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Autore: AnImoR_7    29/04/2011    16 recensioni
E se Edward avesse conosciuto Bella il giorno stesso della sua nascita?
"Infine mi decisi a guardare dentro il lettino, presi un lungo respiro e abbassai il capo verso quella che secondo mia sorella sarebbe diventata la mia futura compagna, mentre per me era solo un'umana in fasce che mi apprestavo a scorgere esclusivamente per farle piacere...La scorsi e fu l'inizio della fine.
E poi quando una volta grande Bella incontrerà Edward...
"A quel punto, ebbi voglia di fare quello che per nessuna ragione al mondo avrei dovuto. Mai
Perchè ho un ragazzo
Perchè lo conosco da otto ore
Perchè romperà il già fragile equilibrio della mia vita
Perchè niente sarà più come prima
Perchè mi sta facendo ammattire
Perchè non gli ho chiesto cosa ci fa qui
Perchè sto sognando e tutto ciò non può essere reale
Perchè non ha senso, perchè...
Non trovai più motivazioni da aggiungere al mio elenco e di slancio lo baciai.
La pioggia il vento, lo scorrere del tempo, il sogno la realtà, la pazzia la coerenza, non volli sentire nè pensare ad altro se non al gelido e appassionato tocco delle sue labbra sulle mie, il resto del mondo sparì nell'esatto momento in cui mi avvinghiai a lui" Cap.7
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Capitolo 26 guerra  
                       


Capitolo 26

Bella

                                                              GUERRA!


Con la testa sul suo petto cercavo di dormire, ma quell'impresa risultava quasi impossibile.

Ero agitata, inquieta. Di certo lui sapeva che stavo rimuginando, di certo lui sapeva che avevo un vulcano in continua eruzione nella mia testa, che vomitava senza sosta ipotesi e preoccupazioni.

Per lui la mia mente non aveva segreti, era un libro perennemente aperto, le cui pagine riportavano a chiare lettere ogni mio singolo pensiero. Bello, brutto stupido o infantile.

Quella situazione nel nostro rapporto era la croce e delizia, a volte sapere cosa mi passava per la testa era un vantaggio sia per Edward che per me (vedi delizia), altre volte no.

Ecco in quel momento era tutto tranne che un vantaggio che lui sapesse su cosa stavo rimuginando.

Non mi aveva ancora chiesto nulla, non aveva ancora accampato nessuna pretesa, ma ero certa che prima o poi l'avrebbe fatto.

Presto mi avrebbe messo davanti a due porte chiuse e mi avrebbe chiesto

 
Quale vuoi aprire? Scegli!


Oppure mi avrebbe portata ad un bivio, e lì lo avrei sentito dire

 
Quale strada vuoi prendere?

 
E io che avrei fatto?

Mi sarei consumata nell'indecisione?

Considerato il mio grado di stupidità ed ingratitudine era molto probabile che accadesse proprio questo.

Edward si sarebbe comportato così non certo per il gusto di mettermi in difficoltà, ma perchè era così che prima o poi sarebbero andate le cose. La situazione stava prendendo una piega tale che non ci sarebbero state alternative.

Porte o strade era uguale, il punto era scegliere.

 

Avevo stretto un patto con Jessica, ma in cuor mio sapevo come lo sapeva il mio ragazzo che nè lei nè Carlisle sarebbero riusciti a cambiare la situazione in cui ci trovavamo. Gli anziani avevano detto no a qualsiasi mediazione, mentre Jacob al primo tentativo della sua quasi ragazza di farlo ragionare aveva rotto i ponti cominciando ad ignorarla.

Era tutto inutile quindi, avevamo provato solo banali quanto disperati tentativi di ritardare un futuro già scritto. Saremmo dovuti fuggire lontano da Forks se volevamo restare insieme, e io sapevo che la fuga non sarebbe bastata, saremmo dovuti scomparire.

Avremmo dovuto far perdere le nostre tracce, cancellare le nostre identità.

Avrei dovuto rompere col passato e con la mia famiglia, inoltre dopo la fuga non ci sarebbero stati solo i lupi a cercarci, ma anche mio padre.

Che decisione avrei preso?

Sarei stata disposta a fuggire con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate?

Sarei stata capace di dare ai miei genitori un simile dolore?

Io ero la loro unica figlia, e per Charlie ero addirittura l'unico parente rimastogli in vita.

 

Col cuore dicevo di sì, senza alcuna remora, ma con la testa .. con la testa le cose cambiavano.

Sentivo dentro di me una vocina che diceva chiaramente: no.

Ed era proprio questa la fregatura, la mia testa.

Non dotata di fino intelletto ma capace di arzigolare riflessioni e congetture.

Ed Edward ne era al corrente nell'istante stesso in cui le formulavo.

Quella del mio vampiro non mi parve più un super potere capace di rafforzare il nostro già indissolubile legame. Leggermi nel pensiero in quell'istante rappresentava solo una condanna, addirittura forse una tortura, a cui lo stavo sottoponendo.

Ad occhi chiusi mormorai un flebile

Io verrò con te Eeed,

quasi a voler metter le mani avanti, a scusarmi per l'eventuale dolore che avrei potuto causargli quella notte. Doveva sapere che potevo dar vita ad una miriade di schiocchezze, ma alla fine l'avrei seguito fino in capo al mondo se necessario.

Quando avvertii le sue labbra poggiarsi sulla mia fronte e disegnare un timido sorriso, capii che lui naturalmente era al corrente del mio travaglio.
Stretta tra le sue braccia, alla fine riuscii ad addormentarmi.




                                           *************************

 

Alle sette la sveglia suonò e prima ancora di aprire gli occhi capii che qualcosa non andava.

Ero sola, Edward era andato via.

Provai uno strano senso di vuoto.

Lui solitamente aspettava che mi svegliassi prima di tornare a casa sua, doveva darmi il buongiorno, lo faceva sempre. Quella era una regola non scritta, un patto tacito stipulato fin dalla prima notte che aveva trascorso a guardarmi dormire.

Quella mattina qualcosa lo aveva indotto a infrangere il patto, e doveva essere qualcosa di davvero importante, altrimenti non lo avrebbe mai fatto. Questa considerazione non fece che alimentare la strana sensazione da cui mi sentii avvolta appena sveglia.  

E se i timori della sera prima si fossero avverati?


Mio Dio


Trasalii, perchè tutto ciò parve avere un senso.

Se fosse accaduto sul serio, la prima a non perdonarsi sarei stata io, altro che Edward.


Gli avrò fatto più male del solito, losòlosò stavolta non mi perdona ..


Istintivamente afferrai il cellulare e feci partire la chiamata. Appoggiai l'apparecchio fra clavicola e orecchio, e presi a roteare nervosamente la fede al mio anulare sinistro, nell'attesa di essere tranquillizzata dal suono della sua voce. Quando udii la prima sillaba di una fredda voce registrata, mi si gelò il sangue nelle vene. Si era inserita la segreteria, Edward non aveva risposto. Riprovai freneticamente per dieci minuti di fila, ma nulla. A quel punto lo stomaco si contorse in una morsa e avvertii uno strano formicolio ai palmi delle mani, proprio prima dei polsi. Paura.

Chiamai Alice, la quale ci mise un pò, (ben cinque interminabili squilli) ma poi fortunatamente

rispose.

-Sìì, pronto.-

Merda ..

Il tono di voce non lasciava adito a dubbi, era successo qualcosa.

-Dov'è?-

Chiesi senza neppure salutarla.

-Bella, adesso non posso parlare. Ti richiamo.-

-Neanche per sogno- risposi agitandomi ancora di più -dimmi cosa è successo. Dov'è Ed?-

-E' ancora in città.-

-Come è ancora in città? Cosa vuole fare, andar via? Senza di me?-

-Un imprevisto.-

Rispose evasiva.

-Sono stata io vero? Durante il sonno, non è vero? Che ho pensato? Alice che ha saputo?-

Dall'altra parte solo silenzio -L'ho ferito? Alice ti prego rispondimi?-

-Tesoro mi spiace ma al momento non posso dirti nulla, devo aspettare anch'io. Non ho la minima idea di cosa abbia in mente.-

-Ma sai almeno dove potrebbe essere?-

-No. Quei maledetti lupi- imprecò -non vedo nulla. Adesso devo attaccare, Jasper vuole andare a cercarlo. Ti chiamo appena ho notizie.-

-Ma .. -

Alice chiuse la conversazione in fretta e furia e io pensai per una frazione di secondo, che forse stavo ancora dormendo.

Per forza doveva essere così, perchè quello era un incubo. Il peggiore.

Che cosa avevo mai pensato di così terribile da farlo scappar via a quel modo, senza neppure una spiegazione? Che razza di idiota ero?

Sapevo benissimo cosa avrei potuto combinare, eppure ..

Ma come facevo a bloccare la mente, a filtrare i pensieri? Io ero incapace di attuare ragionamenti più semplici, figuriamoci barcamenarmi in atti così complicati.

Ci impiegai 60 secondi buoni a riarticolare gambe braccia e cervello, ero paralizzata, ma dovevo muovermi, fare qualcosa, rimediare prima che fosse troppo tardi. A tempo di record mi vestii, mi lavai i denti e corsi fuori. Chiaramente per quella mattina non sarei andata a scuola, e forse chissà, a secondo di come si sarebbero messe le cose, non ci sarei andata mai più.

Prima di prendere qualsiasi direzione mi fermai a riflettere, solo che ero talmente confusa e annebbiata dalla paura che non riuscivo a pensare in maniera costruttiva.

Chiamai di nuovo Alice. 

-Bella che c'è?- Ruggì spazientita.

Non era proprio felice di sentirmi, questo avvalorava ancora di più l'ipotesi che Edward volesse andar via a quel modo per causa mia.

-Scusa Alice ma ho bisogno di sapere se ci sono novità. Sai dov'è?-

-No-

Awww, pensai


-Puoi dirmi allora ciò che sai, per favore .. -


Lei sospirò e senza alcuna voglia comunque rispose alla domanda.

-All'alba è rientrato molto turbato. Scuro in volto, mi è sembrato lacerato da qualcosa-

si fermò.

-Continua ti prego.-

-Gli ho chiesto cosa avesse. Non ha risposto, e non ha risposto neppure alle altre cento domande che gli ho fatto. Posso solo dirti che temo sia qualcosa di grave .. -

La interruppi.

- .. e ha a che fare con me.-

-Suppongo di sì.-

-Perchè credi che voglia andar via?-

Di nuovo silenzio.

Riprovai a formulare la domanda con più decisione.

-Alice, rispondimi! Perchè credi voglia andar via?-

-Ha preparato una borsa .. ha messo dentro degli abiti, documenti soldi .. che altro può significare questo Bella?-


In quell'istante il mio cuore perse un battito, anzi forse più battiti, no forse addirittura si fermò.

Sono morta!

Poi sentii di nuovo le parole di Alice rimbombarmi nelle orecchie, "che altro può significare questo Bella?" e mi ridestai. Dovevo fare qualcosa e subito.

 

-Dove lo cerco Alice? Che faccio? Dove vado? Ti prego aiutami-

-Bella, Carlise ed Esme sono fuori rientreranno stasera, non credo che vada via senza salutarli, non può .. o forse non voglio credere che sia capace di un comportamento simile. Quindi sarà nei paragi. Concentrati, di sicuro ti verrà in mente dove trovarlo-

-Mmh, al momento penso solo a come fermarlo.- sospirai di frustrazione -Alice e se lo trovassi e non riuscissi a fermarlo? Mi porterà con sè? Deve farlo io .. io non riesco a vivere senza di lui.-


Alice ascoltò ma non ribattè. Intuii che stava riflettendo, rimuginava su ciò che poteva o non poteva dirmi. Ebbi il vago sospetto che sapesse e non volesse mettermi al corrente.

-Alice ci sei?-

-Si scusa, emh ma tu non ricordi nulla? Cosa ha potuto sconvolgerlo fino a questo punto?-

-Non lo sò- risposi afflitta, cominciavo a sentire le lacrime pungermi gli occhi

-ma sapevo che sarebbe successo prima o poi. La mia testa, la mia stupida testa ..-

-Bella non è colpa tua-

-Invece si. Devo andare adesso. Devo trovarlo.-


Senza darle il tempo di aggiungere altro chiusi la conversazione.


-STUPIDA STUPIDA IDIOTA SENZA CERVELLO-

Pestavo i piedi, ero in collera con me stessa, mi odiavo. Volevo picchiarmi, volevo flagellarmi per ciò che avevo combinato.

Ma cosa avevo combinato?!

Io non ricordavo nulla, almeno non credevo di aver partorito pensieri così orribili da indurre Edward a lasciarmi su due piedi.

Le lacrime cominciarono a scorrermi sul viso e realizzai che non erano solo quelle a bagnarmi.

Pioveva.

Aveva iniziato a piovere almeno da cinque minuti buoni, poichè ero zuppa dalla testa ai piedi.

Forse mi sentivo troppo sconvolta per badare a quel futile dettaglio. Avrei trovato Edward ad ogni costo. Avevo tempo fino a sera per cercare di dissuaderlo dal compiere quell'assurdo gesto.

Da dove avrei dovuto cominciare?

Noi due non amavamo girare per la città o nei dintorni di essa.

Il nostro tempo insieme era scandito da abitudini semplici e ripetitive, a noi bastava stare insieme, in camera mia o in camera sua, oppure ci piaceva andare ..

-Accidenti!- .. nel bosco. -Ma certo!- mi battei una mano sulla fronte -che stupida, come ho fatto a non pensarci prima. Il bosco, il nostro posto. Non c'è che dire, Isabella Swan sei proprio un'idiota.-


Rincuorata da quella speranza, mi asciugai le lacrime e cominciai a correre sù per il sentiero sotto la pioggia, per due volte rischiai di ritrovarmi col sedere per terra. Naturalmente alla terza il rischio divenne realtà.

La tanta acqua aveva reso il terreno fangoso e a tratti scivoloso. Incautamente misi un piede, quello destro, su un mucchio di foglie marcie, fu come salire su di uno skateboard senza avere la minima idea di come si facesse. La gamba sghiciò in pieno la presa sul terreno distendosi tutta.

In totale solitudine mi esibii in una spaccata olimpica. Il piede sinistro di contro nel tentativo disperato di salvare il salvabile, fece leva con la punta, ma anche questa mancò la presa.

Caddi rovinosamente sul ginocchio.

 
-DIOOO CHE MALEEE-

Il silenzio irreale del bosco fu rotto dall'eco del mio urlo di dolore.


-Perfetto Swan- biascicai -senza dubbio sei la migliore nel tuo genere .. -


A fatica, imprecando in lingue che neppure sapevo di conoscere riuscii a rimettermi in piedi.

Adesso oltre che zuppa ero anche completamente ricoperta di fango. Ero riuscita ad inzacchermi di terra e foglie anche i capelli, perchè nel tentativo di togliermeli dal viso avevo usato la stessa mano con cui avevo cercato di rimettermi in piedi.  

Sempre più frustrata ripresi a camminare.

Giunta quasi alla nostra felce cominciai a guardare spasmodicamente ogni albero, ogni tronco caduto, ogni roccia sporgente. Speravo di scorgerlo, anche lui bagnato fradicio, magari intento a fissarmi, come la prima volta che ci eravamo incontrati. Come la prima volta in cui ci eravamo baciati.

Dopo alcuni minuti dovetti fermarmi, vedevo a fatica e le ciglia grondavano acqua e molta di questa entrava dentro gli occhi, costringendomi a stropicciarli continuamente col dorso della mano.

Bruciavano e prudevano.

Proprio durante uno di questi momenti mi parve di vederlo.

Una sagoma azzurra non definita, sbiadita.

Un attimo prima non c'era, un attimo dopo era lì in piedi accanto ad una sequoia.

Era lui, Edward.

Aveva una mano appoggiata al tronco, l'altra fra i capelli. Vedevo il suo profilo perfetto, fissava un punto davanti a sè. Indossava una giacca a vento blu con cappuccio, ma non lo aveva tirato sù, così anche lui grondava di pioggia.

Improvvisamente mi sentii leggera, il peso dell'angoscia aveva lasciato il posto alla speranza.


-Eeed- urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Non si mosse, allora provai con più foga sbracciandomi -Eeeed sono Bella, sono quaaa Eeeed-

Lui continuava a stare immobile, sembrava davvero che non mi sentisse.

Era possibile?

Certo la pioggia a suo modo faceva un gran baccano, ma un vampiro aveva un udito superiore ad un comune umano.

Come mai non a riusciva a sentirmi?

Mi balenò in testa l'idea che mi ignorasse di proposito.

Provai dolore al petto.

Decisi che era il caso di raggiungerlo e mi mossi veloce, troppo veloce di nuovo misi il piede in fallo. Scivolai. Stavolta caddi a faccia in giù, e non ebbi nemmeno il tempo di cacciare un urlo perchè la mia bocca annegò in una frazione di secondo nel terreno melmoso.

 
Eeed  piagnucolai mentalmente.


Improvvisamente mi sentivo sfinita, stanca. La tensione mi aveva distrutta fisicamente ed emotivamente, e sentivo dolore non solo al viso ma dovunque nel corpo. Non trovai la forza neppure per alzare il naso. Preferii trattenere il respiro. Rimasi così lungalunga distesa con le braccia giù per i fianchi, il naso nel fango e la bocca serrata a singhiozzare in silenzio. Fino a quando capii che qualcuno si era inginocchiato accanto a me.

 
-Bella-
 
Al suono della sua voce mi ridestai, puntai i gomiti e tirai sù il bacino.

-Eri tu allora- mi guardava sorpreso, ma allo stesso tempo sembrava anche lui sollevato -perchè non ti voltavi? Perchè non rispondevi?-


Gli domandai tra lo stizzito e il sollevato.

Edward ignorò la domanda.

-Angelo come stai? Ti sei fatta male?-

Mi prese per le spalle e lentamente mi girò di schiena fino a farmi sedere su di lui.

-Credo di essermi sbucciata un ginocchio quando sono caduta poco fa- tirai sù col naso e mi tastai la rotula già gonfia. -Mentre qui credo che mi verrà un bel bernoccolo- mi massaggiai un punto della fronte subito sotto l'attaccatura dei capelli. -Auuu che male.-

Edward sorrise e d'impeto mi strinse al petto affondando il viso nel groviglio appiccicaticcio dei miei capelli.

-La mia piccola- sussurrò dolcemente.

Io a quel contatto invece di smettere di lacrimare presi a piangere di più.

Gli poggiai i palmi sul torace e lo scostai quel nulla necessario per guardarlo negli occhi.

Erano tanto tristi, come la sua espressione, ma questo non mi avrebbe fermato dall'intenzione di dargli una strigliata. Ero arrabbiata, peggio furiosa per il suo comportamento.

-Per-chè-mi-vu-o-i lasci-a-reee?- Singhiozzai scossa dal livore che avevo represso fino a quel momento -perchè vuoi andare via senza di me? Cosa ti ho fatto Ed? Cosaaa? Cattivooo -   

-Angelo non fare così ti prego-

Mi abbracciò e mi tenne stretta a sè, mi cullò fino a quando non fu certo che mi fossi calmata almeno un pò. Mi carezzò il viso e scostò i ciuffi di capelli intrisi di fango ormai solidificato, che ricadevano dispettosi sulla fronte ferita.

-Devo riportarti a casa, subito. Ti devi asciugare e poi hai bisogno di ghiaccio per la fronte e alcol per il ginocchio.-

-Promettimi che resti qui- gli dissi poi ancorandomi al sua giacca -promettimi che non vai via.-

-Ne parliamo dopo angelo-

-NO- gli urlai -NE PARLIAMO ADESSO! Io non vado da nessuna parte se non prometti.-

Puntai i piedi, come spesso accadeva nelle nostre discussioni. E come da copione lui desistette quasi subito, e sorrise. Anche se mi parve un sorriso un pò amaro.

-La vuoi avere sempre vinta tu, non è vero?-

-Prometti Edward Cullen-

Sospirò di rassegnazione.

-E va bene. Prometto.-

-Mmm!-

Assentii impettita asciugandomi le lacrime color cacca che facevano a scrisce la mia faccia. Mi alzai dal suo grembo, e gli afferrai possessivamente la mano. Dopo qualche metro percorso sul sentiero si bloccò.

-E' meglio portarti a casa mia- lo guardai perplessa -Alice ti darà qualcosa da metterti, va bene?-

-Certo- risposi di getto, ma dopo capii, quella era una soluzione logica. A casa mia non avrei avuto vestiti da dargli, mentre a casa sua Alice poteva prestarmi qualcosa.

-La macchina è subito dopo quella radura. Sbrighiamoci hai preso un sacco d'acqua, ti verrà un malanno.-

-E' sarà tutta colpa tua scemo di un vampiro!- gli sferrai un pugno all'altezza dello

stomaco. L'arrabbiatura non mi era ancora passata. Lui afferrò la mano prima che sferrassi il secondo colpo e se la portò alle labbra, baciò tutte e cinque le nocche, poi la intrecciò alla sua.

-Se dovesse accadere giuro che mi farò perdonare-

-Lo dovrai fare in ogni caso-

Risposi sprezzante, quell'ora e mezza era stata terribile per essere cancellata in così poco tempo.

-Si, hai ragione.-

 

Giunti all'auto, come sua abitudine Edward mi aprii lo sportello e poi si precipitò ad accendere l'aria calda, la pioggia non accennava a smettere e faceva ancora più freddo di prima. Io battevo i denti, ed ero congelata dalla testa ai piedi.

-Resisti angelo, faccio presto- disse accorgendosi del mio tremore e sparando a tavoletta la Volvo.

-Ed a casa tua ci vorrei arrivare tutta intera-

Per un soffio evitò un furgone che procedeva in senso di marcia opposto.

-Tranquilla, non metterei mai a repentaglio la tua vita.-

-Davvero?- chiesi sarcastica -mi hai fatto prendere un tale colpo stamattina. Pensi che non sarei morta d'infarto se te ne fossi andato? E poi così, senza neanche una parola .. -

   
Non rispose ma capii che lo avevo colpito, forse davvero non si era reso conto che effetto avrebbe avuto su di me la sua partenza. No, era impossile che non considerasse quanto male mi avrebbe fatto. Guidò pensieroso fino a casa.


La porta di casa Cullen si aprì prima ancora che Edward parcheggiasse, Alice uscì reggendo in mano un grande ombrello rosso.

Quando mi vide sgranò gli occhi.

-Eddy ma che le hai fatto?-

-Sta zitta Alice e cerca di non farla bagnare-

Edward mi prese in braccio ed io mi appoggiai al suo petto. Stavo proprio male.

Sentivo dolore dappertutto e la testa aveva cominciato a dolermi, forse avevo preso l'influenza.

Una volta dentro mi portò direttamente di sopra.

-Devi farti un bagno bollente tesoro- disse Alice.

-Ma se ha la febbre, non è peggio?-

-Prenderà delle aspirine Eddy, non può restare in queste condizioni. Povera piccola- mi accarezzò il viso sporco di fango -ma che ti è successo cognatina? Hai fatto una nuotata nel fango?-

Alice si diresse verso il suo bagno e cominciò a fare scorrere l'acqua nella vasca, aggiuse bagnoschiuma e sali profumati. Edward continuava a tenermi in braccio, guardandomi con aria preoccupata. Ogni trenta secondi mi tastava la fronte con le labbra.

-Vedi che sei riuscita a trovarlo?-

La vampira mi strizzò un occhio in segno di complicità.

-Era nel bosco, sai che ha fatto finta di non sentirmi e di non vedermi .. - il mio tono voleva essere accusatorio, ma le parole vennero fuori incerte, impastate, sentivo di stare scottando. -Questo stupido di un vampiro- gli mollai di nuovo uno pseudo scappellotto sulla nuca. Ero troppo ko per risultare minimanente dannosa. -Non posso prendermi neppure la soddisfazione di mollargli un pugno .. mi romperei la mano. Sei uno scemo Eeed-

Lui continuava a stare zitto, chiuso in un silenzio colpevole.

Ben gli stava, doveva proprio sentirlo tutto il peso della colpa per ciò che era capitato.

E se non l'avessi trovato? Cosa sarebbe potuto accadere? Non osavo neppure immaginarlo.

-Il bagno è pronto- Alice chiuse il rubinetto. Il sapone aveva creato una moltitudine di bolle e schiuma profumata alla vaniglia e il vapore acqueo aveva appannato il grande specchio sopra il lavabo. -Puoi lasciarla a me- la vampira stese le braccia, voleva che il papà lasciasse la figlioletta alle cure della mamma.

Ma io istintivamente mi strinsi più forte al petto di Edward e gli intrecciai le braccia al collo.

Alice un pò imbronciata si ritrasse.

-No Alice, ci penso io a lei-

Edward mi tranquillizzò baciandomi la fronte.

-Non mi lasciare- avevo ancora paura che andasse via da me.

Gli sussurrai con un filo di voce.

-Non ti lascio piccola, stai tranquilla.-

-Okay fratellino non insisto, fai in fretta però-

Alice uscì dal bagno e Edward di schiena diede un calcio alla porta che col minimo sforzo si chiuse.

Mi adagiò sullo sgabello accanto alla vasca si inginocchiò, mi tolse le converse sporche di fango, mi fece alzare in piedi sul caldo tappeto sistemato davanti al sanitario e mi privò del resto degli abiti. Infine mi riprese in braccio e mi immerse lentamente dentro la vasca.

-E' troppo calda?-

-No, va bene.-

Tremavo e l'acqua bollente era quello che mi occorreva per riscaldarmi e per sciogliere i miei nervi tesi come corde di violino.  

-Ti .. ti insapono i capelli? Vuoi?-

-Um sì, io penso al resto-

Parlai con un filo di voce, nonostante fosse un momento gradevole dovevo sbrigarmi rivestirmi e buttarmi su di un letto. In un'altra occasione quella circostanza sarebbe stata molto eccitante.

Di sicuro avrei afferrato Edward per la maglia e l'avrei cacciato dentro la vasca con me, chiedendogli di insaponarmi la schiena ..

Prese lo shampoo e con delicatezza iniziò a frizionarmi la cute tentando poi di scigliore i nodi che si erano formati durante quei due sciagurati capitomboli, il tutto senza farmi lacrimare dal dolore. Ci riuscì.

Con la coda dell'occhio lo vedevo separare pazientemente ogni singolo capello uno dall'altro senza farmi accusare nessun fastidio. Il suo viso super concentrato per quella inconsueta operazione mi parve buffissimo. A secondo dei movimenti delle dita si mordeva il labbro inferiore trattenendolo fra i denti, oppure sgranava gli occhi temendo di sentirmi urlare da un momento all'altro.

Sorrisi rendendomi conto di non essermi mai sentita tanto colma d'amore per lui come in quel momento. La paura che avevo provato al pensiero di perderlo aveva amplificato all'ennesima potenza il mio sentimento nei suoi confronti.

Alla fine del bagno mi avvolse in un grande telo da bagno e mi riportò in camera di Alice, sul letto trovai ciò che mi occorreva per stare al caldo.

                                                       

Avevo la febbre alta, un livido in fronte, un ginocchio sbucciato e dolori sparsi dovunque, ma ero con Edward.

Questo bastava a farmi sentire bene.

                                          
                                                 ********************

-Salve capo Swan sono Alice Cullen-

-Alice? Come mai mi chiami è successo qualcosa a Bella?-

-No stia tranquillo, stamattina temeva di avere l'influenza ma è uscita lo stesso per andare a scuola. Io però ho capito che non stava bene e ho insistito per portarla a casa mia.-

-E ..-

-Bè ha la febbre molto alta-

-Oh, povera piccola- mio padre sembrava preoccupato -ti ringrazio Alice, mi spiace però che tu abbia saltato la scuola- per questo!

Alice su quel punto non si era preparata alcuna risposta.

-Emh non fa nulla capo Swan, sono molto avanti col programma, non mi perdo nulla- in qualche modo quel mostriciattolo riusciva sempre a cavarsela -volevo dirle che non può muoversi adesso, non è il caso che esca con questo tempo e queste condizioni. Resterà qui se per lei è okay?-

Mio padre rimuginò qualche secondo..

Alice stava facendo quella chiamata in viva voce e potevo sentire perfettamente mentalmente le congetture attuate dal cervellino del mio genitore.

 
Edward+Bella-controllo+notte+letto = sesso!


-Dorme in camera tua vero?-

-Certo capo Swan starà con me, non deve neanche chiederlo .. stia tranquillo.-

-Va bene- rispose il capo Swan con poca convinzione, ma davanti alla "salute" della figlia doveva abbozzare per forza. Pensava che nonostante io stessi male Edward avrebbe approfittato della situazione. Come se avessimo bisogno di questi mezzucci per fare zum zum! Se pensavo a tutte le volte che mentre mio padre dormiva come un ghiro io e Ed .. mio Dio che pazzi eravamo.. ahh se le pareti della mia camera parlassero!

-Grazie tante Alice dille che la chiamerò più tardi-

-Certo a dopo.-

 

Infagottata in un pigiama di flanella e una coperta di lana ero distesa sul letto di Alice, Edward accanto a me non lasciava la mia mano neppure per un istante. Dormii alcune ore dopo aver preso una pasticca, e mi svegliai nel primo pomeriggio. La febbre era scesa.


-Ciao angelo, come ti senti?-

Non appena aprii gli occhi me lo trovai davanti, sospirai di sollievo, avevo fatto un brutto sogno.

Avevo sognato che ero da sola nel bosco vagavo fino a notte fonda senza riuscire a trovarlo.

-Meglio. Vieni qui-

Lo attirai a me circondadogli il bacino con le braccia e appoggiando la mia testa sul suo petto. Edward volle assicurarsi del mio stato tastandomi la fronte.

-Si la febbre è scesa.-

-Te lo avevo detto già io testone-

-Dico ad Alice di portarti qualcosa da mangiare-

Mi scostò da sè e fece per alzarsi ma io gli arpionai un polso.

-Aspetta- mi guardò interrogativo -devi darmi una spiegazione per stamattina-

-Quando ti sentirai meglio Bel .. -

-Edward non ci provare, devi darmela subito. ADESSO. Voglio sapere cosa ho pensato stanotte di tanto orribile da farti scappare-

Non rispose, si limitò solo a scuotere la testa. Io però non capii se dovessi attribuire quel gesto ancora al senso di colpa che sentiva, oppure alla frustrazione per non essere riuscito a portare a termine il suo intento di fuga.

-Edward aspetto .. -

Dopo qualche secondo, prese un lungo respiro e si decise a spiegarmi.

-Ieri notte- deglutì -ieri notte, tu-

-Ieri notte io?-

- ... -

Proprio mentre stava per aprir bocca, Alice aprì la porta precipitandosi davanti a noi.

-Edward, vieni giù, subito!-

Il suo viso non tradiva alcuna emozione ma gli occhi spiritati e il tono della voce gridavano "GUAI!"

Edward?  

Era la prima volta che la sentivo chiamare così il fratello.

Era senza dubbio accaduto qualcosa.

-Non puoi aspettare Alice?-

Anche "Edward" sembrava stranito da quel comportamento più pazzoide del solito.

-No, non posso. Credimi è urgente-

Fece un eloquente gesto di conferma con la testa.

-Va bene, se dici che è urgente-

-Lo è.-

Edward scrollò le spalle.

-Torni presto per favore?-

Ero accigliata, Alice avuto un tempismo perfetto.

Lui annuì, si abbassò a stamparmi un bacio sulle labbra e poi uscì seguito a ruota dalla sorella.

Dopo qualche minuto dal piano inferiore sentii provenire delle voci, qualcuno stava discutendo animatamente. Le voci sembravano prevalentemente maschili e le frasi troppo concitate per capire di cosa stessero parlando, poi  qualcuno chiamò il mio nome

   
-Bellaaa. Dove l'hai nascosta Cullen? Stavolta ti distruggo-
   
Jacob?

Non ebbi neppure il tempo di capire se fosse realmente lui che sbraitava il mio nome, che la porta della camera di Alice si spalancò.

Jacob fece il suo ingresso a grandi falcate seguito da Edward livido di rabbia.

-Come stai? Cosa ti hanno fatto?-

Io lo guardai interdetta, sembrava un pazzo scappato dal manicomio. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e il fiato corto per l'agitazione.

-Non osare toccarla- urlò Edward quando lo vide avvicinarsi e fare il gesto di prendermi il viso fra le mani. Io mi ritrassi, non avevo nessuna intenzione di farmi neppure sfiorare dal quel vile infame traditore.  Deluso e sorpreso dalla mia reazione desistette da quell'intento.

-Ma cosa diavolo ci fai qui?-

   
La mia faccia era un misto di sorpresa fastidio e rabbia.

 
-Non sei andata a scuola e non c'erano neppure i succhiasangue, ho chiamato a casa e non c'eri, così ho chiamato Charlie che ha detto che stavi male e che ti trovavi qui.-

-Cioè fammi capire mi spii?-

Conclusione ovvia.

-Nooo-

Bugiardo.

-Allora come fai a sapere che non ero a scuola, non ero a casa .. Jacob ma che cosa stai combinando? Cosa ti sei messo in testa si può sapere?-

Gli chiesi urlando debolmente con quel pò di forze che avevo in corpo.

-Pensava ti avessi morso per .. si insomma hai capito Bella. Per trasformarti.-

Spalancai la bocca, ma non tanto per la parola morso o trasformarti, quanto per il fatto che ebbi coscienza di quanto Jacob e tutto il branco facessero sul serio.

-E anche se fosse?-

Grugni in tono di sfida.

-Sarebbe la fine-

-Ma per chi Jacob?-

-Per tutti loro-

-Ma lo vuoi capire che questa è la mia vita e decido io cosa è meglio per me? Io amo Edward e rimarrò con lui qualsiasi cosa succeda, e quando entrambi capiremo che sarà il momento giusto lui mi morderà e tu non potrai farci nulla.-

-Ma non pensi a Charlie? Non pensi a tua madre? Come fai ad essere così egoista?-

-E tu Jacob? Tu forse non sei egoista? Stai facendo scoppiare una guerra che porterà dolore e distruzione solo per la tua aberrante gelosia e il tuo sconfinato ego ferito-

-Ennnooo carina non mettere in mezzo me-  sbottò sprezzante facendo di no con la testa -se scoppierà una guerra, e credo che scoppierà, sarà solo per colpa tua.-


Sentendo quelle parole impallidii. Non seppi cosa rispondere, abbassai la testa e cominciai a lacrimare. Non avrei voluto dargli quella soddisfazione. Piangere, equivaleva ad dargli la conferma che potesse avere ragione. Ma ero ancora provata e debole per la febbre così non potei evitarlo.

Edward, vedendomi in quello stato espolse.

Emise un ringhio e io capì che stava per mostrare il suo lato oscuro, lo vidi aggrottare il viso e aprire la bocca per far uscire i canini. Jacob da lupo fiutò il pericolo e con un balzo di almeno tre metri raggiunse il punto più distante rispetto a noi due, quando toccò terra era un grosso enorme, spaventoso ammasso di pelo.

 
La guerra era appena cominciata ed ero stata io a dargli il via.





E siamo a meno 4, che dire .. un pò mi dispiace. Non posso fare a meno di pensare cosa succederà alla fine, voglio dire sembra tutto così scontato. I vampiri sconfiggono i lupi Ed e Bella restano insieme e vivono felici e contenti (???).
Bwaaa non sembra tutto troppo semplice .. O____O
Alla prossima spero presto.
Baci a tutte e mi raccomando fatevi sentire, Mi URGONO le vostre opinioni .
romi
   
 
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