Sì, ciao a tutti, buon giorno! "XDD
Sono io, sì, quella che sta facendo a fettine le palle a tutti con Love Your Enemy e non dovrei neanche essere qui, ma al Napoli Comicon a comprare più manga di quanto possa permettermi ad a zompettare qua e là con espressioni dementi. ò_ò
Invece sono qui, per mio piacere comunque, a proporvi una storia molto breve (rispetto ai miei canoni "XD) che spero possa piacervi.
Ieri sera, mentre Love Your Enemy (da ora LYE) mi sfiancava, ho trovato questa cosa strappalacrime nell'archivio di Nilo ed ho cominciato a piangere tutte le mie lacrime. *È una personcina emotiva!* T__T
Così, alla fine, 'sta mattina ho letteralmente vomitato questa cosetta qui. Spero non vogliate considerarla solo un banale prequel di questa, perché ci ho messo veramente l'anima e soprattutto ho rubato un sacco di tempo a cose più serie, ehm ù_ù, tipo LYE. "XDD
Aspetto le vostre recensioni! Ed intanto vi chiarisco che il titolo vuol dire avvento e che l'ho messo lì proprio perché non avevo altre idee! "XD Ma quanto sono poco seria. ò_ò Enjoy!


Advent

Hatake Kakashi, di buona memoria, riesce a ricordare quel giorno come fosse appena ieri. In quel baccano, con tutto quel vento, Kakashi non riesce comunque a smettere di pensarci.
C'era Yondaime, c'era Jiraya-sama. Erano nella casa dell'Hokage e c'erano le sue cose intorno. C'era anche una strana atmosfera come di attesa, di aspettativa, di impazienza: come un rullo di tamburi impercettibile a qualsiasi orecchio.
Poi, come per uno strano genjutsu, come un incantesimo o un inaspettato miracolo, Uzumaki Kushina entrò nella stanza. C'erano i suoi capelli lunghissimi e profumati, il suo corpo generoso ma snello, la sua grazia quasi divina, la sua bellezza eterea e possente insieme. Teneva tra le braccia un fagottino rumoroso, una specie di calda e paffuta palla rosa e bianca con due occhi enormi e così chiari da sembrare uno specchio. Quella cosa morbida ed un po' inquietante stava piangendo come disperata.
Kakashi ricorda distintamente che Kushina sorrise e poi si voltò verso Yondaime.
Hatake Kakashi è così: non dimentica. Non ha mai dimenticato.
Come avrebbe potuto, nonostante gli anni, nonostante il dolore, nonostante tutto, dimenticare l'espressione che aveva in volto Yondaime prendendo tra le braccia la massa urlante del corpicino paffuto del suo bambino?
"Ciao, Naruto", disse l'Hokage sollevando tra le braccia suo figlio.
Kakashi ricorda che era pietrificato. Era la prima volta che sentiva come un sottile bisogno di piangere dalla morte di Rin. Non ha mai capito i sentimenti, è questa la verità: è sempre stato come in bilico sull'orlo del burrone del cedere a ciò che prova e l'equilibrio dell'ignorarlo. In quell'occasione, col suo maestro a tenere tra le braccia suo figlio, Kakashi barcollava così tanto tra il commuoversi ed il sorridere freddamente che finì per reprimere una strana felicità nella gabbia toracica.
Jiraya-sama al suo fianco non sembrava meno scosso di lui. Balbettava monosillabi sconnessi, tremava e sembrava completamente assorto nella contemplazione del marmocchio tra le braccia di Yondaime.
La mamma ed il papà del bambino sembravano al settimo cielo nonostante il bambino si disperasse ed urlasse a pieni polmoni.
"Sensei", disse sorridendo Yondaime, "vuoi tenerlo?". Jiraya inizialmente annuì, ma poi stava tremando e non riusciva ad esprimersi ed allora Yondaime rise. Il bambino stava ancora piangendo come provando un intenso dolore.
"Scusami, ragazzo", si scusò Jiraya-sama come sinceramente risentito, "non ce la faccio".
Un attimo dopo Kakashi si ritrovò Naruto tra le braccia. E Naruto smise di piangere.
Kakshi ricorda anche le espressioni che si dipinsero sui volti di Yondaime, della sua signora e di Jiraya-sama. "Come hai fatto a spegnerlo?", chiese Uzumaki Kushina con la bocca spalancata. Poi pungolò Yondaime con un gomito e gli fece un occhiolino. "Pare che Naruto-chan abbia scelto la sua nuova mamma".
Jiraya-sama rise, Kakashi non riesce a smettere di pensarci, e gli diede una pacca sulla spalla alla quale Kakashi sussultò. Il bambino si aggrappò alla sua maglietta come convulsamente. Aveva gli occhi umidi di lacrime e la boccuccia sdentata curvata in un sorriso. Kakashi avvertì distintamente come una stretta al cuore, quando il bambino gli tolse piano la maschera.
Yondaime rise, Kushina rise ed anche Jiraya lo fece.
Hatake Kakashi, di buona memoria, riesce a ricordare quel giorno come fosse appena ieri. Ci pensa guardando Naruto di spalle con addosso le vesti che erano state quelle di suo padre a salutare Konoha dall'alto come fosse la cosa più bella della sua vita.
"Hokage-sama", gli dice con un sorriso. Naruto non si volta, forse per i boati della folla, forse perché Sasuke gli sta dicendo qualcosa all'orecchio. "Hokage-sama", ripete Kakashi ripensado a Yondaime, alle sue ultime parole, a tutto ciò che la loro vita prima di Kyuubi era stata. Kakashi ricorda tutto; non può proprio dimenticare. "Naruto!", urla alla fine.
"Kakashi-sensei!", balbetta Naruto continuando a salutare la folla festante. "Che c'è?".
"Naruto sarà un ottimo shinobi anche grazie a te, Kakashi", aveva detto Yondaime quel giorno, mentre Naruto si addormentava tra le braccia di Kakashi. "Se seguirà le tue orme, sarò un padre fiero di lui. Di voi".
Allora Kakashi non può fare a meno di avanzare di un passo e posizionarsi dietro di lui. Incredibile come possa aver una cosa piccola com'era allora diventare più alta di lui. Mette una mano sulla spalla di Sakura e l'altra su quella di Sasuke.
Sospira. "Minato", dice. "Kushina", dice ancora. "Jiraya".
E si toglie la maschera.