Un’altra fine
Ero
una vampira.
Ero
forte, bella e speciale.
Ero
madre, moglie, amica, figlia e sorella.
Avevo
una famiglia stupenda ed ero riuscita a realizzare il sogno che si era
insinuato nel mio cuore dal primo momento in cui i miei occhi avevano
incontrato
i suoi.
Avevamo
superato assieme tante difficoltà che avevano seriamente
minato la nostra
felicità… e adesso ci ritrovavamo qui, schierati
come
soldati in procinto di
affrontare una battaglia.
Battaglia
che sapevamo tutti sarebbe avvenuta da lì a poco.
Ognuno
di noi aveva una motivazione troppo importante per non abbandonare il
campo: chi
voleva proteggere il proprio compagno, chi aveva deciso di agire per
non
lasciare un amico in difficoltà, chi si era unito per
portare avanti un ideale
e chi come me era spinto dall’amore smodato verso qualcun
altro.
Io
ero lì per proteggere coloro che nel giro di pochissimo
tempo erano diventati
la mia vita. Ero in attesa del nemico con la ferma convinzione di voler
difendere mia figlia e mio marito.
La
tensione aumentava ogni istante di più mentre gli ultimi
saluti prima della
battaglia venivano esternati.
Io
ero accanto ad Edward, con Renesmee tra le braccia accoccolata tra di
noi.
Lui
baciava la sua fronte candida, accarezzandole i lunghi boccoli ramati
così simili
ai suoi mentre io stringevo le sue piccole manine tra le mie e fissavo
i suoi
occhi alternandoli al volto di Edward, così impegnato a
rassicurare quella
bambina che aveva cambiato radicalmente quello scorcio di
eternità che avevamo
lottato per costruire.
Eravamo
soli e in disparte, separati dal resto del gruppo che si era offerto di
aiutarci.
Volevamo
godere dell’ultimo momento di calma prima della tempesta che
nel peggiore dei
casi avrebbe lasciato mia figlia sola e la mia famiglia distrutta.
«
Mamma andremo ancora da nonno Charlie? ». La sua voce
solitamente così
squillante e allegra risultava adesso notevolmente bassa e tremolante,
conseguenza del discorso che all’insaputa di Edward noi
avevamo fatto.
Sapeva
che nel peggiore dei casi non ci saremmo più viste per un
po’… periodo che
sarebbe durato fino a che lei non avesse avuto la giusta
maturità per capire
che la sua famiglia era stata fatta a pezzi.
«
Certo tesoro », rispose Edward, cercando di rassicurarla.
Il
mio cuore se ancora battesse, si sarebbe certamente fermato un attimo
al
sentire quelle parole. Lui credeva in una nostra possibile vittoria,
lui non
sapeva del piano per salvare il nostro piccolo tesoro, che grazie agli
indizi
disseminati da Alice io avevo progettato.
Nostra
figlia si strinse di più a noi, come a voler imprimere sul
suo corpo il gelido
calore dei nostri abbracci.
Così
ingenuamente piccola, ma così maledettamente intelligente.
Lei non avrebbe mai
dimenticato i momenti prima dell’addio, avrebbe sempre
conservato all’interno
del suo piccolo cuore il ricordo di noi. Due genitori ragazzini per
l’eternità.
Eternità strappata ancor prima di cominciare.
Baciai
la sua fronte mentre con una mano afferravo la mano di Edward al mio
fianco. Strinse
forte la presa e mi guardò negli occhi sussurrando
determinato che tutto
sarebbe andato bene.
Ed
io mi ritrovavo tra le sue braccia preda dello sconforto che mi
caratterizzava,
ad un passo dalla nostra probabile fine avevo accantonato la mia
spavalderia
per sprofondare nella disperazione.
Non
volevo abbandonare tutto ciò per cui avevo lottato, ma mi
rendevo conto che le
possibilità di vittoria erano nulle. Pur avendo molti amici
a sostenerci, pur
avendo poteri straordinari sulle nostre spalle, noi eravamo spacciati.
«
Andrà tutto bene », ripeteva come una litania
Edward, capendo il mio stato
d’animo ormai distrutto dalla paura, non per ciò
che ci avrebbe atteso ma per
quello che sarebbe andato perso.
Abbracciammo
per l’ultima volta la nostra bambina e la posammo su dorso di
Jacob trasformato
in lupo.
I
licantropi si erano fermati poco lontani da noi, avevano fissato tutta
la scena
a distanza di qualche metro, in parte consapevoli di ciò che
stava accadendo.
«
Seth, Paul voi seguirete Jacob ». Furono gli ordini di Sam,
pronunciati a capo
chino e ad occhi stretti.
Stava
sacrificano alcuni dei suoi ragazzi a discapito di altri.
Stava
portando alla salvezza Paul e Seth senza sapere se anche gli altri
sarebbero
potuti tornare sani e salvi dalle loro famiglie.
«
Cosa? No! », urlò il piccolo Seth sconvolto dagli
ordini dell’alfa.
«
Taci Seth, è un ordine. Tu e Paul seguirete Jacob, gli altri
resteranno qui con
me a dare man forte ai Cullen, non possiamo lasciare che un compagno
parta da
solo ».
Finita
la frase puntò i suoi occhi su Jacob. I licantropi erano una
famiglia, come lo
erano i Cullen, e non avrebbero mai lasciato solo uno di loro ad
affrontare un
viaggio tanto duro e complicato.
Restai
un attimo fissa sul volto di Sam, stava fornendo alla mia bambina una
protezione ancor più adeguata, mi voltai poi verso Jacob
quasi a
trasmettergli
quanto bene gli volessi, quanta gratitudine provassi per lui in quel
momento.
«
Ricorda ciò che ti ho detto », sussurrai guardando
entrambi negli occhi.
Edward
mi lanciò un’occhiata interrogativa mentre Jacob
in forma animale puntava i
suoi occhioni lucidi su di noi. Avevo affidato parte della mia vita
alla
persona che aveva salvato una parte di me al momento in cui il buio mi
aveva
avvolta.
Avevo
affidato mia figlia a Jacob, il mio sole nel buio, il mio migliore
amico… anche
quando la nostra natura non ci permetteva di essere tali. Quando ero
diventata
l’essere che lui aborriva con tutte le sue forze aveva
continuato a sorridermi,
e di questo gli sarei rimasta sempre grata.
«
Di cosa stai parlando? », chiese Edward in un sussurro.
Lo
guardai, vidi i suoi occhi tristi e confusi e il senso di colpa mi
invase come
una tempesta che aspettavo ormai da troppo tempo.
« È
solo una precauzione nel caso in cui le cose non vadano bene
», mentii quando
dissi quelle parole, mentii perché io sapevo che nulla
sarebbe andato come
tutti si aspettavano.
Mentii
perché lui mi aveva chiesto di avere fiducia ed io non ne
stavo avendo.
Non
so se in quel momento Edward credette alle mie parole, voltò
semplicemente il
suo sguardo verso Jacob e Renesmee e li guardò allontanarsi
dalla radura che
avrebbe ospitato i Volturi.
Quando
Jacob e Nessie, assieme a Paul e Seth, scomparvero dalla nostra vista,
Edward
mi strinse a se.
Non
parlammo, il dolore e l’amore fusi insieme in
quell’ultimo abbraccio erano troppo
intensi per essere espressi con flebili parole.
Spinti
dal pesante egoismo, che la nostra natura ci imponeva, non avevamo la
forza per
allontanarci l’uno dall’altro e andare dal resto
della
nostra famiglia, da chi
era diventato un padre o un fratello.
Paura
e dispiacere si fondevano paralizzando le mie membra, rendendomi
l’ombra della
fragile umana che ero un tempo, bisognosa della stretta ferrea della
persona
che amavo.
«
Ti amo », sussurrò quando il loro arrivo era ormai
imminente.
«
Ti amo », ricambiai quando fecero la loro comparsa i Volturi,
all’interno del
luogo che aveva visto immortalati i momenti più intensi
della nostra storia.
Ci
schierammo così come le pedine di una scacchiera, pronti per
affrontare la
battaglia.
Edward
era di fronte a Aro, accanto a Carlisle vista la loro amicizia.
Poco
più indietro si trovavano Emmett, Garrett ed Eleazar posti
in difesa della loro
famiglia e delle loro compagne.
Immediatamente
dietro si trovavo Rosalie, Esme, Kate, Carmen e Tanya disposte in modo
da allargare
il campo e sparsi qua e la, si potevano notare i nostri aiutanti
Benjamin,
Maggie da una parte e i licantropi messi ai bordi del nostro
schieramento a
chiudere le fila. Stefan e Vladimir in disparte pronti per godersi lo
spettacolo di una possibile disfatta.
E
infine c’ero io, assieme a Zafrina, poste in fondo per
cercare di aiutare con i
nostri poteri il più possibile.
Speravo
nell’arrivo di qualcuno che potesse aiutarci.
Pregavo
affinché la situazione non diventasse troppo estenuante.
Pregavo
nonostante il mio essere un demone che si cibava di sangue.
Pregavo
che le mie intuizioni fossero esatte, che Alice non ci avesse realmente
abbandonato a noi stessi.
Fissai
gli avversari che fieri ci fronteggiavano senza alcun timore, con gli
occhi
contornati da quel ghigno di malvagità che già
avevo visto sui loro volti
durante la mia breve visita a Volterra.
Aro,
Marcus e Caius erano posti di fronte a noi con le guardie ai lati
pronti a
difenderli da qualsiasi pericolo, i gemelli si trovavano un passo
avanti a loro;
con i loro lunghi mantelli neri stavano studiando i nostri esatti
comportamenti
per poter intervenire in difesa dei padroni. E così tutti
gli altri soldati,
stavano in difesa dei tre capi e delle loro consorti pregustando
già l’attimo
in cui avrebbero potuto segnare una nuova vittoria nella lista delle
battaglie.
Il
mio scudo venne immediatamente esteso su tutti i miei compagni.
Tutti
tranne Zafrina che si sarebbe occupata, nel peggiore dei casi, di
distrarre i
nostri nemici confondendoli con qualche strana visione.
« Aro
». Pronunciò Carlisle, freddo e con sguardo torvo.
«
Carlise ». Disse invece con un finto sorriso Aro,
mellifluamente dolce cercando
di conquistare la nostra fiducia. «
Dov’è la bambina? », chiese, poi,
divenuto
irrimediabilmente serio, fissando i nostri occhi d’oro come
se volesse leggerci
l’anima.
Un
ringhio fuoriuscì dal petto di Edward quando quella frase
venne pronunciata
così distaccatamente. « Non l’avrai mai!
»
Edward
venne fermato da suo padre. « Aro, Nessie non è
una bambina immortale… lei
cambia, cresce, ragiona ». In nome della vecchia amicizia e
degli ideali di cui
si era sempre fatto portavoce, il capo dei Cullen si rivolse al
Volturo,
cercando di convincerlo a lasciarci in pace.
«
Ciò non toglie il fatto che la piccola Cullen è
una perla rara, unica nella sua
specie e non sappiamo come potrebbe reagire
all’eternità… è la cosa
migliore
per tutti segnare la sua scomparsa qui e adesso! ». Le sue
parole gelide
penetrarono all’interno dei nostri cuori morti, provocando la
nostra più accesa
furia.
«
Lei è mia figlia. Non le farai del male ».
Pronunciai la frase con una
freddezza intrisa d’odio talmente palpabile da far tremare la
persona che mi
stava accanto.
«
Sai a cosa andiamo incontro, vero? ». Tutti i nemici
fissarono il mio volto
apparentemente impassibile, ma dietro al quale imperversava ira mista
ad odio,
stavano rovinando la mia vita.
«
Non sfidare la nostra potenza piccola neonata »,
sputò fuori Caius indisposto
dalla mia tenacia a non dargliela vinta.
«
E tu non toccare la mia famiglia », risposi testardamente,
convinta di ciò che
dicevo.
Dopo
lo scambio di battute, un piccolissimo cenno diede inizio a
ciò che più temevo,
ma che con ansia aspettavo.
Il
loro attacco non si fece attendere, i poteri congiunti di Jane e Alec
si
scagliarono su di noi e trovarono a fronteggiarli il mio scudo che
proteggeva
tutti.
Jane
strizzò gli occhi cercando qualche falla per penetrare lo
scudo e colpire me,
la fonte del loro blocco.
Quando
capì che nulla poteva essere fatto con i sui poteri
digrignò i denti soffocando
un ringhio in gola, cercò di gettarsi su di noi, ma
prontamente i poteri di
Benjamin la respinsero indietro formando un piccolo tornado che la
colpì in
pieno.
«
Avete veramente intenzione di dare inizio ad una guerra? »,
domandò Marcus pacato,
irremovibile in volto ma malvagio quanto gli altri tre.
«
Voi avete dato inizio a tutto! », gridò Edward
infuriato.
E
il caos scoppiò fra noi.
Le
guardie dei Volturi si scagliarono contro di noi ed io mi trovai sola
con
Zafrina a fissare la lotta che tutti stavano affrontando.
La
fragile Esme, la fiera Rosalie, la testarda Kate, la dolce Carmen e
infine
l’inaspettata gentilezza di Tanya nei confronti dei nostri
guai, vedevo tutti i
ragazzi combattere fino allo sfinimento.
Carlisle
cercava in tutti i modi di far ragionare gli avversari a causa della
sua innata
bontà che lo contraddistingueva, aveva gli occhi puntati
costantemente su Esme
come a volerla proteggere con lo sguardo.
Emmett
dava sfogo alla sua possente forza scontrandosi con Felix, il frastuono
dei
loro colpi si disperdeva nell’aria.
Edward
cercava disperatamente di venire da me mentre Demetri gli dava del filo
da
torcere provocando la sua ira più di quanto questa non fosse
già esternata.
Protetti
da un seguito di guardie i tre capi fissavano la scena che si svolgeva
davanti
ai loro occhi. Aro puntava i suoi occhi nei miei, ghignando per la
situazione
in cui ci trovavamo.
Loro
esperti combattenti con poteri straordinari e noi determinati a vincere
con un
agglomerato di fantastici poteri ma maledettamente inesperti.
«
Devo raggiungerli », sentii sussurrare a Zafrina che nel giro
di un attimo si
trovava buttata tra la mischia, affianco alla mia famiglia.
Tutti
lottavano tranne me. Io ero impegnata a proteggerli da tutti gli
attacchi psichici.
La
lotta era diventata estenuante.
Le
urla dei miei compagni erano strazianti.
La
prima a capitolare fu Maggie, le sue membra strappate con i denti mi
fecero
venire i brividi lungo la schiena.
Sentii
le urla di Benjamin invocare il suo nome dopo che un fuoco era stato
appiccato.
Andò incontro al vampiro che aveva attaccato la nostra amica
e mentre cercava
di vendicarla, anche lui trovò la morte.
Cominciai
a singhiozzare mentre le mie ginocchia cedevano per terra a causa dello
sforzo
mentale per tenere attivo il mio scudo. Strizzai gli occhi mentre mi
sforzavo
di tenere tutti sotto protezione, una voce mi destabilizzò.
Era
Rosalie ad urlare.
«
Fermo maledetto bastardo! », gridava al vampiro che, solo
adesso mi rendevo
conto, mi veniva addosso. Aveva preceduto Edward già pronto
all’attacco.
Si
pose in mia difesa davanti a me.
«
Rosalie non farlo », urlai mentre il nemico avanzava, le
balzò addosso e in
meno di un secondo fu fatta a pezzi.
La
cieca furia di Emmett sovrastò tutto.
Vidi
mia sorella morire per proteggermi.
Vidi
mio fratello distrutto dal dolore che l’aveva condotto alla
follia di una vita
senza di lei.
Vidi
gli occhi di mia madre stringersi per la sofferenza.
Vidi
gli occhi di mio padre divenire per un attimo vuoti, lui aveva perso
una figlia.
E
compresi il suo più intimo dolore, anche se in maniera
differente io provavo il
suo stesso tormento.
Lui
aveva visto morire sua figlia ed era consapevole di dover dire addio a
noi
altri.
Io
avevo detto addio a mia figlia, Renesmee, sapendo che la mia morte
l’avrebbe
salvata, che la sua fuga l’avrebbe resa in parte libera dalla
condanna del
nostro nome.
Cercai
di alzarmi mentre i Denali si presentavano davanti a me.
Tanya
mi afferrò una mano chiedendomi disperatamente di non
mollare e io continuavo,
singhiozzando, a tenere alto quello scudo. Carmen, Kate ed Eleazar
morirono per
proteggermi uccisi dai gemelli che senza alcuna pietà
staccarono le loro teste.
Tanya
andò loro incontro con il volto trasformato in una smorfia
d’ira, in cerca di
vendetta e così morì anche a lei accompagnata da
Garret che cercò di
proteggerla.
I
licantropi si erano uniti senza timori alla lotta, uccisi uno dopo
l’altro
dalla guardia, sotto gli ordini di Caius che compiaciuto e ghignante
fissava la
scena ed esultava per la loro disfatta.
Avevo
visto morire tutti.
Solo
la mia famiglia stava restando in vita.
Solo
per il gusto di ucciderci lentamente.
Sperai
che la mia cara migliore amica, che la mia dolce sorellina non venisse.
Non
volevo veder morire anche lei, non volevo che mia figlia restasse senza
nessuno, in un modo o nell’altro, Alice l’avrebbe
trovata e sicuramente
l’avrebbe cresciuta.
Quando
solo noi restammo, entrarono in scena i potenti.
I
tre capi lasciarono le loro postazioni avvicinandosi a noi, gli occhi
rossi
velati da malignità, le bocche piegate in un ghigno di
scherno nei nostri
confronti.
Edward
si avvicinò a me, mi abbracciò come la
più fragile delle bambole.
«
Come stai? ». Mi strinsi a lui, cominciai a singhiozzare e
come se lui non
avesse parlato cominciai a ripetere la frase che dall’inizio
di questa triste
storia cercavo di scacciare dalla mia mente.
«
È finita ». Cercai di alzarmi per combattere; per
mettere in atto i pochi
insegnamenti che Jasper era riuscito a darmi, ma Felix mi prese per le
braccia
mentre Demetri assieme ad altri componenti della guardia facevano a
pezzi ciò
che restava della mia vita.
Uno
dopo l’altro vennero ridotti a pezzi tutti quanti, fino a che
Jane arrivò di
fronte a me.
«
Saresti un membro rispettato all’interno della guardia
». Fu Aro a parlare.
Guardi
i suoi occhi rossi e vidi tutta la mia vita ormai in frantumi, vidi mia
figlia
senza i suoi genitori, vidi la mia famiglia distrutta.
«
Io non sarò mai una tua schiava ». I suoi occhi si
strinsero e le mani di Jane
mi afferrarono il collo stringendo sempre di più.
Da
quel momento in poi fu il buio.
Lo
scenario devastante che la venuta dei Volturi aveva lasciato fece
accapponare
la pelle agli unici due superstiti che portavano ancora il nome Cullen.
Alice
e Jasper fra gli alberi videro come la loro famiglia era stata
conciata, come
ciò che consideravano fratelli e genitori erano stati
maltrattati e un grido
agghiacciante proruppe nel cielo.
Tutto
era distrutto, tutto era perduto.
Solo
la disperazione era rimasta contornata dalla desolazione di un futuro
mai
avverato.
Solo
fredda, costante e pungente desolazione.
Buongiorno,
ecco a voi la versione riveduta e corretta di questo finale alternativo
di
Breaking dawn, forse troppo sanguinolento, ma più realista,
almeno secondo la
mia opinione.
Non
ho molto d dire, spero vi piaccia. Vi lascio i miei contatti:
Profilo
facebook | Gruppo | Pagina | Twitter | Tumblr