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Autore: Cinzia N Spurce    30/04/2011    2 recensioni
È giunto il momento della tanto temuta battaglia contro i Volturi.
le cose si sviluppano, però, in maniera diversa da come noi le conosciamo.
I Volturi sono intenzionati a vedere Renesmee morta, i Cullen aiutati dal branco e dai nomadi non sono intenzionati a cedere. Alice e Jasper arrivano troppo tardi.
Riusciranno a vincere comunque? O soccomberanno contro il clan di vampiri più temuto di tutti?
ONE SHOT REVISIONATA E CORRETTA.
Genere: Drammatico, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Un’altra fine

 

Ero una vampira.
Ero forte, bella e speciale.
Ero madre, moglie, amica, figlia e sorella.
Avevo una famiglia stupenda ed ero riuscita a realizzare il sogno che si era insinuato nel mio cuore dal primo momento in cui i miei occhi avevano incontrato i suoi.
Avevamo superato assieme tante difficoltà che avevano seriamente minato la nostra felicità… e adesso ci ritrovavamo qui, schierati come soldati in procinto di affrontare una battaglia.
Battaglia che sapevamo tutti sarebbe avvenuta da lì a poco.
Ognuno di noi aveva una motivazione troppo importante per non abbandonare il campo: chi voleva proteggere il proprio compagno, chi aveva deciso di agire per non lasciare un amico in difficoltà, chi si era unito per portare avanti un ideale e chi come me era spinto dall’amore smodato verso qualcun altro.
Io ero lì per proteggere coloro che nel giro di pochissimo tempo erano diventati la mia vita. Ero in attesa del nemico con la ferma convinzione di voler difendere mia figlia e mio marito.
La tensione aumentava ogni istante di più mentre gli ultimi saluti prima della battaglia venivano esternati.
Io ero accanto ad Edward, con Renesmee tra le braccia accoccolata tra di noi.
Lui baciava la sua fronte candida, accarezzandole i lunghi boccoli ramati così simili ai suoi mentre io stringevo le sue piccole manine tra le mie e fissavo i suoi occhi alternandoli al volto di Edward, così impegnato a rassicurare quella bambina che aveva cambiato radicalmente quello scorcio di eternità che avevamo lottato per costruire.
Eravamo soli e in disparte, separati dal resto del gruppo che si era offerto di aiutarci.
Volevamo godere dell’ultimo momento di calma prima della tempesta che nel peggiore dei casi avrebbe lasciato mia figlia sola e la mia famiglia distrutta.
« Mamma andremo ancora da nonno Charlie? ». La sua voce solitamente così squillante e allegra risultava adesso notevolmente bassa e tremolante, conseguenza del discorso che all’insaputa di Edward noi avevamo fatto.
Sapeva che nel peggiore dei casi non ci saremmo più viste per un po’… periodo che sarebbe durato fino a che lei non avesse avuto la giusta maturità per capire che la sua famiglia era stata fatta a pezzi.
« Certo tesoro », rispose Edward, cercando di rassicurarla.
Il mio cuore se ancora battesse, si sarebbe certamente fermato un attimo al sentire quelle parole. Lui credeva in una nostra possibile vittoria, lui non sapeva del piano per salvare il nostro piccolo tesoro, che grazie agli indizi disseminati da Alice io avevo progettato.
Nostra figlia si strinse di più a noi, come a voler imprimere sul suo corpo il gelido calore dei nostri abbracci.
Così ingenuamente piccola, ma così maledettamente intelligente. Lei non avrebbe mai dimenticato i momenti prima dell’addio, avrebbe sempre conservato all’interno del suo piccolo cuore il ricordo di noi. Due genitori ragazzini per l’eternità. Eternità strappata ancor prima di cominciare.
Baciai la sua fronte mentre con una mano afferravo la mano di Edward al mio fianco. Strinse forte la presa e mi guardò negli occhi sussurrando determinato che tutto sarebbe andato bene.
Ed io mi ritrovavo tra le sue braccia preda dello sconforto che mi caratterizzava, ad un passo dalla nostra probabile fine avevo accantonato la mia spavalderia per sprofondare nella disperazione.
Non volevo abbandonare tutto ciò per cui avevo lottato, ma mi rendevo conto che le possibilità di vittoria erano nulle. Pur avendo molti amici a sostenerci, pur avendo poteri straordinari sulle nostre spalle, noi eravamo spacciati.
« Andrà tutto bene », ripeteva come una litania Edward, capendo il mio stato d’animo ormai distrutto dalla paura, non per ciò che ci avrebbe atteso ma per quello che sarebbe andato perso.
Abbracciammo per l’ultima volta la nostra bambina e la posammo su dorso di Jacob trasformato in lupo.
I licantropi si erano fermati poco lontani da noi, avevano fissato tutta la scena a distanza di qualche metro, in parte consapevoli di ciò che stava accadendo.
« Seth, Paul voi seguirete Jacob ». Furono gli ordini di Sam, pronunciati a capo chino e ad occhi stretti.
Stava sacrificano alcuni dei suoi ragazzi a discapito di altri.
Stava portando alla salvezza Paul e Seth senza sapere se anche gli altri sarebbero potuti tornare sani e salvi dalle loro famiglie.
« Cosa? No! », urlò il piccolo Seth sconvolto dagli ordini dell’alfa.
« Taci Seth, è un ordine. Tu e Paul seguirete Jacob, gli altri resteranno qui con me a dare man forte ai Cullen, non possiamo lasciare che un compagno parta da solo ».
Finita la frase puntò i suoi occhi su Jacob. I licantropi erano una famiglia, come lo erano i Cullen, e non avrebbero mai lasciato solo uno di loro ad affrontare un viaggio tanto duro e complicato.
Restai un attimo fissa sul volto di Sam, stava fornendo alla mia bambina una protezione ancor più adeguata, mi voltai poi verso Jacob quasi a
trasmettergli quanto bene gli volessi, quanta gratitudine provassi per lui in quel momento.
« Ricorda ciò che ti ho detto », sussurrai guardando entrambi negli occhi.
Edward mi lanciò un’occhiata interrogativa mentre Jacob in forma animale puntava i suoi occhioni lucidi su di noi. Avevo affidato parte della mia vita alla persona che aveva salvato una parte di me al momento in cui il buio mi aveva avvolta.
Avevo affidato mia figlia a Jacob, il mio sole nel buio, il mio migliore amico… anche quando la nostra natura non ci permetteva di essere tali. Quando ero diventata l’essere che lui aborriva con tutte le sue forze aveva continuato a sorridermi, e di questo gli sarei rimasta sempre grata.
« Di cosa stai parlando? », chiese Edward in un sussurro.
Lo guardai, vidi i suoi occhi tristi e confusi e il senso di colpa mi invase come una tempesta che aspettavo ormai da troppo tempo. 
« È solo una precauzione nel caso in cui le cose non vadano bene », mentii quando dissi quelle parole, mentii perché io sapevo che nulla
sarebbe andato come tutti si aspettavano.
Mentii perché lui mi aveva chiesto di avere fiducia ed io non ne stavo avendo.
Non so se in quel momento Edward credette alle mie parole, voltò semplicemente il suo sguardo verso Jacob e Renesmee e li guardò allontanarsi dalla radura che avrebbe ospitato i Volturi.
Quando Jacob e Nessie, assieme a Paul e Seth, scomparvero dalla nostra vista, Edward mi strinse a se.
Non parlammo, il dolore e l’amore fusi insieme in quell’ultimo abbraccio erano troppo intensi per essere espressi con flebili parole.
Spinti dal pesante egoismo, che la nostra natura ci imponeva, non avevamo la forza per allontanarci l’uno dall’altro e andare dal resto della
nostra famiglia, da chi era diventato un padre o un fratello.
Paura e dispiacere si fondevano paralizzando le mie membra, rendendomi l’ombra della fragile umana che ero un tempo, bisognosa della stretta ferrea della persona che amavo.
« Ti amo », sussurrò quando il loro arrivo era ormai imminente.
« Ti amo », ricambiai quando fecero la loro comparsa i Volturi, all’interno del luogo che aveva visto immortalati i momenti più intensi della nostra storia.
Ci schierammo così come le pedine di una scacchiera, pronti per affrontare la battaglia.
Edward era di fronte a Aro, accanto a Carlisle vista la loro amicizia.
Poco più indietro si trovavano Emmett, Garrett ed Eleazar posti in difesa della loro famiglia e delle loro compagne.
Immediatamente dietro si trovavo Rosalie, Esme, Kate, Carmen e Tanya disposte in modo da allargare il campo e sparsi qua e la, si potevano notare i nostri aiutanti Benjamin, Maggie da una parte e i licantropi messi ai bordi del nostro schieramento a chiudere le fila. Stefan e Vladimir in disparte pronti per godersi lo spettacolo di una possibile disfatta.
E infine c’ero io, assieme a Zafrina, poste in fondo per cercare di aiutare con i nostri poteri il più possibile.
Speravo nell’arrivo di qualcuno che potesse aiutarci.
Pregavo affinché la situazione non diventasse troppo estenuante.
Pregavo nonostante il mio essere un demone che si cibava di sangue.
Pregavo che le mie intuizioni fossero esatte, che Alice non ci avesse realmente abbandonato a noi stessi.
Fissai gli avversari che fieri ci fronteggiavano senza alcun timore, con gli occhi contornati da quel ghigno di malvagità che già avevo visto sui loro volti durante la mia breve visita a Volterra.
Aro, Marcus e Caius erano posti di fronte a noi con le guardie ai lati pronti a difenderli da qualsiasi pericolo, i gemelli si trovavano un passo avanti a loro; con i loro lunghi mantelli neri stavano studiando i nostri esatti comportamenti per poter intervenire in difesa dei padroni. E così tutti gli altri soldati, stavano in difesa dei tre capi e delle loro consorti pregustando già l’attimo in cui avrebbero potuto segnare una nuova vittoria nella lista delle battaglie.
Il mio scudo venne immediatamente esteso su tutti i miei compagni.
Tutti tranne Zafrina che si sarebbe occupata, nel peggiore dei casi, di distrarre i nostri nemici confondendoli con qualche strana visione.
« Aro ». Pronunciò Carlisle, freddo e con sguardo torvo.
« Carlise ». Disse invece con un finto sorriso Aro, mellifluamente dolce cercando di conquistare la nostra fiducia. « Dov’è la bambina? », chiese, poi, divenuto irrimediabilmente serio, fissando i nostri occhi d’oro come se volesse leggerci l’anima.
Un ringhio fuoriuscì dal petto di Edward quando quella frase venne pronunciata così distaccatamente. « Non l’avrai mai! »
Edward venne fermato da suo padre. « Aro, Nessie non è una bambina immortale… lei cambia, cresce, ragiona ». In nome della vecchia amicizia e degli ideali di cui si era sempre fatto portavoce, il capo dei Cullen si rivolse al Volturo, cercando di convincerlo a lasciarci in pace.
« Ciò non toglie il fatto che la piccola Cullen è una perla rara, unica nella sua specie e non sappiamo come potrebbe reagire all’eternità… è la cosa migliore per tutti segnare la sua scomparsa qui e adesso! ». Le sue parole gelide penetrarono all’interno dei nostri cuori morti, provocando la nostra più accesa furia.
« Lei è mia figlia. Non le farai del male ». Pronunciai la frase con una freddezza intrisa d’odio talmente palpabile da far tremare la persona che mi stava accanto.
« Sai a cosa andiamo incontro, vero? ». Tutti i nemici fissarono il mio volto apparentemente impassibile, ma dietro al quale imperversava ira mista ad odio, stavano rovinando la mia vita.
« Non sfidare la nostra potenza piccola neonata », sputò fuori Caius indisposto dalla mia tenacia a non dargliela vinta.
« E tu non toccare la mia famiglia », risposi testardamente, convinta di ciò che dicevo.
Dopo lo scambio di battute, un piccolissimo cenno diede inizio a ciò che più temevo, ma che con ansia aspettavo.
Il loro attacco non si fece attendere, i poteri congiunti di Jane e Alec si scagliarono su di noi e trovarono a fronteggiarli il mio scudo che proteggeva tutti.
Jane strizzò gli occhi cercando qualche falla per penetrare lo scudo e colpire me, la fonte del loro blocco.
Quando capì che nulla poteva essere fatto con i sui poteri digrignò i denti soffocando un ringhio in gola, cercò di gettarsi su di noi, ma prontamente i poteri di Benjamin la respinsero indietro formando un piccolo tornado che la colpì in pieno.
« Avete veramente intenzione di dare inizio ad una guerra? », domandò Marcus pacato, irremovibile in volto ma malvagio quanto gli altri tre.
« Voi avete dato inizio a tutto! », gridò Edward infuriato.
E il caos scoppiò fra noi.
Le guardie dei Volturi si scagliarono contro di noi ed io mi trovai sola con Zafrina a fissare la lotta che tutti stavano affrontando.
La fragile Esme, la fiera Rosalie, la testarda Kate, la dolce Carmen e infine l’inaspettata gentilezza di Tanya nei confronti dei nostri guai, vedevo tutti i ragazzi combattere fino allo sfinimento.
Carlisle cercava in tutti i modi di far ragionare gli avversari a causa della sua innata bontà che lo contraddistingueva, aveva gli occhi puntati costantemente su Esme come a volerla proteggere con lo sguardo.
Emmett dava sfogo alla sua possente forza scontrandosi con Felix, il frastuono dei loro colpi si disperdeva nell’aria.
Edward cercava disperatamente di venire da me mentre Demetri gli dava del filo da torcere provocando la sua ira più di quanto questa non fosse già esternata.
Protetti da un seguito di guardie i tre capi fissavano la scena che si svolgeva davanti ai loro occhi. Aro puntava i suoi occhi nei miei, ghignando per la situazione in cui ci trovavamo.
Loro esperti combattenti con poteri straordinari e noi determinati a vincere con un agglomerato di fantastici poteri ma maledettamente inesperti.
« Devo raggiungerli », sentii sussurrare a Zafrina che nel giro di un attimo si trovava buttata tra la mischia, affianco alla mia famiglia.
Tutti lottavano tranne me. Io ero impegnata a proteggerli da tutti gli attacchi psichici.
La lotta era diventata estenuante.
Le urla dei miei compagni erano strazianti.
La prima a capitolare fu Maggie, le sue membra strappate con i denti mi fecero venire i brividi lungo la schiena.
Sentii le urla di Benjamin invocare il suo nome dopo che un fuoco era stato appiccato. Andò incontro al vampiro che aveva attaccato la nostra amica e mentre cercava di vendicarla, anche lui trovò la morte.
Cominciai a singhiozzare mentre le mie ginocchia cedevano per terra a causa dello sforzo mentale per tenere attivo il mio scudo. Strizzai gli occhi mentre mi sforzavo di tenere tutti sotto protezione, una voce mi destabilizzò.
Era Rosalie ad urlare.
« Fermo maledetto bastardo! », gridava al vampiro che, solo adesso mi rendevo conto, mi veniva addosso. Aveva preceduto Edward già pronto all’attacco.
Si pose in mia difesa davanti a me.
« Rosalie non farlo », urlai mentre il nemico avanzava, le balzò addosso e in meno di un secondo fu fatta a pezzi.
La cieca furia di Emmett sovrastò tutto.
Vidi mia sorella morire per proteggermi.
Vidi mio fratello distrutto dal dolore che l’aveva condotto alla follia di una vita senza di lei.
Vidi gli occhi di mia madre stringersi per la sofferenza.
Vidi gli occhi di mio padre divenire per un attimo vuoti, lui aveva perso una figlia.
E compresi il suo più intimo dolore, anche se in maniera differente io provavo il suo stesso tormento.
Lui aveva visto morire sua figlia ed era consapevole di dover dire addio a noi altri.
Io avevo detto addio a mia figlia, Renesmee, sapendo che la mia morte l’avrebbe salvata, che la sua fuga l’avrebbe resa in parte libera dalla condanna del nostro nome.
Cercai di alzarmi mentre i Denali si presentavano davanti a me.
Tanya mi afferrò una mano chiedendomi disperatamente di non mollare e io continuavo, singhiozzando, a tenere alto quello scudo. Carmen, Kate ed Eleazar morirono per proteggermi uccisi dai gemelli che senza alcuna pietà staccarono le loro teste.
Tanya andò loro incontro con il volto trasformato in una smorfia d’ira, in cerca di vendetta e così morì anche a lei accompagnata da Garret che cercò di proteggerla.
I licantropi si erano uniti senza timori alla lotta, uccisi uno dopo l’altro dalla guardia, sotto gli ordini di Caius che compiaciuto e ghignante fissava la scena ed esultava per la loro disfatta.
Avevo visto morire tutti.
Solo la mia famiglia stava restando in vita.
Solo per il gusto di ucciderci lentamente.
Sperai che la mia cara migliore amica, che la mia dolce sorellina non venisse.
Non volevo veder morire anche lei, non volevo che mia figlia restasse senza nessuno, in un modo o nell’altro, Alice l’avrebbe trovata e sicuramente l’avrebbe cresciuta.
Quando solo noi restammo, entrarono in scena i potenti.
I tre capi lasciarono le loro postazioni avvicinandosi a noi, gli occhi rossi velati da malignità, le bocche piegate in un ghigno di scherno nei nostri confronti.
Edward si avvicinò a me, mi abbracciò come la più fragile delle bambole.
« Come stai? ». Mi strinsi a lui, cominciai a singhiozzare e come se lui non avesse parlato cominciai a ripetere la frase che dall’inizio di questa triste storia cercavo di scacciare dalla mia mente.
« È finita ». Cercai di alzarmi per combattere; per mettere in atto i pochi insegnamenti che Jasper era riuscito a darmi, ma Felix mi prese per le braccia mentre Demetri assieme ad altri componenti della guardia facevano a pezzi ciò che restava della mia vita.
Uno dopo l’altro vennero ridotti a pezzi tutti quanti, fino a che Jane arrivò di fronte a me.
« Saresti un membro rispettato all’interno della guardia ». Fu Aro a parlare.
Guardi i suoi occhi rossi e vidi tutta la mia vita ormai in frantumi, vidi mia figlia senza i suoi genitori, vidi la mia famiglia distrutta.
« Io non sarò mai una tua schiava ». I suoi occhi si strinsero e le mani di Jane mi afferrarono il collo stringendo sempre di più.
Da quel momento in poi fu il buio.

 

Lo scenario devastante che la venuta dei Volturi aveva lasciato fece accapponare la pelle agli unici due superstiti che portavano ancora il nome Cullen.
Alice e Jasper fra gli alberi videro come la loro famiglia era stata conciata, come ciò che consideravano fratelli e genitori erano stati maltrattati e un grido agghiacciante proruppe nel cielo.
Tutto era distrutto, tutto era perduto.
Solo la disperazione era rimasta contornata dalla desolazione di un futuro mai avverato.
Solo fredda, costante e pungente desolazione.

 

Buongiorno, ecco a voi la versione riveduta e corretta di questo finale alternativo di Breaking dawn, forse troppo sanguinolento, ma più realista, almeno secondo la mia opinione.
Non ho molto d dire, spero vi piaccia. Vi lascio i miei contatti:

 
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