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Autore: Panda_chan    30/04/2011    8 recensioni
Lo sguardo del più grande passò al visetto, alle piccole labbra strette, al nasino morbido (come il suo), agli occhi semichiusi ma visibilmente scuri (come i suoi), al ciuffo di capelli neri (come i suoi).
Il fratellino gli assomigliava, aveva qualcosa di suo.
Il fratellino gli piaceva.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Sasuke

 
La pancia della mamma era così tonda che il piccolo Itachi si era chiesto, più di qualche volta, se non avesse ingoiato un cocomero.
Certo, aveva sentito della presenza di qualcuno, lì dentro, di un fratellino; ma non capiva come potesse starci un bambino né come potesse esserci arrivato, e quando aveva chiesto informazioni più specifiche in merito, improvvisamente erano saltate fuori cicogne, cavoli, piante, api e fiori, e in quel marasma di spiegazioni discordanti non aveva più capito molto.
Naturalmente Itachi sapeva che non ci si può fidare delle spiegazioni dei grandi e che in particolare quelle delle zie sono le più infide, così si era consultato con Shisui, e dalle informazioni in loro possesso avevano dedotto che in un modo o nell’altro, in data da definirsi, il fantomatico fratellino avrebbe fatto la sua misteriosa comparsa nella famiglia.
Per Itachi la cosa non aveva una gran rilevanza: sapeva che il nuovo arrivato avrebbe occupato il minuscolo lettino nella stanza accanto alla sua, che sarebbe stato vestito con tutine ricamate con lo stemma del clan e nutrito con aggeggi chiamati biberon; dal suo punto di vista, nessuna di queste cose poteva veramente riguardarlo da vicino.

Avrebbe sorriso, alcuni anni dopo, divertito dalla propria ingenuità.

 

Il cosino stava fermo nella culla, avvolto stretto in copertine azzurre; Itachi lo guardava.
Era ancora scombussolato, per la verità: era stato svegliato molto presto quella mattina, senza alcuna giustificazione, e portato nel luogo bianco ed estraneo chiamato ospedale; Fugaku non aveva risposto alle sue domande, così si era seduto zitto e buono su una sedia.
Un paio d’ore dopo, quando l’assenza della madre e il mutismo del padre cominciavano a preoccuparlo, un signore vestito di verde era uscito da una stanza, aveva detto qualcosa a Fugaku e tutti ne avevano gioito; poco dopo era stato sollevato e portato nella stanza da cui era uscito lo strano signore.
Sulle prime era stato molto sollevato nel vedere la mamma, stesa sul letto: sembrava stanca ma felicissima, lo aveva abbracciato e baciato (allora aveva notato la scomparsa del cocomero sulla pancia) e poi lo avevano messo in piedi su uno sgabello davanti alla culla, e Itachi lo aveva visto per la prima volta.

 

L’essere chiamato fratellino era piccolissimo e rosa, tondo ma grinzoso; non avrebbe saputo dire se fosse bello, nonostante i mille complimenti cinguettanti che sentiva, e si chiedeva come potesse starsene così fermo con tutto quel chiasso.
Sotto lo sguardo vigile di Fugaku, aveva allungato una mano a sfiorare quella del neonato: lui aveva schiuso la sua mostrando il minuscolo palmo e l’aveva stretta attorno al suo indice.
Era una cosa molto strana, e Itachi non sapeva spiegarsi la sensazione; ma la mano del fratellino era tiepida, tenera, le sua stretta non molto forte, ma decisa. Piacevole.
Lo sguardo del più grande passò al visetto, alle piccole labbra strette, al nasino morbido (come il suo), agli occhi semichiusi ma visibilmente scuri (come i suoi), al ciuffo di capelli neri (come i suoi).
Il fratellino gli assomigliava, aveva qualcosa di suo.
Il fratellino gli piaceva.
Dietro di sé, sentiva Fugaku e Mikoto discutere sul nome del nuovo nato, ma li aveva sentiti discutere mille volte, e non avevano mai preso una decisione.
Itachi sapeva che il suo nome significava ‘donnola’, e gli piaceva: le donnole erano animali simpatici, anche se alcuni le dicevano portatrici di cattivi auspici.
Naturalmente molti altri animali erano simpatici, tra quelli che conosceva, come le rondini, le ranocchie, gli scoiattoli; tra gli scoiattoli addirittura alcuni potevano spiccare lunghissimi salti dagli alberi e planare in aria, quasi come se volassero.
A lui sarebbe piaciuto volare.
Chissà se anche al fratellino un giorno sarebbe piaciuto volare, o planare come uno scoiattolo?
Scoiattolo… Sasuke.
Mormorò il nome qualche volta, rigirandoselo in bocca e ripetendolo poi a voce alta al fratellino, che in quel momento aprì gli occhi.
Mikoto, che abbandonata momentaneamente la discussione con il marito guardava amorevolmente i figli, sorrise.
Sorrise, per una volta, anche Fugaku: e procuratosi un pennello, lo intinse nell’inchiostro nero tracciando, sul cartello davanti alla culla, il nome del suo secondogenito: Sasuke Uchiha.

 

**********

 

E questa era una scemenza sulla famiglia Uchiha… >///<
Spero vi sia piaciuta e che non sia troppo OOC.
Sono gradite le recensioni…. =)

Panda

  
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