ crazy
They say I’ve got a lot of water in
my brain
Got no common sense
I got nobody left to believe in
Ogni
giorno cerco e cerco e cerco
Ma
sembra che tutti vogliano umiliarmi
Dicono
che sto impazzendo
Dicono
che ho il cervello pieno d’acqua
Dicono
che non ho buon senso
Non
mi è rimasto niente in cui credere
Mi
sono sforzato. Sempre.
Fino
ad un certo
punto ci ho anche provato.
Ho
tentato di amare e
di farmi amare.
Ma
come si può
proseguire se il risultato ad ogni sacrificio è un insulto o
un’umiliazione?
La
colpa è forse mia
se sono instabile?
Ho
chiesto forse io
di essere la forza portante di Shukaku?
Come
posso andare
avanti senza niente che mi leghi a questo mondo?
I’m ok,
I’m alright
Ain’t gonna face no defeat
Tutto
bene, sono a posto
Non
subirò più sconfitte
Vivo
per me. O almeno così
credono gli altri. Ne erano tutti così sicuri da convincere
anche me.
Dopotutto
io sono un
mostro, no? Non ho bisogno di sentimenti.
Ma
dopo che mi avete
condannato a questo, dopo che mi avete additato, insultato, criticato e
lasciato solo, non vi permetterò anche di
uccidermi, di cancellarmi come
un esperimento fallito.
Anche
se per voi in
realtà io sono solo questo.
Can
anybody find me somebody to love?
Quando
mi sveglio, la camera è
assolata nonostante sia ancora abbastanza presto.
Ancora
un po’
destabilizzato dal fatto che ho potuto dormire (anche
se Shukaku è stato estratto da
un po’, non è semplice adattarsi a ritmi di sonno
e veglia mai seguiti), con
calma mi vesto.
Matsuri deve essersi già alzata, e probabilmente sta
preparando la colazione;
se non mi sbrigo tra poco mi urlerà che sono in ritardo, ma
ciononostante non
rinuncio al gesto che compio ogni mattina.
Prima
di scendere le
scale, entro nell’ultima stanza del corridoio schiudendo
piano la porta, e mi
avvicino alla culla addossata alla parete.
Il
fagottino che vi è
deposto è quasi completamente avvolto dalla copertina, ma
sono perfettamente
distinguibili i ciuffi rossi della testolina tra le pieghe del tessuto,
che si
solleva e abbassa sommessamente seguendo il ritmo del suo respiro lieve.
Ed
eccolo lì, il
nostro piccolo Sunamaru: ora dorme, ma quando è sveglio
osserva il mondo con i
suoi occhi castani, diversissimi dai miei nel colore ma simili
nell’espressione.
E
come ogni mattina
non mi capacito di aver permesso la nascita di una simile meraviglia, io,
assieme a lei.
“Arriverai
in
ritardo, Kazekage-sama, se non ti sbrighi.” Sussurra
ironicamente Matsuri
sorridendo e prendendomi la mano.
Osserviamo
assieme il
bambino per qualche momento, poi scendiamo.
Mentre
faccio
colazione lei chiacchiera, come sempre, e mi gira attorno affaccendata;
poi mi
alzo indossando il cappello che la mia carica impone e lei si avvicina
per
salutarmi.
Dopo
un bacio mi
sussurra un ‘buona giornata’ con quel sorriso
allegro e impareggiabile che un
giorno spero di poter avere anche io e, mentre la abbraccio, il valore
di ciò
che ho conquistato (mia moglie,
mio figlio, il rispetto del mio villaggio)
improvvisamente mi
piomba addosso, ma non pesa, non opprime, non soffoca.
Libera,
ed è come
respirare per la prima volta aria fresca dopo anni trascorsi nelle
profondità
di una miniera.
Finalmente
ho trovato
qualcuno da amare.
**********
Salve!
=)
Probabilmente
non è
un granchè ma Gaara è un personaggio che ho
apprezzato particolarmente ed
essendo molto affezionata a questa fan fiction, ispirata da una delle
mie
canzoni preferite in assoluto (‘Somebody To Love’
dei Queen) ho deciso di
postarla lo stesso.
Spero
vi sia piaciuta
e apprezzerò eventuali recensioni, sia positive che negative.
Ciao!
^^
Panda