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Autore: EndlessSkyes    30/04/2011    0 recensioni
“La mitologia greca non è di tuo gradimento, signor Iwa?”
“No, preferisco l'ora di storia dell'arte, francamente”
potevo permettermi di fare lo spaccone a scuola.
Onoki mi parava il culo.
Akane sensei sbuffò.
“Come stavo dicendo, gli dei greci, paragonati a quelli cristiani erano molto più umani
essi amavano dilettarsi con esseri umani.
Le divinità greche erano note per la loro spiccata attitudine al ricercare la bellezza
piuttosto che la bontà, celebre è il mito di Apollo e Narciso.
Quest'ultimo aveva sedotto il dio del Sole, ignorando il sentimento che Zeus provava per lui e...”
“Akane sensei!”
“Yatsu?”
“Narciso ed Apollo erano due uomini”
“Ci stavo arrivando. Concludendo, Narciso venne assassinato da Zeus durante una partita,
tiro al piattello se non ricordo male.
Rispondendo alla sagace domanda di Yatsu, l'omosessualità e l'attitudine ad amare persone
di sesso diverso o uguale era considerata dai greci una qualità
che elevava lo spirito e ne dimostrava la superiorità”
Genere: Azione, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori , Akatsuki, Deidara, Pain
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Ho saputo molte cose su di te, Deidara” esordii quello che capì si chiamava Pain ed era il leader psicopatico di quest'organizzazione. Ciò che sapevo è che si stava spingendo troppo oltre considerandosi una divinità. “Acquisito informazioni” spiegò, come se fossi un bambino demente. La sua voce non lasciava trasparire nessuna emozione. Non mi guardava, mentre mi parlava, osservava il suo villaggio, dall'enorme finestra panoramica di quello che si potrebbe chiamare un ufficio. “Il pupillo di Onoki”. Suonava come una provocazione, ma non capii. “Tradisti il tuo villaggio per seguire la tua passione per l'arte, dico bene?”. Rimasi interdetto. Non pensavo di dover parlare. “S...si”. “Da quanto ho capito, conosci lo Scorpione. Del resto, anche lui era allievo dello Tsukikage”. Pronunciò quella parola con scherno. Già adoravo quell'uomo. “Sai, anche io amo l'arte. Dammi una dimostrazione”. Lo feci. Egli applaudì moderatamente. “Conosci Caravaggio?” mi chiese. “Sicuramente. Apprezzo il suo stile ma non mi beo del figurativo. L'astratto è il mio forte”. Lui sorrise. “Tu hai le fattezze di un quadro del Caravaggio”. Arrossii a quell'apprezzamento. “Amo la bellezza, Deidara”. Si avvicinò a me. “Credo tu deduca la bisessualità delle divinità. Le divinità amano la bellezza in generale”. Non riuscivo a sfuggire a quegli occhi. Mi accarezzò la guancia e mi stampò un bacio saffico e per niente volgare sulle labbra. Rimasi ancora una volta stupito. “Ora va, non voglio farti perdere tempo. Devi conoscere ancora tutti. Non affezionarti a nessuno, moriranno, presto”. Indietreggiai e presi la porta, ancora sconvolto.

 

Fermati, Deidara!”. Un grido. Un ordine. Una supplica.

Puoi ancora tornare indietro, piccolo Deidara”.

Zitto, dannato vecchio, assaggerai la mia arte!”

L'argilla proibita è pericolosa! Potresti farti del male!”

Ghignai. “Vecchio”.

Feci esplodere la mia bomba. Onoki gridò. Scappai.

Disperato. Sasori...

 

 

Entrai in una camera a caso. Dovevo conoscere i miei compagni. In una trovai due personaggi che giocavano a carte. Uno visibilmente annoiato, l'altro preso nella sua superbia. Si voltarono a guardarmi. “Cos'è adesso prendono anche i bambini in questa organizzazione del cavolo?” sbuffò Kisame. “Zitto, Kisame. È una decisione di Pain” sibilò Itachi. Incrinai leggermente la testa. “E' Poker, moccioso”. “Già, ed è anche noioso. Vado a meditare”. “Ehi Itachi! Dannato idiota!”. Rimasi solo con Kisame a fissarlo. “Beh?”. “Niente, posso giocare a poker con te”. Lui ridacchiò. “E' tanto che non vedo una donna nuda. Strip poker ed è andata”. “Ma non sono una donna”. Lo lasciai interdetto a farsi un solitario e mi imbucai in un altro dormitorio.

Altri due strani personaggi. Uno contava dei soldi su un tavolo, e fin qui, niente di strano. L'altro se ne stava meditando davanti alla finestra mormorando parole in una lingua antica. “Hidan, c'è quello nuovo” sbuffò Kakuzu. “Sto meditando”. Indietreggiai sorridendo e telai senza guardarmi alle spalle.

 

Loro sono Yuna e Yukiko” presentò Onoki.

Le sue nipoti. Avevano qualche anno in più di noi ed erano conosciute come...

...le più forti genin del villaggio della Roccia”.

Stringemmo amicizia immediatamente. Eravamo un gruppo affiatato.

La morte prese Yuna in un imboscata.

La vendicammo, ma il vuoto restò.

Non avremmo più rivisto i suoi capelli nocciola e il suo sorriso radioso.

 

“Mhm... mm” gemette Saso-kun mentre riversava il suo piacere nella mia bocca. Lo guardai. Lui seduto sul letto, io in ginocchio tra le sue gambe. Mi sorrise. Sorrisi. “Prima o poi andremo oltre” affermai. “Quando saremo pronti”. Uscimmo insieme nei prati verdi del villaggio della Pioggia. Uno dei pochi giorni in cui Pain non faceva piovere. Ci sdraiammo sereni nell'erba, ridendo e prendendoci a pugni, come se quell'anno non fosse mai esistito. “Perchè Onoki-sensei ha lasciato che ti portassero via?”. “Sono andato via prima io. Non sopportavo più le sue attenzioni”.

 

20/11/12, diario dello Scorpione

Sorpresi spesso Onoki-sensei pensare a Dei-kun in modo impuro, la notte, ma non glielo dissi mai. Probabilmente sensei palesò i suoi sentimenti quando me ne andai, così Deidara telò.

 

 

“Perchè mi ha convocato, Pain-sama?” chiesi, tirandomi dietro le orecchie un ciuffo biondo. Pain-sama mi guardò triste. Forse. “Non so se quello che sto per fare ti piacerà o no, ma l'istinto di una divinità non si può frenare. Rinnegan!”. La porta si chiuse con uno scatto secco. Lo guardai interrogativo ma elettrizzato. Si avvicinò a me e mi costrinse ad indietreggiare fino al muro. Lo feci e protesi le mie labbra alle sue. Lui sorrise e ricambiò. Lotta tra lingue. Quella di una divinità e quella di un quadro del Caravaggio. I vestiti fuggirono di fronte a tanta passione. Mi prese. Dolcemente ma secco. Gridai, ma a poco a poco i miei si trasformarono in gemiti sommessi davanti ai grugniti di una divinità. Intuiva la mia verginità. La sua ninfa era stata violata la prima volta. Buttai la testa all'indietro. “Prendimi più forte” mormorai. Non se lo fece ripetere.

“Accetta il fuoco della passione, meravigliosa meretrice divina” gridò Pain, venendo. Lo baciai ancora. Venni nella mia mano, che ingoiò tutto e leccò il palmo. Uscì da me. Lo guardai. Mi guardò lascivo. “Torna quando vuoi, Deidara”.

 

...e lo faremo solo quando saremo pronti tutti e due”

Si, Saso-kun, voglio che tu sia il primo”

E spero anche l'ultimo” ridacchiò lui, accarezzandomi i capelli.

Misi il broncio. “Non sono mica una puttanella io”

E chi ha detto questo?”

Mi baciò.

 

Non resistevo. Erano passati due giorni da quell'episodio, Sasori si beveva ancora la storia che non ero pronto mentre io bramavo solo Lui. Mi davo piacere pensando a quel giorno. Ma non era la stessa cosa. Davo piacere al mio pseudo ragazzo, ma non mi soddisfaceva.

“Pain... Pain sama...” mormorai entrando nel suo ufficio. “Deidara” disse lui, freddo. “E' per la missione che sei qui?”. “N...no”. Un mezzo sorriso apparve sul suo volto e mi fece cenno di avvicinarmi. “Dimmi, dimmi cosa vuoi”. “Io...”. “Non essere timido, dinamitardo biondo”. Sospirai. “Voglio lei”. Pain si lecco le labbra. “Non c'è possibilità che qualcuno possa soddisfarti, al posto mio? Il tuo Saso-kun per esempio” disse, in tono di scherno. Chiusi gli occhi e mi avvicinai al suo volto. “Lei è insostituibile”. Baciai il suo collo, salii per l'incavo fra mento e orecchio, per poi tornare giù. “Bravo, così, fammi venire voglia” mormorò lui, lascivo. Mi fece cenno di sedermi a cavalcioni sopra di lui. Gli tolsi lentamente l'uniforme e constatai la bellezza del suo petto, totalmente nudo. Lo omaggiai con i miei baci. La prima volta era stata una cosa veloce e non avevo notato la sua bellezza. “Ha voglia, ora?” chiesi, come un bambino impaziente di scartare il suo regalo di compleanno. “Oh, Deidara” sbottò lui. “Non sai prendere un iniziativa?”. Lo guardai, supplichevole. Pain ghignò. Sorrisi. Si sbottonò i pantaloni e gli diedi piacere. Ricordi sfuocati mi tornarono alla mente, mentre lo facevo. I suoi gemiti erano ovattati.

 

La mitologia greca non è di tuo gradimento, signor Iwa?”

No, preferisco l'ora di storia dell'arte, francamente”

potevo permettermi di fare lo spaccone a scuola.

Onoki mi parava il culo.

Akane sensei sbuffò.

Come stavo dicendo, gli dei greci, paragonati a quelli cristiani erano molto più umani

essi amavano dilettarsi con esseri umani.

Le divinità greche erano note per la loro spiccata attitudine al ricercare la bellezza

piuttosto che la bontà, celebre è il mito di Apollo e Narciso.

Quest'ultimo aveva sedotto il dio del Sole, ignorando il sentimento che Zeus provava per lui e...”

Akane sensei!”

Yatsu?”

Narciso ed Apollo erano due uomini”

Ci stavo arrivando. Concludendo, Narciso venne assassinato da Zeus durante una partita,

tiro al piattello se non ricordo male.

Rispondendo alla sagace domanda di Sasori, l'omosessualità e l'attitudine ad amare persone

di sesso diverso o uguale era considerata dai greci una qualità

che elevava lo spirito e ne dimostrava la superiorità”

 

“Ah... Pain sama, ci sono quasi” gemetti. “Aspetta. Se vieni ora giuro che non ti concederò un'altra possibilità”. Mi strinsi al suo collo. Riuscii a trattenermi. E venimmo insieme. “Mhm.. Deidara” mormorò Pain. “Non aspettare così tanto a tornare. “Io credevo di disturbare, Pain sama”. “No, gli altri sono tutti così noiosi”. Mi rivestii. Tornai da Sasori. Dissi che ero pronto.

 

 

 

 

 

 
  
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