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Autore: Deirdre_Alton    30/04/2011    1 recensioni
Galahad ripensa alla sua vita. Quando fu chiamato a Camelot da Re Artù e dovette abbandorare il monastero in cui è cresciuto, lontano dalla madre e dal padre che non gli hanno mai mostrato l'amore di cui aveva bisogno.
(Il titolo del racconto deriva da un pezzo dei Placebo "I'll Be Yours")
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bedivere, Mordred
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 30

Ottobre volgeva al termine, il tempo era peggiorato nelle ultime settimane e sentivo il freddo penetrarmi nelle ossa. Il mio incubo ormai si presentava puntuale ogni notte ed ero come sul punto di fare qualcosa, qualcosa di urgente e pressante. Partire sì, lo sapevo, ma dove e a cercare chi o cosa?
Ero con la testa appoggiata al freddo vetro di una finestra di un corridoio del palazzo al piano primo. Allontanandomi leggermente vidi il mio riflesso, non avevo una bella cera.
Quella sera ci sarebbe stato consiglio, l'unica nota positiva nella cosa era che sarei riuscito a vedere Mordred, forse dopo avremmo avuto un po' di tempo per parlare. Era sempre preso da questioni del Regno con suo padre, anche se di quelle questioni ne capivo poco, lo invidiavo. C'era qualcuno che credeva e si fidava ciecamente di lui e per un motivo valido.
Appoggiai nuovamente la fronte sul vetro, vedevo le gocce di pioggia scendere piano. Sentii dei passi, un fruscio di stoffa. «Non dirmi che hai bevuto troppo e ti venuto il mal di testa» disse Mordred avvicinando la bocca al mio orecchio.
Sospirai, mi voltai e gli sorrisi mesto. L'allegria che aveva in volto fu spazzata via in un istante. «Stai male Galahad?» mi chiese. Tornai a guardare fuori dalla finestra.
«Sì, c'è qualcosa che mi turba, ma non esistono parole per spiegarlo perchè non so spiegarlo a me stesso.»
Mi obbligò a voltarmi, aveva un'ombra scusa in volto. «Non ti sarai mica innamorato?», voleva suonare ironico, ma era infastidito. Almeno, così sperai.
«Stupido...» mormorai, sperando che reagisse male, anche se non sapevo perché.
Non disse nulla, forse non aveva sentito. «Non c'è nessuna donna nella mia testa» dissi.
Non era questo quello che mi aveva chiesto.
«Mph...», incrociò le braccia e poi si appoggiò al muro, mise i gomiti sul davanzale e si mise a guardare le gocce di pioggia.
«Mordred...» guardavo il suo profilo stagliarsi contro le pietre del muro. Si mosse leggermente.
«Se devi dirmi una cosa dimmela, ti devo sempre tirare fuori le parole di bocca?» L'avevo fatto innervosire.
«Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Non posso spiegarti cosa, perchè è complicato! Ma... ho bisogno che qualcuno mi sostenga, quel momento verrà presto e so che nessuno mi prenderà sul serio. Io…»
Scosse la testa, sempre rivolto al vetro rispose. «Parli per enigmi Galahad, ed io che pensavo che fossi una persona semplice. Mi sono illuso, mi hai illuso.»
Dimenticai come si faceva a respirare. Cosa?
Si mise dritto, mi guardò e scoppiò a ridere. «Galahad, Galahad» si fece serio. Sembrava che stesse cercando le parole da dire.
«Ascoltami Galahad, credo di aver capito quello che volevi dire, a grandi linee. Mi hai detto che hai trovato delle somiglianze tra noi due, forse non mi crederai ma ho pensato spesso alle tue parole. Noi due siamo soli, entrambi cerchiamo un posto nel mondo, cerchiamo la costante approvazione di qualcuno. Ci siamo trovati bè... mi hai dato fastidio all'inizio, come osavi tu cercare di farmi uscire dal mio mondo tetro? Avrai il mio sostegno qualsiasi cosa tu faccia, sei l'unica persona al mondo che mi si sia avvicinato senza secondi fini. Solo perchè ti interesso. Io!? Cosa sono in confronto a te? Non valgo il tuo dito mignolo. I tuoi genitori non hanno capito che persona sei? Chi se ne importa! Io... Sarò tuo padre, sarò tua madre, sarò il tuo amante, sarò tuo!» I suoi occhi brillavano, il volto era acceso, le sue mani vibravano mentre diceva quelle parole.
Parole che si impressero a fuoco nella mia mente. Quasi sentii le ginocchia cedere, le guance in fiamme.
«Papà!», era la dolce voce di Melou, io e Mordred ci voltammo verso di lei che camminava veloce verso di noi. In fondo al corridoio vidi la Regina Ginevra con due ancelle.
«Melou, tuo padre è occupato, torna qui!», le due ancelle risero sentendo le parole della Regina.
Mordred si abbassò e prese il naso della piccola tra le dita facendo finta di rubarglielo. Lei rise, poi mi guardò e si nascose imbarazzata dietro al padre.
«Damigella Melou, sai chi è questo cavaliere?» disse Mordred spostandosi. Melou si inchinò alzando leggermente i lati della gonna come una damina. «Ser Galahad» rispose cercando conferma in Mordred.
Mi abbassai, le porsi la mano, la bambina si avvicinò. Le scostai due riccioli dalla fronte e le diedi un leggero bacio. Sentii le damigelle in lontananza emettere un sospiro ammirato e di pura delizia. Avrebbero avuto dei pettegolezzi sul santo da raccontare, il santo che benediceva la figlia del Principe Mordred.
Melou cercava di trascinare il padre via con se, aveva “qualcosa di bellissimo da mostrargli”, Mordred mi guardò incerto sul da farsi. Gli sorrisi, annuii e lui la seguì.
Sentii qualcosa squarciarsi dentro di me mentre puntavo gli occhi sulla schiena di Mordred che si allontanava.
Compresi cosa dovevo fare, dove dovevo andare, cosa dovevo cercare.

Note: la frase “ sarò tuo padre, sarò tua madre, sarò il tuo amante, sarò tuo” è tratta dalla canzone dei Placebo "I'll Be Yours" (I'll be your father, I'll be your mother, I'll be your lover, I'll be yours). Nelle mie intenzioni, Mordred si lascia molto andare, avrebbe potuto solo dire “sarò tuo padre e tua madre, perchè li sostituirò io”, ma i suoi sentimenti lo portano a dire che sarà qualsiasi cosa per Galahad.
Melou è stata una rompi scatole, lo so XD
Ringrazio chi legge questa storia *_* in particolare Aily e IceWarrior.

   
 
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